La seconda sezione della Corte di Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Paola nei confronti del sacerdote Alfredo Luberto.
Don Luberto è stato condannato alla pena di un anno e dieci mesi di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta in riferimento al fallimento dell'Istituto Papa Giovanni di Serra d'Aiello.
Don Luberto è stato anche condannato a risarcire il danno nei confronti della costituita parte civile, la curatela fallimentare.
L'imputato è stato difeso dagli avvocati Angelo Pugliese, Nicola Carratelli ed Emilio Lirangi.
La parte civile è rappresentata dagli avvocati Nunzio Raimondi e Concetta Metallo.
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Indimenti cabile Alfredo Luberto, ex don Alfredo Luberto, già presidente del Consiglio di amministra zione del “Papa Giovanni” di Serra d’Aiello.
Parliamo di uno che è stato condannato definitivamente a cinque anni di reclusione per associazione a delinquere, appropriazione indebita e abbandono di incapaci giacchè alcuni reati si sono prescritti.
Di uno che è stato recentemente condannato ad 1 anno e 10 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, all'inabilità all'esercizio di un'impresa commerciale ed all'incapacità all'esercizio di uffici direttivi per dieci anni per bancarotta fraudolenta.
Serve poco affermare come hanno fatto i suoi legali che Alfredo Luberto abbia ”compreso il disvalore delle proprie azioni e abbia iniziato un percorso di ravvedimento morale e spirituale, mutando il proprio stile di vita e dedicandosi in particolare ai profughi e ai poveri”.
Resta, infatti, incredibile crederci se solo si ricorda che tra i poveri, i disperati, i derelitti ci sono le centinaia e centinaia di ex lavoratori dell’ Istituto Papa Giovanni XXIII, la Fiat del Sud, rimasti senza lavoro proprio grazie ( anche) ad Alfredo Luberto, presidente del Consiglio di amministrazione del “Papa Giovanni”.
Ma la misericordia invocata da Papa evidentemente esiste se è vero che Alfredo Luberto è stato affidato in prova ai servizi sociale per scontare il residuo della pena comminatagli.
Ora lui proprio perché sospeso a divinis dal vescovo di Cosenza monsignor Nunnari potrà dimostrare quanto si sia pentito e potrà dedicarsi ai poveri ed ai derelitti vivendo anche lui da povero.
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Se la cava con poco don Luberto già amministratore del Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello.
Avrebbe distratto dall'Istituto la somma di oltre 3milioni e mezzo causando la bancarotta dell'istituto e la conseguente perdita di lavoro da parte di centinaia di dipendenti che da allora sono senza lavoro.
Il giudice Carmine De Rosa lo ha condannato ad 1 anno e 10 mesi
Una pena notevolmente più bassa di quella a 5 anni passata in giudicato e comminata per aver intascato ingenti risorse distratte dalle casse dell'Istituto Papa Giovanni XXIII per mantenere un tenore alto di vita
Il tutto mentre i pazienti dell'istituto vivevano nell'indigenza proprio per mancanza di soldi servizi, alimenti e farmaci.
Don Luberto è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali, all'inabilità all'esercizio di un'impresa commerciale ed all'incapacità all'esercizio di uffici direttivi per dieci anni ed inoltre al risarcimento dei danni a favore curatela fallimentare dell'Istituto , parte civile nel processo, per 100mila euro.
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