E’ possibile, amici, che anche nell’anno del Signore 2019 si può ancora morire per ignoranza.
Oggi vi voglio dare una notizia che ha creato brividi di vergogna ed imbarazzo alle nostre istituzioni calabresi e a quei personaggi che ogni giorno si riempiono la bocca di carità, di amore. di fratellanza, di accoglienza, di integrazione.
La notizia è vera, non me la sono inventata o come si dice oggi è una fake news.
Tanto scalpore ha destato nell’opinione pubblica.
Rasenta, è vero, l’assurdo e subito i giornali, quelli politicamente scorretti, l’hanno messa in prima pagina perché la notizia giunge dalla Calabria, da una regione del Sud, dove ancora si può morire per una banale infezione, per una semplice estrazione di un dente cariato.
L’assurdo è che il dente non è stato estratto dalla bocca di una persona da un dentista.
La persona se l’è estratto da solo, perché non poteva permettersi di pagare un dentista.
E’ morto.
La persona morta aveva un nome ed un cognome, viveva ai margini della società.
E’ una storia triste e drammatica quella di Eugen Munteau, romeno di 55 anni, abitante ad Acri, cittadina alle porte di Cosenza.
Eugen è morto presso l’ospedale “Beato Angelo” di Acri per una grave malattia infettiva, setticemia, la più grave che esista, dovuta alla penetrazione e alla riproduzione di germi patogeni nel sangue.
E’ una terribile malattia che colpisce più di 30 milioni di persone all’anno e se non viene diagnosticata in tempo e curata uccide più dell’infarto.
L’uomo che è morto non viveva da solo ed era conosciutissimo nella cittadina cosentina.
Viveva con la compagna e con il fratello di lei.
Si trovavano in gravissime difficoltà dopo aver perso il posto di lavoro.
Senza un lavoro e senza una casa dove vivere finirono ben presto ad alloggiare per strada, sotto i ponti o in una baracca a pochi chilometri di distanza dal centro abitato di Acri. Eugen, la compagna e il fratello di lei, è bene ribadirlo, non erano stati completamente abbandonati.
Le Forze dell’Ordine, i servizi sociali, i parrocchiani, lo stesso parroco Don Giampiero Fiore si sono spesso interessati alle loro condizioni.
Hanno cercato in qualche modo a rendere la vita di questi tre migranti, perché di migranti si tratta, un po’ sopportabile.
Gli sono stati vicino.
Specialmente il parroco Don Giampiero, che noi conosciamo benissimo perché è stato con noi nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo e nella chiesa della Madonna delle Grazie di San Pietro in Amantea.
C’è stato pochissimo. Solo un anno. Ma noi lo ricordiamo con affetto e gratitudine per il bene che ha fatto in parrocchia e nel paese. Recava loro spesso cibo ed indumenti.
E poi per diverso tempo hanno frequentato la Mensa del Girasole dove riuscivano a mangiare un piatto caldo.
Eugen ora è morto.
Forse aveva dei denti gravemente malati e lui li ha voluti rimuovere da solo, senza andare dal dentista.
Non aveva i soldi.
L’estrazione non è stata evidentemente facile in assenza di anestesia e forse con l’impiego di una pinza non sterile.
Ha sofferto molto.
Quando è giunto all’ospedale di Acri non c’è stato nulla da fare.
Senza vaccini e senza antibiotici che avrebbero potuto contrastare la grave infezione è morto.
Morto per ignoranza, morto perché non poteva permettersi di pagare un dentista, morto soprattutto perché Eugen viveva ai margini della società.
E’ stato accolto, ma poi è stato abbandonato.
Ed ora chi doveva intervenire e non è intervenuto piange lacrime di coccodrillo.
Nota della redazione: E pensare che veniva dalla Romania, la patria del turismo dentale, la nazione dove anche gli italiani vanno a conseguire la laurea che permette di fare il dentista ed oltre!
Pubblicato in
Mondo
Costinel Alin CIOCOI, di 23 anni, è un cittadino rumeno che dimora appunto a Crotone, dove si dedica a lavori saltuari.
CIOCOI nel 2010 in concorso con altre persone è entrato in una abitazione ed effettuando un furto di denaro e preziosi.
E’ stato condannato a tre anni.
Lo stato romeno ha spiccato mandato di arresto internazionale.
Ma CIOCOI è scappato dalla Romania per portarsi in Italia
Il mandato è stato recepito dall’Italia
Per caso i Carabinieri di Crotone lo avevano controllato per tutt’altre ragioni .
I dati sono stati incrociati e così i militari del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Crotone si sono messi immediatamente sulle sue tracce.
Non avendolo trovato in casa, hanno esteso le ricerche a tutta la città, setacciando bar e locali in cui usualmente si intratteneva.
Dopo alcune ore, finalmente l’uomo è stato individuato in pieno centro e tratto in arresto senza che opponesse alcuna resistenza, per poi essere associato alla casa circondariale di Crotone.
Pubblicato in
Crotone
«Se ti prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso».
«Aspetta le prime piogge e raggiungimi, ti dico io dove rubare».
«Porta lo spray al peperoncino con quello qui addormenti i cani e entri anche nella casa di Berlusconi».
E poi continuando: «Lascia perdere la Romania, li ti mettono in galera. Vieni in Italia: qui sì che si ruba facile»
E poi spiegava ad un parente del futuro ladro: «Fallo venire a settembre. In quel periodo con le prime piogge e le giornate più corte si fanno anche 15 o 16mila euro».
Sono le telefonate intercettate dagli investigatori che hanno ascoltato per settimane le conversazioni tra alcuni rumeni dopo una serie di rapine nei quartieri bene di Roma
La banda è stata sgomitata dalla polizia di Ostia.
L’indagine è stata ribattezzata “Romania Express”.
E non solo furto, ma anche ricettazione della refurtiva che poi veniva inviata in Romania con autotrasportatori che viaggiavano regolarmente in autostrada.
Il capo è un 41enne.
I suoi lo chiamavano “il mafioso” perché «è uno forte, un ladro vero» si legge nei verbali.
Viveva in un tugurio all’interno della pineta delle Acque Rosse a Ostia.
Per catturarlo gli agenti si sono travestiti da rom ed hanno trascorso tre giorni e tre notti nella zona.
Nel suo covo gli agenti hanno trovato diverse macchine fotografiche rubate con cui si era scattato un selfie dopo ogni furto.
Ci sono foto in cui l’uomo è circondato da monete, altre in chi è sdraiato su un materasso pieno di banconote.
Però!
Pubblicato in
Mondo
Letti così per sbaglio ieri ed oggi 12 febbraio.
A Corigliano Calabro i carabinieri della locale Compagnia hanno arrestato due rumeni: Grovac Vasile, 43 anni bracciante agricolo, e Todos Dragostin,41 anni bracciante agricolo, entrambi domiciliati a Corigliano Sono stati sorpresi mentre, in via Addolorata, tentavano di forzare la porta di ingresso di una abitazione di proprietà del Comune.
A Corigliano Calabro due rumeni, Enea Vasile , 51 anni, e Iuliana Ipate, 47, hanno picchiato violentemente e tentato di estorcere una cittadina bulgara di 56 anni.
La donna è stata immediatamente soccorsa dai sanitari del 118, medicata presso l’ospedale locale e poi inviata presso il reparto di chirurgia di Cosenza dove le sono stati riscontrati un trauma cranico e fratture al setto nasale e al costato.
Gli aggressori sono stati rinchiusi nelle carceri di Rossano, il Vasile, e di Castrovillari l’Ipate.
“Qualche dato sulla Romania:
In Romania la criminalità e’ pari allo zero. Il massimo che ti può capitare e’ lo scippo del portafogli.
Ci sono più di 50000 poliziotti e la metà vigila sul territorio.
La prostituzione e’ un reato grave,viene punito con 3 o 10 anni di reclusione e c’e’ la certezza della pena. Per strada non trovi prostitute. Quindi il commercio deplorevole delle donne e’ concentrato in Italia dove la richiesta e’ maggiore.
Gli stessi rumeni in Italia hanno paura a girare di sera,dicono che le leggi sono troppo lassive.
In Romania non ci sono campi nomadi. I rom vivono in quartieri alle periferie delle citta’ e hanno anche un rappresentante in parlamento. Non si spiegano come in Italia possa accadere.
L’Italia e’ il primo partner commerciale della Romania ed e’ al primo posto come numero di imprese.
Agip, Finmeccanica,gruppo Fiat, Generali assicurazioni, Geox, Alitalia, ecc.ecc. sono alcune aziende presenti in Romania e poi possiamo trovare banche come Banca di Roma,Monte dei paschi di Siena ,Banca Intesa ecc.ecc. per un totale di circa 11000 imprese presenti sul territorio”.
Pubblicato in
Mondo