Le elezioni europee sono appena terminate ma lo scontro Lega Movimento 5 Stelle continua. Il Ministro Salvini, forte del risultato eccellente ottenuto, tenta di riscrivere l’agenda del Governo. Tra le priorità c’è l’introduzione della flat tax, il decreto di sicurezza bis, la realizzazione della TAV, l’autonomia regionale, lo sblocca cantieri. Ma a quanto pare il M5S, l’alleato di Governo, sta facendo l’orecchio da mercante, non ha nessuna intenzione di cedere alle richieste di Salvini per non perdere la faccia e ulteriore consenso elettorale. Salvini ha vinto le elezioni e tutti questa volta sono perfettamente d’accordo. Gli sconfitti non hanno trovato alibi, solo Di Maio ha attribuito la sconfitta del suo movimento alla astensione. Ma l’astensione tanto temuta non c’è stata anche se agli italiani piace molto di più fare la coda agli stadi per assistere ad un incontro di calcio della squadra del cuore che fare la fila ai seggi elettorali per esprimere il loro diritto di voto. Ma se gli italiani preferiscono le code degli stadi un motivo c’è, eccome. Molti sono convinti che il loro voto non conta poi tanto. Vedi Salvini. Nelle elezioni del marzo dello scorso anno si presenta con il centro destra, ad elezioni avvenute fa un governo col Movimento 5 Stelle, acerrimo avversario di Berlusconi e di Giorgia Meloni. Ora litigano e di brutto. L’On. Giorgetti si interroga:- Ci sarà stabilità nel Governo? E’ giusto proseguire l’alleanza Lega M5S o sarebbe il caso interrompere la collaborazione?-. Le urne del 26 maggio hanno parlato chiaro. Il Movimento grillino non ha più la fiducia degli italiani. Ha perso in un anno circa 6 milioni di voti. Il 26 maggio è venuta giù la pioggia e la grandine e ha spazzato via ogni dubbio. Salvini esulta e sta dicendo un sacco di fesserie. Si sente già Primo Ministro e si comporta come tale. Con quella bocca può dire ciò che vuole, può fare la voce grossa, può battere i pugni sul tavolo, può minacciare sfracelli, ma alla fine dovrà cedere perché non conta nulla, conta come il due di picche perché nel Parlamento non ha la maggioranza. Ha calato le brache col caso Siri. Qualcuno dirà, però, prima delle elezioni europee. Calerà le brache col caso Rixi perché non ha nessun interesse di rompere col Movimento grillino. Non intende far cadere il Governo, non vuole o forse non può far valere fino in fondo il suo trionfo elettorale. Per Toninelli il voto del 26 maggio non ha cambiato nulla e questa sua presa di posizione dimostra che il M5S non ha alcuna intenzione di fare retromarcia. Di Maio è in crisi ed è messo in discussione da Deputati e Senatori grillini. Sembra un pugile suonato che si aggrappa alle corde del ring. Ma alle richieste della Lega dovrà dare una risposta al più presto. Se sarà negativa Salvini aprirà una crisi di Governo e poi spetterà al Presidente della Repubblica decidere. Darà un incarico esplorativo al Presidente del Senato o scioglierà il Parlamento? Dal Colle fanno trapelare che il voto di domenica era per il Parlamento Europeo, quindi non dovrebbe avere ripercussioni sulla politica italiana. Sono sicuro che ci saranno ripercussioni, polemiche, dibattiti, accuse e contro accuse. Prepariamoci, dunque, ad una nuova e massacrante campagna elettorale sotto gli ombrelloni.