Di solito quando tuona e il cielo è squarciato da lampi è il preludio di una tempesta. Il contadino si affaccia dall’uscio di casa a rimirar le rossastre nubi e scruta il cielo e ripone la zappa in un cantuccio e si accomoda in cucina accanto al focolare scoppiettante e prepara una bella pignatta di fagioli per la parca mensa. Questa volta, però, tanto rumore per nulla. La pioggia tanto attesa e desiderata non è arrivata. Era stata a lungo minacciata. Dopo i lampi ed i tuoni non c’è stata la tempesta annunciata. E’ ritornata la quiete, apparente. Renzi aveva proclamato chissà che cosa, aveva preannunciato sfracelli, e poi alla fine c’è stato soltanto un goffo tentativo di agganciare Salvini, Berlusconi e la Meloni sul terreno delle riforme e sulla proposta sul Sindaco d’Italia. Roba fritta e rifritta. Ci hanno provato in tanti, gente più esperta di Renzi e non ci sono riusciti. L’atteso discorso alla nazione a “Porta a Porta” di Bruno Vespa annunciato come una bomba, alla fine si è rivelato un piccolo petardo della fiera di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea. Il solito Renzi. Parla, parla, minaccia ma non affonda. Alla fine non fa cadere il Governo, dice che voterà la fiducia, rimanda alle calende greche la sfiducia al Ministro Bonafede. L’intera vicenda, caricata ad arte, ha lasciato tutti scontenti e la maggior parte degli ascoltatori che si aspettavano chissà che cosa ha cambiato canale. Io mi sono appisolato. L’apparizione di Renzi in televisione annunciata dai Media doveva essere una bomba. Ma quale bomba, un petardo. Come le altre volte si è rivelata una sorta di operazione di marketing di uno che crede di essere un leader politico e che ogni giorno il suo partitino che non ha preso nessun voto dagli italiani perché nato dalla scissione del Pd, perde consenso e allora Renzi ha paura di andare a votare perché ha capito che la sua Italia Viva, ma è quasi morta già sul nascere, anche se ogni tanto raccoglie lungo la via i voltagabbana, i quaquaraqua, gli ominicchi che abbandonano i loro partiti che li hanno eletti in Parlamento, non supererebbe la soglia di sbarramento del 5%.
Amici, l’Italia non decolla. E’ ferma da anni. Le fabbriche chiudono i battenti. Molti operai stanno perdendo il posto di lavoro. Ancora non si sa che fine farà l’acciaieria di Taranto, la Whirpool di Napoli. L’Alitalia non si sa se continuerà a volare malgrado i miliardi concessi dallo Stato. L’altra compagnia Sarda alla fine del mese licenzierà piloti e maestranze. I solai delle scuole e i ponti crollano. Siamo in piena crisi. E ora ci mancava pure il Coronavirus cinese, ma che è arrivato in Italia. Ora fa tanta paura. In tre comuni della Lombardia le scuole sono state chiuse e il Sindaco ha invitato la gente a non uscire di casa. Gli effetti sono arrivati anche nel calcio dilettantistico e professionistico. Rinviate 40 partite. L’emergenza Coronavirus ha condizionato anche il campionato di calcio di serie A. Non si giocheranno le partite in programma in Lombardia e Veneto. Le grandi e le medie opere sono ferme. Il Governo è fermo ma il Premier Conte ha promesso che la prossima settimana presenterà l’Agenda del 2023. Le intenzioni sono anche buone, ma con una maggioranza che litiga su tutto non c’è nessuna speranza che possa andare in porto. Come si possa andare avanti così è un mistero. E i giornali e le televisioni con i suoi talk show serali e notturni invece di occuparsi di cose serie sono costretti per riempire le pagine dei giornali e per avere uno share d’ascolto mediocre, a parlare di Renzi, quello che pensa Renzi, quello che fa Renzi, dove è andato a sciare Renzi, cosa mangia Renzi, con chi ha trascorso la serata romana Renzi, quali sono state le sue uscite e le sue bombe, che poi bombe non sono state. Le sparate di Renzi ormai non fanno più notizia e la sua apparizione ai talk show non alza l’asticella dello share. Se ne è accorto finanche Bruno Vespa il quale ha potuto constatare che Matteo Renzi non tira più. Evidentemente l’ex Premier non convince più i telespettatori con la sua parlantina toscana. Vogliono fatti non parole. I fiumi di parole li lasciamo volentieri ai Jalisse e al Festival di Sanremo. Ha perso consensi sia dal punto di vista politico che mediatico. Gli anni del 40% sono ormai lontani. Gli elettori, che poi alla fine non sono fessi, hanno finalmente capito che l’ex rottamatore fa tanto casino per nulla. Vuole, forse, qualche altro Ministero chiave e tante, ma tante poltrone per i suoi amici nella spartizione delle nomine nelle società pubbliche. Allora hanno fatto bene se molti telespettatori hanno cambiato canale ed io mi sono addormentato.