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Parentela “licenzia” Scura. E Oliverio si propone al governo della sanità

Nel corso del consiglio comunale aperto a Catanzaro Paolo Parentela dice: «Verrà scelto un nuovo commissario alla sanità».

 

Nemmeno il tempo di finire che il governatore si appella ai parlamentari e nel linguaggio politichese dice : «La Calabria sia messa sulla stessa linea delle altre Regioni»

Tradotto vuol dire : “Io devo essere nominato al posto di Scura come avvenuto nelle altre regioni!”

Tante le sorprese in questa vicenda:

La prima è che Parentela dice : «Prima della nomina del commissario c’era un disavanzo molto grave, oggi dobbiamo registrare che è addirittura quintuplicato» ????????

La seconda è che oggi Scura diventa il capro espiatorio sollevando da tutte le responsabilità il resto della politica, quasi che appena se ne andrà lui tutta la sanità calabrese diventerà come quella veneta, lombarda,emiliana. SIC!

La terza è la illusione che praticamente tutti i direttori delle ASP diventeranno bravissimi, che tutti i medici e gli infermieri ed il personale lavoreranno indefessamente, che e liste di attesa spariranno, che i posti letto ospedalieri cresceranno, che ad Amantea aprirà la Casa della Salute, che arriverà l’apparecchio per le mammografie, che le MOC saranno fatte nel Poliambulatorio , ed inizieranno a lavorare tutti gli specialisti che sono andati in pensione anche anni fa e che da allora mancano.

Onorevole Parentela, spero si renderà conto che la sanità non è il “problema” della Calabria, è un problema, anche se gravissimo, ma il reale problema nella nostra regione è la arroganza ed insipienza della politica, la prepotenza dei poteri forti, quelli da cui dipendono quasi tutte le “finte” scelte politiche e la grave situazione in cui versa la nostra sanità.

Stia attento, per cortesia. Non sbagliate!

Moltissimi calabresi hanno puntato sul “nuovo” e se il “nuovo” dovesse fare le stesse fesserie del “vecchio” diventerebbe subito anche esso vecchio

Non voglio certamente difendere Scura , non ne ho titoli e forse non ne ho la capacità

Ma mi atterrisce che la sanità calabrese possa finire nelle mani non solo di Mario Oliverio ma anche di Franco Pacenza il suo tecnico senza titoli.

Grazie

Giuseppe Marchese

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Era in bicicletta, ma forse il conducente non si è accorto di nulla

Un uomo non ancora identificato, presumibilmente un migrante di origine africana, è stato travolto nella tarda serata di ieri sulla statale 106 ionica in località Torricella a Corigliano Calabro.

L'uomo, che era in sella ad una bici, è stato trovato in condizioni gravissime a bordo della strada da alcuni passanti, i quali hanno chiamato i soccorsi.

Trasportato nell'ospedale di Rossano l'uomo è morto dopo alcune ore in seguito alle gravissime ferite riportate.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno effettuato i rilievi. In corso le indagini per stabilire le cause dell'incidente.

Non è escluso che chi ha investito l'uomo non si sia accorto di nulla

Ansa.

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I militari della Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia hanno individuato, nel comune di Pizzo, una vastissima piantagione di marijuana, della qualità notoriamente conosciuta come “skunk”.

La coltivazione era effettuata in 20 serre ed insistente su un appezzamento di terreno di oltre un ettaro, interessava un totale di 89.624 piante di varia altezza, gran parte delle quali già giunte a fioritura e, pertanto, pronte per essere sottoposte alla successiva fase di essiccazione.

Al momento del massiccio blitz operato dalle Fiamme gialle sono state sorprese sette persone intente a coltivare parte delle innumerevoli piante. Si tratta di G. D., 43 anni, e P. M., 34 anni, cittadini italiani; D. T., 23 anni, originario del Mali; B. A. 23 anni, originario della Guinea; T. M., 33 anni, K. B., 33 anni, e T. S., 35 anni, (gli ultimi tre tutti originari della Costa d’Avorio), tratti in arresto in flagranza di reato e associati alla Casa circondariale di Vibo Valentia.

Oltre alle 20 serre già in coltura, è stata altresì rilevata l’esistenza di un’estesa area già predisposta per l’impianto di ulteriori 3200 piante, posizionate in vivaio in appositi contenitori di polistirolo. 

Quella scoperta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia è apparsa sin da subito una vera e propria azienda agricola, estremamente strutturata e munita di ogni elemento produttivo necessario per la coltivazione e la successiva distribuzione dello stupefacente: teli, mezzi, utensili, un capillare ed ingegnoso sistema di irrigazione automatico, aeratori, un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, buste, bilance di precisione e, “last but not least”, ben 5 braccianti di nazionalità extraeuropea, regolarmente pagati per lo svolgimento delle mansioni loro affidate. 

In prossimità della piantagione i militari hanno scoperto anche l’esistenza di una casa colonica che, formalmente disabitata, era in realtà adibita sia allo stoccaggio e all’essiccazione della marijuana sia a modulo abitativo per gli addetti agli illeciti lavori.

I finanzieri vibonesi, in esecuzione di quanto prontamente disposto dal Pm di turno presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, tempestivamente informata della scoperta, hanno proceduto all’arresto delle sette persone individuati in loco ed al sequestro dell’intera piantagione, di un ingente quantitativo di stupefacente già essiccato e di tutta l’attrezzatura scovata all’esito delle approfondite attività di perquisizione eseguite. 

L’autorità giudiziaria ha disposto, inoltre, previa opportuna campionatura, l’estirpazione delle piante di canapa indiana e l’immediata distruzione delle medesime.

Le coltivazioni, a fioritura completa, avrebbero prodotto circa 8 tonnellate di marijuana.

Lo stupefacente, una volta essiccato ed immesso sul mercato, avrebbe fruttato un profitto, sul mercato illegale, pari ad almeno 20 milioni di euro.

Un duro colpo inferto dalla Compagnia della Guardia di finanza di Vibo Valentia a quella che rappresenta, ad oggi, una delle più fruttifere forme di business della criminalità calabrese.

Le indagini delle Fiamme Gialle, dirette dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Benedetta Callea, sono ancora in corso di esecuzione al fine di accertare eventuali ulteriori responsabili nell’attività illecita.

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