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«Non credo ci sia la necessità di governi tecnici, senza che questo diventi un mantra in positivo o in negativo. Io nè auspico nè prevedo ci sia un governo tecnico».

Lo ha detto Mario Monti a L'Intervista di Maria Latella su SkyTg 24.

(nella foto Renzi sembra chiedersi: mi sembra come quandi io dicevo a letta stai sereno)

 

 

Monti ha poi detto di «prevedere» che il prossimo governo sarà guidato da Renzi.

«Io voto no, ma non vedo ragione al mondo per cui Renzi debba lasciare».

«Prevedo - ha quindi aggiunto - che Renzi, anche in caso di vittoria del no, resti alla guida del Paese.

Il referendum - spiega il senatore a vita - è una scelta di merito e non una scelta di campo.

Se deciderà di dimettersi sarà dunque una sua scelta.

Toccherà in quel caso al presidente della Repubblica decidere cosa fare», precisa spiegando che comunque «ci saranno altre persone nell'ambito dello stesso Governo Renzi, o del centrosinistra, che potranno eventualmente assumere la guida del governo fino alle prossime elezioni».

Potrebbe essere Padoan?

«Sarebbe un tecnico alla guida di un governo politico», conclude Monti.

«Quella del referendum è una scelta di merito, tutti stiamo sentendo la pressione di farne una scelta di campo.

Sapesse, dopo che ho esposto le ragioni meditate per cui voterò "no", come mi sono sentito estraniato da molta gente negli ambienti dove opero e dove ho amici.

Mi sono scoperto totalmente estraneo all'establishment».

«Se l'establishment vota "sì", o una buona parte, è per fare la scelta di campo per Renzi...

Che poi non è il Renzi contro D'Alema ma è Renzi contro Camusso, essenzialmente, quella è la cosa che lo ha reso simpatico all'establishment, ebbene io non faccio parte in questo senso dell'establishment».

Pubblicato in Italia

Ci sono i fatti e le interpretazioni. I primi sono lì da vedersi, oggettivi, crudi nella loro nudità; le seconde invece sono per natura personali e Rizzo Stalin cambiano a seconda dei soggetti. Un morto è un morto, un morto innocente è un morto innocente ma c’è chi pensa che – nel caso delle foibe – gli uomini, le donne crivellati di colpi e lasciati cadere mezzi vivi in buche profondissime a morire di inedia, meritassero quella fine. Qualcuno la pensa così, anche nelle civilissime e moderate istituzioni milanesi.

Stalin fu uno dei più feroci dittatori della storia dell’umanità, forse il peggiore per il numero di vittime. In trentun anni di governo col pugno di ferro – anzi d’acciaio (da cui il soprannome) – fece morire fra le 20 e le 60 milioni di persone fra gulag, fucilazioni di massa e la carestia Ucraina, privata di tutto il grano a disposizione.

Josif Džugašvili, questo il suo vero nome, passava le nottate a firmare condanne a morte, cui alla fine aggiungeva un numero in matita rossa (+5.000, +6.000): altre persone che il Kgb doveva fucilare, scegliendole a caso, solo per dimostrare la potenza del Capo supremo.

Ma le interpretazioni, come sempre, differiscono: «61 anni fa moriva. Oggi è un reciproco di Hitler, il suo nome serve a combattere il Comunismo. Il solo suo ricordo fa però tremare i padroni, ha edificato il primo paese socialista, senza di lui il nazismo avrebbe vinto. La sua esperienza non è fallita, è invece fallita la sua revisione. Il suo nome russo si traduce in “acciaio”. STALIN. Terrore dei fascisti e dei falsi comunisti. Onore e Gloria a te!!!».

Così scriveva oggi sulla sua bacheca l’ex deputato (nel senso che non siede più nei banchi di Montecitorio, ma prende il vitalizio di 4.500 euro netti al mese in barba alla solidarietà proletaria), oggi europarlamentare, Marco Rizzo. Ora noi siamo per la libertà di pensiero e di parola, non vogliamo certo una legge Scelba al contrario: Rizzo può vedere la storia come vuole, è libero di idealizzare figure come Stalin, Kim Jong Il (per la cui dipartita espresse dolore e presentò le proprie condoglianze al popolo nordcoreano), Chavez e Maduro. È libero di non vedere la realtà preferendole un feticcio estraneo. Del resto in tanti cercano di sfuggire al mondo: chi con l’alcol e la droga, chi con l’immaginazione e chi con l’ideologia.

Rizzo StalinA farci schifo, semmai, è la generale accettazione di opinioni folli come queste. Chi inneggia a Hitler o a Mussolini viene giustamente stigmatizzato se non deriso nella sua ignoranza. Chi inneggia, oltre a Stalin, a Lenin o Che Guevara – dimenticandosi che il primo diede vita a repressioni sanguinose per mezzo del suo braccio armato, la Čeka mentre il secondo era solito far fucilare gli omosessuali senza alcun motivo – viene graziato. Sì, magari gli si dice che sbaglia ma l’indignazione non arriva da ogni parte.

Specie dalle parti della sinistra moderata – quella che imbarcò Rizzo nella sventurata avventura del secondo governo Prodi – dove, pur con tutti i distinguo, continuano ad esistere morti di serie A e di serie B. di Matteo Borghi da L’intraprendente.

NdR Feticci, idoli che da destra a sinistra diventano dei per un popolo che non accetta le verità.

Pubblicato in Mondo

«In questi giorni il senatore Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo - naturale in chi fa parte - ma che non è la linea di Scelta Civica ».

Così da esordito Monti.

«Dall'altro, il superamento di Sc in un soggetto politico aperto anche a forze caratterizzate da valori e prassi di governo inconciliabili » ha poi continuato.

«Ieri 11 senatori di Sc si sono però schierati con Mauro e hanno puntano l'indice contro i «troppi distinguo opportunistici». Poi, come se non bastasse, hanno inviato al capogruppo Susta una lettera in cui chiedono una «verifica politico-programmatica» nel gruppo. E alle 11 firme dei senatori si è aggiunta anche quella del ministro Mauro».

A tal punto Monti ha dichiarato «Non posso non intendere la dichiarazione degli "undici più uno" senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti»

E così ha rassegnato le sue dimissioni.

«Le mie dimissioni sono irrevocabili. Io non sono più iscritto a Scelta civica», ha ribadito Monti. «Non mi occupo più di Scelta Civica. Non mi occuperò più del partito che loro stessi mi hanno chiesto di fare. Alcune personalità autorevoli all'interno di Scelta civica hanno travisato la natura del nostro movimento».

Monti ha poi detto di essersi sentito «tradito» da quei parlamentari che gli chiesero di essere eletti.

In sostanza in Sc è in atto una vera e propria guerra tra le componenti (popolari e liberali, cattoliche e riformiste).

In Scelta civica ci sono due linee: chi ritiene di dover dare al governo Letta un appoggio a prescindere e magari strizza l'occhio al centrodestra di Berlusconi, e chi invece come me crede che sostegno leale voglia dire sostegno critico e vede Scelta Civica come un soggetto riformatore autonomo. Valuteremo queste due linee negli organi decisionali del partito, che non sono il gruppo del Senato.

La scelta di campo era pertanto condizione sine qua non.

Il rischio ora è che anche le truppe di Sc si dividano in due tronconi, con una mini-pattuglia che al Senato, ma anche alla Camera, potrebbe seguire Monti. La prossima tappa martedì prossimo, quando si riunirà l'assemblea di Sc per il primo chiarimento

Pubblicato in Italia

Con ogni probabilità sono in stampa i manifesti che avvertono la cittadina della scadenza del pagamento della prima rata ( se si vuole si può pagare anche tutto l’anno!) della TARES la nuova e tosta tassa regalo di MONTI e della maggioranza che lo ha sostenuto.

La TARES è quella tassa che il 28 giugno ha portato circa centoventi sindaci della provincia di Cosenza a protestare davanti alla Prefettura ed a restituire simbolicamente le fasce tricolore al prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro ( sembra ci fosse anche il comune di Amantea).

Contestualmente il 26 giugno la giunta adottava la delibera n 97 avente ad oggetto “ Determinazione rate versamento TARES anno 2013”

Le rate sono state fissate la prima scadente il 31 luglio e la seconda il 31 ottobre. Nella seconda dovrà essere pagato anche il conguaglio.

Come noto TARES è l’acronimo di TA( tassa) R( rifiuti) E( e) S( servizi).

Provvisoriamente il pagamento per i servizi indivisibili è fissato in euro 0,30 al mq pari alla somma che sarà interamente versata allo Stato.

I pagamenti dovranno essere fatti su apposito bollettino di conto corrente per il versamento del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi( tares), il cui numero è 1011136627-pagamento Tares.

Ma non finisce qui! Ormai la pubblica amministrazione è come un buco nero che fagocita sempre più famiglie ed imprese.

Ahimè, vorremmo lo fosse, ma non è uno scherzo di aprile, anzi è una triste verità. Si chiama “Monti & c.”, il sistema per confermare i poveri, anzi crearne altri, garantire io ricchi, anzi crearne altri.

Ed è qui la cosa straordinaria . una sola certezza e cioè che l’Italia è il paese nel quale al mondo si pagano più tasse, ma nessuno che sappia dire quante siano davvero. E così qualcuno dice che siamo al 44,4% altri che nel 2013 saliremo al 56,1% ( analisi Rete Imprese Italia).

Ma come si fa ad aumentare le tasse se il PIL si riduce di anno in anno ed i consumi diminuiscono di anno in anno? Una cosa difficile per tutti , meno che per Monti ed i suoi tecnici( se no che tecnici sarebbero?).

Ed allora ecco micro e macro aumenti per cavare dai limoni pure il sangue.

Aumento dell’Iva -Senza interventi, dal 1 luglio l’aliquota oggi al 21% salirà di un punto. Una cosa illogica visto che nel 2012 i consumi sono già scesi del 2,9%.

Tares - E’ la nuova tariffa che dovrebbe sostituire le vecchie Tia e Tarsu sui rifiuti (con l’obbligo di copertura totale del servizio) incorporando anche un contributo per i servizi pubblici comunali. Si paga in proporzione sulla casa, come l’Imu, e secondo calcoli di consumatori e sindacati comporterà un aumento di imposizione dal 20% in su per i contribuenti (un miliardo di euro in più il gettito previsto). Sulla sua entrata in vigore, però, si sta consumando un piccolo giallo. La prima rata (in pagamento in queste settimane) si pagherà ancora col vecchio metodo, mentre la stangata comincerà anche in questo caso a luglio, con la seconda: comuni e imprese (in particolar modo il settore dell’edilizia) ne chiedono il rinvio al 2014 e il governo sembrava aver acconsentito (il ministro dell’Ambiente Clini avrebbe già scritto il relativo decreto), ma nell’ultima riunione a Palazzo Chigi non se n’è fatto nulla.

Ma nei comuni che non ponevano a bilancio i costi reali del RSU l’aumento di quanto sarà? Ve ne accorgerete!

Accise - Quelle su benzina e gasolio sono aumentate di 50 centesimi il 1 gennaio per effetto della prima manovra dei tecnici. Non potevamo rischiare che qualcun atro avesse la benzina cara come da noi!

Addizionali Irpef e Imu - Regioni e comuni hanno – a parte qualche eccezione – aumentato le aliquote di loro pertinenza lo scorso anno e il trend è di una crescita anche nel 2013 (alcuni comuni, per dire, hanno già adottato delibere in questo senso): d’altronde il continuo taglio dei trasferimenti statali comporta per i sindaci la necessità di tagliare le spese (i servizi) e/o aumentare le tasse. E siccome tagliando i servizi si perono amici meglio aumentare le tasse: tanto lo fanno tutti!

Invalidi - In parecchi perderanno il diritto alla pensione perché da quest’anno il requisito di reddito per ottenerla comprenderà anche quello del coniuge: se insieme si superano i 16.127,30 euro niente assegno.

Ivie. E’ la tassa che colpisce quegli italiani che posseggono case all’estero: il gettito atteso è poco meno di un miliardo.

Auto aziendali - Drastico taglio della loro detraibilità: sulle imprese peserà, ha messo a bilancio il governo, per circa 500 milioni l’anno.

Tobin tax e conti correnti - L’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie ha debuttato a marzo. Il gettito atteso è di 1,1 miliardi, ma difficilmente sarà raggiunto visto che, grazie ad un’esclusione mirata, l’esecutivo ha sostanzialmente esentato le banche. Nel 2013, poi, vanno a regime i nuovi bolli sui conti correnti bancari (esclusi quelli base e quelli con giacenza media sotto i 5mila euro) e la cosiddetta patrimonialina, un versamento a fine anno dello 0,15% sul valore di tutti gli investimenti finanziari.

Canone Rai. Il dannato canone è aumentato di 1,5 euro. Praticamente ora il suo costo è di € 113,50. E per cosa? Per vederci le partite di calcio o gli ultimi blockbuster? Macché? Per sorbirci Benigni, Littizzetto e Fazio.

Poste più salate. Spedire una prioritaria costerà ben 70 centesimi (10 cent in più rispetto ad oggi). La lettera media standard passa da 1,40 euro a 1,90 euro. Per le spedizioni fino a 50 grammi, si passa da 1,50 a 2,10 euro. Le raccomandate (fino a 20 grammi) da 3,30 a 3,60 euro. Per quelle fino a 100 grammi si arriverà a 4,95 euro.

Banco Posta. Qui è davvero uno scempio. Per i correntisti di Banco Posta, il canone annuo di conto corrente salirà a 48,00 euro, contro i 30,99 precedente.

Caselli Autostrade. L’aumento previsto è mediamente del 3% già dal 1 gennaio. Con punte del 12 e del 14% in Veneto e Valle d’Aosta (+30% negli ultimi 24 mesi).

Multe più salate. La guida senza cintura o con il telefonino all’orecchio, ovvero per eccesso di velocità saranno più salate. Adeguamento ISTAT e non per un contrasto agli “incivili”.

Conti correnti di società e buoni fruttiferi. L’imposta di bollo passera dagli attuali € 73,80 ai 100 euro tondi tondi. Per i buoni fruttiferi di importo superiore ai 5000 euro, l’imposta è fissata in un’aliquota di 0,15%. Per quelli di importo inferiore si ha l’esenzione.

Ovviamente Monti ricorda ( ma sembra inutile ricordarlo) che la colpa è di chi ha portato il paese in queste gravi condizioni, cioè dei politici. Noi non ne avevamo dubbi!

Pubblicato in Italia

Pubblichiamo il comunicato di Gianpaolo Chiappetta, capogruppo Pdl, consiglio regionale di replica a Mario Monti che ha denunciato la inadeguatezza della classe politica calabrese.

“Le ultime settimane di campagna elettorale – e soprattutto i giorni finali – segnalano l’attivismo del compassato e apparentemente imperturbabile professor Monti, già tecnico terzo tramutatosi con estrema facilità in un - nemmeno simpatico - polemista.

In un crescendo di dichiarazioni – il più delle volte contraddittorie – il Presidente del consiglio non perde occasione per interpretare l’urticante ruolo di chi da patenti di attendibilità e pronuncia giudizi categorici sull’altrui lavoro e impegno; ci sarebbe da tacere per l’evidente moto di antipatia che suscita nei cittadini, ma di fronte a contraddizioni e illogicità è bene fare alcune precisazioni. Afferma - infatti - il presidente Monti che i politici calabresi sarebbero inadeguati e nel farlo – parlando di Calabria – dimentica che spesso i giudizi privi di una conoscenza concreta e fondati su sterili generalizzazioni rischiano di essere facilmente classificati come vere e proprie castronerie. Ciò premesso vorremmo sommessamente ricordare al Presidente del consiglio che i politici inadeguati di cui parla governano – e bene - la regione Calabria e lo fanno assieme all’Udc.

La domanda è lecita e inevitabile, il professor Monti qualifica come inadeguata la classe politica che governa la regione e in essa anche i componenti di quell’Udc che con impegno lo sostengono?

Non vorremmo però che a furia di sentirsi ripetere la qualifica di terzo sia divenuto – più semplicemente – doppio; da un lato accoglie con favore l’impegno di quanti lo sostengono, dall’altro li qualifica come inadeguati. Cose da tecnici.”

Pubblicato in Cosenza

La Calabria ha avuto buoni e pessimi politici.

Tra i buoni sicuramente era ascrivibile Angela Napoli.

Tra i diversi ricordi personali mi viene spesso in mente il fatto che sia stata l’unica parlamentare che è venuta a parlare con il personale del papa Giovanni XXIII dando il più possibile conforto a lavoratori che stavano per essere espulsi dal processo produttivo senza alcuna loro diretta responsabilità. Nessun altro. Palese segno che LEI era pulita, non compromessa.

E questa parlamentare onesta e coraggiosa, vanto per la Calabria e vanto per il FLI ora è fuori, non viene, cioè, più ripresentata.

E proprio colui che LEI indica quale primo responsabile della querelle che la ha visto uscire dal FLI, l’onorevole Bocchino, il compagno ed amico di Scopelliti, oggi dichiara: «Angela Napoli esclusa dalle liste? Le regole le ha fissate Mario Monti e dovrebbe prendersela con Monti che ha detto che dopo tre legislature si va a casa. Lei ne ha cinque o sei».

Falso! La Napoli è parlamentare dal 1996. Esattamente come LUI.

Strane queste regole di Monti che valgono in Calabria e non in Campania!!

E poi che dire di Gianfranco Fini che è deputato dal 1983!

E se è così, allora sarà sicuramente falsa anche l’assicurazione che : «Non credo che non sarà più protetta perché non sarà più parlamentare»

Tanto più se il FLI sarà al governo del paese!

L’unica cosa che ci sembra vera, invece, è l’altra affermazione di Bocchino” In tutto il Sud alle amministrative Fli prendeva tra il 3 ed il 6 per cento; in Calabria tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento. E chi guida un partito si deve porre anche questo problema».

Insomma la Napoli è fuori perché in Calabria prendeva pochi voti, anche se certamente buoni. E se il FLI senza la Napoli prenderà più voti cosa dovremmo dedurne?

Ma ne riparleremo dopo le elezioni!

Pubblicato in Calabria

Negli ultimi tempi il governo ha perso il sostegno di Confindustria e dei poteri forti. Intervenuto in videoconferenza al congresso nazionale dell'Acri, Mario Monti punta il dito contro chi, dopo il sostegno dei primi mesi, ha lasciato solo il suo esecutivo. Ne approfitta l'ex ministro leghista Roberto Castelli il quale si pone una domanda retorica: Di poteri forti in Italia non ne conosco, magari l'Italia ne avesse di più di questi cosiddetti poteri forti"? Cosa è cambiato da novembre ad oggi?», è la domanda retorica. Oggi Mario Monti dice che . «Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso negli ultimi tempi l'appoggio che gli osservatori ci attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti: in questo momento non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria. Ma scopro - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che il potere fortissimo dell'Acri apprezza la nostra azione e vi ringrazio di questo incoraggiamento». Ieri Mario Monti nelle dichiarazioni alla Camera dei Deputati, a cui seguirono scroscianti applausi da parte di Pdl e Pd, il 18 novembre 2011 diceva "Poteri forti sono espressioni di pura fantasia che considero offensive... “. Resta coerente, sembra solo il PD atteso che Letta dice: «Devono sostenerlo»«in particolare in questo mese di giugno, che è la madre di tutte le battaglie per l'Europa e per l'Italia». Questo mese c'è «il vertice del G20 - ha detto Letta -, la quadrilaterale del 22 a Roma con Francia, Germania e Spagna, e il vertice europeo del 28 e 29. Sostenere Monti vuol dire sostenere l'Italia, e dobbiamo farlo con forza. Il suggerimento che faccio ai poteri forti - ha concluso- è quello di essere più generosi con Monti per esserlo con l'Italia». Le elezioni si avvicinano.
Pubblicato in Italia
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