Mezza Calabria distribuisce frutta gratis. Tantissimi comuni anche più volte. Amantea no!
Intanto vediamo cose c’è dietro questa frutta gratis.
Premesse: nel 2014 il consumo di frutta e verdura è al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione.
La spirale recessiva tra deflazione e consumi mette a rischio le imprese agricole e la salute consumatori.
La soluzione è la esportazione verso paesi a bassa produzione come la Russia. Nasce la crisi dell’Ucraina.
La UE a fine luglio 2014 adotta sanzioni economiche contro la Russia. Commissione Europea ad agosto 2014 stanzia 125 milioni di euro per sostenere gli agricoltori colpiti dalle sanzioni russi.
"Questi fondi saranno utilizzati per il ritiro dal mercato europeo di frutta e verdura per stabilizzare i prezzi in riduzione".
La Russia si collega con la Cina per i rifornimenti necessari alla sua popolazione e quindi vieta l'ingresso dall’Europa di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce. I prodotti rifiutati dalla Russia sono quindi ritirati ed avviati al circuito della "distribuzione gratuita", in particolare, alle strutture per l’infanzia e agli enti di beneficenza.
Novembre 2014 le quantità di merci rifiutate alle frontiere sono troppe per essere avviate ai soli asili ed enti di beneficenza e così si decide di offrirle alle famiglie indigenti.
In particolare in Calabria.
Ed arrivano interi TIR carichi di prugne, banane, mele e kiwi ed altro
Parliamo di tonnellate di frutta.
Pensate che a Cetraro (circa 10 mila abitanti) sono arrivati 5 TIR carichi di frutta (nella foto in basso le cassette di frutta al Porto di Cetraro).
La distribuzione dovunque crea qualche problema e quantomeno lunghe fila. Talvolta i Carabinieri devono scortare i TIR (nella prima foto piccola la distribuzione di frutta in Grecia).
Saltano tutte le leggi sanitarie.
Non si sa da dove provenga la frutta, chi la abbia coltivata, quali trattamenti fitoterapici abbia subito.
Non solo ma crolla la vendita della frutta. Per esempio alcune imprese europee, dopo l’embargo russo, hanno cercato altri partner nei paesi nell’Europa orientale, per aggirare le restrizioni verso l’esportazione. E’ il caso delle mele della Bosnia verso la Russia che nel 2014 ha registrato un aumento del 100%. Scatta la reazione dei commercianti che si rivolgono alle loro associazioni ed al Prefetto.
La distribuzione della frutta gratis in Calabria è a macchia di leopardo. Ci sono comuni come Cetraro dove arrivano 5 TIR e comuni come Amantea dove non ne arriva nemmeno uno.
Perché ? Non ci sono famiglie indigenti? Aspettiamo il comunicato stampa!