
Scontri, incendi, danneggiamenti, violenze negli Stati Uniti d’America dopo la barbara uccisione di un uomo di colore. Le lancette dell’orologio sono tornate indietro di tantissimi anni quando ancora la gente di colore non aveva gli stessi diritti dell’uomo bianco. Siamo a Minneapolis, città dello Stato del Minnesota, e qui la Polizia l’altra sera ha ucciso un uomo di colore. Si chiamava George Floyd, di anni 46. Ora la città è sotto assedio. Sono state devastate numerose automobili e alcuni centri commerciali e la sede della Polizia locale sono state date alle fiamme. E la rivolta non si placa. Continua. Ora, però, le proteste sono scoppiate ovunque e in tutte le più grandi città dell’America dove la presenza degli afroamericani è notevole, da Menphis a San Francisco, da Denver a Los Angeles. Il Sindaco della città di Minneapolis è stato costretto a chiedere l’intervento della Guardia Nazionale per cercare di riportare l’ordine e la calma. Nel frattempo i quattro poliziotti coinvolti nella morte dell’uomo di colore sono stati di tronco licenziati dal servizio e verranno a breve interrogati e processati. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono intervenuti molti uomini politici, cantanti e artisti di Hollywood. E’ intervenuto finanche l’Alto Commissario delle Nazione Unite il quale ha lanciato un appello chiedendo alla Polizia di fermare gli omicidi degli afroamericani. Anche a Milano, davanti al Consolato degli USA si è radunato un gruppo di manifestanti per protestare contro la barbara uccisione dell’uomo nero. Anche loro hanno chiesto giustizia per George. Ma chi era George e perché è stato ucciso? Era un afroamericano di 46 anni il quale secondo la prima ricostruzione dei fatti avrebbe cercato di usare in un mini market un documento falso. E per un reato così non grave si uccide un uomo? Manco se avesse fatto un attentato o devastato il locale! Avvisata la Polizia subito è intervenuta e George è stato identificato. Era seduto tranquillo in un auto parcheggiata nella strada vicina al mini market. L’hanno fatto uscire usando violenza bloccandolo a terra e ammanettarlo. Un poliziotto, dopo averlo ammanettato, lo ha tenuto a lungo a terra premendo il suo ginocchio con violenza sul collo del povero disgraziato che implorava pietà perché non riusciva a respirare. George gridava con le poche forze che gli erano rimaste:-Per favore lasciatemi, non riesco più a respirare-. Ma il poliziotto non ebbe nessuna pietà e premeva sempre più forte il suo ginocchio sul collo della vittima. La scena è stata ripresa da un passante e filmata col telefonino e poi postata sul Web e in pochi minuti ha fatto il giro del mondo. Le immagini in cui si vede un agente di Polizia che immobilizza George schiacciandogli il collo a terra col ginocchio per circa sette minuti hanno scatenato orrore e indignazione.
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Proprio ieri, leggendo le pagine di Webiamo dell'amico Antonio Cima, abbiamo riflettuto sulla chiusura, ancora non si sa per quanto tempo, del tratto di strada che costeggia il litorale costiero di Amantea nel tratto di Coreca.
Condividiamo con l'amico Antonio le perplessità, l'angoscia ed i dubbi sul mancato intervento da parte del Comune, dell'Amministrazione Provinciale e dell'Anas, per il ripristino di quell'importante tratto di strada, sia a livello turistico che a livello funzionale alla città di Amantea.
Oggi vi raccontiamo un'altra storia, ma sempre legata a quel tratto di strada che collega il litorale amanteano, nella mattinata, un nostro lettore ci ha segnalato, con tanto di foto, un probabile incidente avvenuto di fronte l'hotel La Scogliera.
Dopo la chiusura del tratto di strada avvenuto quattro mesi fa circa, in un primo momento la zona è stata presidiata intensamente dalle forze dell'ordine, soprattutto dalla Polizia Municipale, evidentemente alcuni concittadini, autorizzati dalla fase due a percorrere, anche non per necessità impellente, il tratto di strada Amantea - Campora, distrattamente si sono immessi sulla panoramica.
Gli stessi, probabilmente alla guida di un'auto di grossa cilindrata, non hanno visto i new jersey posizionati di traverso lungo la carreggiata, forse per l’oscurità, dato il probabile non funzionamento del semaforo provvisorio, che in genere è stato sempre lampeggiante, impattando contro il blocco di cemento con la propria auto.
Risultato, probabilmente auto sfasciata e speriamo non danni alla persona.
Effettivamente abbiamo provveduto ad un sopralluogo, per renderci conto se non fosse stato spostato di proposito per passare, e abbiamo notato pezzi di auto e vetri rotti lungo la carreggiata.
Abbiamo, come senso civico, contattato la Polizia Municipale e l'ufficio Tecnico del Comune di Amantea, in attesa, speriamo prima possibile, che qualcuno intervenga al ripristino del tratto di strada, speriamo che qualcuno si adoperi per ripristinare i New Jersey in maniera corretta, ripristinare il semaforo lampeggiante soprattutto di notte e ripulire quel tratto di strada dai vetri rotti di un'autovettura.
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Campora San Giovanni