
Onore a quei pensieri che durano il tempo di una stella cadente: Ciò che viene definito ‘normale’ è figlio della repressione, del diniego, della proiezione, introiezione, spaccature e altre forme di azioni distruttive acquisite con l’esperienza. E’ radicalmente alienato dalla struttura dell’essere. Più si riconosce, più si pensa all’inutilità di andare avanti con descrizioni generalizzate di presupposti e specifici schizoidi, schizofrenici, “meccanismi” isterici.
Inoltre, non bisogna dimenticare che vi sono forme di alienazione relativamente strane rispetto a quelle statisticamente ‘normali’. La persona alienata ‘normale’ , per il semplice fatto che agisce come gran parte della gente, viene considerata sana di mente e vorrebbe smetterla di essere aggressiva e diventare una persona gentile, come se questo fosse semplice come cambiare colore ai capelli.
Da studente ho avuto una bella fortuna nell’incontrare gli Scritti di Bertrand Russel che, rispetto alla problematica appena accennata rispondeva:“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”
Altre forme di alienazione considerate fuori dal seminato del prevalente stato di alienazione sono quelli che vengono additati dalla maggioranza come cattivi o matti e dunque facenti parte di una minoranza. Non si possono schiudere le ali della libertà e volare senza lasciare qualcuno o qualcosa dietro di Te. Aiuto!!! Per risolvere il dilemma, meglio dormirci sopra, come scriverebbe John Fante!!
Aifaciloni risulta abbastanza difficile assumere la propria quota di responsabilità; molte volte non è neppure un processo malsano o cosciente ma piuttosto avviene per oscuri e complicati intrichi di credenze e forme di pensiero automatiche. Davanti agli occhi dei miei corregionali è palese la “cialtroneria” di quelli che hanno partecipato al disastro amministrativo della Calabria e che in questi giorni stanno cercando disperatamente di rifarsi una verginità.
Con la nascita di miriadi di società attorno alla spartizione dei fondi del PNNR da consegnare alle sempreverdi “ditte appaltatrici ” i servizi, i ponti sullo Stretto, e quant’altro senza nessun vantaggio per la comunità.
Basta girare, con gli occhi socchiusi, per le strade dissestate di questa che fu la meravigliosa Terra dove vennero alla luce Crotone e Sibari.
Credo però che chiunque scelga di omettere le proprie responsabilità serva esclusivamente a crearsi una nuova verginità politica, mentre nei fatti è chiaro che quelli che oggi si dissociano riproponendosi ai Calabresi, con qualche punto di sutura e un po’ di chirurgia plastica a coprire le loro malefatte, sguazzano nel marcio e nelle malefatte invece di istruirsi e acquisire la consapevolezza che “Qui, sotto il cielo di Calabria, sulle rive dei suoi due mari, fioriva già ricca, sensuale, una delle più raffinate culture dell’umanità: la Magna Grecia” Kasimiera Alberti.
“Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.” Italo Svevo.
Gigino A Pellegrini & G elTarik
La notizia di questa settimana che ha fatto il giro del mondo, che ha fatto tanto scalpore e che la troviamo a carattere cubitale sulle prime pagine dei giornali anche stranieri è questa: Il capomafia, il pregiudicato, il superlatitante, l’imprendibile primula rossa di Castelvetrano è stato finalmente arrestato. Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza finalmente è stato rinchiuso nelle patrie galere e mangia il rancio fornito dallo Stato come gli altri detenuti. Era a Palermo in una clinica privata. Si faceva curare per un tumore al colon. Non ha opposto resistenza, non ha provato neppure a mentire, ha dichiarato subito la sua identità: sono Matteo Messina Denaro. Versione ufficiale fornita dalla Magistratura palermitana. E’ un giorno di festa per il nostro paese. Tutti, ma proprio tutti, da Mattarella a Meloni, dai politici di destra a quelli di sinistra, si sono subito congratulati coi Magistrati di Palermo che hanno condotto le indagini, con le Forze dell’Ordine che hanno seguito l’arresto di questo super latitante. Caccia durata 30 lunghi anni. Troppi, troppi. Troppi sono 30 anni per acciuffare un super mafioso. Le Forze dell’Ordine, però, non si sono mai arrese, ogni giorno hanno dato la caccia a questo personaggio che ha sulla coscienza centinaia di morti e stragi, senza contare la morte del piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido, ma è riuscito sempre a sfuggire alla cattura. Ieri no. Oggi gioiamo per l’arresto, però ci sono voluti 30 lunghi e sanguinosi anni per catturarlo e non possiamo dimenticare le troppe vittime della mafia, le stragi di Palermo e di Capaci. Ora, però, dopo l’arresto, bisogna indagare sulla rete di eventuali fiancheggiatori, su chi lo ha coperto, aiutato, favorito la sua lunga latitanza, su chi lo ha accompagnato, su chi lo ha assecondato. Ora che è stato acciuffato tutto è stato risolto? No. L’unica cosa certa è che è stato arrestato senza che opponesse resistenza. E non era neppure armato. (Versione ufficiale). E se fosse stato tradito? Da chi? Per che cosa? La cattura di Messina Denaro mi ricorda la fine di un altro bandito siciliano, quel Salvatore Giuliano, tradito dall’unica persona di cui si fidava: il cugino Pisciotta, che poi venne ucciso in carcere con la stricnina nel caffè.
Questo matrimonio civile che sarà celebrato da un parroco di Genova di Santa Romana Chiesa farà certamente molto discutere e già alcuni giornali hanno messo la notizia in prima pagina. Il sacerdote è molto noto non soltanto ai fedeli di Genova, ma anche ai lettori del “Fatto Quotidiano”, perché Don Farinella, questo è il nome del sacerdote, non solo è un accanito lettore ma anche un collaboratore del quotidiano. Don Paolo Farinella, un parroco di Genova della Parrocchia di San Torpete, dismetterà la tonaca, indosserà la fascia tricolore e celebrerà il 29 gennaio c.m. un matrimonio civile essendo stato delegato dal Sindaco. Caso che ha già suscitato polemiche a dismisura e che farà molto discutere nel bene e nel male. Don Farinella celebrerà questo matrimonio non in chiesa ma in un altro luogo messo a disposizione dal Comune di Genova. Si è valso della facoltà di un art.del Codice Civile dove si dice che tutti i cittadini hanno la possibilità di celebrare matrimoni purché abbiano una delega del Sindaco che in qualità di Pubblico Ufficiale può concederla a sua discrezione. Saranno nozze molto speciali tra due persone: una iraniana e l’altra islamica. Le ha annunciate lo stesso parroco sulla sua pagina Facebook. Lo sposo ha 37 anni, laureato in Giurisprudenza, lavora come mediatore culturale tra i minori stranieri. La sposa, 28 anni, si sta per laureare in Ingegneria ambientale. Si presenterà davanti al celebrante a capo scoperto, senza abito bianco, né velo islamico. Il sacerdote ha precisato che non è la prima volta che presiede ad un matrimonio civile. E non è la prima volta che questo sacerdote è finito sulle prime pagine dei giornali locali e nazionali. Nel 2018 il giorno del Santo Natale ha chiuso le porte della chiesa e non ha celebrato la Santa Messa per protesta. Anche questo caso ha fatto molto discutere e questa forma di protesta ha diviso i parrocchiani. Secondo il sacerdote, il Natale di oggi non è più un Natale cristiano, non più memoria della nascita di Gesù, ma cinico fatto commerciale, mescolato a ripetuti riti e liturgie. Don Farinella non ha voluto celebrare la Santa Messa di Natale come forma di protesta contro il Decreto Sicurezza dell’allora Ministro degli Interni On. Salvini. – Come è possibile aprire le chiese e baloccarsi con ninnenanne, tu scendi dalle stelle, canti gregoriani, presepi scellerati, quando fuori il vero Cristo è offeso, torturato, stuprato, vilipeso, venduto, schiaffeggiato, ucciso- si domandava il sacerdote. E ancora. Le stimmate di Padre Pio? Sono mistificazioni, lui non ci ha mai creduto. E non crede nemmeno alle stimmate di San Francesco d’Assisi. Lascio a voi, cari lettori, il commento. Io non ho parole.