
COSENZA 7 giugno 2019 – COSENZA - I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro un impianto di lavaggio inerti e una area di due ettari adibita a discarica non autorizzata.
Il sequestro, avvenuto in località “Trionto-Sorrenti” di Crosia è stato effettuato a seguito di un accertamento dei militari presso la foce del fiume Trionto.
La pattuglia operante giunta nell’alveo del fiume ha notato una corposa colorazione marrone per la totale ampiezza del letto di scorrimento naturale delle acque che proveniva da monte.
I militari percorrendo a ritroso il letto del fiume hanno accertato uno scarico di refluo che si immetteva all’interno del corso d’acqua.
Scarico che è risultato provenire da un impianto industriale in lavorazione come si è accertato subito dalla stessa pattuglia.
Si è quindi constatato come il refluo industriale proveniente dal processo di lavaggio degli inerti, veniva immesso attraverso un solco in una conduttura sino ad essere convogliato nel fiume Trionto. L’impianto era privo , per come la normativa ambientale prevede, di vasche a tenuta per il relativo processo di decantazione e sedimentazione del refluo e per il suo successivo smaltimento.
Si è quindi, come disposto dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e dal PM Angela Continisio, che ha coordinato l’attività, posto sotto sequestro l’impianto e denunciato l’amministratore della società per gestione non autorizzata di rifiuti, deturpamento e danneggiamento di bellezze naturali, l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, e per aver realizzato uno scarico di acque reflue industriali nel fiume Trionto senza alcuna autorizzazione. Scarico che ha alterato il corso d’acqua mediante lo sversamento di un ingente quantitativo di reflui industriali.
Nel cantiere sono stati rinvenuti inoltre ingenti quantitativi di rifiuti stoccati a cielo aperto e sul suolo.
COSENZA 6 giugno 2019 – Sei persone sono state denunciate dai Carabinieri Forestale in seguito ad una attività d’indagine che ha interessato un progetto di taglio boschivo in località “Cerasello” di Pietrapaola.
Tale attività effettuata dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Rossano ha fatto emergere come il Comune di Pietrapaola abbia, attraverso una convenzione, concesso ad una Cooperativa vari territori boschivi in buona parte percorsi da incendi.
La stessa ha poi chiesto allo stesso Comune, proprietario della superficie, di poter procedere ad eliminare dal bosco le piante bruciate.
In seguito è stato infatti nominato un progettista e direttore dei lavori e successivamente è stato trasmesso il progetto al competente organo regionale per l’autorizzazione.
La Cooperativa si è quindi sostituita alla pubblica amministrazione, affidando poi i lavori di taglio ad una impresa boschiva mediante una trattativa privata.
Ditta che non è risultata essere iscritta nell’elenco delle imprese che possono eseguire lavorazioni boschive su superfici appartenenti ad enti pubblici.
L’intervento dei Carabinieri Forestale ha portato alla sospensione dell’autorizzazione e alla denuncia dei sei persone, ritenuti responsabili di reati contro la Pubblica Amministrazione a vario titolo e secondo le funzioni e le qualità che ognuno di essi hanno rivestito nella vicenda e che dovranno rispondere dei reati di omissione e abuso d’ufficio, falsità materiale e truffa.
Droga trovata durante un controllo nel Cosentino
MIRTO CROSIA (COSENZA) - Aveva in auto tre chilogrammi di hascisc. Un uomo di 51 anni, noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri di Mirto Crosia con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’uomo, che era a bordo della propria autovettura sulla statale 106, è stato fermato dai carabinieri impegnati in un servizio di controllo della circolazione stradale.
A seguito della perquisizione della vettura la droga, suddivisa in 30 panetti da cento grammi ciascuno, è stata trovata all’interno del vano motore e sotto il sedile posteriore.
Lo stupefacente, una volta immesso sul mercato, avrebbe fruttato un guadagno illecito valutato in circa trentamila euro