Amici, sono sicuro che voi conoscete la famosa favoletta di Esopo: Al lupo, al lupo!
Quando insegnavo nelle scuole elementari la facevo prima leggere ai miei marmocchi, poi la commentavo e infine facevo scrivere un breve Dettato con questa dicitura finale :- Quando uno per bugiardo è conosciuto, anche se dice il vero non è creduto -.
E’ una delle favole più conosciute e anche le mamme la raccontano ai loro pargoletti perché contiene una morale:- Non bisogna mai dire bugie- e i bambini spesso le dicono per nascondere le loro marachelle commesse.
Quante volte nella vita quotidiana ci viene detto :- Non dire bugie, perché se qualche volta dirai la verità, nessuno ti crederà.-. Non è forse capitato anche a voi qualche volta? I politici, invece, se ne fottono.
Dicono bugie ogni santo giorno. Ormai ci hanno fatto il callo.
Vogliono prenderci sempre per i fondelli.
Il pastorello della favola per ben due volte ha preso in giro gli abitanti del villaggio facendo loro credere che un lupo era giunto nel villaggio pronto a sbranare pecore e capre. Era una burla. Ma quando venne davvero il lupo gli abitanti non si mossero dalle loro case e il lupo potette quindi fare indisturbato stragi di pecore e agnellini.
Il Direttore de “Il Giornale” nel suo editoriale di ieri ha paragonato il Premier Conte e i Vice Premier Di Maio e Salvini al pastorello bugiardo e burlone e noi cittadini italiani agli abitanti del villaggio creduloni e vittime.
Ogni giorno i giornali, i telegiornali, i talk show, i politici trombati che sono in crisi di astinenza di poltrone, ci dicono che siamo alla fine dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle e fanno circolare una data fatale, 29 settembre, giorno in cui gli italiani saranno chiamati alle urne.
La crisi del Governo c’è davvero, è in atto. Conte accusa Salvini, Salvini accusa Conte. Di Maio e Di Battista accusano Salvini e Salvini risponde per le rime. Questi deve presentarsi in Parlamento e dire cosa sa dei rubli arrivati alla Lega dalla Russia di Putin.
Salvini predica prudenza e pazienza e dice che non si presenterà in Parlamento perché non ha nulla da dire, non sa nulla dei presunti soldi che, secondo gli avversari politici che scalpitano per prendere il suo posto e chiedono le dimissioni da Ministro, sono arrivati alla Lega.
I toni usati dagli amici alleati lo hanno infastidito e chiede, quindi, maggiore serietà e sincera lealtà, e li invita a smettere di insultarlo quotidianamente.
Ripete come un mantra che lui non vuole la crisi, che non vuole arrivare alla rottura per i soldi che lui non ha chiesto, non ha visto e non ha ricevuto.
Anche noi normali cittadini di questa Italia ci abbiamo fatto il callo alle false minacce, agli insulti, ai dispettucci, agli ultimatum che a giorni alterni si scambiano e ogni volta vogliono farci credere che siamo alla fine dell’alleanza politico giallo verde.
Minacciano, insultano, chiedono Commissioni di Inchiesta, così la gente parla di queste scaramucce per nascondere i veri problemi che affliggono l’Italia e gli italiani.
E’ uno escamotage. Come gli abitanti del villaggio ci abbiamo creduto per un poco, ora anche noi non ci crediamo più. Siamo stati presi in giro diverse volte e loro hanno riso a crepapelle come il pastorello burlone.
E non crediamo neppure che la Lega e il Movimento 5 Stelle siano in grado di fare quello che hanno promesso durante la campagna elettorale del marzo dello scorso anno e quello che hanno firmato nel famoso contratto. E’ ormai carta straccia.
E allora c’è da sperare che il lupo arrivi davvero e al più presto. Non so quale faccia avrà.
Forse la faccia sorridente di un Monti con indosso un nuovo loden anche se siamo in piena estate,la faccia triste di una nuova Fornero che piange perché ha pugnalato i lavoratori che avrebbero dovuto andare in pensione, la faccia feroce di un magistrato che si occupa di politica tralasciando le inchieste e le stesure delle sentenze, la faccia furba di un Franceschini o di un Gentiloni in crisi di astinenza di poltrone che brigano sotto sotto a una possibile maggioranza alternativa Movimento 5 Stelle - Pd, Mattarella permettendo.
Il pm Luigi Patronaggio non condivide la decisione della gip Alessandra Vella sulla scarcerazione di Carola Rackete.
Così la procura di Agrigento ha già preparato il ricorso contro la messa in libertà della comandante della Sea Watch 3.
Carola era stata arrestata a fine giugno a Lampedusa, per aver violato le leggi italiane (decreto Sicurezza bis) e per non aver rispettato lo stop della Guardia di Finanza (speronando addirittura la motovedetta).
La capitana era così entrata in porto con 42 migranti a bordo.
Il ricorso per Cassazione - rivelano ambienti giudiziari - sarà depositato nei prossimi giorni. Intanto è atteso per giovedì, 18 luglio, l'interrogatorio della giovane che, questa volta non riguarderà l'arresto ma l'inchiesta parallela per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la violazione del codice di navigazione.
L'avviso di garanzia le era stato notificato il giorno prima del suo arresto.
15 Luglio 2019
La vignetta satirica di Staino, storico vignettista dell’Unità, apparsa sulla Stampa di Torino, mi spinge a scrivere questo artico.
La vignetta è contro il Ministro Matteo Salvini. Poverino!
Viene preso a pesci in faccia da tutti e lo scontro nel Governo si accende sempre di più.
Ormai Lega e Movimento 5 Stelle sono ai ferri corti, la tensione è alle stelle. Salvini sbraita, insulta, ma poi ripete come un mantra che il Governo non cadrà, durerà altri quattro anni perché ci sono tante altre cose da fare.
Salvini non farà cadere il Governo perché ha tanta paura, ha capito che dalle Camere potrebbe uscire un altro Governo a lui ostile.
E’ uno che se la canta e se la suona e i porti, malgrado i proclami, sono aperti e le strade sono piene di migranti che spacciano o chiedono l’elemosina, e lui passa ore ed ore a litigare con tutti perfino con la Capitana della Sea Watch che lo ha preso a pernacchie. Salvini è deludente, fa il duro con le O.N.G. e con gli scafisti, ma poi cala le mutande per un Fico. Sono lontano anni luce culturalmente e politicamente da Matteo Salvini, ma questa volta voglio prendere le sue difese non richieste. La vignetta di Staino mi ripugna, è una schifezza, è una pagina di vergogna politica. Quella vignetta fa schifo, non fa ridere nessuno.
Peccato che fino ad ora nessuno si sia indignato contro questo schizzo di rara violenza. Ai miei tempi era vietato criticare Mussolini. Mussolini non si tocca, chi lo tacca va alla fossa.
Ora in Italia è solo vietato parlare male di Carola, della Sea Watch, dei migranti, delle O.N.G., di Obama, della Merkel, dei trina ricciuti, degli agitprop comunisti, ma è permesso, anzi quasi doveroso sparare a zero sui cattivi politici di destra e su Trump in particolare.
E non è la prima volta che Salvini è stato fatto oggetto di satira. Vauro lo ritrasse che si sparava un colpo alla testa. Sui muri e sui pali di Pavia apparvero adesivi con l’immagine di Salvini impiccato a testa in giù come Mussolini a Piazzale Loreto.
Questo tipo di campagna di odio contro un leader politico che non mi piace, che non amo, che mai ho votato e voterò, non sembra per ora averne affossato il consenso. Anzi, secondo gli ultimi sondaggi, la Lega viaggia al di sopra del 40%. Mi dispiace dirlo, ma questa volta Staino ha esagerato. Salvini impiccato e Di Maio che esulta e festeggia.
Impiccato poi con la coroncina del Santo Rosario! Che schifo! Usare il rosario per impiccarsi è corretto? O è scorretto solo mostrare Salvini col Rosario in mano mentre arringa la folla plaudente? Di Maio esulta:- San Gennaro mi ha fatto ‘o miracolo!-
E il miracolo sarebbe l’impiccagione di un uomo, di un padre di famiglia con due figli, di un uomo politico, di un Vice Presidente del Consiglio e di un Ministro degli Interni. Gli avversari politici non si combattono in questo modo.
Nella vignetta c’è tanta volgarità, tanta cattiveria, tanto odio.
E poi usare il Rosario come cappio. Il Rosario, per chi crede, si usa per pregare. Punto.
E poi il miracolo: l’impiccagione di un uomo. Peccato grave, gravissimo. Si va direttamente all’inferno.
Mi ricordo che una volta quando un uomo si toglieva la vita per lui erano vietate tutte le funzioni religiose in chiesa, perché aveva rovinato e perso un dono che Dio ci ha dato.
La vita, dunque, è un dono di Dio e tutti, nessuno escluso, hanno il dovere di amarla. Sempre.