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Relativamente all’operazione “Salus”, avviata dalla Procura di Reggio Calabria, la quale attraverso il lavoro investigativo della Guardia di Finanza ha scoperto che l’Asp della provincia reggina ha pagato due volte le fatture per le prestazioni sanitarie ad una nota clinica privata del posto, Villa Aurora, per un importo complessivo di quasi sei milioni di euro, è emerso, a chiusura delle indagini, anche il coinvolgimento del referente della Kpmg, società advisor incaricata dal governo nel 2009 di rendicontare il debito sanitario per il quale poi è scattato il commissariamento del settore in Calabria.

Un fatto, riteniamo questo, molto grave dal momento che soldi pubblici sono finiti nelle casse di privati con oculate operazioni di truffa e raggiro, il tutto sotto gli occhi di chi dal governo è stato chiamato a vigilare e rendere conto delle situazioni economiche relative al comparto sanitario calabrese, attraversato oggi dall’ennesimo scandalo.

Ricordo che la società Kpmg costa ai calabresi oltre quattro milioni di euro l’anno e non sappiamo a questo punto davvero per cosa, un lavoro che le viene affidato attraverso la struttura commissariale con proroga di anno in anno che lo stesso attuale commissario Scura ha rinnovato nonostante il bando per l’affidamento di questa attività a nuova società sia stato pubblicato già alla fine del 2016 ma che, a quanto pare, ad oggi non è stata perfezionata ed ultimata l’aggiudicazione.

Non è da oggi che noi di Azione Identitaria riteniamo non affidabile e credibile l’attività di questa multinazionale che dalla nostra regione drena lauti compensi gravanti tutti sulle spalle dei cittadini e, dal momento che il commissario Scura in Calabria sembra non aver avuto dubbi circa l’affidamento e la proroga a Kpmg, riteniamo anche lui responsabile morale di questa situazione di sperpero di denaro pubblico che va ad aumentare l’emergenza sanitaria regionale in un circolo vizioso raccapricciante fatto di corruzione, truffe e negligenze.

Chiediamo l’immediata rimozione della società Kpmg ritenendo il lavoro svolto dalla stessa fallimentare e deleterio per la Calabria, dal momento che al posto di rendicontare i debiti pregressi li ha aumentati favorendo situazioni come quella dell’Asp di Reggio Calabria, dove ci auguriamo la magistratura ora possa fare piena chiarezza, ma nell’attesa che ciò avvenga, è d’obbligo pretendere l’allontanamento della Kpmg dalla Calabria, il cui sistema di controllo e modo di agire sono stati ritenuti, da governo e struttura commissariale, intoccabili.

Paola Turtoro     Portavoce regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA

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Il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è indagato per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su “Calabria verde”, ente in house della Regione, riguardante il distacco di un dipendente.

 

 

Lo ha reso noto lo stesso Oliverio. «Mi è stato notificato oggi dalla Guardia di finanza – afferma il governatore in una nota – un “avviso di chiusura delle indagini preliminari ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale con una contestuale informazione di garanzia sul diritto alla difesa ai sensi dell’art. 369 e 369 bis del codice penale” emesso dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Con gli atti mi viene contestato il reato di abuso d’ufficio in relazione al proseguimento di un distacco del signor Barilaro Giuseppe, dipendente del Comune di Francica (Vibo Valentia), presso l’azienda Calabria Verde.

Considerandomi estraneo ai fatti contestati – conclude – confido di chiarire quanto prima la mia posizione nelle sedi competenti».

«Il governatore Mario Oliverio chiarisca anzitutto ai calabresi» affermano, in una nota, i deputati M5s Giuseppe d’Ippolito, Paolo Parentela e Francesco Sapia.

«Oliverio – proseguono i parlamentari 5stelle – ha il dovere di dare precise spiegazioni all’opinione pubblica, fermo restando il suo pieno diritto di difesa.

Ciò perché Calabria Verde è ormai un capitolo troppo scottante, come indica l’inchiesta della Procura di Castrovillari sui tagli boschivi, a seguito della quale è finito sotto processo il capo di gabinetto della Presidenza della Regione, da sempre fedelissimo dello stesso governatore».

«Se non bastasse, i recenti arresti domiciliari – ricordano i deputati M5s – ordinati nei confronti di una dirigente regionale e di un professionista ritenuti politicamente vicini a Oliverio, nonché l’arresto per presunta appartenenza alla ‘ndrangheta di uno dei finanziatori della sua campagna elettorale per le regionali del 2014, sono argomenti che richiedono senz’altro pronta chiarezza politica, al di là dello specifico penale».

«Perciò – concludono D’Ippolito, Parentela e Sapia – Oliverio non si barrichi nel suo proverbiale mutismo e fornisca, sul piano politico, puntuali risposte.

In caso contrario penseremo, come tutti gli altri calabresi, che il governatore, molto abituato a firmare protocolli di legalità e a predicare rigore nella gestione pubblica, ritiene insignificante il dovere morale di spiegare alla comunità».

A firmare il provvedimento di chiusura indagini, notificato dalla Guardia di finanza, sono il procuratore capo Nicola Gratteri, gli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Capomolla e il sostituto Alessandro Prontera.

Barilaro, come detto, è anche sindaco di Acquaro: è stato rieletto nel giugno del 2015, quando per festeggiare la vittoria elettorale delle amministrative arrivò nel Comune del Vibonese proprio il governatore Oliverio (a lato la foto dei festeggiamenti pubblicata su Gazzetta del Sud).

A settembre del 2015 Barilaro è stato poi nominato responsabile dell’Ufficio Forestazione del distretto di Calabria Verde di Serra San Bruno.

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Il segretario regionale della Uil Santo Biondo da inizio alle degnazioni delle illogicità di Oliverio che sembra non si legga i discorsi che gli preparano.

Infatti commentando l’intervento del governatore nelle celebrazioni per il Primo Maggio dice che : «Con quel discorso ha preso a schiaffi se stesso»

Ecco il testo riportato da Il Corriere della Calabria:«Ho letto e riletto l’intervento fuori programma del governatore Oliverio alla Montagnella di Carfizzi, in occasione della festa del Primo Maggio. Mi sono impegnato a farlo perché volevo saziare la mia stupita curiosità. L’ho fatto perché avevo intenzione di capire se quelle parole fossero state proferite proprio dal presidente della giunta regionale o da uno dei tanti sindacalisti o dei tantissimi lavoratori presenti a Carfizzi».

È quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Uil calabrese, Santo Biondo.

«Quelle parole dette dal presidente Oliverio, infatti – prosegue Biondo – mi sono parse da subito paradossali.

Era come se il capo del governo regionale stesse abiurando se stesso e il proprio lavoro quadriennale, come se volesse salire a bordo di una macchina del tempo per cancellare gli ultimi quattro anni di storia legislativa calabrese, come se fosse quello il primo giorno di una dura campagna elettorale avviata per portare il centrosinistra al governo della Calabria. Mario Oliverio pronunciando quel breve discorso ha preso a schiaffi se stesso.

Ha buttato alle ortiche quel poco che la sua squadra di governo è riuscita a fare in questi anni. Ha ammesso la bancarotta delle sue politiche. Ha detto a chiare lettere che il suo passaggio ai piani alti della cittadella di Germaneto è stato fallimentare».

«Le sue parole sono risuonate irreali – dice ancora Biondo – fuori contesto, quasi fossero pronunciate da un marziano della politica.

Che il lavoro sia uno dei problemi più importanti di questa terra lo sanno anche i muri.

Che sia necessario ottenere un piano nazionale di interventi straordinari lo stiamo sostenendo da tempo, tanto che siamo scesi in piazza il 16 novembre dello scorso anno, insieme alla Cgil, per portare all’attenzione della giunta regionale una piattaforma analitica su cosa serve alla Calabria per uscire dalla crisi profonda in cui è precipitata.

Da quel documento bisogna far ripartire il confronto costruttivo con le organizzazioni sindacali ma, sino a oggi, il governatore ha fatto finta di non capire il messaggio lanciato dalla piazza del 16 novembre. La situazione della Calabria non è migliorata, questa terra non ha bisogno di comizianti fuori posto, questa regione non può attendere a lungo un concreto cambio di passo».

«Al presidente Oliverio, che ha insistito sulla necessità di un piano nazionale di interventi – sostiene ancora il segretario generale della Uil calabrese – vorremmo ricordare che il Masterplan tutto è tranne che un piano straordinario, rappresentando, invece, solo una riorganizzazione di risorse messe già a disposizione della Calabria da quel governo sostenuto da un partito, il Pd, di cui egli stesso è esimio rappresentante in terra calabra.

Davanti allo stallo amministrativo alla Regione ribadiamo con forza la nostra idea che l’ultima fase politica del governo regionale debba essere finalizzata alla realizzazione di un programma di fine legislatura che sia basato su pochi e qualificati punti, utili al rilancio produttivo, economico e sociale della nostra terra.

Intanto, la Calabria ha bisogno di vedere realizzata la tanto attesa legge regionale sulla stabilizzazione del precariato. Dovrebbe, poi, ritornare all’attenzione del governo regionale il destino del porto di Gioia Tauro. Su questa importante infrastruttura si sta giocando una partita delicata. Mct e Msc avevano preso degli impegni con il Governo, che per il momento è ancora in carica, ma questi non sono stati rispettati».

«In ultimo, ma non per ultimo – conclude Biondo – ricordiamo al governatore Oliverio che il settore della forestazione ancora aspetta la sottoscrizione del Contratto integrativo regionale che era stata strumentalmente promessa dal presidente della giunta a poche ore dalla mobilitazione del 16 novembre dello scorso anno e, ad oggi, sparita dal ragionamento del governatore».

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