È da poco iniziata la stagione autunnale è la città alle prime intemperie marittime ha immediatamente mostrato tutte le sue problematiche costiere, denunciate mediaticamente da tanti, noi compresi, e mai risolte.
Parliamo del lungomare cittadino, del lungomare di Campora San Giovanni, dello stradone di Coreca ed infine, l’ultimo in ordine cronologico dello stradone sulla statale tirrenica inferiore, di fronte il bastione del Torrione di Campora San Giovanni.
Anche noi abbiamo scritto del rischio sul quel tratto di strada erosa dal mare, con abbattimento delle strutture metalliche di perimetrazione e con il rischio concreto ed imminente di crollo totale della statale 18.
Di fatti nella giornata di ieri gli agenti marosi hanno frantumato le briglie fatte di massi di cemento armato che si sono sgretolate come un castello di sabbia, massi che erano deputati a sostegno del terreno che eleva la SS18.
L’Anas non ha potuto fare altro che impiantare un semaforo veicolare per il senso alternato sulla statale 18, come si evince dalle foto in evidenza forniteci dal nostro reporter Luca Guzzo, il problema reale si evidenzierà nelle prossime mareggiate dove si prevede il crollo totale della Statale Tirrenica.
Occorre un intervento urgente ed emergenziale per evitare la chiusura a sud della statale tirrenica inferiore, che vorrebbe dire spezzare in due la Calabria, visto la non percorribilità della strada alternativa per Nocera Terinese interrotta per il crollo del ponte sul fiume Savuto nel lontano 2006, ponte oramai in realizzazione la cui data di fine lavori è prevista per il 2022.
Non abbiamo alternative alla protezione della spiaggia e della costa se non con le barriere soffolte, come realizzate, nel corso dello scorso anno, a Riccione.
Proprio a Riccione la Edil Impianti, che tra l’altro è una azienda calabrese, ha sperimentato il “WMesh” che è un sistema innovativo di barriere permeabili, studiate per la difesa della costa e dell'habitat marino.
Proprio a Riccione, ad esempio, il progetto di barriere soffolte, durato due anni, ha garantito il mantenimento delle opere di difesa della costa, ha contratto l'azione erosiva del mare e ha proseguito l'azione di ripopolamento della fauna marina e la tutela dell'ambiente.
Ma per fare tutto ciò è necessario che qualcuno ami Amantea, è necessario che qualcuno progetti, realizzi oltre che solleciti la Regione Calabria in tal senso.
Speriamo di sbagliare ma la nostra città ultimamente è poco fortunata ed amata, anche da tutti noi.
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Primo Piano
Sulla Gazzetta ufficiale del 30.03.2020 è stata emessa una Ordinanza del 20 marzo 2020.
L'ordinanza stessa è stata emessa per le disposizioni urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 21 al 24 dicembre 2019 nel territorio della costa tirreni-
ca delle Province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e
Vibo Valentia. (Ordinanza n. 653).
Pertanto il capo dipartimento della Protezione Civile, vista la la delibera del Consiglio dei ministri del 29 febbraio 2020 col quale è stato dichiarato per 12 mesi lo stato di emergenza in conseguenza degli episodi eccezionali metereologici verificati nei giorni dal 21 al 24 dicembre, e considerato che i summenzionati eventi hanno determinato mareggiate con conseguenti allagamenti e fenomeni di erosione costiera, danneggiamenti alle infrastrutture e agli uffici pubblici e privati, nonché le attività produttive, nomina il Presidente della Regione a Commissario Delegato.
Il Commissario Delegato, che opera a titolo
gratuito, può avvalersi della collaborazione delle strutture e degli uffici regionali, provinciali, comunali, delle unioni montane e delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, nonché individuare soggetti attuatori, ivi compresi i consorzi di bonifica e le società a capitale interamente pubblico partecipate dagli enti locali interessati, che agiscono sulla base di specifiche direttive, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Il Commissario Delegato predisporrà, nel limite delle risorse finanziarie di cui all’art. 7, entro trenta giorni dalla pubblicazione della ordinanza, un piano degli interventi da sottoporre all’approvazione del Capo del Dipartimento della protezione civile.
Al fine di valutare le prime misure di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive direttamente interessate dagli eventi calamitosi citati in
premessa, il Commissario Delegato definisce la stima delle risorse a tal fine necessarie, sulla base della modulistica allegata alla presente
ordinanza e secondo i seguenti criteri e massimali:
Per attivare le prime misure economiche di immediato sostegno al tessuto sociale nei confronti dei nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa risulti compromessa, a causa degli eventi in rassegna,
nella sua integrità funzionale, nel limite massimo di euro 5.000,00;
Invece per l’immediata ripresa delle attività economiche e produttive sulla base di apposita relazione tecnica contenente la descrizione delle spese a tal fine necessarie, nel limite massimo di euro 20.000,00, quale limite massimo di contributo assegnabile ad una singola attività economica e produttiva.
Il Commissario Delegato provvederà a riconoscere i contributi ai beneficiari secondo criteri di priorità e modalità attuative fissati con propri provvedimenti.
Speriamo che la nostra Commissione Straordinaria abbia letto e visionato questo decreto, al fine di attivarsi in tutte le modalità possibili per il ripristino del lungomare cittadino, non vorremmo, come nelle ultime occasioni, perdere anche questa possibilità di finanziamento.
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Politica
Sono molti i contadini noceresi con i visi preoccupati.
Molte delle loro campagne sono invase dalle acque del mare.
A cominciare da quelle prossime al mare e le cui fragili dune sono state liquefatte dalle forti onde.
Distrutte le cipolle appena piantate.
Ed i terreni sono invasi dal sale.
Dovremo aspettare le forti piogge che sciolgano il sale depositato dal mare e ripuliscano i terreni.
E poi ripiantare tutto.
Un lavoro difficile
Tutto a mano
E per favore non ci chiedete perché piantiamo le cipolle nei pressi del mare.
Voi lo ignorate ma le cipolle crescono bene sono nei terreni sabbiosi e diventano dolci solo nei terreni sabbiosi
Se l’anno prossimo volete mangiare le nostre uniche cipolle dolci non resta che difendere questi terreni fortemente a rischio, magari con dighe foranee.
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Basso Tirreno
Questa è la lettera che l’ex primo cittadino di Nocera Terinese Fernanda Gigliotti ha inviato al presidente della Regione Mario Oliverio, ai sindaci di Amantea, Falerna e Gizzeria, al commissario straordinario del Comune di Nocera Aldo Calandreillo e al responsabile della Protezione civile regionale Carlo Tansi.
“La violenta mareggiata che stamattina si è abbattuta sulla costa tirrenica e che da Nocera Terinese a Gizzeria ha travolto il lungomare, la strada statale 18, le strade comunali e invaso il centri abitato di Nocera Marina provocando danni ad abitazioni e attività commerciali, al di là di ogni altra spiegazione scientifica e contingente, è la conseguenza dell’avanzamento inarrestabile del mare che sta inesorabilmente riappropriandosi di quelle che fino a quaranta anni fa erano spiagge libere.
Quelle spiagge, tuttavia, negli ultimi quarant’anni sono state edificate, urbanizzate e sono attraversate dalla strada statale 18, una delle arterie più importanti della nostra regione, la cui interruzione segnerà l’isolamento di questo pezzo di Calabria dal resto dell’Italia.
E poiché non possiamo abbandonare ad un tragico ed inesorabile destino i cittadini, le loro case, le strade, le infrastrutture, anche se costruite a troppa poca distanza da quello che un tempo era di proprietà del mare, occorre al più presto che la Regione Calabria intervenga senza ultiore ritardo in questo pezzo di costa e realizzi finalmente gli interventi di mitigazione dell’erosione costiera a cui ha destinato oltre sei milioni di euro.
Oggi è il momento della gestione dell’emergenza, peraltro ampiamente prevista, ma è da oggi che occorre iniziare la gestione ordinaria del nostro territorio, la prevenzione, la difesa che non può, evidentemente, intervenire con quattro massi messi sul lungomare come suggerito da alcuni.
Sono anni che il Comune di Nocera reclama, ed io l’ho fatto ogni giorno della mia sindacatura, la realizzazione di questo intervento che, oltre ad essere ormai necessario ed urgente per la messa in sicurezza della statale 18 e dei centri abitati, è un atto dovuto anche a titolo di risarcimento danni per le attività poste in essere a Nord del Comune di Nocera Terinese, da parte del comune di Amantea, della Regione Calabria e del Ministero delle Infrastrutture, e che hanno fortemente accelerato l’avanzata del mare e i danni conseguenti sulla nostra costa.
Mi riferisco, in particolare, alla costruzione del porto di Campora San Giovanni, alla realizzazione dei pennelli a protezione della statale 18 all’altezza della località Principessa e al Villaggio del Golfo, ai prelievi di sabbia nell’alveo del fiume Savuto destinata all’esecuzione dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria che ha impedito per lunghi anni il ripascimento della nostra costa.
Invito ancora una volta (e stavolta non da sindaco ma da privata cittadina che insieme a tutti gli altri noceresi subisce i danni di un ventennio di politica miope, di abbandono della costa, di cementificazione delle aree adiacenti il demanio marittimo) tutti i sindaci in carica dei vicini comuni di Amantea, Falerna e Gizzeria, insieme al commissario straordinario del Comune di Nocera Terinese, dopo l’intervento straordinario in atto della Protezione civile, di richiedere congiuntamente l’intervento ordinario della Regione Calabria che è l’unico Ente che può e che deve intervenire a difesa del demanio marittimo e del nostro territorio con la realizzazione delle opere di difesa della costa e di mitigazione dell’erosione. *Ex sindaco di Nocera Terinese
Ndr Aspettiamo la risposta del sindaco di Amantea dalla forte accusa dell’ex sindaco di Nocera terinese addossa la responsabilità di danni subiti da Nocera Terinese al porto di Campora San Giovanni, alla realizzazione dei pennelli a protezione della statale 18 all’altezza della località Principessa e al Villaggio del Golfo, ai prelievi di sabbia nell’alveo del fiume Savuto destinata all’esecuzione dei lavori di ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria che ha impedito per lunghi anni il ripascimento della nostra costa.
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Basso Tirreno
Godiamoci questa ultima giornata pre ferragostana di mare bello!
Del diman non v’è certezza, diceva il poeta.
Anzi, il bollettino del mare, infatti, porta per domani 12 agosto mare molto mosso
E la domanda che si pongono i marinai è se il porto resterà totalmente chiuso
Già adesso, infatti, è parzialmente agibile e ieri alcune imbarcazioni turistiche non sono potute entrare
L’altra domanda che invece si pongono i balneari è se il mare si sporcherà come capita sempre quando il mare è agitato e solleva il “rivuoto” dal fondo.
Il “rivuoto” è quanto si deposita nel resto dell’anno e che proviene dai fiumi o è portato dal mare: fango, terra, polvere, fosfati, nitrati ed altro.
In questi casi i benpensanti ed i ciechi fisici ed intellettuali posteranno le foto dei giorni precedenti e negheranno a se stessi ed agli altri quanto il mare espone.
E questi sono i logici.
Perché poi ci sono gli illogici( dolce eufemismo letterario) che malediranno gli altri, cioè quelli che hanno “invocato” il maltempo per poter avere ragione nelle loro tesi sulla fragilità dello stato del mare
E speriamo che non piova molto.
Perché se piove i fiumi porteranno a mare quello che viene sversato nelle sue acque
Ed è il meno, visto che per lo più si tratta di colibatteri e colifecali
Speriamo che non piva molto perchè le acque che lavano le strade portando con se fino al mare quanto da esse raccolto.
Auguri mare ancora meraviglioso pur se purtroppo destinato a cambiare se non si interviene per tempo o se si da scioccamente ragione ai ciechi ed agli imbelli.
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Cronaca
Riceviamo la seguente nota di Gigino Pellegrini
Quali sono le cose che Amantea (e la Calabria alla quale essa appartiene) non da ai suoi abitanti? E una volta che si riesce a capire, siamo sicuri che di esse cose ce le siamo meritate? Qui affiora una domanda ancora più determinante, anzi per meglio dire un vero e proprio sospetto:- Non sarà che questa sua negazione sia giustificata? Non sarà che Amantea non dà ai suoi figli per saggezza, e forse per il troppo amore, invece che solo per crudele e indolente odio verso i propri e indegni figli?
Sono sempre più convinto che quelli dell’Arpacal, chiamati ad analizzare le acque sacre del Mare Nostrum, meglio conosciuto come Mare di Ulisse, distrattamente hanno analizzato le acque pure e miracolose di Lourdes. L'avvenuto prodigio è stato comunicato all’Amministrazione e a tutti gli organi di stampa. Il giorno dopo, tramite la voce di Sparaballe , Tg locali e quotidiani cartacei, i cittadini vennero informati che l’acqua del mare di Amantea è da “bere”.Avete capito bene! Da bereeeee!! Allo stesso tempo chi scrive osservava, mentre se ne andava a fare dello jogging, che il mare di Amantea si tingeva di marrone e diventava schiumoso. Varie macchie scure piene di bollicine “petillant” avanzavano gradualmente sul mare e quando i raggi del sole tornarono a splendere emergevano, staccandosi nettamente dal blu del Mare di Ulisse. Non è oro nero, è liquame. Forse non molti lo sanno, o non vogliono sapere, ma la città ha un sistema fognario ridicolo. Acque nere e bianche terminano nelle stesse condotte e quando piove troppo gli scarichi finiscono a mare. Tanti sono i punti di scarico in zone diverse del litorale amanteano lungo 12 km. , da Acquicella a torrente Torbido. Quello delle fogne è il problema strutturale più “sentito” dai cittadini. Risale ai tempi del boom economico, quando Amantea iniziò a svilupparsi a suon di cemento e opere edilizie spesso molto discutibili. La città si espanse, ma il sistema fognario rimase praticamente uno e misto. E da allora gli scarichi in mare sono cronaca ordinaria quando, a causa della pioggia, o la presenza di turisti fa aumentare la popolazione, l’acqua fogniaria in eccesso non riesce a defluire verso il depuratore di Nocera. In questo quadro, non certamente idilliaco né per i residenti né per i sempre meno turisti, una speranza di risolvere il problema ci sarebbe. “Basta merda in mare”. Dovrebbe essere il nome di una associazione di amanteani indipendenti da qualsiasi schieramento politico. Nome adeguato per non edulcorare un problema gravissimo, avvertito da tutta la cittadinanza. Resta da chiedersi che ruolo abbia avuto l’Asl nella vicenda. “Il direttore di turno è intervenuto negli anni solo se l’Arpacal dava un segnale, ma durante il periodo turistico tutti zitti” è la denuncia che faccio, la dice lunga sull’omertà, a lungo conservata tra gli operatori del settore, per non pregiudicare l’intera economia cittadina che attorno al mare gravita. Otiti, vaginiti e altre infezioni venivano da tempo diagnosticate dai pediatri della zona e il sospetto che c’entrasse il mare c’era senz’altro. Il mare è una risorsa vitale per l’uomo: l’alterazione del suo ecosistema costituisce un gravissimo pericolo per la sua salute. Dunque, per noi è un obbligo tutelarlo oltre che proteggerci dagli effetti del suo inquinamento. Le acque inquinate contengono grandi quantità di virus e batteri i quali possono essere assimilati dai frutti di mare allevati in prossimità degli sbocchi degli scarichi, provocando così nell’umano malattie come l’epatite, la salmonellosi, il colera e il tifo. Inoltre contengono pericolosi agenti chimici, metalli pesanti e veleni fortemente dannosi per l’umano organismo e in alcuni casi anche cancerogeni. Uno studio condotto da Greenpeace ha rilevato che il mare più inquinato del mondo è proprio il Mediterraneo, in particolare la zona compresa tra Spagna, Francia e Italia. Le foto che vedete le ho scattate negli ultimi tre giorni, certamente non tre secoli fa, come farebbe piacere ai nostri Amministratori e Autorità competenti.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
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Il mare colpisce indistintamente tutto e tutti. Non solo la SS18 in località Principessa, ma anche il villaggio turistico le Mandrelle nel quale da decenni insistono alcune casette turistiche di pregevole fattura, non invasive, tutte ad un piano, con giardino annesso.
E le ultime mareggiate ne hanno fatto crollare totalmente due ed altre sono a forte rischio.
Lì vicino era crollata la casa di Bossio dopo lo spiaggiamento della Jolly Rosso
Ed ancora prima aveva avuto grossi danni l’albergo Le Mandrelle
Il sig Cesàri è venuto apposta da fuori Amantea non per piangere su quel poco che resta della sua villetta ma per scrivere due cartelli con cui segnala a possibile accedenti di non entrare perché c’è il pericolo di crollo del poco che è rimasto in piedi .
In piedi è un modo di dire, ovviamente, perché la parte di stessa struttura in cemento armato che ancora resiste è fortemente instabile e parimenti i muri perimetrali.
A nulla hanno potuto i massi posti a dimora per difendere l’abitazione e che sono stati vittime del mare o sepolti o risucchiati verso il largo.
A lato altre abitazioni , una della quali inabitabile ,in pericolo ed altre a forte rischio di instabilità, prossime incolpevoli vittime del mare e degli errori dell’uomo
A nord una scogliera , a sud un’altra, di fronte alle villette colpite dal mare, niente.
Scogliere che hanno protetto quanto insisteva dietro ed a nord di esse, mentre, per un comportamento fisico ineludibile del mare , non agevolando, esse, il movimento delle sabbie,a sud delle medesime si forma una zona indifesa.
Succede sempre così.
È successo anche con il vicino porto la cui scogliera ha indotto il ripascimento a nord ma anche il depauperamento a sud con il rischio di portare via la stessa statale
Non sanno se del crollo della loro casa chiederanno i danni a qualcuno ma è molto probabile che si rivolgeranno a tecnici e a legali per verificare se la realizzazione della scogliera a nord ha in qualche modo indotto il crollo della loro abitazione.
“Il problema è – ci dicono-che quando realizzammo la villetta di fronte a noi c’erano centinaia di metri di spiaggia oggi letteralmente scomparsa”!
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Primo Piano
Il mare mosso non fa solo danni alle strutture a terra od alle spiagge.
No, crea anche problemi alle tartarughe in movimento il cui viaggio viene reso difficile.
Ed alcune di loro possono essere piaggiate quando sono stanche e si lasciano vincere dalle onde.
E’ successo ad Amantea.
La tartaruga "caretta caretta" è stata trovata in località calcato Amantea da Santino Marigliano.
Per fortuna lo spiaggiamento è avvenuto su un tratto di spiaggia sabbiosa e non su una delle tante scogliere artificiali.
Ben diversa sarebbe potuto essere la sorte della giovane tartaruga.
E’ stata chiamata la locale Protezione Civile di Amantea che ha attivato i soccorsi.
E così la caretta caretta è stata visitata dal dott. Santoro Salvatore A.S.L di Cosenza, area 3, e dalla Dottoressa Giglio Stefania del Centro Recupero Cetacei.
Ora la tartarughina è stata ricoverata presso il centro recupero di Capo Rizzuto.
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Qualche barchetta riesce con l’alta marea ad entrare ed uscire dal porticciolo, ma, almeno, a livello amministrativo, il porto è chiuso, inagibile.
Lo afferma la disposizione della capitaneria di porto che ormai sta continuamente a controllare la profondità del fondo della piccola bocca, quella che arriva perfino a diventare una spiaggia vera e propria.
Tutta colpa delle mareggiate – almeno così dicono.
Quelle mareggiate che molte volte riempiono la bocca e raramente la liberano.
Una sorta di supplizio tantalico, senza fine.
Un supplizio che viene pagato dai pescatori che non possono lavorare.
Dare la colpa al mare, invece, ci sembra una grande bufala alla quale i tanti fanno finta di credere
A noi sembra invece tutta colpa del progetto o della esecuzione
E così si chiude un anno con il porto chiuso e si apre un nuovo anno con il porto sempre chiuso.
Allora speriamo? Si, nelle mareggiate!!!
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