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ucraina--E’ passato un anno da quando i carri armati russi hanno oltrepassato i propri confini e hanno invaso vigliaccamente l’Ucraina. Si sono comportati esattamente come i tedeschi quando nel 1939 la Germania invase la Polonia. Hanno criticato i metodi nazisti, ma poi loro si sono comportati allo stesso modo. Le atrocità, le sevizie perpetrate dai russi nei territori occupati lo stanno a dimostrare. Un anno di guerra feroce è passato che ha portato lutti, rovine, morte, miseria, distruzione, atrocità e sevizie. E’ passato un lungo anno di guerra, non il dolore. Migliaia di soldati morti da ambo le parti. Uomini, donne, bambini morti a centinaia sotto i bombardamenti dei missili che cadono continuamente sulle città e sui paesi di giorno e di notte. Milioni di ucraini costretti ad abbandonare le loro case completamente rase al suolo e i loro paesi. Anche il nostro paese sin dal primo momento della guerra ha accolto i rifugiati ucraini che in fretta hanno dovuto abbandonare la loro amata Patria. E la guerra continua. E il mondo si trova sull’orlo di un conflitto mondiale. Putin non ha intenzione di ritirare le truppe russe dai territori abusivamente e vigliaccamente occupati. Si ostina a portare a termine quella che lui ha chiamato operazione militare speciale per demilitarizzare e denazificare l’Ucraina. Non si vede, dunque, la fine di questa guerra assurda nel cuore dell’Europa, che secondo i piani strategici di Putin, avrebbe dovuto essere una guerra di annessione lampo. Purtroppo, per lui, non ha saputo fare bene i conti Gli ucraini hanno resistito, hanno reagito, hanno combattuto, si sono difesi ed hanno ricevuto un forte sostegno di armi e munizioni da parte delle nazioni europee e della Nato e anche dalla nostra Italia. Il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recato ultimamente in Ucraina, ha visitato le zone maggiormente colpite e devastate, ha reso omaggio ai caduti e ha incontrato il Presidente Ucraino promettendogli, ancora una volta, sostegno anche in armi e munizioni. Alla reazione dell’Europa, dell’America e della Nato Putin ci aveva dato poco peso, sperando che l’aumento dell’energia, la diminuzione del rifornimento di gas, di grano, di cereali, di olio di girasole, l’aumento dell’inflazione, dei costi dei generi alimentari, del gas, della benzina, dei trasporti, avrebbero scoraggiato gli europei ad intervenire massicciamente rifornendo l’esercito ucraino di armi e munizioni. Questo non è accaduto e il conflitto va avanti, ancora dopo un anno non si è fermato. Si mobilitano le diplomazie mondiali, Cina e Turchia in particolare, e invitano La Russia e l’Ucraina a cessare il fuoco, perché la guerra non prevede nessun vincitore. Tutti i tentativi di pace sono, però, miseramente falliti. E così la guerra continua perché i due maggiori contendenti sono convinti di poter ancora prevalere militarmente. Così facendo, però, i combattimenti potrebbero estendersi al di fuori dei confini dell’Ucraina, specialmente se la Russia dovesse usare armi nucleari. Speriamo di no. Nell’interesse della Russia e dei paesi della Nato.

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guerra22Due settimane sono trascorse dall’inizio dei bombardamenti e dell’invasione dell’Ucraina dalle forze di Mosca. Morti e feriti da ambo le parti non si contano più. Più di due milioni di vecchi, donne e bambini hanno lasciato le loro case e si sono rifugiati nei paesi confinanti. Ma le sirene continuano a suonare. Quel suono trafigge il cuore. Mosca continua a bombardare le città radendole al suolo. La capitale Kiev viene bombardata notte e giorno, non si è ancora arresa. Non è stata ancora conquistata dal nemico invasore e il Presidente ucraino, malgrado la devastazione, le rovine e le macerie dappertutto, non vuole arrendersi. Si dice pronto a trattare sui territori contesi, vale a dire i territori separatisti della Donbass, ma non alla resa. Le immagini che arrivano dall’Ucraina bombardata, devastata e assediata colpiscono i nostri sentimenti e le nostre coscienze. Una tragedia così mai vista prima. In due settimane due milioni di bambini hanno varcato i confini dell’Ucraina. Uno strazio vedere i loro volti, quelle faccine innocenti. Tremano ancora dalla paura delle bombe che cadono, piangono, si aggrappano alle gonnelle delle loro mamme. Nei loro occhi solo l’orrore della guerra. Sono traumatizzati, si tengono la testa tra le mani come se cercassero di non sentire il rombo delle sirene e lo scoppio delle bombe. Cosa ne sarà di loro a guerra finita? Dovrà pure finire, mi auguro al più presto. Faranno ritorno nella loro terrà distrutta e insanguinata? Dove dormiranno se non troveranno più la loro casa? Al posto delle case, delle scuole troveranno cumuli di macerie. Ci vorranno degli anni perché l’Ucraina possa ritornare ad una vita normale. L’Italia ne sa qualche cosa perché anche le nostre città subirono i bombardamenti e le distruzioni durante la seconda guerra mondiale. Ci risollevammo grazie all’aiuto del Piano Marshall, alle navi cariche di grano provenienti dall’America e dai pacchi dono dei nostri cari emigranti in terre lontane. Chi ospiterà i milioni di bambini? Chi si prenderà cura di loro? Poveri bambini che in un attimo una guerra imbecille, assurda, crudele, ha messo fine ai loro sogni, alle speranze e al diritto di avere un futuro strappato via a colpi di cannone. Ci sarà un futuro per loro?

E l’occupazione continua, le bombe non cessano di cadere, le città vengono rase al suolo, gli uomini Ucraini rimasti resistono, non si arrendono, vogliono combattere fino alla morte perché sono convinti di avere ragione, di essere dalla parte della verità. E forse un giorno la storia darà loro ragione. Ma fino a quando potranno resistere? Ancora per un po’, poi dovranno anche loro scappare, rifugiarsi all’estero o perire sotto le bombe. Dovranno prima o poi arrendersi, forse per mancanza di armi, di cibo, di medicinali, o forse per risparmiare la distruzione delle città e dei villaggi e la vita di tante vite umane, di uomini, donne e bambini ancora nei rifugi e che non sono riusciti a mettersi in salvo in Polonia o in Ungheria. Così com’è oggi l’Ucraina, con le armi leggere obsolete in suo possesso e con le bombe Molotov, non potrà mai vincere una guerra con la potente Russia. Potrebbe vincerla se arrivassero subito i rinforzi e le truppe della Nato in suo sostegno. Ma sarebbe una terza guerra mondiale devastante con l’impiego di armi nucleari e con conseguenze inimmaginabili. Dovremmo evitarla a tutti i costi questa guerra che poi è la guerra di un uomo solo, di un pazzo che si chiama Putin. Allora non ci resta che pregare perché il buon Dio faccia cessare le sirene e le bombe che distruggono case e palazzi e uccidono migliaia di persone e bambini innocenti. E pregare ancora con più insistenza perché il nostro Salvatore faccia morire il tiranno che ha osato invadere un paese vicino costringendo milioni di persone ad abbandonare la loro terra. E pregare notte e giorno senza mai fermarsi perché il Signore, che ci ha creato, che ha creato il cielo e la terra, mandi qualcuno pronto ad uccidere il pazzo, il tiranno, l’aggressore, l’oppressore, il sanguinario. Che mandi qualcuno che fermi la mano di questo uomo che sta spargendo sul suolo ucraino sangue innocente. Faccio peccato? No, è lecito pregare per la morte di un tiranno, lo ha detto finanche un Santo e che Santo, Tommaso d’Aquino nel “De Regime Principum”. “Se l’eccesso della tirannide fosse insopportabile, secondo alcuni toccherebbe al valore degli uomini forti uccidere il tiranno ed esporsi al pericolo della morte per la liberazione del popolo”. Dio ascolterà le nostre preghiere. “Dio può togliere di mezzo i tiranni che reputa indegni della conversione, o ridurli alla condizione più bassa, secondo quel detto del Sapiente – Distrusse il trono dei condottieri superbi e fece sedere i miti al loro posto -. Egli è lo stesso che, vedendo l’afflizione del suo popolo in Egitto e prestando ascolto al suo grido, sommerse nel mare il tiranno Faraone col suo esercito”.

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gIOVANI SPOSI UCRAINIAltra notte di bombe e di cannonate. Kiev, la capitale dell’Ucraina, ancora non è stata conquistata dai russi, non ha nessuna intenzione ad arrendersi al nemico invasore. Resiste alla potenza di fuoco scatenato da quel pazzo di Putin. Morti e feriti non si contano più. Palazzi sventrati dai missili e dai colpi di cannoni. Migliaia e migliaia di persone hanno varcato i confini e si sono rifugiate nella vicina Polonia. Ma gli Ucraini non si arrendono, difendono con tutti i mezzi che hanno a disposizione la loro amata terra. Ogni tanto il silenzio che regna sovrano perché gli abitanti sono tutti rinchiusi nei bunker sotterranei dei palazzi e della metropolitana è squarciato dall’urlo delle sirene. E’ l’unico suono che si sente in una città deserta. Poi lo scoppio delle bombe, palazzi che crollano, bambini abbracciati alle loro mamme che piangono:- Mamma, non vogliamo morire -. La gente è terrorizzata, gli uomini abbracciano le loro mamme, le loro spose, le loro fidanzate, si baciano forse per l’ultima volta, e imbracciando un fucile per la prima volta vanno a combattere, vanno a difendere la loro terra calpestata e violata da un nemico invasore crudele e terribile. Non hanno paura delle bombe e dei carrarmati, vanno a difendere la loro città, la loro famiglia e si uniscono ai nascenti volontari certamente non per cercare di fermare l’avanzata dei russi, ma almeno di rallentarla sperando ad un cessate il fuoco che tarda ad arrivare. Ma arriverà? In tanti, nel frattempo, hanno risposto alla mobilitazione generale lanciata dal Presidente Ucraino, che non è scappato, non ha lasciato la capitale. Hanno preso in mano un fucile per la prima volta e subito si sono posizionati ai checkpoint. Sono la maggior parte giovani in jeans e scarpette da ginnastica. Mai potevano immaginare di andare in guerra. Come tutti gli altri giovani del mondo avevano altre prospettive. Si son dovuti trasformare in tanti David in attesa di affrontare il Golia russo. La foto di due giovani che si erano appena sposati e invece di scappare all’estero o andare a fare il viaggio di nozze, sono scesi in piazza, si sono arruolati come volontari, hanno imbracciato un fucile e sono pronti a combattere, ha fatto il giro del mondo. Ha detto la sposina:- Dobbiamo proteggere le persone che amiamo e la terra in cui viviamo -. Sono sicuro che questi ragazzi daranno filo da torcere ai feroci, spietati russi invasori, come tanti anni fa gli scugnizzi napoletani lo hanno fatto nei riguardi dei nazisti. Quanto potranno resistere? Alla fine, COME LA STORIA CI INSEGNA, dovranno arrendersi per mancanza di cibo e di armi.

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mondialiMentre noi ci preoccupiamo se indossare o meno le mascherine all’aperto, mentre i politici nostrani discutono se aprire o meno le discoteche ed abolire il green pass, in un paese non molto lontano   da noi, ma che è molto importante perché da quel paese passa il gasdotto che porta il gas in Italia proveniente dalla Russia, spirano venti gelidi di guerra. Gli Stati Uniti d’America hanno allertato quasi 10 mila soldati pronti ad essere inviati nella zona di guerra. Il Presidente Biden ha invitato gli americani a lasciare l’Ucraina perché è sicuro che la Russia entro metà febbraio, e ci siamo, la potrà invadere. Sale, dunque, la tensione, malgrado il colloquio Biden – Putin sia durato più di un’ora. Cosa si siano detti noi non lo sapremo mai. Ma sicuramente Biden avrà detto a Putin che una guerra avrebbe avuto delle gravi conseguenze in Europa e nel mondo. Ma davvero Putin vuole scatenare una terza guerra mondiale? Da semplice uomo della strada sono convinto che il Premier Putin stia bluffando, non ha in programma nessuna invasione. Sa benissimo, da uomo politico navigato, che una guerra porterebbe non solo lutti civili, morti di soldati e rovine, ma conseguenze inimmaginabile non solo in Europa ma nella stessa Russia. E a chi venderebbe il gas che produce? E tutte le relazioni diplomatiche andrebbero a farsi benedire. Fa la voce grossa, forse non ha tutti i torti, muove le truppe russe ai confini dell’Ucraina perché non si sente protetto, non si sente sicuro se le truppe della Nato ammassano truppe vicino ai suoi confini. Non vuole che l’Ucraina venga accolta nella NATO. La Russia, piaccia o non piaccia all’Europa, non vuole assolutamente che ciò accada. La situazione, però, è delicatissima. Un incidente potrebbe scoppiare da un momento all’altro e fare precipitare la situazione, che oggi è sotto controllo malgrado le minacce, gli spostamenti di truppe, i proclami bellicosi. Sia Londra che Washington, però, hanno evacuato i loro diplomatici e così pure l’Italia ha invitato i suoi cittadini a lasciare il paese. La partita che si sta giocando in Ucraina è molto complessa e di difficile interpretazione. E’ una partita più di nervi che di armi, malgrado abbiamo visto in televisione camion e carrarmati sovietici scorrazzare ai confini dell’Ucraina e le navi e gli aerei della NATO spostati verso il quadrante orientale. Ma davvero l’Europa è pronta a spedire le sue truppe a combattere in Ucraina? No, non lo farà, perché l’Ucraina non fa ancora parte della NATO e non beneficia degli accordi di mutua difesa in caso di aggressione. Quindi, mettiamoci il cuore in pace, non ci sarà nessuna guerra e nessun soldato italiano andrà a combattere in una terra che non è la sua. Putin e Biden troveranno alla fine un accordo. La Russia e la NATO ritireranno le loro truppe dal confine ucraino e l’Ucraina sarà esclusa dall’alleanza NATO. Questo e solo questo chiede Mosca, ma molti ancora non lo vogliono capire.

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PIRILLOL’intervento dell’europarlamentare Mario Pirillo, di mercoledì 2 aprile, in seduta plenaria da Bruxelles su relazione Zalewski “riduzione o eliminazione dei dazi doganali sulle merci originarie dell'Ucraina”.


Il testo COMPLETO ed il VIDEO:  

Grazie Presidente,

sono ben noti a tutti noi i motivi che hanno portato l'Ucraina a non ratificare l'Accordo di Associazione a novembre scorso e l'influenza russa su questa decisione.

Con il pacchetto di aiuti presentato lo scorso 11 Marzo dalla Commissione Europea, l'UE da un chiaro segnale di voler supportare l'Ucraina in questa difficile fase di transizione per favorire le riforme politiche ed economiche del Paese. E' evidente che stiamo operando in una situazione di estrema urgenza dettata dagli eventi politici in continua evoluzione come è il caso della Crimea.

Personalmente sono sempre stato a favore di un accordo comprensivo di libero scambio all'interno dell'accordo di associazione, in cui la parte commerciale è ugualmente importante quanto l'impegno da parte dell'Ucraina ad adottare standard sociali, ambientali adeguati e di istituire un sistema giudiziario indipendente.

La riduzione e la soppressione dei dazi doganali sulle importazioni di beni potrà garantire fin da subito all'Ucraina i benefici dell'apertura al mercato europeo, che avranno certamente un impatto positivo sulla vita dei cittadini ucraini.

Supporto l'inserimento all'articolo 5 di una clausola salvaguardia che potrà essere usata in caso di gravi rischi commerciali per i prodotti dell'Unione.

Infine, vorrei porre l'attenzione sulla necessità di non abbassare la guardia sul monitoraggio dei diritti umani, sociali ed ambientali, aspetti particolarmente sensibili già ai tempi in cui ci sono svolti i negoziati sull'Accordo di Associazione. Per questa ragione ho presentato insieme ad altri colleghi S&D due emendamenti che vanno in questa direzione.

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