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Tomao sottoscrive un patto tra Comuni e Prefettura per la lotta alla criminalità
Domenica, 13 Maggio 2018 20:37 Pubblicato in Amantea FuturaSi tratta del “ Patto per l’Attuazione della Sicurezza Urbana”.
Si tratta di unsistema di videosorveglianza che aiuterà il controllo del territorio, l’azione preventiva e repressiva delle forze dell’ordine e il rispetto del ruolo urbano per una maggiore sicurezza del cittadino.
Altre sette amministrazioni della provincia hanno firmato il protocollo insieme al prefetto della provincia di Cosenza Gianfranco Tomao.
Sono Cerzeto, Crosia, Paterno Calabro, San Pietro in Amantea, San Pietro in Guarano, Tortora ,Zumpano.
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“La videosorveglianza non individua una soluzione completa di tutti i problemi – spiega il prefetto di Cosenza-, ma è uno strumento di grande importanza per poter addivenire ad un controllo del territorio più sicuro, dare un contributo alle forze dell’ordine, che il controllo del territorio lo svolgono quotidianamente e per finalità che i sindaci, secondo me sentono molto, che è quello del ruolo urbano: l’abbandono dei rifiuti e degli altri aspetti di rilievo come tutelare le bellezze paesaggistiche: alcuni territori sono tra i più bei borghi d’Italia”.
“Può rivelarsi utile per le finalità proprie del Comune – continua a spiegare il prefetto Gianfranco Tomao-, è di aiuto per le forze di polizia; non abbiamo mai mancato di sottolinearlo in tutti i comitati di sicurezza pubblica in cui hanno partecipato i vari sindaci.
Il problema, devo dire, avvertito da molti amministratori locali è stato sotto due aspetti: risorse economiche, che adesso sono messe in campo e quindi speriamo di arrivare alla realizzazione effettiva; l’aspetto tecnico: l’impianto di videosorveglianza, è noto, deve essere efficiente, tale da poter poi essere utilizzato.
Hanno una funzione di prevenzione, di deterrente per eventuali reati, ma anche e soltanto gesti destinati a deturpare il paesaggio o il decoro delle città.
Quindi le immagini devono essere chiare e nitide”.
Il Prefetto Gianfranco Tomao, ha concluso l’incontro ricordando: «l’intesa firmata nella giornata odierna rappresenta una ulteriore conferma della stretta collaborazione tra la Prefettura di Cosenza e gli Enti locali, nell’ambito di una forma di cooperazione che si traduce in un’azione di supporto e di affiancamento della Prefettura all’attività dei Sindaci, finalizzata al miglioramento della vivibilità del territorio ed all’accrescimento della sicurezza percepita dai cittadini».
Obiettivo dell’Accordo, quindi, è quello di rafforzare ulteriormente, in un quadro di sicurezza integrata la collaborazione interistituzionale tra Enti al fine di migliorare l’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni legati alla criminalità diffusa e predatoria.
Praticamente come dice il questore Giancarlo Conticchio la video sorveglianza è il “poliziotto elettronico” , “un occhio che, oltre ad essere uno strumento preventivo e repressivo, è uno strumento che da sicurezza ai cittadini. E i cittadini sanno bene che se il Comune ha attivato il sistema di videosorveglianza rende la loro sicurezza, una sicurezza maggiormente sentita. La vigilanza delle macchine dell’uomo, del carabiniere, del poliziotto non basta mai – conclude Conticchio-, e avere un supporto come il sistema di videosorveglianza ci consente a tutti i livelli di vivere in tranquillità”.
Tanto più nei comuni dove non c’è nemmeno un vigile urbano!
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Risultano versamenti di Buzzi da 5mila euro alla fondazione di Renzi e da 15 mila al PD
Domenica, 13 Maggio 2018 20:06 Pubblicato in ItaliaTERREMOTO NEL PD! Il capo della cooperativa “29 giugno” intercettato conferma versamenti diretti alla Open di Marco Carrai oltre che per le cene.
Il tesoriere: “Restituiti dopo l’arresto”
Per partecipare alla cena con Renzi “ho versato 15mila euro al Pd e 5mila alla Leopolda”.
Salvatore Buzzi, sodale di Massimo Carminati nel Mondo di mezzo, fa il conto di quanto gli è costato sedersi a tavola a poca distanza dal premier.
Lo dice lui stesso nel corso di una telefonata intercettata due giorni dopo l’evento.
Dalle carte dell’inchiesta Mafia Capitale 2 emerge una nuova verità sulla presenza di Buzzi alla serata di raccolta fondi del Partito democratico organizzata dal segretario Matteo Renzi la sera del 7 novembre 2014 al Salone delle Tre Fontane di Roma: il ras della cooperativa 29 Giugno non ha versato solamente 10mila euro come era emerso lo scorso dicembre dalla prima ondata di arresti nella Capitale.
Non solo: oltre ai soldi al Pd spunta un nuovo versamento da 5mila euro effettuato alle casse della Fondazione Open, la cassaforte personale del premier guidata dal fidato Marco Carrai e dall’avvocato Alberto Bianchi nonché dal ministro delle Riforme e rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi e da Luca Lotti, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’editoria e segretario del comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe).
Nel pomeriggio del 6 novembre Guarany telefona a Buzzi dicendogli di chiedere i dettagli della serata a Lionello Cosentino, ultimo segretario del Pd di Roma, commissariato da Matteo Orfini lo scorso dicembre. “Orario della cena e come ci sediamo?”.
Buzzi esegue e comunica anche i nomi dei presenti: “Io, Guarany, Nanni (l’allora direttore generale di Ama, la municipalizzata romana per l’ambiente, Giovanni Fiscon, ndr)”.
Tutti e tre ora sono in carcere ma quella serata andò benissimo tanto che i tre continuarono a parlarne nei giorni successivi.
La mattina dell’8 novembre alle ore 11.14 Buzzi svela a Fiscon di aver fatto due versamenti diversi per poter partecipare alla cena: 15 mila euro al partito e 5 mila a Renzi per la Leopolda.
Oltre ai riscontri bancari dei versamenti gli inquirenti riportano il messaggio inviato a Buzzi il pomeriggio prima della cena dall’onorevole Micaela Campana con gli estremi per il pagamento al Partito democratico: “c/c intestato a Partito democratico presso: Banca Intesa San Paolo Spa Iban IT 47T0306903390680300093335 Causale: Erogazione liberale”.
Messaggio che poi Buzzi gira al commercialista Paolo Di Ninno.
Una volta ricevuto il messaggio del buon esito dell’operazione il patron delle coop dava “conferma del bonifico appena effettuato” alla stessa Campana.
Quando nel dicembre 2014 dalle carte dell’inchiesta Mafia Capitale emerse che Buzzi aveva versato 10 mila euro al Pd, il tesoriere del partito Francesco Bonifazi si era impegnato a rendere trasparenti i versamenti ricevuti alle due cene di raccolta fondi organizzate a Milano e Roma.
Dopo una settimana di insistenze da parte della stampa e di richieste di informazioni, Bonifazi comunicò che la sera del 7 novembre con l’evento nella Capitale il Pd aveva registrato 840 adesioni, 441 bonifici per un incasso complessivo di 770.300 euro per poi fare marcia indietro sull’annunciato elenco dei benefattori: “Ferma restando l’intenzione del partito di dare massima trasparenza alla cena di finanziamento esistono ostacoli oggettivi legati alla normativa sulla privacy e sulla divulgazione dei dati”.
Ora, a distanza di sei mesi e con altri 44 arresti che hanno coinvolto l’intero Pd capitolino e fatto emergere persino una richiesta di soldi diretta a Buzzi per pagare gli stipendi del partito da parte del tesoriere cittadino,Carlo Cotticelli, la necessità di trasparenza appare ancora maggiore.
La legge sulla privacy a tutela di quanti finanziano movimenti e fondazioni politiche è spesso usata come paravento per coprire i benefattori come ha detto lo stesso Renzi nelle settimane successive allo scandalo promettendo un intervento legislativo per attuare una reale trasparenza.
Il premier, del resto, conosce bene la materia considerato che dal 2007 a oggi ha avuto due associazioni (Noi Link e Festina Lenta) e due fondazioni (Big Bang e Open) attraverso le quali ha raccolto circa quattro milioni di euro e dei quali solamente si conosce la provenienza di appena il 40%.
Ma dei cinquemila euro versati da Buzzi alla Open “ce ne siamo accorti”, afferma Alberto Bianchi, tesoriere della fondazione contattato il 10 giugno dal Fatto.
“Mi sono insospettito per quel nome ‘coop 29’ indicato nella voce mittente del bonifico, ma era incompleto”, spiega.
“Dopo gli arresti di dicembre però non volevamo lasciare nulla al caso, ovviamente il clamore era enorme e così ho deciso di proporre al cda di restituire quel versamento: nel dubbio meglio agire radicalmente, così poi è stato deciso con unanimità nel corso di un apposito cda”.
Noi, aggiunge Bianchi, “siamo da sempre più trasparenti possibile e spesso abbiamo per questo anche perso dei finanziatori”.
Anche Buzzi se ne fa vanto.
Lo dice ai pm. “Noi non abbiamo mai finanziato illegalmente la politica, ma tutto legalmente: Rutelli,Veltroni, Alemanno, Marino, Zingaretti, Badaloni, Marrazzo, tutti praticamente, anche Renzi: tutti contributi dichiarati in bilancio”.
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Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it
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Calabria.Operazione Salus: Via gli advisor di KPMG
Domenica, 13 Maggio 2018 19:51 Pubblicato in CalabriaRelativamente all’operazione “Salus”, avviata dalla Procura di Reggio Calabria, la quale attraverso il lavoro investigativo della Guardia di Finanza ha scoperto che l’Asp della provincia reggina ha pagato due volte le fatture per le prestazioni sanitarie ad una nota clinica privata del posto, Villa Aurora, per un importo complessivo di quasi sei milioni di euro, è emerso, a chiusura delle indagini, anche il coinvolgimento del referente della Kpmg, società advisor incaricata dal governo nel 2009 di rendicontare il debito sanitario per il quale poi è scattato il commissariamento del settore in Calabria.
Un fatto, riteniamo questo, molto grave dal momento che soldi pubblici sono finiti nelle casse di privati con oculate operazioni di truffa e raggiro, il tutto sotto gli occhi di chi dal governo è stato chiamato a vigilare e rendere conto delle situazioni economiche relative al comparto sanitario calabrese, attraversato oggi dall’ennesimo scandalo.
Ricordo che la società Kpmg costa ai calabresi oltre quattro milioni di euro l’anno e non sappiamo a questo punto davvero per cosa, un lavoro che le viene affidato attraverso la struttura commissariale con proroga di anno in anno che lo stesso attuale commissario Scura ha rinnovato nonostante il bando per l’affidamento di questa attività a nuova società sia stato pubblicato già alla fine del 2016 ma che, a quanto pare, ad oggi non è stata perfezionata ed ultimata l’aggiudicazione.
Non è da oggi che noi di Azione Identitaria riteniamo non affidabile e credibile l’attività di questa multinazionale che dalla nostra regione drena lauti compensi gravanti tutti sulle spalle dei cittadini e, dal momento che il commissario Scura in Calabria sembra non aver avuto dubbi circa l’affidamento e la proroga a Kpmg, riteniamo anche lui responsabile morale di questa situazione di sperpero di denaro pubblico che va ad aumentare l’emergenza sanitaria regionale in un circolo vizioso raccapricciante fatto di corruzione, truffe e negligenze.
Chiediamo l’immediata rimozione della società Kpmg ritenendo il lavoro svolto dalla stessa fallimentare e deleterio per la Calabria, dal momento che al posto di rendicontare i debiti pregressi li ha aumentati favorendo situazioni come quella dell’Asp di Reggio Calabria, dove ci auguriamo la magistratura ora possa fare piena chiarezza, ma nell’attesa che ciò avvenga, è d’obbligo pretendere l’allontanamento della Kpmg dalla Calabria, il cui sistema di controllo e modo di agire sono stati ritenuti, da governo e struttura commissariale, intoccabili.
Paola Turtoro Portavoce regionale AZIONE IDENTITARIA CALABRIA
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