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Scaduto il termine prefissato per il parto, ecco la neo nata.

Una giunta al femminile

Il passato.

Restano confermati gli uscenti :

-Francesco Russo, che sarà il vicepresidente al posto di Viscomi,

-Franco Rossi,

- Roberto Musmanno e

-Antonella Rizzo.

 

A Russo anche le deleghe allo Sviluppo economico e alle Attività produttive.

Il futuro

Il futuro della giunta regionale è al femminile

Entrano :

-Maria Teresa Fragomeni – a cui andranno le deleghe Bilancio, Programmazione economica e politiche del personale –,

-Maria Francesca Corigliano – Cultura, Beni culturali e Istruzione – e

-Angela Robbe – Lavoro, formazione e Politiche Sociali.

Maria Teresa Fragomeni, una commercialista ritenuta molto vicina al capogruppo Sebi Romeo, è una dirigente del Pd della Locride;

Maria Francesca Corigliano è stata candidata alle regionali del 2014 ed è stata assessore provinciale a Cosenza al tempo della presidenza Oliverio;

Angela Robbe è l’attuale presidente di Legacoop Calabria.

La burocrazia

Le tre direttive seguite dal governatore in questa fase sono state” Rimpasto, azzeramento e rotazione.

Oliverio infatti ha già stabilito l’azzeramento totale di tutte le strutture di supporto degli assessori in carica.

Un repulisti in piena regola, a cui seguiranno evidentemente nuove nomine più adatte agli obiettivi del presidente.

Molti cambi ai vertici dei dipartimenti.

La rotazione dovrebbe riguardare l’attuale dg dell’Agricoltura, pronto ad assumere l’incarico di capo delle Attività produttive.

Al suo posto sarebbe in procinto di subentrare Giacomo Giovinazzo.

La novità potrebbe essere rappresentata dal manager di lungo corso Carmine Barbaro, da molto tempo fuori dal “giro” ma scelto da Oliverio per un nuovo e importante ruolo.

Barbaro, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato cooptato in quota Mimmetto Battaglia, consigliere regionale del Pd di Reggio.

I cambiamenti riguarderanno anche le società regionale Fincalabra e Arpacal – guidate rispettivamente dallo stesso Salvino e da Maria Francesca Gatto – che dovrebbero subire un taglio al vertice.

Immediato il plauso di Magorno.

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"Pd alla resa dei conti: Adamo elimina (anche) Giudiceandrea

Quando è guerra è guerra. E in guerra vince chi spara di più. E a sparare contro Giudiceandrea, così come vi avevamo annunciato, è Luigi Guglielmelli.

 

 

Che si aggiunge alla già folta schiera di cecchini che Nicola Adamo ha mobilitato contro di lui.

Nicola ha deciso che Giudiceandrea non deve più far parte della loro paranza perché non lo ritiene affidabile.

E se si vuole ricandidare a consigliere regionale è meglio che inizi a cercarsi un altro partito da sfruttare.

Tanto, dice Nicola, Giuseppe è abituato a saltare fossi.

Perché il nostro prossimo candidato a consigliere regionale già c’è.

Ed è Luigi Guglielmelli.

Il perché Nicola abbia deciso di schierare le sue truppe in assetto di guerra contro Giudiceandrea è intuibile: impossessarsi totalmente di quel che resta del PD in Calabria, lasciando “dentro” solo coloro i quali hanno giurato obbedienza a lui e a Palla Palla.

E Giudiceandrea, che ha pretese di poltrone e velleità politiche varie, non rientra nell’idealtipo di Nicola.

C’è da scommetterci che dietro la ferma volontà di Nicola di dar battaglia a Giudiceandrea, c’è anche lo zampino di Ferdinando Aiello.

Che tanto si era speso per far eleggere Giudiceandrea in consiglio regionale.

Una “cortesia” che Giudiceandrea non ha mai ricambiato.

Tant’è che una volta eletto non c’ha pensato su due volte a mollare Aiello, pugnalandolo alle spalle.

Per meglio sistemare il suo culo sulla poltrona.

Lo scopo di Nicola e Palla Palla è quello di formare un bel gruppone di fedeli cagnolini, senza oppositori interni, e giocarsi quei pochi voti clientelari che gli sono rimasti alle prossime regionali, con la speranza di conquistare qualche nicchia di potere che gli permetta di sopravvivere ancora un altro po’.

E quei pochi voti clientelari che sono rimasti non bastano più per sistemare tutti. E le scelte si impongono.

Ecco perché Giudiceandrea, capito questo, tenta la sortita televisiva convinto, nella sua infinita stupidità, di impressionare Nicola e Madame Fifì, e di costringerli quantomeno ad una contrattazione.

Non capendo invece di aver fornito l’assist giusto a Nicola, che ora può accusarlo di mettere in cattiva luce il PD con le sue esternazioni personali non concordate con il partito, per dare il via al plotone di esecuzione.

Insomma Giudiceandrea, per Nicola, è nu lignu stuartu che è meglio abbandonare al proprio destino.

Porta sulu problemi. E di questo dovrà farsene una ragione anche Palla Palla che, se costretto a scegliere tra Nicola e Giudiceandrea, non potrà far altro che abbandonare il suo servo sciocco al proprio destino. Con la scusa di: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

Di fare la sparata da Giletti non gliela aveva ordinato il medico.

L’attacco di Guglielmelli è mirato. Sa dove colpire.

E spara centrando il bersaglio della vera ragione del fare politica di Giudiceandrea: il denaro. E dice: se Giudiceandrea è così interessato a far risparmiare i cittadini abolendo i vitalizi ai consiglieri, come mai non scioglie il suo gruppo in consiglio regionale “Democratici e Progressisti”, di cui è il presidente, che costa alla collettività quasi 200mila euro all’anno, ed è attualmente composto da due persone? Che utilità ha mantenere questo gruppo in consiglio?

La risposta è semplice dice Guglielmelli: mantenere la gestione dei fondi destinati ai gruppi. Altro che lotta alla casta!

Guglielmelli svela a chi ha ancora qualche leggerissimo dubbio sulle qualità politiche del comunista col culo degli altri, la vera natura politica di Giudiceandrea: garantire a se stesso e alla sua cerchia, benessere e privilegi, amministrando, oltre il suo già lauto stipendio, altre forme di economia, che la carica di consigliere comporta.

Ma la sua parabola politica finisce qui. Mettersi contro Nicola non è cosa di tutti, men che meno di un Giudiceandrea qualsiasi. Nicola ha già sentenziato: Giudiceandrea e Guccione sono fuori, e questo è già nei fatti.

Non resta che “ratificarlo”. Ma non tutti i mali, a volte, vengono per nuocere. Chiusa una porta si apre un portone.

E il portone per Giudiceandrea potrebbe essere proprio Guccione. Una loro eventuale alleanza potrebbe, in qualche modo, disturbare il manovratore.

E non è detto che ciò non accada.

Chi guerra!

Da Iacchite - 11 aprile 2018

 

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Oliverio dice che: «I tagli di Scura mettono a rischio la salute dei cittadini».

Vediamo perché non è vero!

Basta leggere l’articolo seguente che parte da un titolo importante “Lamezia, bambino di tre anni in pericolo di vita salvato all’ospedale "Giovanni Paolo II" ,

per affermare, nel suo prosieguo, che il bambino con un elisoccorso è stato trasferito in Sicilia, presso l’Ospedale di cardiochirurgia pediatrica San Vincenzo di Taormina, in quanto in Calabria non esistono delle strutture di cardiochirurgia dedicate ai pazienti pediatrici".

Mai esistita!

La verità, quindi, è che mancano strutture ospedaliere altamente specializzate.

Questo l’articolo postato da IlLametino.it:

“Lamezia Terme – E’ stato il tempestivo intervento dei sanitari dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme a salvare la vita a un bambino di tre anni, giunto nel pomeriggio di Pasquetta al Pronto Soccorso dell'ospedale lametino per uno stato di disidratazione e per una sospetta infezione delle vie respiratorie. Ne dà notizia il dottor Antonio Gallucci direttore sanitario POU che ha espresso "soddisfazione nei confronti di tutti gli operatori coinvolti per l’eccellente professionalità dimostrata".

Dall'Asp di Catanzaro, in una nota, raccontano la vicenda del piccolo conclusasi nel migliore dei modi: "Arrivato in Pronto Soccorso il bimbo ha trovato la dottoressa Maria Crisalli che ha disposto la radiografia del torace. Dall’esito dell’esame radiologico è stato riscontrato un versamento pleurico a sinistra ed una polmonite a destra. Il PS di Lamezia, una volta accertato il grave quadro clinico del bambino, supportato anche dall’esame radiologico, ha richiesto subito la consulenza specialistica della Pediatria. Ad intervenire è stata la dottoressa Elisabetta Mercuri, la quale, dopo aver visitato il bambino, oltre a confermare quanto già riscontrato ha individuato anche un problema cardiaco che l’ha indotta a chiedere immediatamente la consulenza della Cardiologia. Ad affiancare i sanitari è stata questa volta la dottoressa Loredana A. Torchia che, una volta riscontrato un problema cardiaco serio, ha disposto un’ecocardiografia che è stata subito effettuata dal dottore Pasquale Pelaggi. Nel frattempo è stata allertata la struttura di Anestesia e Rianimazione perché il quadro clinico del bambino era molto grave, la pressione sistolica di 50 alla prima misurazione, 160 la frequenza cardiaca e 50/60 atti respiratori al minuto.

La situazione emodinamica era molto critica con parametri vitali alterati. Intanto, dall’esame ecocardiografico effettuato dal dottor Pelaggi era risultata la presenza di un tamponamento cardiaco con versamento pericardico di entità tale da poter compromettere la funzionalità del cuore, vale a dire che la sua compressione era tale da impedirgli di battere regolarmente fino a provocarne l’arresto. Secondo la stima fatta dal dottore Pelaggi attraverso l’esame ecocardiografico, circa un litro di versamento comprimeva il cuore. Dunque, la vita del bambino era in grave pericolo e i tempi di intervento strettissimi. Per questo dal PS si è cercato di contattare una delle Cardiochirurgie più vicine per procedere al drenaggio il più rapidamente possibile e scongiurare la morte del bambino per arresto cardiaco, che sarebbe avvenuto da lì a poco".

"In Calabria non esistono strutture di cardiochirurgia per pazienti pediatrici"

Con la situazione molto critica, ad aggravare la vicenda anche la mancanza di strutture idonee: "Dopo aver contattato le due Aziende di riferimento, la situazione appariva disperata: nessuna delle due strutture aveva voluto prendere in carico il bambino asserendo entrambe di non essere idonee al trattamento cardiaco dei pazienti pediatrici. Né le due strutture si erano rese disponibili all’operazione di drenaggio per poi trasferire il piccolo paziente nella prima struttura utile di Cardiochirurgia pediatrica. Dai due centri la risposta è stata “noi non siamo attrezzati per trattare i bambini”.

A questo punto l’anestesista Marcello Mura ha chiamato il dottore Pelaggi e insieme, non avendo altra alternativa, hanno deciso di procedere al drenaggio nell’ospedale di Lamezia Terme, anche perché, pur con l’ausilio dell’elisoccorso, non ci sarebbe stato il tempo di trasferire altrove il piccolo paziente. I sanitari, coadiuvati anche dall’anestesista Gabriele Bilotta, hanno così proceduto all’intervento in anestesia attraverso guida ecografica fino ad arrivare con l’ago ad un centimetro dalla parete del cuore, riuscendo a drenare circa 500ml di liquido. Fase operativa che ha consentito al bambino di superare la fase di criticità, iniziare ad ossigenarsi e mettersi in salvo. Stabilizzate le condizioni e ormai fuori pericolo di vita il piccolo paziente, tramite il 118, è stato immediatamente accompagnato in aeroporto dal dottore Mura e dal dottore Enzo Siniscalchi del 118, da dove con l’elisoccorso è stato trasferito in Sicilia. Ora si trova ricoverato nell’Ospedale di cardiochirurgia pediatrica San Vincenzo di Taormina, in quanto in Calabria non esistono delle strutture di cardiochirurgia dedicate ai pazienti pediatrici".

Il Direttore Generale ha manifestato l’apprezzamento per il Personale Medico e Infermieristico dell’Ospedale di Lamezia Terme che, con un corale lavoro di gruppo, ha salvato una vita umana in tenera età”

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