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Redazione TirrenoNews

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In un millennio e mezzo l'abbazia di Montecassino è stata distrutta ben quattro volte, tre per mano degli uomini ed una per cause naturali.
La prima distruzione avvenne tra gli anni 577 e 589 ad opera dei Longobardi.
La seconda distruzione nell'883 ad opera dei Saraceni.
La terza distruzione nel 1349 a causa di un terremoto ... quindi un evento naturale
La quarta tra il 15 e il 18 febbraio del 1944 a causa dei bombardamenti Alleati.

Il 15 febbraio fu sganciata la prima serie di bombe (253,000 Kg ad alto potenziale esplosivo). La seconda ondata di bombardieri sganciò altri 100,000 Kg di bombe.
Il monastero e la basilica furono ridotte a macerie, solo le mura esterne, la scala d'ingresso e parte della torretta resistettero alle bombe.
Le forze aeree alleate continuarono ad attaccare le rovine senza causare eccessive perdite ai tedeschi che avevano provveduto a nascondere le armi pesanti.

In totale, durante la battaglia di Montecassino, che si sviluppò da gennaio a maggio del 1944, persero la vita circa 135mila tra alleati e tedeschi.

L'abbazia fu poi ricostruita nel Dopoguerra, cercando di mantenere fede il più possibile alla struttura architettonica originale.

Oggi sarà presentato il PSC di Fiumefreddo Bruzio

Sabato, 15 Febbraio 2014 14:39 Pubblicato in Longobardi

Domani sabato 15 febbraio ore 17.30 nella sala consiliare del comune di Fiumefreddo Bruzio sarà presentato il Piano Strutturale Comunale.

Interverranno: 

-il Sindaco Dott. Vincenzo Aloise

-l’Assessore all’urbanistica Francesco Caputo

-il Coordinatore Prof. Arch. Mariano Mari

-per il Coordinamento generale del progetto l’Ing. Fabio Iaccino

L’incontro di oggi è un importante appuntamento con i cittadini, per valutare l’adeguatezza e la completezza del Piano Strutturale Comunale, il nuovo strumento di sviluppo territoriale.

Il Piano Strutturale Comunale (PSC) in buona sostanza va a sostituire il Piano Regolatore Generale (PRG), lo strumento che fino ad ora è stato utilizzato per sviluppare il governo del territorio.

Se con i PRG si dettavano in modo diretto le regole di edificabilità, con il nuovo PSC si detteranno invece le linee guida per uno sviluppo del territorio consapevole.

Il P.S.C. nel dettaglio:

a) classifica il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile, agricolo e forestale, individuando le risorse naturali ed antropiche del territorio e le relative criticità ed applicando gli standard urbanistici di cui all’art. 53 della presente Legge e, fino alla emanazione della deliberazione della Giunta regionale, di cui al comma 3 dello stesso art. 53, assicurando la rigorosa applicazione del DM 2/4/1968 n. 1444 con gli standard e le zonizzazioni ivi previsti in maniera inderogabile e non modificabile;

b) determina le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni pianificabili;

c) definisce i limiti dello sviluppo del territorio comunale in funzione delle sue caratteristiche geomorfologiche, idrogeologiche, pedologiche, idraulico-forestali ed ambientali;

d) disciplina l’uso del territorio anche in relazione alla valutazione delle condizioni di rischio idrogeologico e di pericolosità sismica locale come definiti dal piano di assetto idrogeologico o da altri equivalenti strumenti;

e) individua le aree per le quali sono necessari studi ed indagini di carattere specifico ai fini della riduzione del rischio ambientale;

f) individua in linea generale le aree per la realizzazione delle infrastrutture e delle attrezzature pubbliche, di interesse pubblico e generale di maggiore rilevanza;

g) delimita gli ambiti urbani e periurbani soggetti al mantenimento degli insediamenti o alla loro trasformazione;

h) individua gli ambiti destinati all’insediamento di impianti produttivi rientranti nelle prescrizioni di cui al D.Lgs 17 agosto 1999, n. 334 ed alla relativa disciplina di attuazione;

i) definisce per ogni Ambito, i limiti massimi della utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile nonché i requisiti quali-quantitativi ed i relativi parametri, le aree in cui è possibile edificare anche in relazione all’accessibilità urbana, la aree dove è possibile il ricorso agli interventi edilizi diretti in ragione delle opere di urbanizzazione esistenti ed in conformità alla disciplina generale del Regolamento Edilizio Urbanistico;

j) delimita e disciplina gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche del territorio; ne individua le caratteristiche principali, le peculiarità e le eventuali condizioni di degrado e di abbandono valutando le possibilità di recupero, riqualificazione e salvaguardia;

k) delimita e disciplina ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale ad integrazione del Piano di Ambito, se esistente, oppure in sua sostituzione, se non esistente e raccorda ed approfondisce i contenuti paesistici definiti dalla Provincia;

l) qualifica il territorio agricolo e forestale in allodiale, civico e collettivo , secondo le specifiche potenzialità di sviluppo;

m) individua gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano valutando il rinvio a specifici piani delle politiche di riqualificazione, gestione e manutenzione;

n) individua le aree necessarie per il Piano di Protezione Civile;

o) individua e classifica i nuclei di edificazione abusiva, ai fini del loro recupero urbanistico nel contesto territoriale ed urbano;

p) indica la rete ed i siti per il piano di distribuzione dei carburanti in conformità al piano regionale;

q) individua, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpite da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse.

Parte con la presentazione del PSC la fase di concertazione istituzionale attraverso l'apertura della Conferenza di Pianificazione.

Nella Gazzetta Ufficiale n. 77/2011 l'Autorità per le Telecomunicazioni ha autorizzato con propria delibera la Telecom Italia alla rimozione delle cabine telefoniche.

Le rimozioni sono iniziate a partire dal 20 giugno 2011.

Le cabine telefoniche, in Italia, erano ben 300.000, ma negli anni scorsi la Telecom Italia le ha portate a 130.000.

La rimozione, però, sarà graduale, perchè la delibera dell'AGCOM prevede che ogni anno la Telecom Italia ne potrà rimuovere 30.000, quindi ci vorranno più di quattro anni per non trovarne più.

Si tratta per lo più di cabine telefoniche cadute in disuso.

L’ incredibile è che l’Italia è quella che vanta il record europeo per il maggior numero di cellulari.

Saranno risparmiati solo i telefoni presenti in ospedali, scuole e caserme.

La rimozione delle vecchie cabine a gettoni porterà notevoli risparmi di gestione che saranno reinvestiti nelle attività di manutenzione delle postazioni che resteranno attive.

A tale proposito il ministero dello Sviluppo economico ha assicurato di verificare il rispetto, da parte di Telecom Italia, degli obblighi derivanti dallo svolgimento del servizio universale, soprattutto nelle zone territorialmente disagiate o non coperte dal servizio di telefonia mobile

Ecco allora come salvare poche ma importanti cabine telefoniche.

Basta mandare una email all'AGCOM all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. "per chiedere che questo telefono resti attivo" e specificando i propri " dati, un recapito, l'indirizzo della cabina e le motivazioni della richiesta".

Ovviamente non guasta che il comune si attivi nella medesima attività inoltrando specifica delibera all’AGCOM

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