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Più di un autobus su quattro destinato al servizio di noleggio con conducente e immatricolato in Calabria non è in regola con la revisione obbligatoria del veicolo.

Per la precisione si tratta del 26,51% degli autobus per trasporto persone, una percentuale alta che fa della regione la seconda in Italia per mezzi non in regola con la revisione, dopo la Campania.

Il dato emerge da una analisi di Facile.it basata su dati ufficiali del Ministero dei Trasporti. Si tratta, nello specifico, è scritto in una nota, di 224 mezzi su un totale di 845 presenti nell’Archivio nazionale dei veicoli gestito dalla Motorizzazione. Rientrano in questa categoria di veicoli, ad esempio, quelli utilizzati per le gite scolastiche degli alunni o per i tour turistici.

A livello nazionale, la percentuale di quelli non in regola con la revisione è pari al 18,62%, quindi in Calabria c'è una percentuale di ben 8 punti percentuali superiore.

In base ai calcoli di Facile.it, la provincia con la percentuale più alta di mezzi non revisionati è Vibo Valentia (49 pari al 40,50%) dove addirittura quasi la meta dei mezzi non è in regola con un valore nettamente maggiore rispetto alle altre province.

Vibo infatti è seguita da Catanzaro (30 ossia il 26,55%),

Reggio Calabria (57, 23,95%),

Cosenza (72, 23,68%) e per finire

Crotone (16, 23,19%), tutte come abbiamo visto in una forchetta che oscilla tra il 26 e il 23% contro il 40% di Vibo.

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Con il giorno delle Palme ha inizio per noi cattolici la settimana santa.

In questo giorno la Chiesa cattolica ricorda l’ingresso trionfale di Nostro Signore Gesù Cristo a Gerusalemme in sella ad un asino, accolto da una folla festante e osannante che lo salutava agitando rami di palma e che stendeva a terra dove passava i mantelli.

Anche noi ancora oggi portiamo in chiesa ramoscelli d’olivo per essere benedetti dal sacerdote con acqua santa e poi appenderli agli alberi da frutta sotto forma di croce per proteggere la campagna dalle intemperie e dalle calamità.

Tanti anni fa, quando io ero ancora un ragazzo, i ramoscelli d’olivo portati in chiesa da persone benestanti, venivano adornati con fiocchi colorati, con fiori, con cioccolatini, con piccoli uova di cioccolato e con ciambelle fatte in casa.

In alcuni paesi della Calabria sono ancora vive alcune tradizioni popolari e rimembranze di cultura pagana e greca.

A Bova, per esempio, i fedeli il giorno delle Palme si recano in chiesa in processione portando le famose e caratteristiche “Pupazze” per essere poi benedette.

“Le Pupazze” sono delle sculture femminili sagomate con ramoscelli d’olivo e adornate di fiori e di frutta.

L’antico borgo, uno dei più belli d’Italia, il giorno delle Palme è un tripudio di colori.

Dopo la benedizione le sagome preparate con maestria vengono smembrate e ridotte in “steddhi” che poi vengono collocati nelle camere da letto o in campagna.

“Gli “steddhi” sono i piccoli ramoscelli d’olivo staccati dalle “Pupazze” che per effetto della benedizione del Sacerdote con l’acqua benedetta diventano amuleti sacri da collocare in casa sotto un immagine sacra nella camera da letto, nell’anta di una cristalliera, nei campi, nei luoghi di lavoro.

C’è ancora chi utilizza le foglie benedette per togliere il malocchio dalla casa e da chi la abita.

Questi antichi riti pagani provenienti dalla antica Grecia, ieri come oggi, sono molto sentiti.

I cittadini di Bova, antica colonia greca, si riuniscono ogni anno e incominciano a preparare “Le Pupazze” con largo anticipo, intrecciando con pazienza certosina e grande abilità i rami d’olivo intorno ad un’asse di canna.

Vengono realizzate figure femminili che poi abbelliscono, come abbiamo visto e come si possono vedere dalla foto che allego, con fiori, nastri colorati, frutta e primizie.

I cittadini, grandi e piccini, autorità civili e religiose, si riuniscono nella chiesa di San Leo, Santo Patrono di Bova,dove vengono solennemente benedette e poi le portano in processione tra gli stretti vicoli del borgo antico fino ad arrivare alla concattedrale di San Teodoro.

“Le Pupazze”, infine, vengono condotte sul sagrato e smembrate dei loro componenti “Gli Steddhi” e distribuiti ai fedeli.

Questo rito delle “Pupazze” affonda le radici nel mondo della mitologia greca.

di Francesco Gagliardi

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ludotecaAntoniotti: È una realtà sociale che appartiene alla storia del Centro storico

ROSSANO - Lunedì, 26 Marzo 2018 – Il Sindaco attui ogni azione possibile per evitare la chiusura della Ludoteca Il Sasso nello Stagno. Rossano ed il suo Centro storico non possono permettere che si perda un presidio educativo che negli ultimi trent’anni ha sostenuto la crescita di centinaia di ragazzi, togliendoli dalla strada e sottraendoli alle devianze sociali. Tutte le Amministrazioni comunali, dal 1987 ad oggi, hanno sempre sostenuto, anche con interventi straordinari, le attività proposte dall’associazione e sarebbe davvero imperdonabile per la nostra comunità, che si appresta ad aprire il nuovo ciclo politico e amministrativo della terza Città della Calabria, trovarsi senza un’entità così importante per il sostegno e la formazione dei giovani.

A dirlo è il capogruppo consiliare e massimo esponente del movimento civico Rossano Prima di Tutto, Giuseppe Antoniotti, che con preoccupazione, a seguito del recente annuncio del presidente dell’Associazione Il Sasso nello Stagno, Alfonso Sacchetti,promotore ed organizzatore della ludoteca civica, sulla prossima chiusura del servizio a causa di intoppi burocratici, lancia un appello al Primo cittadino affinché si impegni a continuare a garantire un servizio che da sempre è uno dei fiori all’occhiello della rete dei servizi sociali della Città di Rossano.

È giusta la promozione del territorio – commenta Antoniotti – ma a che serve spendersi per dare lustro alla Città se poi al suo interno inizia a cadere a pezzi a causa di un’azione amministrativa poco attenta o, in alcuni casi, del tutto assente. Le politiche per il sociale non possono essere delegate agli uffici, vanno seguite, incoraggiate e sempre ampliate. Lo dico da sempre. E l’annunciata chiusura della ludoteca civica non è altro che la punta di un iceberg di un sistema burocratico-amministrativo deficitario e che a Rossano sembra aver preso il sopravvento sugli organi deputati al governo. Le istituzioni non possono fermarsi di fronte alla fredda logica dei numeri e dei tagli, consigliati dai burocrati. Le istituzioni e la politica hanno il compito e il dovere di trovare soluzioni lì dove soluzioni sembrano non essercene. Da Sindaco e, ancor prima, da Assessore – aggiunge il Capogruppo di RpT - sono stato sempre attento affinché i ragazzi della nostra città potessero avere sempre uno spazio sociale nel quale confrontarsi, giocare, dialogare ed avere il conforto o il sostegno perenne degli educatori. Centinaia di bambini e giovani sono cresciuti all’ombra della ludoteca tanto che essa appartiene, senza ombra di dubbio, alla storia sociale della nostra Città. E non tollererò – precisa - che questa realtà cessi di esistere per l’inerzia dell'attuale Amministrazione comunale. Negli anni del governo del Centro Destra abbiamo fatto l'impossibile per reperire i fondi e finanziare l'attività formativa, ludica e di sostegno. Non solo, consapevoli dell’importanza del loro servizio, ci siamo impegnati affinché l’associazione potesse avere una sede più idonea e adeguata che poi trovammo nell’attuale sede di Villa Labonia. Oggi tutto questo potrebbe perdersi per i soliti intoppi e i cavilli che presentano i burocrati. La politica e le Istituzioni cittadine – si chiede in conclusione Antoniotti - che fanno?

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