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Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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belmonte-A Belmonte, in provincia di Cosenza, c’è l’unico albergo diffuso di tutta la Calabria: eco-sostenibile e rispettoso del territorio, ha fatto rivivere un intero borgo in via di abbandono. Un esempio virtuoso di come il turismo sostenibile possa favorire la rinascita di piccoli centri italiani che rischiano di sparire a causa dello spopolamento.

Case abbandonate dagli anni ‘70, un paese in via di abbandono, con tanta storia alle spalle ma lasciato a se stesso. Questo è il panorama che i membri dell’associazione A Praca si sono trovati di fronte quando hanno deciso di cimentarsi, con le proprie forze, in un’impresa sul proprio territorio e cioè in un albergo diffuso a Belmonte Calabro, in provincia di Cosenza. L’albergo diffuso è una tipologia di albergo per turisti che si basa su presupposti completamente diversi da quelli standard e che fondamentalmente ha lo scopo di inserire gli ospiti direttamente in piccole case che fanno parte del borgo stesso, le une vicine alle altre, gestite in maniera unitaria e con responsabilità nei confronti dell’ambiente.

“Abbiamo iniziato il restauro delle case di Belmonte quindici anni fa”, ci racconta Gianfranco Suriano, che fa parte dell’associazione che ha lanciato questa impresa, ideata da Pino Suriano. All’epoca si trattava di una vera e propria scommessa, nata dalla passione e anche da una buona dose di coraggio: “Noi volevamo pensare e credere che questa cosa avrebbe potuto funzionare, portando ad un beneficio non soltanto nostro ma anche per l’intero paese che era in stato di abbandono: da 4.000 abitanti eravamo arrivati a 2.000, con tutto ciò che ne consegue”.

Gianfranco e gli altri iniziano dunque a lavorare, ripristinando l’antico centro storico di Belmonte e utilizzando materiali di bio-edilizia o recuperando quelli già utilizzati anticamente. Il borgo, infatti, essendo stato abbandonato aveva preservato la sua integrità. Fanno tutto con investimenti privati, si entusiasmano, fondano l’associazione “A Praca”, un’impresa sociale, e girano in tutta Europa per pubblicizzarsi, farsi conoscere. E poi le “cose cominciano a girare per il verso giusto”: coinvolgono gli abitanti del paese e si innesca come un circolo virtuoso che negli anni lo fa rivivere.

Adesso, infatti, sono due anni che la stagione turistica non è limitata soltanto alla primavera-estate, ma attrae anche d’inverno. Tutto il resto è nato spontaneamente: ad esempio, ora ci sono alcune associazioni nel paese che si occupano di passeggiate nella natura (come “Living Nature”) o di escursioni in mountain bike. E di conseguenza giovani e disoccupati hanno trovato lavoro e sono rimasti a Belmonte invece di andarsene. Poi è nata anche un’associazione a livello regionale, “Borghi da ri…vivere”, che vuole porsi come interlocutrice a livello più ampio per salvare le bellezze nascoste della Calabria, per smuovere qualcosa, per fare ciò che la politica non riesce a fare. Lo scopo è quello di riqualificare i centri storici dei borghi, ma soprattutto di sensibilizzare gli imprenditori e i giovani, che sono gli unici che “responsabilmente possono far rinascere i piccoli borghi”.

“L’intento è stato quello di riqualificare il borgo senza però perderne l’identità, salvando l’antica tradizione millenaria che stava morendo”. E, ad esempio, soggiornare nell’albergo diffuso di Belmonte Calabro significa anche immergersi nel suo linguaggio, nella sua storia, nei suoi sapori: ogni casa ha il nome di una frazione del paese, che anticamente era collegata ad un sapere, ad un mestiere, e i prodotti tipici (come il bergamotto o il liquore al finocchietto selvatico) sono ancora lì, a disposizione degli abitanti e del turista.

“Abbiamo avuto tanti riconoscimenti e ne siamo contenti, ma non bastano”, commenta infine Gianfranco Suriano. Per riprendere in mano un paese – anzi, i paesi – della Calabria e non solo, ci vogliono i giovani e ci vuole chi investa sul territorio in modo responsabile. Quelli de “A Praca” lo hanno fatto e hanno innescato in circolo virtuoso. La Calabria è piena di storie simili a quelle di Belmonte, di paesini che aspettano di rivivere grazie alle loro stesse forze. Consapevolezza, amore per il territorio e un pizzico di follia sono gli ingredienti giusti per iniziare qualcosa, con i giusti investimenti. E poi il resto verrà da sé.

FONTE NOTIZIA

quota-100COSENZA – In un mese è cresciuta ulteriormente la voglia di pensionamento in Calabria. Oltre mille calabresi hanno sposato “Quota 100”, il decreto legge 4/2019 che consente ai lavoratori che raggiungono entro il 31 dicembre 2021 62 anni e 38 anni di contributi di accedere alla pensione. Nella pomeriggio di venerdì scorso l’Inps ha pubblicato sul sito l'aggiornamento delle domande presentate.

Dalle 3404 richieste pervenute all'istituto di previdenza l'8 marzo (LEGGI LA NOTIZIA), si è passati adesso a 4405.

In testa alla classifica continua ad esserci saldamente Cosenza e la sua provincia con 1.734 domande (LEGGI DELLA PARTENZA SPRINT DI COSENZA). A seguire Reggio Calabria dove, al momento, sono 1120 i lavoratori che hanno chiesto l’anticipazione della pensione. Poi c'è Catanzaro con 926, Crotone con 322 e Vibo Valentia con 303. Sinora in tutta Italia sono stati oltre 86 mila i lavoratori a richiedere l’adesione a “Quota 100”.

Una valanga di richieste che non ha pari nelle statistiche delle ultime riforme previdenziali in Italia. Da settimane ormai è un vero e proprio assalto ai patronati: è il modo preferito dagli italiani per presentare le richieste, mentre pochissimi sono quelli che sanno districarsi da soli tra moduli e tabelle. Tra le domande di pensionamento, infatti, 112.558 sono state presentate attraverso gli enti di patronato e 7.408 sono state avanzate direttamente dai cittadini. Salde al comando, nella classifica dei centri urbani con il maggior numero di richieste avanzate, le grandi città metropolitane. Roma si conferma in testa alla serie: 8,343 domande presentate. Seguono Napoli e Milano.

LEGGI DELLA SODDISFAZIONE DI MATTEO SALVINI

Nella profilazione dei cittadini aderenti a "Quota 100", inoltre, l'Inps ha rilevato come la componente maggiore di essi, 51.545 contribuenti, abbia un'età compresa tra i 63 ed i 65 anni. Dietro, con 38.112 documenti inoltrati, gli under 63, seguiti poi dagli over 65 con 22.901 istanze. Rispetto ai dati precedenti c'è una novità. I lavoratori dipendenti con 40.049 domande presentate hanno superato quelli appartenenti alla gestione pubblica che si fermano a 38.124 richieste. Nel complesso, secondo l'Inps, gli uomini hanno presentato 82.758 domande contro le 29.800 avanzate dalle donne. Secondo le previsioni, il numero delle domande è destinato ad aumentare anche nelle prossime settimane

fonte notizia quotidianodelsud.it

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E' il momento di amantea. Ora decisi veloci e precisi

Venerdì, 05 Aprile 2019 13:10 Pubblicato in Politica

centroOliverio investe 72 milioni   in beni culturali. Si tratta di finanziamenti di cui amantea ha disperato bisogno

È quindi una occasione importante ed imperdibile

Assolutamente da non perdere

10 o 100 i progetti. Piccoli medi o grandi. Su amantea o Campora sg non importa. Tra i più importanti il museo di temesa

Gli altri scavi dell'area della principessa, il recupero della torre omonima , il recupero della chiesa di San Nicola in catocastro, il recupero della torre civica, il recupero del vecchio mulino e della relativa area. E potremmo continuare a lungo....

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