
Redazione TirrenoNews
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Amantea . Arriva l’estate: ecco come si presenta.
Mercoledì, 15 Maggio 2013 12:48 Pubblicato in Politica“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. La famosa frase è tratta da “Il Gattopardo” in quel dialogo essenziale che spiega, come pochi romanzi, il senso della Sicilia e della sicilianità. E perchè no della Calabria e della calabresità.
Ieri come oggi
Ed ecco che ricomincia l’estate ad Amantea e tutto cambia perché nulla cambi.
Tutti ciechi, con le palpebre socchiuse non come i miopi che si sforzano di mettere a fuoco per vedere meglio: affatto. Semmai per non vedere : troppa la responsabilità. Meglio non vedere, meglio non sentire, meglio non parlare; tantomeno scrivere. E per aiutarci a non vedere, a non sentire ci distraggono, ci fanno parlare di Berlusconi e del bunga, bunga, e noi popolo , come “ciavucchi” lì a ripetere pappagallescamente per avere il 5 e mezzo che poi diventa il sospirato 6 che ci permette di passare alla classe superiore fino al auspicato diploma di imbecilli civili.
Ecco arriva l’estate e ricomincia la vergognosa storiella del montaggio e smontaggio di lidi che si preparano a ricevere i turisti che poi non verranno.
Poi si pulisce la parte principale della spiaggia togliendo non solo “gli orfanielli”( cioè i legnetti portati dai fiumi e sparsi dalle onde delle mareggiate fin dentro i massi a difesa del rilevato ferroviario), le bottiglie di plastica, ma anche le poche pietre esistenti e se non si scansano anche le poche piante che crescono sulla sabbia e che aiutano nella difesa della spiaggia dai marosi.
Poi si scaricano i depositi acqua piovana( che tali non sono) facendo arrivare al mare l’acqua piovana( che tale non è). Lo si avverte dalla puzza che si diffonde nell’aria proprio ora che non si sente più il profumo di zagara. Danno l’allarme gli abitanti del posto.
E guarda caso il mare mostra tutto il suo dolore. Un risultato vergognoso. Terribili macchie di schiuma perfino spesse che si avvicinano al bagnasciuga e che le piccole onde piano, piano distruggono riversando il tutto sulla sabbia. Dove resta pronto ad essere ripresa dalla prima mareggiata per ridiventare ancora una volta la porcheria che alberga sul mare.
Un infinito. Un continuum.
Già , perché cambiare? Se lo facessimo non sarebbe più il nostro mare. Che mare sarebbe se non fosse sporco?
Taranto, arrestato presidente PD della Provincia: “Minacce a chi non favoriva Ilva”
Mercoledì, 15 Maggio 2013 09:34 Pubblicato in ItaliaPressioni e minacce di licenziamento ai dirigenti che non si dimostravano propensi a favorire l’Ilva. È il nuovo terremoto giudiziario che questa mattina si è abbattuto su Taranto e ha travolto la politica locale. All’alba di oggi, infatti, la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del presidente della provincia Gianni Florido (nella foto con Vendola), dell’ex assessore provinciale all’ambiente Michele Conserva e dell’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, già detenuto dal 26 novembre scorso. Arresti domiciliari invece per l’ex direttore generale della provincia di Taranto e attualmente in servizio nella provincia di Lecce, Vincenzo Specchia. Le ipotesi di reato contestate dalla procura ionica nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente svenduto” vanno dalla concussione per induzione alla tentata concussione per costrizione.
I quattro, secondo le accuse, avrebbero esercitato direttamente o indirettamente, pressioni sui dirigenti dell’amministrazione provinciale perché si adeguassero ad “assumere un atteggiamento di generale favore nei confronti dell’Ilva”. Nell’ordinanza firmata dal gip Patrizia Todisco, gli investigatori documentano le pressioni nei confronti dell’ex dirigente del settore ecologia Luigi Romandini “colpevole” di aver negato le autorizzazioni in materia ambientale allo stabilimento e finito così al centro di “pressioni reiterate nel tempo accompagnate da minacce di licenziamento, dall’invito a presentare le dimissioni, da minacce di trasferimento ad altro incarico” e infine anche di “pretestuose riorganizzazioni dell’ufficio” che in realtà avevano come unico scopo quello di “influire sui poteri del dirigente”. L’obiettivo era di costringere Romandini a firmare “a vista” tutte le richieste formulate dall’azienda anche facendo a meno di “un esame approfondito delle pratiche”. In particolare il presidente Florido e l’ex assessore Conserva avrebbero caldeggiato la concessione dell’autorizzazione richiesta dall’Ilva per l’uso della discarica di rifiuti speciali nella “Cava Mater Gratiae”. Un via libera che avrebbe permesso all’azienda di smaltire i rifiuti prodotti nel ciclo di lavorazione ottenendo così un significativo vantaggio economico.
Una discarica nella quale, come già mostrato da ilfattoquotidiano.it, l’azienda stoccava anche sacche contenenti amianto accanto a scorie di lavorazione ancora fumanti. Pressioni vane, però, perché Romandini non solo decise di non firmare quelle autorizzazioni, ma dopo il suo trasferimento in un altro ufficio dell’amministrazione denunciò tutto alle fiamme gialle guidate dal maggiore Giuseppe Dinoi. Una rimozione che Girolamo Archinà commentò pochi giorni dopo dicendo “abbiamo tolto una peste… e ne abbiamo tre di pesti” perché anche il successore di Romandini, il dirigente Ignazio Morrone, si mostrò altrettanto riottoso nei confronti della grande industria. Secondo quanto emerso dalle indagini, Gianni Florido (presidente della provincia al suo secondo mandato e presidente del Partito democratico di Taranto) si interessa personalmente alle vicende che riguardano l’Ilva. Parla al telefono direttamente anche con Fabio Riva, interviene su assessori e sull’operato dei dirigenti. “Circostanze – scrive il gip Todisco – che confermano il sollecito, premuroso, fattivo e perdurante interessamento del Florido in soccorso delle esigenze di natura economica della proprietà dell’Ilva”.Francesco Casula
Articolo integrale su Ilfattoquotidiano di oggi 15 maggio 2013
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Paola, la Sorical intima la riduzione della fornitura di acqua potabile
Martedì, 14 Maggio 2013 21:37 Pubblicato in PaolaChe strana questa Calabria! Eh, sì! Proprio strana. Mentre votiamo per l’acqua pubblica, mentre si presentano iniziative di legge per il servizio pubblico, mentre addirittura si stanno consorziando tutti i comuni da Paola a Nocera Terinese per la gestione integrata del sistema delle acque ( fogna compresa) si scopre che tanti di questi comuni hanno debiti consistenti con la Sorical e che questa sta continuando ad intimarne il pagamento sotto comminatoria della riduzione della portata dell’acqua.
E’ anche il caso di Paola
Già per il 2010 e 2011 il comune di Paola aveva un debito di 1.400 mila euro. In conseguenza venne intimata ed eseguita la riduzione della portata . Il sindaco Ferrari riuscì temporaneamente ad evitarlo. Ma oggi la situazione si è aggravata ed il debito è diventato 1.700 mila euro. Ed allora ecco la nuova intimazione.
Per questo Basilio Ferrari ha chiesto un incontro con i vertici della Sorical
Cosa ne verrà fuori è difficile saperlo. Certo che il 51% della Sorical è di proprietà della regione Calabria che ben può trovare una soluzione ( magari aumentando il ticket dei servizi sanitari, l’aliquota dell’irpef , l’aggio sulle benzine, o quante altre tasse )
Ai sindaci una domanda come faranno a formare il consorzio ipotizzato a fronte di debiti ciclopici? Ed ancora pensano forse che quello che i cittadini non pagano ai comuni lo pagheranno al consorzio?
Ci facciano sapere. Grazie
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