Alla domanda se Matteo Renzi remi nella stessa direzione del Pd Zingaretti aveva risposto nei giorni scorsi: «Mi auguro di sì. Questo serve a lui e all'Italia».
Per poi aggiungere, «vedremo, ognuno deve rispondere delle proprie azioni».
Ora Nicola Zingaretti si augura che non ci sia scisma dentro al Pd.
Dunque, lo spettro della formazione di gruppi parlamentari autonomi renziani - la scissione - resta.
Dice che «l'unica cosa che non si capisce è quali motivi possano esserci alla base di un fatto lacerante».
Alla Camera si riuniscono per la prima volta dall'inizio della crisi i parlamentari di Base riformista, l'area Pd capeggiata da Luca Lotti e Lorenzo Guerini, acclamato come nuovo ministro della Difesa.
Una sessantina i presenti, potenziali truppe dei nuovi gruppi renziani se la «separazione consensuale» si farà.
Ma non tutti sarebbero disposti a seguire il senatore di Rignano.
Molti considerano più opportuno restare nel Pd.
La questione - non toccata oggi nell'incontro - è destinata a tornare fino alla Leopolda, prevista dal 19 ottobre.
In sostanza Renzi si mostra sempre più un generale, anzi, meglio: un Capitano.
E quindi "eccolo, eccolo, sta arrivando!".
L'eccitazione sale, i cronisti si fanno sotto, come ai vecchi tempi: sorrisi, baci, abbracci. Matteo (Renzi) li dispensa come cioccolatini, ma - come sempre - scherza, motteggia.