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A Rende i romanzi di Sergio Ruggiero

Domenica, 26 Ottobre 2014 14:41 Pubblicato in Economia - Ambiente - Eventi

Nell’ambito delle proprie iniziative culturali, l’Associazione “In Dulcedine Societatis” di Rende ha organizzato una serata dedicata al tema: I romanzi storici in Calabria.

 

E per farlo ha invitato nella propria sede lo scrittore amanteano Sergio Ruggiero, autore di apprezzatissimi romanzi storici editi da Franco Mannarino con i quali ha ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari nazionali ed internazionali.

Ruggiero nella trasferta rendese è stato accompagnato da Giuseppe Marchese, anch’egli membro del circolo culturale “Lo Scaffale”, che insieme all’autore ha tratteggiato il carattere delle opere ed ha fornito interessanti spunti di riflessione sui fatti e sulla tradizione storica riguardanti il nostro territorio.

“Nello scorrere veloce delle pagine - dice Marchese - i romanzi di Ruggiero si fanno coinvolgenti, oltre che per il prorompente e a volte fascinoso linguaggio rappresentativo di miti e leggende e per la poderosa fornitura di una storia talvolta sconosciuta, anche per le coraggiose incursioni nelle tradizioni popolari rievocate, in più punti, con il dialetto. Anzi, sarebbe venuta meno quella speciale patina di autenticità narrativa che i romanzi custodiscono, qualora l’Autore ne avesse sottratto la sapida sapienza delle intarsiature dialettali e lessicali, ora in di un latino chiesastico – adattissimo per la creazione di densa atmosfera di Ordini monastici, di sette e di stregoneria, molto spesso in uno scenario sacrale e orripilante, ora di formulari o conversari vernacolari proposti all’emozione del lettore, anche e sopratutto a quelli dal palato più esigente.”.

“I romanzi di Ruggiero – dice l’addetta stampa di “In Dulcedine Societatis” Manuela Fragale – hanno ampiamente varcato i confini regionali, e dovunque esposti rappresentano vigorosamente, con il rigore della conoscenza storica e con l’orgoglio dell’appartenenza, la suggestione di una città, Amantea, e di una regione, la Calabria, protagoniste finalmente della piccola e della grande storia”.

Ricordiamo il significativo elenco di premi letterari e piazzamenti dello scrittore amanteano:

“La Rosa d’Ajello” (Mannarino editore Brescia)

·Premiato nel 2010 a Trebisacce al Concorso letterario Nazionale “Calabria e Basilicata”;

· Selezionato per lo “Spazio Calabria” nel 2012 in occasione della X edizione del progetto

Gutenberg Catanzaro;

· Adottato quale testo di lettura in accompagnamento allo studio della storia medievale in

alcune scuole superiori del bresciano.

·

“Il Respiro del mare” ( Mannarino editore Brescia)

-Premiato nel 2012 e adottato dall’associazione culturale “Sifum” di Castrovillari;

-Premiato nel 2012 da pro Loco ed Amministrazione comunale di Bovalino;

- Premiato nel 2012 a Lucca quale finalista( quarto ex equo tra 1400 romanzi) al concorso internazionale “ Il giovane Holden” di Viareggio;

-Premiato nel 2013 ( secondo classificato tra oltre 1000 romanzi) alla XXI edizione del premio internazionale “Tulliola 2012-201 di Formia;

· Premiato nel 2013 ( primo classificato tra 630 romanzi) alla III edizione del premio letterario “ Un libro per amico per l’inverno” edizione 2012-2013 di Rende;

“Nel segno del cuore” (Mannarino editore Brescia) pubblicato nell’aprile 2013.

· Secondo classificato ( tra 700 romanzi) al premio letterario nazionale libro per amico per l’inverno” edizione 2013-2014 di Rende;

· Selezionato per la cerimonia d’apertura dell’anno culturale 2014 dalla società Dante Alighieri comitato di Crotone

attentatobarchem 3Stanotte è stato compiuto un attentato ad alcune imbarcazioni sul lungomare di Amantea, una imbarcazione è andata totalmente distrutta e due danneggiate. Ma tutto sommato è andata bene

 

Per fortuna che nella prima mattina di oggi 25 ottobre non c’è stato vento forte e quindi l’incendio non si è propagato a tutte le barche vicine. Poteva essere un danno molto più grave.

I danni infatti si sono propagati solo alle due barche vicine

Ed è proprio dalla limitatezza di questi danni che può supporsi che la imbarcazione distrutta sia stata cosparsa di qualche liquido infiammabile

Lì nei pressi , sotto uno dei tamerici , alcune persone parlano del più e del meno. Le saluto individualmente e poi palesemente dichiaro che quanto successo non è una bella cosa

Immediato e totale scatta l’assenso di tutti i presenti . Nessun disaccordo .Poi chiedo a chi appartenevano le barche incendiate e danneggiate.

Immediati i nomi di tutti. La barca danneggiata apparteneva a Giancarlo D.L., dipendente del comune di Amantea , e pescatore amatoriale da quasi 50 anni, da quando si dilettava da terra con la lenza a mano che un tempo era lo strumento dei pescatori che non avevano la barca.

Ma nessuno sa dire il perché di questo atto violento ed inaccettabile. Un atto peraltro contrario alla storia della marineria amanteana e lontano dalle nostre consuetudini .

Certo appare più probabile che il danno sia figlio di fatti di mare che di terra. Una reazione, un messaggio dovuto a qualche fatto o comportamento legato alla pesca. Forse soltanto invidia. Giancarlo infatti era un abile pescatore anche se la sua passione principale è la ornitologia .

Ed infatti anche quest’anno Giancarlo è tra i principali organizzatori della annuale mostra ornitologica Città di Amantea che è giunta alla 29esima edizione.

Anche la barca vicina era di un ex dipendente del comune di Amantea A.C. e quell’altra che ha subito gli altri danni è di un giovanotto amanteano.

Me per ambedue si tratta di danni derivati da quello che sembra il vero obiettivo degli attentatori

Agli investigatori di operare alla ricerca dei responsabili.

Chissà che dalle tantissime ( utili od inutili non è dato sapere) telecamere sparse per la città non si riesca ad avere qualche fotogramma dal quale orientare la ricerca del o dei responsabili

attentatobarcheM

Amantea e le “supercazzole” della politica

Venerdì, 24 Ottobre 2014 18:35 Pubblicato in Cronaca

Ricordate Tognazzi nel film Amici miei di Mario Monicelli, quando con nonchalance si ergeva ad emblema di chi tenta di prendere in giro chi gli sta di fronte e chiariva che si trattava “ di una supercazzola brematurata con scappellamento a destra”?

O, per scendere ancora più indietro nel tempo( anno 1924) il famoso “Gastone” del grande Petrolini quando recitava che " se l'ipotiposi del sentimento personale, prostergando i prolegomeni della mia subcoscienza , fosse capace di reintegrare il proprio subiettivismo alla genesi delle concomitanze, allora io rappresenterei l'autofrasi della sintomatica contemporanea che non sarebbe altro che la trasmificazione esopolomaniaca”.

E potremmo continuare a lungo nella storia di quel cinema e teatro che sollecitano il buonumore, se non il riso.

Oggi questa mania delle supercazzole verbali sta diventando una abitudine dei politici che tentano di giustificare le loro supercazzole politiche.

E’ come dire che si giustifica con una supercazzola verbale un precedente supercazzola fattuale.

Ma sempre tentando di prendere in giro il proprio e l’altrui elettore.

Basta dichiarare preliminarmente la propria faccia pulita con la sicumera di chi a furia di dirlo agli altri spera, alla fine, di crederci anche lui, pur sapendo bene di essere sporco dentro e fuori.

Parliamo di quei politici che dicono le bugie di acquisizione cioè le bugie per acquistare prestigio, per ottenere un vantaggio. Parliamo del millantatore, quello che sa bene di non essere credibile e per questo ha l’abitudine del fanfarone. Di quel bugiardo che ha sempre mentito a padre ed alla madre( e più tardi alla moglie) per averne il sorriso e la carezza e non il richiamo o lo schiaffo.

Ma ancora più seria è la questione delle pseudologie, cioè di quelle bugie alle quali lo stesso autore crede. Parliamo di quei politici che ricorrono abitualmente alla bugia , cioè dei bugiardi patologici.

Ma nulla è quanto sopra rispetto alla forma più grave di bugia che è l’autoinganno, cioè quel processo di negazione che prescinde dalla rilevanza ed importanza delle evidenze. In sostanza è la supercazzola detta da chi è diventato lui stesso una supercazzola di uomo

Che poi si abbia o meno consapevolezza di essere diventato una supercazzola poco importa.

In queste tragiche condizioni si trova chi giustifica le proprie aberrazioni sostenendo di aver dato semplice esecuzione alla legge, anzi alla “Legge” , se non, addirittura alla “LEGGE”.

Ovviamente il supercazzolaro è consapevole di rivolgersi per lo più a gente amica che non contesta le sue supercazzolate per non dispiacerle, così alimentando il suo stato di malattia.

E comunque il supercazzolaro sa bene che la gente che lo ascolta è spesso analfabeta funzionale e che quindi non essendo capace di comprendere e riassumere un testo , scritto o verbale non importa, dello stesso ricorda solo l’autore e la parola più importante o ripetuta.

Ed allora se viene detto che una delibera è stata adottata per rispettare la legge è evidente che essa è legittima e se è legittimo il fatto è legittimo anche l’autore.

Il supercazzolaro in questo modo raggiunge il suo obiettivo ma purtroppo contribuisce a far crescere il numero dei supercazzolati che restano poi sorpresi quando lo arrestano ( spes ultima Dea), ma sempre senza porsi il dubbio se quanto da lui detto siano state una, dieci, mille supercazzole e loro tanti c……….i.

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