
Arturo Bova, membro a pieno titolo della maggioranza, cristallizza la crisi del centrosinistra regionale:
«Serve uno scatto di dignità e di etica politica, in questo modo la barca non arriverà a destinazione.
Si sta distruggendo giorno per giorno la storia gloriosa della sinistra calabrese, non possiamo tirare avanti così».
Gli fa eco Mimmo Bevacqua che a sorpresa si autosospende dal gruppo del Pd.
«Naturalmente – ha detto in aula -, la mia è una decisione che vuole essere di pungolo e di chiarezza nei rapporti interni al gruppo».
Bevacqua ha comunque specificato che non lascerà il partito.
«Non potrei farlo – ha specificato -, perché 10 anni fa sono stato uno dei protagonisti della sua nascita, nella mia provincia, in quanto svolgevo allora la funzione di segretario provinciale della Margherita».
Il presidente della commissione Ambiente non vuole dunque «buttare al vento» due lustri di impegno politico, ma ritiene che non sia più «sostenibile continuare passivamente a registrare nell’ambito del gruppo posizioni contrastanti e spesso in disaccordo con le decisioni della maggioranza.
Per non parlare poi delle tante assenze che si registrano puntualmente a ogni seduta consiliare e determinano la mancanza del numero legale».
Bevacqua, in particolare, stigmatizza anche «l’accumularsi di posizioni espresse in questi mesi e in questi ultimi giorni da autorevoli colleghi del Pd in merito alle considerazioni relative al civismo». Il riferimento, neanche troppo velato, è al governatore Mario Oliverio e al capogruppo Sebi Romeo che nell’ultima settimana hanno più volte auspicato l’allargamento della coalizione che ruota attorno al Pd.
«Ognuno – chiarisce Bevacqua – ha la libertà di esprimersi come meglio sa e come meglio crede ma, per me, il civismo esasperato o il meridionalismo di bandiera sono un rimedio peggiore del male».
Il consigliere “autosospeso”, «per cancellare ogni dubbio», ha annunciato di voler richiedere un incontro al “reggente” Maurizio Martina «affinché tutto il gruppo consiliare del Pd calabrese sia riunito e ognuno si esprima chiaramente sulle prospettive immediate che il partito intende perseguire in Calabria e nel resto del Paese.
Se dovessi constatare l’avallo di questa confusione, ognuno di noi valuterà serenamente il da farsi».
Bevacqua ha infine confermato la sua «lealtà» a Oliverio, che deve «esplorare tutte le strade utili per mettere in campo un fronte civico e democratico a sostegno della sua candidatura, ma sarebbe sbagliato se ciò avvenisse in un modello alternativo al progetto riformista del Pd».
Rivendica invece la sua appartenenza alla maggioranza Orlandino Greco, che invita l’opposizione a entrare nel merito delle questioni e ricorda la «coesione e la fermezza» del centrosinistra «nelle questioni decisive».
Una frana ha invaso il rilevato ferroviario bloccando, già di per sé, i treni
E non solo.
Sempre il maltempo ha dilavato parte del rilevato lasciando i binari sospesi.
Per fortuna i treni son o stati fermati per tempo
Il convoglio diretto a Reggio Calabria è fermo ormai da ore.
Un elicottero della Prociv è partito per un volo al fine di valutare le criticità sul territorio
Alla stazione di Nicotera tre autobus sono in attesa dei 150 passeggeri del treno regionale partito da Lamezia Terme e diretto a Reggio Calabria, e rimasto bloccato sulla linea ferroviaria nel tratto Nicotera-Rosarno.
Uno dei passeggeri a bordo ha accusato un malore e un medico sta in questi minuti raggiungendo il treno per prestargli soccorso.
Sulla tratta interessata è in corso un intervento per ripristinare la circolazione e consentire al convoglio di fare ritorno alla stazione di Nicotera dove i passeggeri verranno trasbordati sui pullman in attesa.
Intanto nella zona ha ripreso a piovere e con la pioggia è tornata alta anche la preoccupazione dei residenti che temono nuovi disagi.
La situazione viene costantemente monitorata da forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Protezione civile.
Un elicottero con a bordo il capo della Prociv regionale Carlo Tansi sta effettuando un sorvolo per valutare le criticità presenti sul territorio.
Per anni i politici ed i super burocrati calabresi hanno “falsato” le verità circuendole di un alone che è servito a lasciar credere fatti non veri.
Per farlo, grazie alla stampa guidata ed indotta, hanno offerto vergognose falsità, fatte di selfie e di dati bugiardi.
Ma ora sembra che quelli che non si lasciano guidare, indurre, comprare, cominciano a svelare alcune verità.
Attenti però!
Prima delle prossime elezioni regionali li vedrete tantissimo in giro per la Calabria a fare film, foto, ad abbracciare, a promettere, a prendere in giro sindaci, assessori, consiglieri comunali, cittadini.
Ma voi non vi fate prendere in giro! Anzi registrate le loro promesse ed inviate il tutto alla procura di Catanzaro…..
Ma ecco le prime verità: «Record sui fondi Ue? Macché, è un flop» di D. Gattuso* e M. Olivieri**
“No, la Calabria non è la prima regione al Sud per capacità di utilizzazione dei fondi comunitari e non è neppure tra le regioni più virtuose d’Italia quanto a capacità di spesa.
A quanti tentano ancora di confondere le acque, parlando addirittura di “miracoli” ad opera dell’attuale giunta regionale, o millantano presunti successi nello stato di avanzamento della spesa comunitaria 2014/20, non possiamo che richiamare quanto affermato nel recente rapporto di Banca d’Italia sull’economia calabrese, pubblicato il 14 giugno scorso, secondo cui «le risorse impegnate in progetti avviati, o in fase di avvio, ammontano al 40,8 % della dotazione totale, un dato inferiore alla media nazionale».
Tale percentuale si riferisce all’ultima rilevazione effettuata dalla Commissione Europea ed è aggiornata a dicembre 2017.
Di questa cifra – continua la Banca d’Italia – la spesa effettivamente realizzata sui fondi Ue 2014/20 «risulta ancora ridotta» e ferma al 5,8 % della dotazione.
In altre parole, c’è un restante 60% dei fondi comunitari che ad oggi non si è ancora deciso come spendere.
Si tratta di cifre che aumentano la distanza della Calabria dal resto d’Italia e la tengono lontanissima dalla media europea.
Considerato che il solo Programma Operativo Regionale (POR) della Calabria, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e dal Fondo Sociale Europeo (FSE), prevede una dotazione complessiva di circa 2,4 miliardi di euro, e che ad oggi risulta un residuo del 33,4% di spesa da certificare entro il 31 dicembre 2018 se si vuole scongiurare il disimpegno automatico delle risorse, questo significa che le spese ancora da certificare ammontano a circa 149 milioni di euro su un totale di 446 milioni.
La speranza, è che tutti i pagamenti effettivi (cioè i soldi effettivamente fluiti nell’economia calabrese) possano essere regolarmente certificati.
Ma, come si diceva, al momento non vi è alcuna certezza.
Peraltro se la capacità di spendere è un indicatore significativo ai fini della valutazione dell’efficacia delle politiche regionali in materia di fondi comunitari, restano molti dubbi sulla qualità della spesa, ovvero sulla reale capacità di produrre effetti virtuosi in termini di crescita economica, maggiore occupazione stabile, migliori indici di qualità della vita, ecc. Gli impatti, ad oggi, sono inconsistenti.
I dati della Banca d’Italia – a dir poco imbarazzanti per il governo regionale – sono quelli ufficiali forniti dalla Commissione Europea, e pertanto spiace dover tornare per l’ennesima volta sull’argomento, al solo scopo di rettificare le mirabolanti dichiarazioni di qualche consigliere regionale, che ama dipingere scenari fiabeschi che nulla hanno a che fare con la dura realtà delle cose. Se lo facciamo è solo per amore della verità, poiché riteniamo che si stia cercando di carpire la buona fede dei calabresi, ipotecando le loro speranze in un futuro migliore. La verità è che stiamo assistendo negli ultimi 5 anni ad un periodo di crescita fittizia senza occupazione stabile e di qualità; i dati contabili sulla crescita del Pil tendono a mascherare la diminuzione del Pil pro-capite (accertata dall’ultimo rapporto Svimez, di pochi mesi fa), nonostante lo spopolamento in atto della nostra regione.
Gli ultimi dati Istat di pochi giorni fa, ci informano infatti che – nel solo 2017 – la Calabria ha perso altri 9.000 abitanti. In questo quadro, l’intera programmazione comunitaria della Regione Calabria non sta portando nessuno dei risultati sperati e tanto strombazzati da chi governa.
Nel frattempo, si continua a consumare in silenzio un vero e proprio crimine ai danni dei calabresi e soprattutto delle categorie sociali più svantaggiate, a causa dell’insipienza di un’amministrazione regionale che non solo non è in grado di programmare e gestire proficuamente la spesa comunitaria, ma che addirittura pretende di autoassolversi, giudicando se stessa degna di potersi sedere al tavolo delle regioni virtuose.
La verità è che a soli due anni di distanza dalla scadenza naturale della programmazione comunitaria, la giunta Oliverio non è in grado di presentare risultati degni di nota.
Si continuano a presentare pillole indorate, puntando solo ad ingrossare le fila di clientele interessate. Come altrimenti spiegare i ritardi, le continue rettifiche, le incessanti integrazioni, e i differimenti dei termini che colpiscono sistematicamente tutti i bandi finora pubblicati dalla Regione Calabria?
Un caso su tutti: il bando sull’offerta turistica a valere sul Fondo Fesr (Azione 3.3.4).
Nonostante sia stato pubblicato a settembre 2017, a giugno 218 non è stato ancora aggiudicato. Per una regione che dovrebbe vivere di turismo tutto l’anno si tratta di una vera tragedia.
Verrebbe da chiedersi cosa facciano tutto il giorno gli amministratori regionali ed i relativi dirigenti generali. Ma di ciò nessuno gradisce parlare, e ci si attarda invece su narrazioni romantiche di una Calabria dipinta come meta turistica d’eccellenza, che – per la verità – esiste solo nelle fantasie di chi governa.
Paradossale, quindi, appare la situazione politica calabrese, caratterizzata da un Consiglio Regionale improduttivo e contraddistinto dalla sostanziale assenza di opposizione dialettica. Le tradizionali connotazioni partitiche di destra e di sinistra sono sparite e ci si trova di fronte ad un’informe, scolorita ed impreparata classe politica, lontanissima dai paradigmi di una classe dirigente di cui la Calabria avrebbe davvero bisogno.
Non è un caso che si registrino di questi tempi prove di inciucio, in parte sperimentate in territorio cosentino con la vicenda della Metro, e in corso di sperimentazione a Catanzaro con maldestri accordi su “grandi opere” di mediocre levatura; prove indirizzate, probabilmente, all’esclusivo obiettivo di mantenere poltrone, ormai traballanti.
Il deciso cambio di passo chiesto dalla società civile calabrese al Presidente della Regione non c’è mai stato e, anzi, per molti aspetti si ha l’impressione di essere tornati indietro, sia nei risultati amministrativi che sul piano politico, visto che la giunta regionale è arenata nel goffo tentativo di difendere quel che resta della casta politica e burocratica calabrese, ormai indifendibile.
*docente Università Mediterranea
**economista