Incredibile. Il Job acts ora si applica anche in politica.
L’articolo 18 della legge 300 garantiva un po’ tutto. Forse anch i politici. Oggi invece i soci possono licenziare i dirigenti.
Anche quelli del M5S.
È quanto sta succedendo al senatore Francesco Molinari ed al deputato Sebastiano Barbanti di cui il meet up di Cosenza chiede ufficialmente le dimissioni.
I due scontano anche il brutto clima che si respira tra gli eletti della Calabria. Dalila Nesci e Nicola Morra sono da tempo in rotta di collisione con il duo Barbanti/Molinari. Al punto che per la campagna elettorale di Reggio Calabria si dovettero organizzare appuntamenti elettorali distinti.
A dare notizia della richiesta è lo stesso Molinari che, però, non incassa in silenzio anzi punta l'indice sulla «malsana attenzione da parte del senatore Morra e dei suoi fanatici sostenitori, che alimentano maldicenze sul mio conto come su quello di Barbanti».
In sostanza la sfiducia sarebbe stata votata la scorsa notte ma «senza coinvolgere i diretti interessati né gli altri portavoce del territorio: un mirabile esempio di giustizia sommaria» prosegue Molinari.
«Una votazione di sole 27 persone, un vero e proprio blitz consumatosi nella notte»dice il deputato Sebastiano Barbanti contestando la decisione del meetup di Cosenza per poi aggiungere che «le motivazioni, in realtà , non sono state nemmeno spiegate pare che il mio peccato originale sia stato chiedere chi ci sia dietro lo staff. Ma stiamo scherzando? Credo questa sia un’offesa e se davvero sono queste le motivazioni stiamo scadendo nel ridicolo. E poi c'è un’altra cosa da mettere in chiaro: i meet-up sono legittimati o meno? Perché anche questo è da capire. Se sono legittimati solo quando conviene, allora abbiamo un problema. L'ennesimo. A questo punto vorrei sentire tutto il M5S Calabria - incalza - perché se è vero che in 27 ci hanno sfiduciato, sono certo che sono molti, molti di più quelli che ci appoggiano e sono disposti a fare manovre contrarie. Oltretutto, il documento di sfiducia è stato reso pubblico 12 ore prima della votazione, un vero e proprio blitz. Un documento redatto dal nipote del senatore Morra e dalla sua fidanzata. Non voglio pensare ci sia di mezzo lui, ma certo questa cosa non gli fa onore. Siamo alla faida, alla guerre tra bande, e io francamente mi tiro fuori»
"Io spero che non facciano sciocchezze - allarga le braccia sconsolato il senatore Francesco Molinari - ma non mi meraviglierei affatto se a breve ci troviamo un post sul blog con il loro allontanamento d'imperio".
"Chi dice che l'onda è passata e da adesso si procederà con più calma nella tolleranza del dissenso interno sbaglia ci aspettano settimane difficili, sono segnali precisi in vista della partita sul presidente della Repubblica".
Sia Molinari sia Barbanti non sono mai stati teneri con la linea scelta da Grillo e da Casaleggio. "Non c'è alcun criterio in quello che sta succedendo. Mi perdoni l'espressione, dopotutto sono un grillino, ma abbiamo mandato completamente affanculo lo stato di diritto, che è il baluardo a tutela di tutti, in primis dei più deboli, il corpus di regole fondamentali da non violare. Le nostre innanzitutto. Qui invece è saltata qualunque tipo di regola".
Sulla rete si ironizzava: "Espulsione in 3, 2, 1...".
Diversa concezione del Movimento, rapporto e gestione dei meetup locali, diverso approccio sulle politiche regionali. Un mix esplosivo che ha generato un'incomunicabilità che oggi i due si trovano a scontare.
Molinari non ci sta: "Il gruppo M5s di Cosenza è in mano a chi fa della delazione un mestiere e del millantare lavoro inesistente un'opera di distrazione di massa. C'è una visione politico-familisitica da parte del collega Nicola Morra per la ridicola richiesta di sfiducia da parte di ascari, solo per aver osato fare una critica politica. Nessuno conti sulla mia inerzia nel tollerare e nello stare zitto di fronte a ciò". L'ex capogruppo glissa: "Non penso e non credo che meriti commentare le posizioni del collega" dice assicurando che in assoluta autonomia i ragazzi di Cosenza hanno evidentemente deciso che era arrivato il tempo di procedere in quel modo". All'assemblea congiunta di domani per il momento non è prevista la discussione su ulteriori espulsioni. Ma gli occhi sono piuttosto puntati sul blog di Grillo