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Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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tribunaleLo ha stabilito la Corte di Cassazione

ROMA - La multa per eccesso di velocità, accertato con l'ausilio dell'autovelox, è nulla se il segnale del limite di velocità non viene ripetuto dopo l'incrocio. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (ordinanza n.11018/14 del 20 maggio 2014) ribadendo il principio secondo cui, quando viene imposto un limite di velocità che abbassa quello previsto per il tipo di strada, deve essere ribadito con un segnale apposito dopo ogni incrocio, altrimenti diventa inefficace. Quindi, se un guidatore trova prima un limite di velocità, poi attraversa un incrocio e infine incappa in un autovelox, non potrà essere sanzionato.

La Cassazione si è pronunciata dopo aver esaminato un caso di un automobilista calabrese a cui era stato contestato un eccesso di velocità, accertato con l'autovelox. La Corte ha accolto il suo ricorso, sentenziando che "Va infatti ritenuto che la mancanza della ripetizione del segnale poteva indurre il conducente a credere che la riduzione del limite di velocità disposta prima dell'intersezione fosse venuta meno, giacché il coordinamento tra l'art. 119 e l'art. 104 del Regolamento è da formulare nel senso che il limite di velocità imposto da un segnale cessi, per effetto del segnale di fine del limite, solo se ci si trova in presenza di un tratto di strada continuo".

Amantea 28.06.2014                                             Cav. Giovanni LISCOTTI

nicola brunoNicola Bruno del gruppo Consuliare "Progetto Longobardi" chiede di istituire una commissione speciale con competenze di amministrazione attiva in vista della canonizzazione del Beato Nicola Saggio da Longobardi

 

Longobardi- In vista della prossima canonizzazione del Beato Nicola Saggio da Longobardi, che si svolgerà il 23 novembre, in Piazza San Pietro, a Roma, il Gruppo consiliare “Progetto Longobardi”, guidato dall’avvocato Nicola Bruno, ha proposto, al Consiglio comunale, mediante mozione del 27 giugno scorso, di <<istituire, al più presto, una commissione speciale, con competenze di amministrazione attiva, per prepararci allo straordinario evento>>. Infatti, la data della canonizzazione, decisa durante il concistoro da Papa Francesco e resa nota dalla Diocesi di Cosenza, è ormai alle porte. <<E’ necessario – proseguono i consiglieri Bruno e Cicerelli - siglare subito un protocollo d’intesa con la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza e le istituzioni ecclesiastiche per la valorizzazione e la promozione di un percorso religioso che sia anche occasione di sviluppo per la nostra comunità>>. Longobardi, infatti, <<è terra di fede: oltre al Beato Nicola Saggio – chiarisce Bruno- ha dato i natali al Beato Arcangelo di Carlo, protomartire italiano O.M., al servo di Dio Francesco Preste O.M., alla venerabile Elisa Miceli ed alla serva di Dio Arcangela Filippelli, di cui è in corso il riconoscimento del relativo martirio>>. Il Beato Nicola è il primo frate dell’Ordine dei Minimi a diventare Santo dopo il fondatore. Nato a Longobardi, in provincia di Cosenza, il 6 gennaio del 1650, da Fulvio saggio e Aurelia Pizzini, può essere definito il frate della “Santissima Trinità”, per le frequenti visioni sulla Trinità; bastava, inoltre, che gli si mostrassero tre dita della mano per farlo andare in estasi. Morì a Roma il 3 febbraio esclamando <<Paradiso, paradiso!>>. Venne beatificato da Pio VI, il 17 settembre 1786 e proclamato patrono di Longobardi il 12 ottobre del 1973

5stelle”Sul porto di Amantea è necessaria la massima chiarezza".

 

Lo affermano i parlamentari M5S Dalila Nesci e Nicola Morra, insieme a Francesca Menichino, consigliera comunale Cinque Stelle del luogo. "Confidiamo - proseguono - nel lavoro dei magistrati della procura di Paola, che ha sequestrato la struttura, e auspichiamo pronta collaborazione da parte del Comune di Amantea e del suo sindaco, Monica Sabatino, cui chiediamo di mettere a disposizione tutti gli atti, proprio perché la

trasparenza è alla base di un cambiamento culturale in Calabria e

nella città tirrenica, in passato pure condizionata da forze criminali. La storia del porto di Amantea è lunga e caratterizzata anche da appetiti di tipo mafioso. C'è bisogno di accertare tutti i fatti e le responsabilità, ma senza perdere tempo. Il Movimento CinqueStelle di Amantea, sostenuto in parlamento, ritiene essenziale la rapida conclusione delle indagini, per avanzare proposte di gestione e rilancio della struttura". "Adesso, per dare un preciso segnale riguardo al porto - concludono Nesci, Morra e Menichino - è opportuno che il Comune di Amantea revochi gli incarichi a quanti fossero indagati. Intraprenderemo ogni azione utile in proposito".

www.amantea5stelle.it

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