A Longobardi stanno arrivando i bollettini dell’acqua del 2011. Ed arriveranno anche quelli degli anni successivi. Molte le proteste per il prezzo del costo dell’acqua e per il fatto che si conosca solo ora. Si parla di 3,50 euro a mc per i consumi oltre i 200 mc.
In sostanza la gente dice che se avessero saputo di tale costo avrebbero contenuto i consumi.
Sulla vicenda interviene la minoranza.
Scrive l’avvocato Nicola Bruno che ha chiesto insieme a Francesco Cicerelli l’intervento dell’autorità sanitaria per verificare lo stato dei serbatoi.
Ecco cosa dice la minoranza :
“Si invita il sindaco del comune di Longobardi ad attuare tutte le procedure di legge previste dal decreto legislativo n° 31/01 (bonifiche e messa a norma dei serbatoi, completa mappatura della rete idrica ed eventuale risistemazione della stessa, ect) al fine di garantire a ciascun cittadino la quotidiana disponibilità di acqua potabile”.
E’ questa la prescrizione imposta dal Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’azienda sanitaria di Amantea al comune di Longobardi e sollecitata dal gruppo consiliare “Progetto Longobardi”. “A seguito di numerose segnalazioni da parte dei nostri concittadini –commentano i consiglieri Nicola Bruno e Francesco Cicerelli- circa la non potabilità dell’acqua, già dal mese di Luglio abbiamo chiesto invano spiegazioni al sindaco ed alla sua giunta”.
Da qui “la nostra richiesta –aggiunge il capogruppo Bruno- di intervento, con necessità di sopralluogo, presso i serbatoi comunali, da parte dell’Asp”.
Oggi l’esito del sopralluogo da parte dei tecnici della Prevenzione: “sul serbatoio Salice - si legge nel verbale- si sono evidenziate inadeguatezze…risulta carente di opere di presa in entrata per l’effettuazione dei prelievi previsti dal decreto legislativo 31/01…si è rilevata una scala per l’accesso in vasca vistosamente arrugginita…necessariamente da sostituire”; “il serbatoio Fiorino risulta carente di opere di presa in entrata ed in uscita…l’unica finestratura presente non è supportata da rete a maglie sottile…”; “il serbatoio La Rupe non presenta opere di presa in entrata ed in uscita”.
Peraltro, per nessuno di essi “si è potuto visionare l’interno delle vasche per le quali sarebbe opportuno richiederne certificazione all’amministrazione comunale sia sui materiali impiegati sia sulla perfetta integrità”.
Da qui la richiesta “di tutti gli interventi prescritti dalla legge a tutela dei cittadini ed in tempi brevi”. Alla luce delle gravi condizioni igienico-sanitarie in cui versano i serbatoi comunali “rivolgiamo l’appello –dichiarano Bruno e Cicerelli- alla giunta affinchè riduca le tariffe idriche”.
L’appello assume ancora più significato in queste ore in cui i cittadini di Longobardi stanno ricevendo bollette di acqua onerose. “Siamo consapevoli –dichiara Bruno- che in virtù del principio del full recovery cost, la tariffa deve coprire tutti i costi del ciclo dell’acqua ma, nel nostro caso, il servizio idrico integrato fa “acqua” da tutte le parti.
Non è tollerabile che i consumi oltre i 200 mc annui si paghino a 3,50 euro al mc. Bisogna ripensare a nuove fasce di consumo, con agevolazioni per le famiglie numerose.
In questi giorni, i cittadini stanno ricevendo le bollette di tutti gli anni precedenti, a partire dal 2011, con gravi disagi per la popolazione, soprattutto debole, per la quale, il regolamento comunale non prevede né riduzioni né esenzioni”.