Lo dice quanto ha parlato al mondo
s’egli è un artista o facitor di versi,
scalpellator di sassi, imbrattatore
di tele, operatore di rumori.
L’arte è la dea che parla all’universo
e non ha tempo, posto né confini
in cui tenerla dentro prigioniera,
ma libera si leva ad ali tese
com’aquila nel ciel e al mondo intero,
all’uomo senza tempo il suo messaggio
porta, perch’egli dal suo canto legga
la verità, l’ideal cui tendere
come traguardo umano, fine estremo:
dir no alla guerra, pei diritti umani
lottare, e come Decimo Laberio,
Cesare sfidando dittatore,
dire: “Mai niente mi potè piegare,
elargizion, timor, autorità”.
Patria non ha, ma il mondo è padre a lui
perché gli ha suggerito le parole
gridate o talora sussurrate
col volto atteggiato e con i gesti
e fèano questi e quelle un sol messaggio.
Dario fu questo, anzi ancor perdura.
Cleto, 14 ottobre 2016 Franco Pedatella
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