
La Corte di assise di Cosenza ha condannato alla pena di reclusione di 30 anni Paolo di Profio.
Il massimo per gli imputati che si avvalgono del rito abbreviato
La Corte di assise di Cosenza non ha riconosciuto le attenuanti generiche
proposte dalla difesa e al contrario ha ritenuto sussistenti le aggravanti della crudeltà e della premeditazione avanzate nel corso della discussione dal pubblico ministero Maria Francesca Cerchiara e dagli avvocati di parte civile Franz Caruso e Mimmo Bruno.
Di Profio ha ucciso Annalisa Giordanelli medico condotto di Cetraro e cognata colpendola con un piede di porco alla testa.
La donna stava facendo jogging sul lungomare della città tirrenica quando è stata raggiunta da Paolo di Profio.
Le ragioni dell’efferato delitto sono da ricercare nei rapporti familiari
La dottoressa , infatti, sembra avesse condiviso la scelta di sua sorella nel voler divorziare dal marito.
Questa condivisione non è stata affatto gradita da Di Profio.
Di Profio già nell’immediatezza dei fatti aveva confessato l’omicidio.
Nell’ultima settimana il presidente della Corte Giovani Garofalo con a lato Francesca De Vuono e la giuria popolare hanno ascoltato le arringhe della difesa dell’imputato gli avvocati Sabrina Mannarino e Giuseppe Fonte, dopo aver ascoltato le parti civili e l’accusa che in requisitoria aveva chiesto proprio il massimo della pena.
Pubblicato in
Alto Tirreno
“Non si esclude a breve un soluzione del caso”. Cosi scrivevamo stamattina nel nostro primo articolo.
E poi aggiungevamo che “Il possibile movente dell’omicidio potrebbe essere individuato nei suoi rancori con la dottoressa per aver accolto in casa sua la sorella (ed ex moglie di Di Profio) dopo la separazione, avvenuta un paio di mesi fa”.
Se avessimo scommesso avremmo vinto!
Ed infatti Paolo Di Profio ha ammesso le sue responsabilità davanti agli investigatori e al pm.
Lo ha fatto dopo ore di serrato interrogatorio ed davanti a un fuoco di fila di domande.
Invero sin da subito i familiari hanno raccontato ai carabinieri di quell’uomo e della sua violenza.
Di Profio era convinto che fosse stata la dottoressa a convincere l’ex moglie a lasciarlo.
Nei confronti di Di Profio è stato emesso un decreto di fermo.
Aveva provato a nascondersi e stamattina non si è recato sul posto di lavoro
Fonti della Procura di Paola fanno sapere che si sarebbe trattato di un delitto d'impeto, non premeditato.
Ma le indagini non sono ancora concluse
E gli investigatori non escludono altre iscrizioni nel registro degli indagati.
Pubblicato in
Italia