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guerra22Due settimane sono trascorse dall’inizio dei bombardamenti e dell’invasione dell’Ucraina dalle forze di Mosca. Morti e feriti da ambo le parti non si contano più. Più di due milioni di vecchi, donne e bambini hanno lasciato le loro case e si sono rifugiati nei paesi confinanti. Ma le sirene continuano a suonare. Quel suono trafigge il cuore. Mosca continua a bombardare le città radendole al suolo. La capitale Kiev viene bombardata notte e giorno, non si è ancora arresa. Non è stata ancora conquistata dal nemico invasore e il Presidente ucraino, malgrado la devastazione, le rovine e le macerie dappertutto, non vuole arrendersi. Si dice pronto a trattare sui territori contesi, vale a dire i territori separatisti della Donbass, ma non alla resa. Le immagini che arrivano dall’Ucraina bombardata, devastata e assediata colpiscono i nostri sentimenti e le nostre coscienze. Una tragedia così mai vista prima. In due settimane due milioni di bambini hanno varcato i confini dell’Ucraina. Uno strazio vedere i loro volti, quelle faccine innocenti. Tremano ancora dalla paura delle bombe che cadono, piangono, si aggrappano alle gonnelle delle loro mamme. Nei loro occhi solo l’orrore della guerra. Sono traumatizzati, si tengono la testa tra le mani come se cercassero di non sentire il rombo delle sirene e lo scoppio delle bombe. Cosa ne sarà di loro a guerra finita? Dovrà pure finire, mi auguro al più presto. Faranno ritorno nella loro terrà distrutta e insanguinata? Dove dormiranno se non troveranno più la loro casa? Al posto delle case, delle scuole troveranno cumuli di macerie. Ci vorranno degli anni perché l’Ucraina possa ritornare ad una vita normale. L’Italia ne sa qualche cosa perché anche le nostre città subirono i bombardamenti e le distruzioni durante la seconda guerra mondiale. Ci risollevammo grazie all’aiuto del Piano Marshall, alle navi cariche di grano provenienti dall’America e dai pacchi dono dei nostri cari emigranti in terre lontane. Chi ospiterà i milioni di bambini? Chi si prenderà cura di loro? Poveri bambini che in un attimo una guerra imbecille, assurda, crudele, ha messo fine ai loro sogni, alle speranze e al diritto di avere un futuro strappato via a colpi di cannone. Ci sarà un futuro per loro?

E l’occupazione continua, le bombe non cessano di cadere, le città vengono rase al suolo, gli uomini Ucraini rimasti resistono, non si arrendono, vogliono combattere fino alla morte perché sono convinti di avere ragione, di essere dalla parte della verità. E forse un giorno la storia darà loro ragione. Ma fino a quando potranno resistere? Ancora per un po’, poi dovranno anche loro scappare, rifugiarsi all’estero o perire sotto le bombe. Dovranno prima o poi arrendersi, forse per mancanza di armi, di cibo, di medicinali, o forse per risparmiare la distruzione delle città e dei villaggi e la vita di tante vite umane, di uomini, donne e bambini ancora nei rifugi e che non sono riusciti a mettersi in salvo in Polonia o in Ungheria. Così com’è oggi l’Ucraina, con le armi leggere obsolete in suo possesso e con le bombe Molotov, non potrà mai vincere una guerra con la potente Russia. Potrebbe vincerla se arrivassero subito i rinforzi e le truppe della Nato in suo sostegno. Ma sarebbe una terza guerra mondiale devastante con l’impiego di armi nucleari e con conseguenze inimmaginabili. Dovremmo evitarla a tutti i costi questa guerra che poi è la guerra di un uomo solo, di un pazzo che si chiama Putin. Allora non ci resta che pregare perché il buon Dio faccia cessare le sirene e le bombe che distruggono case e palazzi e uccidono migliaia di persone e bambini innocenti. E pregare ancora con più insistenza perché il nostro Salvatore faccia morire il tiranno che ha osato invadere un paese vicino costringendo milioni di persone ad abbandonare la loro terra. E pregare notte e giorno senza mai fermarsi perché il Signore, che ci ha creato, che ha creato il cielo e la terra, mandi qualcuno pronto ad uccidere il pazzo, il tiranno, l’aggressore, l’oppressore, il sanguinario. Che mandi qualcuno che fermi la mano di questo uomo che sta spargendo sul suolo ucraino sangue innocente. Faccio peccato? No, è lecito pregare per la morte di un tiranno, lo ha detto finanche un Santo e che Santo, Tommaso d’Aquino nel “De Regime Principum”. “Se l’eccesso della tirannide fosse insopportabile, secondo alcuni toccherebbe al valore degli uomini forti uccidere il tiranno ed esporsi al pericolo della morte per la liberazione del popolo”. Dio ascolterà le nostre preghiere. “Dio può togliere di mezzo i tiranni che reputa indegni della conversione, o ridurli alla condizione più bassa, secondo quel detto del Sapiente – Distrusse il trono dei condottieri superbi e fece sedere i miti al loro posto -. Egli è lo stesso che, vedendo l’afflizione del suo popolo in Egitto e prestando ascolto al suo grido, sommerse nel mare il tiranno Faraone col suo esercito”.

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mondialiMentre noi ci preoccupiamo se indossare o meno le mascherine all’aperto, mentre i politici nostrani discutono se aprire o meno le discoteche ed abolire il green pass, in un paese non molto lontano   da noi, ma che è molto importante perché da quel paese passa il gasdotto che porta il gas in Italia proveniente dalla Russia, spirano venti gelidi di guerra. Gli Stati Uniti d’America hanno allertato quasi 10 mila soldati pronti ad essere inviati nella zona di guerra. Il Presidente Biden ha invitato gli americani a lasciare l’Ucraina perché è sicuro che la Russia entro metà febbraio, e ci siamo, la potrà invadere. Sale, dunque, la tensione, malgrado il colloquio Biden – Putin sia durato più di un’ora. Cosa si siano detti noi non lo sapremo mai. Ma sicuramente Biden avrà detto a Putin che una guerra avrebbe avuto delle gravi conseguenze in Europa e nel mondo. Ma davvero Putin vuole scatenare una terza guerra mondiale? Da semplice uomo della strada sono convinto che il Premier Putin stia bluffando, non ha in programma nessuna invasione. Sa benissimo, da uomo politico navigato, che una guerra porterebbe non solo lutti civili, morti di soldati e rovine, ma conseguenze inimmaginabile non solo in Europa ma nella stessa Russia. E a chi venderebbe il gas che produce? E tutte le relazioni diplomatiche andrebbero a farsi benedire. Fa la voce grossa, forse non ha tutti i torti, muove le truppe russe ai confini dell’Ucraina perché non si sente protetto, non si sente sicuro se le truppe della Nato ammassano truppe vicino ai suoi confini. Non vuole che l’Ucraina venga accolta nella NATO. La Russia, piaccia o non piaccia all’Europa, non vuole assolutamente che ciò accada. La situazione, però, è delicatissima. Un incidente potrebbe scoppiare da un momento all’altro e fare precipitare la situazione, che oggi è sotto controllo malgrado le minacce, gli spostamenti di truppe, i proclami bellicosi. Sia Londra che Washington, però, hanno evacuato i loro diplomatici e così pure l’Italia ha invitato i suoi cittadini a lasciare il paese. La partita che si sta giocando in Ucraina è molto complessa e di difficile interpretazione. E’ una partita più di nervi che di armi, malgrado abbiamo visto in televisione camion e carrarmati sovietici scorrazzare ai confini dell’Ucraina e le navi e gli aerei della NATO spostati verso il quadrante orientale. Ma davvero l’Europa è pronta a spedire le sue truppe a combattere in Ucraina? No, non lo farà, perché l’Ucraina non fa ancora parte della NATO e non beneficia degli accordi di mutua difesa in caso di aggressione. Quindi, mettiamoci il cuore in pace, non ci sarà nessuna guerra e nessun soldato italiano andrà a combattere in una terra che non è la sua. Putin e Biden troveranno alla fine un accordo. La Russia e la NATO ritireranno le loro truppe dal confine ucraino e l’Ucraina sarà esclusa dall’alleanza NATO. Questo e solo questo chiede Mosca, ma molti ancora non lo vogliono capire.

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Primo volo per il drone super-pesante d'assalto di sesta generazione della Russia. L'UCAV ha volato per circa venti minuti ad un'altitudine di 600 metri

 

 

Il Ministero della Difesa russo ha pubblicato le immagini del primo volo del drone super-pesante Hunter. L’ala volante, ufficialmente designata come Udarno-Razvedyvatelnyi Bespilotnyi Kompleks o URBK, ha volato per circa venti minuti ad un'altitudine di 600 metri.

Mosca investe da anni copiosi fondi nella tecnologia UCAV. Ipotesi su un possibile contributo iraniano legato alla vicenda RQ-170 Sentinel.

Russia, drone di sesta generazione S-70 Hunter/С-70 Охотник

Il 24 gennaio scorso, Mosca ha svelato la prima immagine del drone di sesta generazione. L’unica foto esistente del drone Hunter, denominato Okhotnik-B, era stata diffusa il 30 luglio del 2017 dal sito paralay.iboards.ru. Si trattava di una diapositiva informativa a bassa risoluzione del Ministero della Difesa russo.

I russi definiscono l' Hunter come un drone super-pesante d'assalto di sesta generazione. L’UCAV sviluppato dalla Sukhoi ha volato per la prima volta pochi giorni fa, con fase di progettazione iniziata nel 2011. In base ai pochi dettagli fino ad oggi diramati, l’Hunter dovrebbe essere un drone subsonico a bassa osservabilità da venti tonnellate in sviluppo dall’ottobre del 2011. Ignoriamo avionica, radar e sistemi di guerra elettronica. Il disegno ad ala volante si ispira vagamente all’X-47B della Northrop Grumman, al drone da ricognizione stealth RQ-170 della Lockheed Martin ed all’X-45C Phantom Ray della Boeing. Il prototipo, dalle notevoli dimensioni considerando anche il carrello, potrebbe essere equipaggiato con un propulsore Klimov RD-33 modificato. La variante RD-5000B equipaggia l'UCAV Skat della MiG. Qualora entrasse in produzione seriale, il drone Hunter dovrebbe essere equipaggiato con il Saturn Izdeliye 30 del Su-57, ancora in via di sviluppo. La velocità massima stimata dell'ala volante della Sukhoi è di 800 km/h. Secondo TASS, le attività di verifica funzionale a terra dei sistemi e sottosistemi sul velivolo Hunter-A si sono svolte nel 2014. Le prove di volo si stanno svolgendo presso il Chkalov Aviation Plant di Novosibirsk, nel sud-ovest della Siberia. Il drone Hunter è stato progettato per imporre il dominio aereo in profondità in contesti di ultima generazione ad alta densità e la ricognizione persistente. Mosca identifica l’UCAV come un velivolo di sesta generazione realizzato con materiali compositi e rivestimento radar assorbente. Il drone Hunter sfrutterebbe il know-how acquisito dai russi con il sistema Skat ed il Su-57. La sua autonomia stimata è di seimila km con carico utile interno di due tonnellate. Tra i primi distemi d'arma associati all'S-70 figura il missile da crociera stealth Kh-59MK2, modificato espressamente per il trasporto interno nelle piattaforme a bassa osservabilità.

Drone d’assalto Hunter: la nostra analisi

Noi analizziamo quello che i russi vogliono mostrarci

Il nome dell'UCAV

Fino a pochi mesi fa Mosca utilizzava il termine Охотник per definire il prototipo del futuro caccia di sesta generazione con equipaggio umano. Tale nome associato al numero S-70 è stato poi utilizzato per l’ala volante sviluppata dalla Sukhoi con capacità aria-aria.

La principale missione del drone Hunter

Mosca concepisce l'S-70 Hunter come un drone d'assalto a basso costo da utilizzare nella prima ondata. Una piattaforma sacrificabile ed economicamente sostenibile che dovrà operare in profondità nello spazio aereo nemico in missioni di ricognizione ed attacco. Tuttavia il valore tattico del drone si valuterà in fase di produzione su larga scala. Soltanto il costo finale dell'Hunter decreterà il suo successo ed il suo reale impiego. L'economia russa ha già ridimensionato fortemente la flotta Su-57 e T-14 rispetto a quanto inizialmente previsto.

La propulsione

Il drone Hunter era stato inizialmente concepito per essere equipaggiato con due motori a reazione. Tra le proposte rimaste sulla carta, una configurazione con due ventole di sollevamento su ogni ala e stabilizzatori verticali. L'UCAV mostrato è chiaramente equipaggiato con un solo motore. Avevamo ipotizzato che l’S-70, almeno in questa fase ed in attesa che fosse disponibile il Saturn Izdeliye 30, avesse ricevuto un propulsore Klimov RD-33/RD-5000B che equipaggia il drone Skat della MiG. Tuttavia quello mostrato sembrerebbe essere un propulsore da caccia a grandezza naturale. In sintesi: il drone potrebbe sfruttare il post bruciatore che, inevitabilmente, comprometterebbe gravemente la sua firma termica. Le strutture composite ridurrebbero la sezione radar equivalente dell'UCAV, mentre il motore potrebbe essere equipaggiato con un sistema di controllo della temperatura di scarico per minimizzare la firma termica. Lo scorso gennaio, Mosca svelò al mondo la prima immagine del drone di sesta generazione. I dubbi sulla configurazione della sezione posteriore del drone restano, considerando che si tratta di una piattaforma a bassa osservabilità concepita per operare in un ambiente nemico di ultima generazione. Ribadiamo ancora una volta che quello mostrato è un prototipo. Secondo i dati in nostro possesso dovrebbe essere il terzo drone della serie Охотник. Questo è quello che vogliono mostrarci i russi, ma quella configurazione posteriore non sembrerebbe implementare caratteristiche per disperdere e deviare il flusso d’aria calda del reattore. Una configurazione che palesa, chiaramente, delle criticità sotto l'aspetto della firma radar ed infrarossa. Strana, infine, quella configurazione dei comandi di volo e dei flap. Serviranno anni tra riprogettazione, sviluppo software ed architettura data-link e miliardi di dollari per rendere l'Hunter operativo.

By Ilgiornale.it Franco Iacch - Mer, 07/08/2019 - 15:50

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Mezza Calabria distribuisce frutta gratis. Tantissimi comuni anche più volte. Amantea no!

 

Intanto vediamo cose c’è dietro questa frutta gratis.

Premesse: nel 2014 il consumo di frutta e verdura è al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione.
La spirale recessiva tra deflazione e consumi mette a rischio le imprese agricole e la salute consumatori.
La soluzione è la esportazione verso paesi a bassa produzione come la Russia. Nasce la crisi dell’Ucraina.
La UE a fine luglio 2014 adotta sanzioni economiche contro la Russia. Commissione Europea ad agosto 2014 stanzia 125 milioni di euro per sostenere gli agricoltori colpiti dalle sanzioni russi.
"Questi fondi saranno utilizzati per il ritiro dal mercato europeo di frutta e verdura per stabilizzare i prezzi in riduzione".
La Russia si collega con la Cina per i rifornimenti necessari alla sua popolazione e quindi vieta l'ingresso dall’Europa di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce. I prodotti rifiutati dalla Russia sono quindi ritirati ed avviati al circuito della "distribuzione gratuita", in particolare, alle strutture per l’infanzia e agli enti di beneficenza.
Novembre 2014 le quantità di merci rifiutate alle frontiere sono troppe per essere avviate ai soli asili ed enti di beneficenza e così si decide di offrirle alle famiglie indigenti.
In particolare in Calabria.
Ed arrivano interi TIR carichi di prugne, banane, mele e kiwi ed altro

Parliamo di tonnellate di frutta.
Pensate che a Cetraro (circa 10 mila abitanti) sono arrivati 5 TIR carichi di frutta (nella foto in basso le cassette di frutta al Porto di Cetraro).
La distribuzione dovunque crea qualche problema e quantomeno lunghe fila. Talvolta i Carabinieri devono scortare i TIR (nella prima foto piccola la distribuzione di frutta in Grecia).
Saltano tutte le leggi sanitarie.
Non si sa da dove provenga la frutta, chi la abbia coltivata, quali trattamenti fitoterapici abbia subito.
Non solo ma crolla la vendita della frutta. Per esempio alcune imprese europee, dopo l’embargo russo, hanno cercato altri partner nei paesi nell’Europa orientale, per aggirare le restrizioni verso l’esportazione. E’ il caso delle mele della Bosnia verso la Russia che nel 2014 ha registrato un aumento del 100%. Scatta la reazione dei commercianti che si rivolgono alle loro associazioni ed al Prefetto.

La distribuzione della frutta gratis in Calabria è a macchia di leopardo. Ci sono comuni come Cetraro dove arrivano 5 TIR e comuni come Amantea dove non ne arriva nemmeno uno.
Perché ? Non ci sono famiglie indigenti? Aspettiamo il comunicato stampa!

Russia Usa Guerra vicinaÈ un momento importante per la civiltà. Sono tali e tanti gli stravolgimenti geopolitici in atto (ed anche potenziali) da far ritenere questo periodo uno di quelli nei quali si scrive la storia. Le due superpotenze muovono le loro mosse, coinvolgendo l’Europa. Un coinvolgimento tale da far pensare che lo scenario del prossimo conflitto sarà proprio il vecchio continente.

 

Sulle motivazioni si è scritto di tutto, come anche sul fatto che i piani sono stati preparati, da entrambe le parti, già da tempo. Un interessante articolo in merito è stato pubblicato dal blog comedonchisciotte.org, a firma di Chris Barlati, e ripreso un po’ ovunque nella rete sui siti di controinformazione.

Un buon articolo, ricco di fonti, con un conteggio sulle forze in campo, sui punti di forza e debolezza, e sulle strategie per entrambi gli schieramenti, e con le previsioni sul’evoluzione degli equilibri geopolitici in Asia, Europa, ed Africa.

Si chiede l’autore se alla Russia interessi vincere, o se sia l’America che stia già vincendo. Una descrizione delle origini del conflitto tra Russia ed America, e sulle relative cause.  Poi si passa a ciò che ci riguarda direttamente, lo scenario attuale.

Uno scenario dominato dal capitalismo, da un’America con un debito pubblico spaventoso, da storie di spionaggio ai danni dei paesi del blocco NATO, dalla possibile fine dell’egemonia dei petrodollari, e da una Russia che cerca di sperimentare “un modello del tutto nuovo di sviluppo, fondato sulla cooperazione tra i paesi asiatici in rapida ascesa”. Il fine dei Russi è quello di contrastare l'egemonia degli USA in Europa, Africa, Asia e nei mercati internazionali. Ciò, ovviamente, influenza pesantemente le relazioni internazionali. Le cooperazioni tra Russia, Cina, Iran, Siria, Cuba, Venezuela, Argentina, Brasile, e Sud Africa nascono a tal fine.

Ma fin qui c‘è poco di nuovo. L’autore dell’articolo, però passa in rassegna le efficienze e le inefficienze americane. Tra le prime un apparato militare “temprato attraverso numerosi conflitti”, mentre tra le seconde le difficoltà delle forze di terra di occupare punti strategici e di respingere eventuali milizie e resistenze popolari. Da ciò deriva che le scelte americane di invasione della Russia non sono perseguibili per tre ordini di motivi: una presunta superiorità aerea russa, la potenza missilistica russa, e la possibilità che in caso di guerra nucleare i paesi europei potrebbero non seguire gli USA.

russia-cina-guerraSecondo l’autore le possibili strategie perseguibili dagli Usa per un intervento bellico sono 6, e sono alternative tra loro:

utilizzare l'ISIS come giustificazione;

finanziare sommosse e disordini;

insidiare i rapporti con Cina e Iran, modificando gli equilibri geopolitici,

indire un blocco economico-commerciale;

occupare l'Africa per completare lo ''scudo spaziale'';

distruggere l'esistenza stessa, come stato, della Russia de-frammentando il suo territorio .

Ciò che, però, sorprende di più in questo articolo è il confronto tra le potenzialità militari delle due supernazioni. Nessuno parla di queste cose, nessuno si spinge a tanto.

Secondo Barlati i punti di forza dell’America sono i seguenti:

Miglior intelligence

Alleanza militare più forte del pianeta

Numero maggiore di soldati

Grande potere di condizionamento dell'opinione pubblica

Alleanza con Israele in medio oriente

Europa come zona d'influenza quasi completamente statunitense, con Francia e Inghilterra come alleati nucleari.

Mentre i punti di debolezza sono i seguenti:

Sviluppo di una corrente politica marcatamente antiamericana e nazionalista

Attriti con la Germania per via degli scandali riguardanti lo spionaggio

Declino economico e debito pubblico stellare

Estenuante pressione delle lobby

Per quanto riguarda la Russia, invece, i punti di forza sarebbero:

Crescita della popolarità in Europa per via dell'aumento dei sentimenti anti-europeisti tra la popolazione(non tra i governi)

Partenariato commerciale con i paesi del BRICS/BRIC/BRICST, più avvicinamento all'Iran, all'Argentina, alla Siria, a Cuba e Venezuela

Riserve di gas che potrebbero essere usate come minaccia contro ulteriori prese di posizioni da parte dell'Ue

Progetto della costruzione del gasdotto che aggirerebbe l'Ucraina e che potrebbe destabilizzare la fedeltà dei paesi dell'est Europa, nei confronti degli Stati Uniti

Miglioramento dell'esercito e in alcuni settori superiore a quello NATO

Accordo con Israele per il ritiro delle truppe e degli armamenti Israeliani lungo il confine ucraino

Mentre i punti di debolezza sarebbero:

Scarsa presenza in Africa e debole influenza nelle zona

Accerchiamento quasi completato dai paesi NATO

Economia suscettibile alle fluttuazioni dei mercati internazionali

Timore di una presunta inferiorità tecnologica (come dimostrato dalla possibilità di chiudere internet in caso di necessità).

Passando alla consistenza delle truppe Barlati indica la consistenza paese per paese.

L’alleanza Usa (NATO) comprenderebbe 28 paesi: Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Rep. Ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Regno Unito, Stai Uniti, e Islanda. Per un totale di 12.697.317 soldati.

Dall’altra parte 7 paesi: Argentina, Brasile, Cina, Cuba, Iran, Venezuela e Russia per un totale di 11.009.445 soldati.

Sono interessanti, infine, le riflessioni personali dell’autore sui modelli americano e russo.

russia-vs-usa

Il modello americano è “fondato su di un fanatismo mistico-religioso di ascendenza cristiano-giudaico” e ricerca, capitalisticamente, “nuovi e indotti bisogni”, “nuove e sempre più numerose necessità”.  Per l’autore c’è un collante in questo modello ed è il simbolismo che richiede e presuppone processi di identificazione e stereotipizzazioni che poggiano su componenti emotive e che sono supportate da operazioni di manipolazione e condizionamento dell’opinione pubblica basate sull’opera dei media. Da qui le considerazioni sulla globalizzazione non solo come superamento del modello capitalistico in chiave prettamente economica ma anche come nuovo modello sociale. In parole più semplici il nuoco corpo sociale è alienato, deresponsabilizzato e non consapevole. Diventa, infatti, un corpo condizionato e manipolato che si fa “oggetto” e che si adatta alle scelte (politiche) necessarie allo sviluppo della società stesse. Si chiedono dei sacrifici che la società accetta ed anzi ritiene necessaria allo svilupppo della stessa. “Qui sta il merito e l'astuzia dell'elite americana: nell'aver creato e indotto una necessità; prima bisogno e poi necessità ed ora divenuta componente ''umana'', di un essere materiale che nulla ha più umano, ma che continua vacuamente ad essere”.

Il modello russo deriva dal disfacimento di un modello feudale che è passato per un modello progressista e rivoluzionario fino ad arrivare ad un modello promiscuo dopo la fine della guerra fredda. Oggi la Russia è potenza militare ed economia capitalista. Ha fermo il senso di rimanere unita spegnendo ogni rivendicazione autonomista. È forte in Russia un controllo  pseudo autoritario su politica, esercito e sulla stessa economia. 

La criminalità organizzata è tollerata nella misura in cui aiuta a controllare il territorio, e la società è permeata di un sentimento patriottico, cristiano-ortodosso, antiamericano, non anticapitalista. 

Ciò che avviene in Russia è meglio comprensibile rispetto a ciò che avviane in America. La Russia, dice Barlati, “non maschera la sua reale essenza dietro l'ipocrisia politica, la retorica, l'elaborazione di principi, il fanatismo patriottico e, alle volte, le ''convergenze parallele''. Non ha bisogno dell'eurocomunismo, né della finta alternativa partitocratica”. Nonostante la presenza soffocante dell'autorità e della proverbiale corruzione, il 90% di consenso di cui gode Putin è attribuibile alla sua realpolitik, a favore e protezione, non di mercati, interessi, lobby e privati, ma solo ed esclusivamente del popolo Russo, della sua ortodossia e delle sue minoranze nei territori limitrofi”.

EuropeInfine Barlati si sofferma sull’Europa definendola come “realtà concettuale inesistente”, geograficamente e storicamente legata all'Asia, e sull’Italia, “una vittoria russa consisterebbe nell'adottare a livello internazionale il principio di non ingerenza, ovvero, l'abbandono dell'Italia al suo ruolo di sempre, alla deriva tra Francia, Germania e Inghilterra. Seppur l'eliminazione completa delle classi dirigenti USA in Europa porterebbe all'ascesa dei nazionalismi conservatori, questi, privi di esperienza e di coraggio, sarebbero fagocitati, inevitabilmente, dalle decisioni delle nazioni che contano di più, sia a livello economico, sia militare. Detto in poche parole, il destino dell'Italia è oramai segnato; solo Germania e Francia potrebbero condurre, da uniche reali potenze europee, ad una totale riorganizzazione degli equilibri, ma tutto ciò alla Russia non interessa. Al massimo potrà provvedere all'instaurazione di un governo simpatizzante, ma non sarà mai alleata di una ex colonia yankee”

Fonte: www.comedonchisciotte.org

Autore: Chris Barlati

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sanzionirussiaSi allarga, in Italia, il fronte di partiti politici che critica il modo con il quale il Governo italiano ha seguito i partner europei nel sanzionare la Russia per i fatti che stanno ancora accadendo in Ucraina.


A Fratelli d’Italia e Lega Nord si è aggiunta Forza Italia.

Se il fronte politico si allarga, nella società civile la situazione è anche più netta.

E potrebbe essere ancora più netta da quando in bolletta si subiranno i rincari di energia elettrica e gas.

Ma il settore della società che più contesta le sanzioni al gigante russo è quello delle imprese del settore agroalimentare.

Il blocco imposto da Mosca ai prodotti del comparto agroalimentare europeo, in risposta alle sanzioni ricevute, è tutt’ora attivo.

Attualmente produce grossi danni a paesi, come l’Italia, per i quali l’export di questo settore rappresenta una buona parte del pil.

Una cifra, al riguardo, la fornisce Confindustria: secondo il suo centro studi nel solo 2014 il danno per le imprese italiane sarà pari a un miliardo e quattrocento milioni di euro.

La cifra è spaventosa e c’è da tenere presente che riguarda solo una porzione di anno e solo il settore agroalimentare.

Qualcosa di simile avviene in altri paesi europei, come ad esempio in Francia.

Ed anche in Germania non si sorride di certo vista la concentrazione di aziende tedesche in Russia.

La cosa non stupisce affatto ma il punto è un altro.

Tralasciando la legittimità delle sanzioni, la realtà di ciò che accade in Ucraina, e l’ancoraggio delle Russia al blocco occidentale riconoscendo alla stessa il ruolo di partner strategico, il punto sembra essere la sostenibilità di un’azione presa dal Governo italiano, assieme ai partner europei, per un paese, il nostro, che da anni anella solo record negativi, che da tre trimestri vede il pil negativo, consumi fermi, disoccupazione crescente, e deflazione.

Se il paese guarda all’export come unica salvezza questa situazione non aiuta di certo.

 

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comune-cariatiPROFICUI INCONTRI CON DONNICI E SERO ULTIMI 5 ANNI + 50% VIAGGIATORI RUSSI.

CARIATI – MANDATORICCIO (Cs), Martedì 24 Giugno 2014 – Italia-Russia, è la grande ed importante storia di scambi culturali e di amicizia intercorsa per secoli tra i due popoli,  dai primi contatti oltre 1000 anni fa, fino al terribile terremoto dello Stretto del 1908, con le navi russe prime a portare soccorso alla popolazione locale o alla solidarietà italiana per i bambini dopo il disastro di Chernobyl o per il sisma in Armenia, a consolidare l’attuale impegno delle due nazioni e dei loro territori nella direzione dello sviluppo del turismo e delle rispettive economie.A ribadirlo, complimentandosi per la calorosa accoglienza e per la qualità delle riflessioni condivise e dei progetti emersi, è stato il Console Generale della Federazione Russa in Italia (Palermo) Vladimir KOROTKOV incontrando i due Sindaci di Cariati Filippo SERO e di Mandatoriccio Angelo DONNICI.

In due momenti diversi, i due Primi Cittadini hanno accolto ufficialmente il Console presso i due Palazzi di Città, nei rispettivi centri storici.Ad accompagnare il Console, insieme alla consorte Natalia KOROTKOVA, anche la presidente dell’associazione Italia-Russia cultura e lingua senza frontiere, Olga KISSELEVA che in partnership con il Comune di Mandatoriccio ha promosso l’utile momento di attenzione e di relazioni con il Consolato russo a Palermo attraverso il tour nella Sibaritide e nel basso ionio.Nella cittadella medioevale di CARIATI, KOROTKOV è stato accolto dal Sindaco SERO, insieme all’assessore provinciale Leonardo TRENTO. Con loro anche lo storico della Sibaritide Franco LIGUORI. – Ad accogliere a MANDATORICCIO il Console, insieme al Primo Cittadino DONNICI, c’era anche il vice sindaco Filippo MAZZA, il consigliere Francesco BRUNETTI e l’assessore ai lavori pubblici Leonardo CALIGIURI. Nella delegazione russa, con la presidente KISSELEVA (che ha ribadito agli amministratori le necessità di predisporre la traduzione in russo sia nelle produzioni tipografiche turistiche che nella segnaletica turistico-culturale), c’era anche la musicista Maria VYAZIGINA. Dopo una visita del centro storico e del Castello che ospita il Municipio, al Console che ha anche incontrato i dipendenti il Sindaco DONNICI ha consegnato, in segno di amicizia, lo stemma del Comune.

La Russia – è emerso nei proficui scambi con le amministrazioni comunali di Mandatoriccio e Cariati – è ormai punto di riferimento per l’offerta turistica italiana con grandi possibilità di sviluppo. Secondo un rapporto diffuso dal Ministero degli Esteri italiano e redatto in collaborazione con l’Agenzia nazionale del turismo, nel 2012 più di 15,3 milioni di turisti russi si sono recati all’estero, 6% in più rispetto al 2011. I flussi turistici in uscita sono i primi, come entità, nell’ambito dei Paesi Brics: i russi fanno 1,3 volte più viaggi all’estero dei cinesi, 3,4 rispetto agli indiani e 4,6 in più dei brasiliani. Il numero dei viaggiatori è aumentato negli ultimi cinque anni del 50%, (rispetto al 41% dei cinesi). Il margine di crescita del mercato rimane ancora ampio, poiché attualmente solo il 15% dei 141 milioni di abitanti della Russia viaggia all’estero. Secondo i dati di Banca d’Italia, la spesa turistica russa in Italia nel 2012 è stata pari a 1,191 miliardi di euro (nel 2011 era stata di 925 milioni).

(Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).

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Una pioggia di piccole meteoriti solcano il cielo russo. Interessate dalla caduta di meteoriti 6 città nell’area degli Urali. Uno sciame probabilmente dovuto alla esplosione di un meteorite più grosso che ha impattato con l’atmosfera provocando violente esplosioni negli strati inferiori dell’atmosfera e una pioggia di cristalli che hanno divelto le finestre dei palazzi.

Ne hanno dato notizia le agenzie di stampa russe, che hanno citato autorità e testimoni.

Il fenomeno si è verificato a circa 80 chilometri dalla città di Satka, nell’omonimo distretto, alle 9:20 ora locale, le 4:20 in Italia.

Lo sciame ha provocato centinaia di feriti alcuni anche gravi. Le agenzie ed i giornali oscillano al momento nella indicazione fino a 400 feriti, ma non si esclude che possano essere anche di più.

Un portavoce ha spiegato che «Secondo le prime informazioni 400 persone hanno fatto ricorso all’assistenza medica, la maggioranza a causa di tagli causati dai cristalli, e tre dei feriti sono gravi»

"C'è stata una pioggia di meteoriti, senza caduta di frammenti a terra, un meteorite è esploso sopra la regione di Tchelibinsk. L'onda d'urto ha scosso i vetri in diverse località", ha detto a Interfax un portavoce locale del Ministero delle situazioni d'emergenza.

L’onda d’urto delle esplosioni ha divelto le finestre di diversi palazzi.

La polizia sta ispezionando gli edifici danneggiati.

Secondo i servizi di emergenza il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali per la regione.

L’agenzia russa per l’energia atomica Rosatom ha riferito che le installazioni negli Urali non hanno subito danni

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