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giggino pell“Sui social media c’è una continua pressione a parlare con la voce più forte, con la massima certezza su ogni cosa. Viene spesso premiato il modo di dire le cose e non la ricerca della profondità, della complessità, dei contenuti, anzi spesso si viene attaccati se si cerca di percorrere queste strade. Credo invece sarebbe sempre da analizzare la complessità, perché spesso – e mi riferisco all’attualità – più parti in gioco hanno il diritto a una propria giustizia” Questo scriveva qualche tempo fa lo scrittore ebreo-americano Safran Foer.

Cerco disperatamente chi oggi non si arrende a questa nerissima realtà che siamo costretti a subire e con coraggio guarda oltre mettendosi in marcia alla ricerca sul come costruire un futuro migliore, lottando per i diritti di tutti, cercando modi per portare avanti la ricerca, per far progredire la conoscenza, a vantaggio di tutti; perché  solo liberandoci dal modo di produzione indotto dal capitalismo si può costruire un mondo di pace in cui lo sviluppo tecnologico, inarrestabile, sia al servizio dell’uomo. ll modo di produzione capitalistico non ha preoccupazioni “etiche”. Ha un solo chiodo fisso: minimizzare i costi e massimizzare i profitti.

Solo un Movimento organizzato può portare al superamento della collettività neoliberista all’interno della quale il valore di riferimento sia il benessere collettivo e non più lo sfruttamento e l’arricchimento privato. È la scorza dura dei rapporti di produzione che da’ forma e ordine al vivere associato.

La scienza e la tecnologia non svolgono una funzione autonoma e sono “ piegate” all’efficienza dei processi produttivi dai loro boss che, attraverso l’attuale rivoluzione tecnologica sta rapidamente sostituendo gli esseri umani con le macchine in quasi tutti i settori dell'industria, della cultura e dell’economia globale.

Già, milioni di lavoratori sono stati eliminati definitivamente dal processo economico, e intere categorie di lavoro e incarichi di lavoro si sono ridotti, ristrutturati o scomparsi.

La disoccupazione globale ha ormai raggiunto il suo livello più alto dalla grande depressione del 1930. Più di 800 milioni di esseri umani sono ora disoccupati o sottoccupati in tutto il mondo. Tale cifra è destinata ad aumentare nettamente tra ora e la fine del secolo, come milioni di nuovi entranti nella forza lavoro si ritrovano disoccupati. Analizzando e prendere coscienza di questi dati, forse bisognerà iniziare a rallentare lo sviluppo delle cosiddette “nuove tecnologie” e cercando di “inventarsi” uno stile di vita all'altezza della persona umana.

Questa potrebbe essere la migliore prospettiva per il futuro. Un reinventarsi la natura con comunità agricole di piccole dimensioni. Anche se non esiste una visione coesa delle ramificazioni della tecnologia, un futuro senza riformare le nuove tecnologie potrebbe avere conseguenze disastrose per l’umanità intera o gran parte di essa. Non è difficile prevedere come le tecnologie attuali siano una minaccia per l'umanità e per il mondo naturale in generale, e che un futuro crollo della società umana è possibile o addirittura probabile. Ai gestori del mondo così ben serviti dalle loro potenti tecnologie non deve essere consentito di gestire questo loro potere indiscriminatamente.

Queste previsioni includono i cambiamenti in atto della umanità nel futuro, a causa della sostituzione degli esseri umani dai computer, decadimento genetico degli esseri umani a causa della mancanza di selezione naturale, ingegneria biologica degli esseri umani, l'abuso di potere tecnologico tra cui le catastrofi causate da organismi geneticamente modificati, guerra nucleare, e armi biologiche.

Il controllo dell'umanità con la sorveglianza, la propaganda, il controllo farmacologico e controllo psicologico con una umanità, non in grado di adattarsi al futuro. Un disagio che si manifesterà probabilmente con un aumento di disturbi psicologici; ampliamento di una economia e politica disuguagliante, alienazione sociale; una perdita del senso della comunità e una disoccupazione di massa. La tecnologia, causando degradazione ambientale a causa della miopia dei propri gestori, avrà il sopravvento con la evidente sovrappopolazione e sovraffollamento.

Gigino A Pellegrini

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mediumOra che al Governo c’è Giorgia Meloni si può benissimo dire:- Piove, governo ladro!- Quando, invece al governo c’erano le sinistre si doveva dire: -Piove. La pioggia fa bene alla campagna-. Ma quando non piove la siccità fa danni ingenti all’agricoltura e alle campagne, e quando piove a dirotto e i fiumi si ingrossano e esondano i danni sono ingenti. Se piove e se non piove, la colpa, è sempre del Governo in carica. A proposito della siccità io oggi voglio ricordare ai miei cari lettori un intervento del 22 marzo 2023 alla Camera dei Deputati dell’On. Bonelli, leader dei Verdi, il quale urlava all’allarme siccità in Italia. Ma chi è questo onorevole? Passerà alla storia per aver candidato al Parlamento Italiano AboubukarSoumahoro il quale il primo giorno del suo insediamento si è presentato alla Camera dei Deputati indossando sporchi stivaloni di gomma. E oggi, in occasione delle prossime elezioni europee, ha candidato Ilaria Salis, detenuta nelle prigioni in Ungheria, per farla eleggere e per farle ottenere così l’immunità parlamentare e la libertà. Ma passerà alla storia il caro On. Bonelli per un fatto eclatante e singolare. Il Governo di Giorgia Meloni era in carica da appena cinque mesi e l’On. Bonelli un giorno si presentò alla Camera dei Deputati noncon gli stivaloni sporchi di fango come il suo collega Soumahoro ma con due pietre raccolte nel letto del fiume Adige in secca. Non pioveva da diverso tempo e la situazione nei fiumi era davvero critica. C’era poca acqua e le campagne erano davvero secche e arse e i raccolti in pericolo. Un colpo ad effetto, per essere al centro dell’attenzione, quando alla Camera si discuteva di altro, di problemi molto gravi e più interessanti delle pietre raccolte nel fiume. Ma l’On. Bonelli con quelle due pietre ha voluto dimostrare che in Italia e nel mondo c’era il problema della siccità. Ha voluto criticare il Governo perché secondo lui Meloni stava gestendo malissimo il problema della siccità nel Nord Italia. Disse che la siccità era un problema drammatico e che le scelte politiche energetiche del governo Meloni le aggravavano. Il Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni quando vide il collega Bonelli con i due sassolini in mano che aveva raccolto nell’alveo del fiume Adige si mise a ridere e lo prese in giro. Disse pressa a poco così:- Guarda, On. Collega, che io non sono Mosè e non ho la capacità di prosciugare il fiume Adige in soli 5 mesi di governo-. Ma se non pioveva davvero era colpa del governo in carica? L’on. Bonelli ci rimase male e promise che i due sassolini li avrebbe ributtati nel posto dove li aveva presi. Oggi, leggendo i giornali e guardando i vari telegiornali di ieri mi sono accorto che il fiume Adige è in piena. Esondati il fiume Seveso e Lambro. Esondazioni e allagamenti a Milano e provincia. Interruzione del traffico, scuole chiuse, case allagate, persone in pericolo. Ora cosa farà l’On. Bonelli? Si presenterà alla Camera dei Deputati con alti stivaloni di gomma per non bagnarsi i pantaloni e con in mano destra una boccettina di acqua raccolta nel fiume Adige? E cosa dirà la Meloni? Dirà che non ha nessun potere di fermare la pioggia battente che da diversi giorni sta flagellando il Nord Italia causando gravi danni alle cose e alla popolazione, che non è Mosè e neppure il profeta Elia. Ripenserà a quello che ha detto Bonelli nell’aprile del 2023. Ma oggi, maggio 2024, c’è stata una svolta: i fiumi si sono ingrossati e Bonelli non potrà più raccogliere i sassi negli alvei dei fiumi perché non sono in secca. Prova adesso, On. Bonelli, ad andare a riprendere i sassi che poi hai buttato nel fiume. Vediamo se riuscirai oppure affogherai.

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protestaGiovedì scorso a Roma, agli Stati Generali della Natalità, uno sparuto gruppo di studenti, alcuni infiltrati e un gruppo di transfemministe molto agguerrite, con urla, fischi, insulti e minacce, hanno impedito al Ministro della Famiglia Roccella di prendere la parola, per manifestare il loro dissenso, con una contestazione assai rumorosa perché rivendicavano un loro diritto: Sul mio corpo decido io. Chiamatelo come volete: Censura, dissenso, contestazione, bavaglio. Non ha nessuna importanza. Hanno inferto una ferita alla libertà di parola ad un Ministro in carica. I contestatori, gli studenti, le femministe si riempiono la bocca quando parlano di diritti e di doveri, fanno proclami, protestano, occupano sedi istituzionali, pretendono di essere ascoltati, ma poi impediscono agli altri di parlare e di poter esprimere il loro pensiero. In democrazia tutti hanno il diritto di parlare. E noi oggi, grazie ai nostri padri e ai nostri nonni che hanno lottato sacrificando la loro vita, viviamo in un regime democratico. Tutti abbiamo il diritto di parlare, tutti abbiamo il diritto di essere ascoltati. La critica va bene, il dissenso pure, ma il divieto di parlare non va bene e deve essere da tutti condannato e biasimato. Peccato. Gli studenti e le femministe venute a Roma, facinorose e agguerrite, hanno contestato il Ministro e gli hanno impedito di parlare. Invocano la libertà di parola per se stessi e poi la negano agli altri. Hanno commesso un atto incivile e incostituzionale come ha opportunamente stigmatizzato il Presidente delle Repubblica On. Mattarella. Il quale ha subito telefonato alla Ministra e le ha espresso tutta la sua solidarietà. Solidarietà che non è arrivata dalla Schlein, da Fratoianni, da Scurati, da Santoro, da Lerner, da Travaglio, dalla sinistra in genere e dai giornalisti radical shick che gridano ad ogni piè sospinto: Il fascismo è tornato. In serata, poi, non contenti di avere zittito la Ministra, vanno ad occupare la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università de La Sapienza. Non è la prima volta che la Signora Ministra viene contestata. Lo scorso anno era al Salone del Libro di Torino e doveva presentare il suo volume “Una famiglia radicale”, ma il suo intervento venne duramente interrotto costringendola a lasciare il palco. Sul grave fatto è intervenuto il Direttore del giornale “Il Tempo” di Roma:- La censura rossa colpisce ancora mentre la sinistra ogni piè sospinto tuona contro la deriva autoritaria e fascismi immaginari. I fascisti di oggi sono quelli di sinistra-. Gli studenti e le femministe che hanno contestato la Ministra, hanno poi rifiutato il confronto, perché sono convintissimi che solo loro e loro soltanto sono i portatori della verità e odiano e impediscono di parlare e di esprimere il proprio pensiero a tutti coloro che non la pensano come loro e a chi non si adegua alle loro idee. E’ intervenuta ad un talk show serale Ritanna Armeni la quale ha affermato:-Roccella non faccia la vittima. Non è censura, solo contestazione pacifica-. Pacifica un corno. Ci sono state urla, fischi, minacce e poi è dovuta intervenire la Polizia caricando i dimostranti che volevano entrare con la forza e la violenza all’interno dei locali dove si svolgeva il dibattito. Come ho accennato prima, nessuno è intervenuto a favore della Ministra. Anzi, alcuni hanno avuto l’ardire di giustificare chi ha impedito alla Ministra di parlare. Questo è doppiopesismo e mi preoccupa davvero tanto. Quando viene zittito uno di sinistra è fascismo. Se viene zittito uno di destra è confronto. Con la Ministra Roccella c’è stato un confronto pacifico e leale, quindi non deve piangere, non deve fare la vittima. E qui mi sovviene quello slogan ripetuto come un mantra quando pioveva e al governo c’erano i democristiani e i socialisti “Piove, governo ladro!”. Quando poi al governo sono andati i comunisti e i post comunisti lo slogan è cambiato “Piove. La pioggia fa bene alla campagna”.

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I Racconti

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