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E’ sera. Comincia anche a piovere ed il 22 maggio è difficile che si abbia l’ ombrello a portata di mano. Prendo la porta della pizzeria con la macchina fotografica in mano, preoccupato che non si bagni.

Entro ed alzo gli occhi e vedo un mare di gente che sta cenando e sorride. Ha i colori della Juventus. Anzi ,è IL POPOLO DELLA JUVENTUS. Tanti indossano la maglia nera con le scritte delle vittorie di questa antica e moderna squadra italiana, tanti la maglia bianco nera.

Un popolo di tutte le età, come me un po’ più attempate e che ha nel cuore ancora Sívori, Charles e Boniperti, un po’ più giovane che ricorda Trapattoni e Platini, un popolo della Juve di oggi, ed addirittura il popolo della Juventus di domani e di dopodomani, in quella che è la storia infinita di una grande squadra che porta in sé nel profondo il significato della GIOVENTU’ , di quella sincera, profonda, intima e perfino elegante.

Semplicemente JUVE!

In fondo alla sala il grande striscione che accompagna il popolo juventino di Campora san Giovanni il doppio simbolo dell’amore per il calcio e per il proprio paese.

Ed il bello, anzi l’affascinante è proprio questo.

Lì nella pizzeria uomini e donne, neonati ( il più piccolo con la maglia della Juventus non ha nemmeno 1 anno ma ha gli occhi neri e profondi di chi ha capito che lo sport unisce, non divide: mai!) , tanti ragazzi, meno giovani di età che proprio nel sentire comune intorno e dentro alla Juve ritrovano e rinverdiscono la memoria della loro gioventù .

Ed intorno ai lunghi tavoli tutta la umanità camporese, dallo scolaro alla maestrina;dall’operaio all’imprenditore, dal figliolo alla mamma. E poi gruppi di giovani e famiglie intere, tutti uniti in questo sentimento che aiuta ad essere insieme.

E mentre si tagliano fette di pizza il pensiero va a questa antica squadra che porta onore all’Italia, che è anche il futuro della nostra nazionale, che aiuta a vivere senza divisioni in una società che, al contrario, divide.

E se questo è la Juve, W LA JUVE. W CAMPORA SAN GIOVANNI . AD MAIORA!

 

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In onore di Carlo Alberto dalla Chiesa la intitolazione della sala Consiliare

Serra d’Aiello. 31 anni fa, il 3 settembre 1982, nell’assolvimento del proprio dovere, veniva ucciso Carlo Alberto dalla Chiesa, uno degli uomini più coraggiosi che l’Italia possa aver mai potuto vantare.

Dopo 31 anni, e poco prima della celebrazione del 200ntenario dell’Arma di carabinieri della quale il generale dalla Chiesa era vanto ed onore, nella qualità di Sindaco del comune di Serra d’Aiello ho voluto intitolargli la sala consiliare.

Non una semplice piazza o via, ma la sala consiliare, la casa del popolo, il luogo simbolo della democrazia.

Ogni comune ha una unica sala consiliare e per questo ho scelto questo luogo per ricordare il generale dalla Chiesa, anche lui unico nel suo coraggio e nella sua onestà, di uomo e di militare.

Una vita intensamente vissuta, la sua, una vita fatta di azione, di scelte, anche difficili, di difesa dello Stato contro tutti coloro che ne minavano la sicurezza, l’ordine pubblico e la stessa stabilità.

Per conoscere Carlo Alberto dalla Chiesa basta comprare uno dei libri che ne parlano, leggere uno dei tanti articoli che ne hanno tratteggiato la figura e la vita.

Ma forse il generale dalla Chiesa lo incontriamo quotidianamente negli occhi e nel volti dei tanti giovani e meno giovani che prestano servizio nell’Arma dei carabinieri e che vestono la divisa, quella che quotidianamente onorano con il loro servizio a favore delle comunità, Serra di Aiello compresa.

Mi è sempre piaciuto ricordare Carlo Alberto dalla Chiesa anche come uomo, quell’uomo che si legge nella famosa frase « [...] ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla. »

Ed è questo l’uomo che mi auguro sia ricordato da chiunque entrerà negli anni a venire in questa sala consiliare per fare scelte giuste e democratiche per gli abitanti del mio paese.

Ed è per questo che stamani ho voluto a ricordare questo simbolo del coraggio e dell’onestà il candore dei giovani scolari serresi accompagnati dalle loro maestre.

Ringrazio quanti come me oggi hanno voluto onorare il generale Carlo Alberto dalla Chiesa ed in particolare i rappresentanti dei comuni di Aiello Calabro e di Cleto, i neo candidati a sindaco del nostro comune , ed in particolare il capitano dei carabinieri Luca Acquotti che comanda la compagnia di Paola e che ha porto i saluti dell’arma, i rappresentanti della Guardia Costiera e della Forestale, la stampa, il folto pubblico, il parroco di Belmonte Calabro che ha benedetto la targa celebrativa .

Serra d’Aiello 21 maggio 2013

Dalla sala Consiliare Carlo Alberto dalla Chiesa Generale dei Carabinieri

                                                           Il Sindaco Avvocato Antonio Cuglietta

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L’elicottero bianco dell’elisoccorso passa sopra Coreca diretto verso Amantea. Pochissimi minuti e lo vediamo tornare dietro diretto verso Campora SG. Un ragazzo ci avverte di avere visto una donna riversa per terra sul corso principale della numerosa frazione. Poche telefonate ed abbiamo notizia del grave incidente e diretti verso Campora si vede l’elicottero che gira alla ricerca di un posto dove atterrare.

Arriviamo appena l’autoambulanza parte verso la zona a sud est della popolosa frazione dove intanto l’elicottero si è poggiato.

Pochissimo dopo riprende il volo

Non ci resta che raccogliere le testimonianze

“Sono rimasto impressionato. Non ho mai visto una persona volare per aria e ricadere scomposta per terra diversi metri dopo battendo peraltro il capo”. E’ il breve racconto di una persona anziana che sta per risalire nella sua auto per andare via e che è ancora sconvolta

“No! Non credo che l’automobilista abbia colpa. La ragazza è uscita tra due auto diretta sul marciapiede opposto ed attraversando la strada come se avesse fretta. Penso che sarebbe stato impossibile evitarla”

Ed infatti è probabile che l’investitore non abbia visto la trentacinquenne. Non si vedono tracce di frenata, infatti. Lo strano è che l’urto sul cofano e sul parabrezza sono a sinistra. Forse sarebbe bastato qualche attimo in più e non sarebbe successo niente.

“Abbiamo dovuto provvedere a tutto noi camporesi, compreso chiamare il 118. Qui non si vede un vigile ormai da un anno e mezzo. Ecco vedete stanno arrivando adesso due vigilesse, adesso che l’incidentata è stata già portata via. E’ una situazione vergognosa, inaccettabile. Scrivetelo, scrivetelo, voi giornalisti !. Ditelo che siamo molto incazzati verso tutti i politici! “.

Non sappiamo se la presenza di un vigile sarebbe servita a qualcosa, se la giovane sarebbe rimasta indenne, ma certo ALMENO un vigile in una frazione di quasi 4000 abitanti non ci starebbe certo male.

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