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Redazione TirrenoNews

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Nei giorni scorsi l’avvocato Crescenzio Santuori del foro di Catanzaro in nome e per conto di Ornella Africano, Teresa Bossio, Antonella Guido Rizzo, Marilena Valeriano, Francesco Vilardo, ha riproposto ricorso al Tar contro il comune di Amantea per l’accertamento e la declaratoria dell’obbligo del comune di concludere il procedimento amministrativo riferito al concorso indetto ed avviato con delibera della giunta comunale n 37 del 7.3.2014 mediante adozione di un provvedimento espresso e con declaratoria dell’illegittimità dell’inerzia sin qui maturata.

Il legale ha ricordato nel ricorso “la violazione dei canoni di correttezza e di buona fede da parte dell’amministrazione comunale ravvisabile nella circostanza per la quale solo a seguito dell’instaurazione del giudizio dinanzi al TAR il comune ha adottato un atto endoprocedimentale contenente non la nomina della commissione bensì un mero- Atto di indirizzo per l’acquisizione dei nominativi per la composizione della commissione giudicante il concorso di stabilizzazione di n° 7 posti di Agente di PM a metà tempo” ( D.G.C. n 19 del 30.1.2015)

Ricordiamo quanto apparso sulla stampa e cioè che “I vigili interessati alla stabilizzazione sono 9 e i posti messi a concorso sono 7”.

Ricordiamo, ancora, che nel ricorso è dato leggere che “Non è dato comprendere quale sia il motivo per il quale il comune di Amantea- pur in presenza di un supporto giuridico autorevole, quale il parere Anci sul punto espressamente sollecitato-non voglia procedere con il concorso; quale sia il fine realmente perseguito dall’amministrazione locale, sviando palesemente il potere pubblicistico”

Ed, inoltre, ricordiamo che la stampa odierna recita che siamo in presenza di “Una storia, quella del concorso per la stabilizzazione dei vigili precari, piuttosto complessa, sulla quale, per altro, grava un’attività d’indagine portata avanti dalla Polizia di Stato”.

Sempre notizie stampa, nel mentre, evidenziano che “I componenti della ( nominanda) commissione esaminatrice dovrebbero essere tre e sarebbero una funzionaria della Prefettura di Cosenza, un maresciallo dei Carabinieri in pensione, e un alto graduato della Polizia Provinciale di Cosenza, anch’egli in pensione”, richiamano il D.L. 78 del 19/06/2015 il cui articolo 5, al titolo “Misure in materia di polizia provinciale”, statuisce che “il personale appartenente ai Corpi ed ai servizi di

polizia provinciale, transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale, secondo le modalità e procedure della mobilità inter-ente, nei limiti della relativa dotazione organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, con divieto, a pena di nullità,delle relative assunzioni, di reclutare personale con qualsivoglia tipologia contrattuale per lo svolgimento di funzioni di polizia locale”.

La norma ha destato forte preoccupazione tra i vigili che dovrebbero partecipare al concorso, ma non c’è bisogno di essere giuristi per intuire che non sembra ci sia questo pericolo, atteso che si tratta di posti part time inaccettabili per personale ex provinciale, ora a tempo pieno, e che deve essere ricollocato nel rispetto della pregressa posizione

Peraltro la dotazione dell’ex polizia provinciale non è eccessiva rispetto agli oltre 150 comuni cosentini e può trovare collocazione facilmente nei comuni più grandi .

E comunque, ove le riserve correlate al citato D.L. 78 del 19/06/2015 dovessero essere avanzate, dal comune di Amantea o da chiunque degli ex dipendenti della provincia, il TAR, potrebbe essere chiamato a pronunciarsi in merito ed a confermare il diritto già acquisito dai vigili di Amantea alla partecipazione al concorso già bandito, giusta la sentenza n 642 del 9.4.2015 del TAR Calabria.

Comunque sia, siamo in un bel pasticciaccio che rischia di diventare sempre più greve man mano che il tempo passa salvo che alla fine non trovi soluzione con la prossima pronuncia della magistratura amministrativa e la eventuale nomina di un commissario ad acta.

Al termine di una lunga indagine fiscale i finanzieri della Tenenza di Amantea hanno scoperto una vasta attività di falsa fatturazione.

Il giro di false fatture è emerso grazie ad una verifica fiscale avviata nei confronti di un soggetto completamente sconosciuto al fisco e pertanto identificato come evasore totale.

Di particolare interesse fiscale e giudiziario quella che si presenta come una vera e propria cartiera che provvedeva all'emissione di fatture false

L’ importo è stato quantificato intorno ai 5 milioni di euro.

Il titolare dell'azienda in occasione delle indagini avrebbe tentato di distruggere e nascondere la documentazione contabile per evitare ricostruzioni e approfondimenti.

Ma la Guardia di Finanza ha utilizzato un sistema di controlli incrociati con accertamenti bancari acquisendo il materiale probatorio che ha consentito la ricostruzione del sistema illecito generato.

Scoperto il meccanismo i militari della Guardia di Finanza hanno esteso l'indagine anche ad altre persone che avrebbero usufruito del sistema.

La frode complessiva venuta alla luce ammonta a circa 6,4 milioni di euro sottratti alla tassazione con un danno Iva pari a 1,4 milioni.

Grande curiosità ha sollevato la notizia tra i cittadini amanteani che restano in attesa di essere notiziati sulla generalità dell’evasore.

Oggi 24 giugno ad Amantea “ U ciucciu i san Giuvanni”

Mercoledì, 24 Giugno 2015 16:32 Pubblicato in Cronaca

Il sole è sempre stato la principale fonte di vita, per gli uomini, per gli animali, per le piante.

Anche per questo i cambiamenti che lo interessavano hanno avuto sempre grande attenzione.

In particolare i due solstizi (sol stetit dicevano i latini ) sia quello estivo del 24 giugno che quello invernale del 25 dicembre, giorni nei quali il sole sorge e tramonta nella stessa posizione ricominciando a sorgere, giorno dopo giorno sempre più a sud sull'orizzonte (a giugno) e sempre più a nord (a dicembre), così determinando- in maniera graduale- l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate.

I solstizi furono festeggiati un po’ ovunque, nell’antica Grecia, come nell’America precolombiana.

La religione cristiana, consapevole della importanza di questi festeggiamenti ne acquisì le date e nell’intento di sostituirle vi sovrappose le proprie solenni celebrazioni.

Ed così il solstizio invernale venne sostituito dal Natale, che si celebra il 25 dicembre, e quello d’estate dalla festa di San Giovanni, che si celebra il 24 giugno.

Nella festa di San Giovanni convergono infatti i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.

Benché la Chiesa ostinatamente abbia tentato di sradicare tali antichi riti, o almeno di assimilarli rendendoli meno incompatibili con le solennità cristiane, essi permangono, e talvolta vengono ripresi pur differenziandosi in varie forme.

Ed in questa notte di San Giovanni, in tutta Italia, le campagne e le città si riempivano di imponenti fuochi.

Ad Amantea, in campagna, venivano accesi fuochi propiziatori( le vamparite)., per allontanare il maligno e proteggere i campi.

Con le fiamme si mettevano in fuga le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo, ed intorno ad esse si danzava e si cantava al suooo dell’organetto.

Le fiamme erano tenute in vita fino all'alba, momento in cui si spegnevano per lasciar spazio al più importante dei fuochi: il sole.

In questa notte magica, poi, si invocavano prodigi

Una notte magica, ma anche una notte di paura. La notte delle streghe quella nella quale talune tradizioni vogliono che ci sia un momento astrale che favorisce la riunione delle streghe nei crocicchi delle strade per fare i loro sortilegi, dal momento che a loro volta erano favorite dalle speciali potenzialità dell’acqua di San Giovanni. La notte nella quale secondo molti antichi proverbi “tutto può accadere e a tutto si può rimediare”.

Ed il rimedio era nella professione dei riti apotropaici, tutti legati alla natura, gran parte dei quali legati al fuoco, che vince il buio, la notte e la paura, alla musica, al rumore, che tengono svegli e che allontanano il male .

Quella del 24 giugno era, poi, la note nella quale si dovevano raccogliere le erbe magiche che avevano il potere di scacciare tutte le malattie, perché le loro caratteristiche e proprietà in quella notte erano esaltate e alla massima potenza.

Parliamo del vischio, del sambuco, dell’aglio, della cipolla, della lavanda, della mentuccia, del biancospino, del corbezzolo, della ruta ( a san giuvannu a ruta ogni malu stute) , del rosmarino.

Le donne, poi, ponevano queste erbe in un bacile pieno d’acqua per tutta la notte ed all’indomani si lavavano per aumentare la bellezza e preservarsi dalle malattie.

Anche Amantea aveva i suoi riti apotropaici. Ed il più importante e partecipato era “ U ciucciu i San Giuvannu”

Il fantoccio di un asino che viene portato a spalla ed al quale poi si da fuoco per vincere il buio, la notte, le paure

Una scelta non casuale. Da sempre l'asino è stato per gli amanteani e la gente di campagna il compagno nei lavori, negli spostamenti, nei momenti sereni ed in quelli più tristi. Un lavoratore affidabile e costante, docile e collaborativo, dal carattere mite. Un compagno di vita leale ed un vero amico.

Chi altri per superare un momento difficile come la notte di san Giovanni, chi altri da sacrificare per vincere la notte

Chi altri da portare nel passaggio astrale, quale compagno e sostegno

Un rito quello di “U ciucciu i San Giuvannu” che si era perso nella memoria collettiva e che ora si tenta di recuperare, quasi ad affermare che ancora oggi la comunità amanteana deve affrontare momenti bui e difficili ed intende farlo insieme e riscoprendo gli antichi culti e riti che ne hanno accompagnato la millenaria esistenza.

Quasi che il tempo si sia fermato.

Ed insieme le figure buone “I giganti” a fare da contraltare a spiriti e streghe , figure suggerenti la vittoria dell’amore sul male, ed accompagnate dai tamburi che offrono un ritmo compulsivo che induce a ballare ed a battere le mani, ossessivamente.

Poi i fuochi pirotecnici, simulacro della potenza del fuoco, che vengono fatti scoppiare ancora una volta per far scappare il male.

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