
“ E Adesso andate via, meglio restare soli!” sembra dire la consigliera Concetta Veltri mutuando il testo di “Perdere l’amore di Massimo Ranieri, e sollecitando le dimissioni della sindaca invocando una consapevole presa di coscienza della gravità della situazione amanteana e del fallimento della lista Arcobaleno che ha portato la città verso il baratro.
Numeri alla mano la sindaca non ha perso solo due consiglieri ma anche le 673 preferenze di Tempo Sergio e di Salvatore Alessandro.
E la consigliera la invita a dimettersi ben sapendo che non lo farà.
Ecco il comunicato.
“Un anno fa, subito dopo le dimissioni del consigliere Alessandro Salvatore, scrivevo il comunicato stampa intitolato: "Un anno di giunta Sabatino, un anno di tormenti per la città. Inizia l'agonia".
Paragonando la maggioranza consiliare alla Nigger Island del romanzo "10 piccoli indiani" di Agatha Christie, condividevo con i miei collaboratori l'idea che sarebbero arrivati tempi ancor più bui e complicati per la città.
L'uscita del consigliere Alessandro era stata anticipata da cose impensabili: dall'aumento degli stipendi per le cariche, a una gestione scellerata della cosa pubblica passando per una crescita senza precedenti del divario tra palazzo e resto della città.
Noi, come a dire il vero molti altri, ci chiedevamo chi sarebbe stato il prossimo (o la prossima) a lasciare la maggioranza.
Ebbene, l'uscita di Sergio Tempo chiude un altro periodo infame, in cui la Sindaca cerca di difendere il suo fortino dai giornali, dalla magistratura e, persino, dagli allarmi sulla città che arrivano da quello che, in teoria, dovrebbe essere il suo stesso partito.
Un assessore al bilancio dimissionario che parla di gestione familistica della cosa pubblica alza di molto il livello di allarme per chi - all'interno di questa consiliatura - ha il dovere di vigilare sul rispetto delle regole democratiche e morali.
Sono mesi che denunciamo l'incompetenza, il dilettantismo e il familismo di questa amministrazione e, nei prossimi comunicati, non mancherò di aggiornare la lista delle nefandezze.
Le dimissioni di Sergio Tempo segnalano però un allarme di natura democratica basato sui numeri delle scorse elezioni, in cui la lista Arcobaleno vinceva con 426 voti di scarto e, ad oggi, con la perdita delle 673 preferenze (368 di Tempo + 305 di Salvatore), sarebbe minoranza.
In due anni la giunta Sabatino ha perso il 20% delle sue preferenze, al punto che chiamare maggioranza quella rappresentata dalla lista Arcobaleno è oramai un paradosso.
Francamente non mi appassiona sapere chi saranno le prossime figure a dissociarsi.
Adesso, cosi come un anno fa, mi preoccupa e mi allarma la deriva scadente e approssimativa di questo governo, la mancanza di una visione strategica del futuro, l’ignorare continuamente il disastro in corso e il non imparare dagli enormi ed innumerevoli errori che, in così poco tempo, si è stati in grado di fare.
Da oggi in poi mi preoccuperà anche il fatto che c'è un problema di legittimità basato sui numeri della democrazia.
Direi sia arrivato nuovamente il momento di dire: grazie Sindaca, pensiamo abbia fatto abbastanza, non c’è bisogno di andare avanti.
In consiglio continuerò a non fare sconti a chi pensa di essere Alice nel paese delle meraviglie e a nascondere i numeri dell'evidenza, continuerò invece ad aspettare con piacere altri (o altre) che, sebbene in privato, cominciano a guardare il disastro in corso con maggiore obiettività.
Penso comunque non debba esserci per forza il bisogno di andare avanti con questo stillicidio.
In un periodo storico di forti divisioni mi sembra che i cittadini e le cittadine di questo territorio siano d’accordo su una cosa in particolare.
Le dimissioni più auspicate da parte di tutta la cittadinanza sarebbero, semplicemente, quelle della sindaca Sabatino.
Le aspettiamo a breve! La consigliera Concetta Veltri
La sindaca di Amantea Monica Sabatino e suo padre Giuseppe sono stati interrogati dal sostituto procuratore della Repubblica Anna Chiara Fasano, titolare del fascicolo dell’inchiesta per un presunto voto di scambio
che li vede coinvolti nelle amministrative svoltesi nel 2014 .
Secondo l’accusa, il padre della sindaca avrebbe esercitato pressioni su alcuni agenti della polizia municipale in attesa di stabilizzazione, affinché recassero vantaggio alla lista "Rosa Arcobaleno" capeggiata dalla figlia Monica.
Al tempo il padre della sindaca l'epoca dei fatti l'uomo era a capo dell'ufficio di Ragioneria del Comune tirrenico nonché vice segretario posizioni dalle quali avrebbe potuto esercitare maggiore potere coercitivo.
Mentre la sindaca di Amantea, nonché dirigente del Partito democratico, è accusato di concorso nel reato.
Secondo l’accusa i due «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in concorso con il padre prometteva in favore di numerosi elettori inquadrati come precari nel corpo di polizia municipale vantaggi consistenti nella stabilizzazione del contratto attraverso il superamento del concorso per l’assunzione di sette vigili urbani».
Una vicenda sulla quale la sindaca di Amantea e suo padre hanno cercato di chiarire la loro posizione davanti al magistrato titolare dell'inchiesta.
Ora la parola passa al magistrato.
Due le possibilità: la prima è la archiviazione, la seconda è il rinvio a giudizio.
Ora il legale delle denuncianti acquisirà gli atti e le medesime decideranno eventuali altri passi.
Comunque ancora non è noto nemmeno il reato ascritto.
Potrebbe anche essere “semplicemente” il reato di corruzione elettorale previsto dall’art. 86 d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 che dispone: "chiunque, per ottenere, a proprio od altrui vantaggio, la firma per una dichiarazione di presentazione di candidatura, il voto elettorale o l’astensione, dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori, o, per accordo con essi, ad altre persone, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da lire 3.000 a lire 20.000, anche quando l’utilità promessa sia stata dissimulata sotto il titolo di rimborso spese o servizi elettorali. La stessa pena si applica all’elettore che, per dare o negare la firma o il voto, ha accettato offerte o promesse o ha ricevuto denaro o altra utilità."
La Suprema Corte ha risolto il quesito precisando che il delitto previsto dall’art. 86 d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 - integrante un’ipotesi di cosiddetta “corruzione elettorale” - non è un reato a concorso necessario e, quindi, per la sua configurabilità è sufficiente la sola promessa di utilità da parte del corruttore, la quale si atteggia come promessa del fatto del terzo e, conseguentemente, impegna solo chi la effettua.
Il Back office
Nell' organizzazione aziendale il back office (letteralmente dietro ufficio, nel significato di retro-ufficio) è quella parte di un'azienda (o di un' organizzazione ) che comprende tutte le attività proprie dell'azienda che contribuiscono alla sua gestione operativa, come il sistema di produzione o la gestione.
In quanto core business dell'azienda, il back office comprende sia gli aspetti tecnici legati alla produzione e all'esercizio delle funzioni tipiche aziendali (Ufficio Tecnico, program management office, project management office ecc...) sia le attività di gestione dell'organizzazione (amministrazione aziendale, Affari Generali, Gestione Personale) e dei procedimenti amministrativi. In pratica, il back office è tutto ciò che il cliente (o l'utente) non vede, ma che consente la realizzazione dei prodotti o dei servizi a lui destinati.
Il Front office
Si contrappone al front office, e può essere chiamato anche retro sportello o sistema di produzione grazie alle risorse umane.
Il termine deriva dalla configurazione delle prime società, dove il front office conteneva il reparto vendite e pochi settori legati all'assistenza al cliente, mentre il back office conteneva i reparti solitamente preclusi al pubblico: produzione, sviluppo o amministrazione.
Front Office
Nell'organizzazione aziendale il termine front office (letteralmente "ufficio davanti"), indica l'insieme delle strutture di un'organizzazione che gestiscono l'interazione con il cliente. Si contrappone al back office che rappresenta invece il motore aziendale e può essere chiamato anche sportello, sistema di facciata o accoglienza clienti.
Ad esempio, in un'azienda, fanno parte del front-office le divisioni marketing e vendite; in una pubblica amministrazione, è l'ufficio per le relazioni con il pubblico e, più in generale, le funzioni di sportello. Un sito web non può assolutamente essere considerato una forma di front office, essendo il termine riferito ad una area organizzativa e non allo strumento informatico che ne rende fruibili i servizi. Sarebbe dunque più esatto riferirsi al sito web del front office, ad esempio il sito web dell'ufficio per le relazioni con il pubblico. In poche parole il Front office è il reparto amministrativo dell'albergo che si occupa del ciclo cliente.
In informatica aziendale, il front office è l'insieme degli elementi per la consulenza esterna, in possesso dell'azienda e/o da essa attuati, che ruotano intorno al cliente, e attraverso i quali l'azienda di servizi interagisce con esso, fornendo servizi complementari propri e l'assistenza relativa ai servizi primari, oggetto della propria attività, orientati appositamente all'offerta efficiente/efficace di questi ultimi.
Nel campo turistico il front office è costituito dall'insieme di determinati settori che sono: il ricevimento e centralino, la portineria, la cassa e la segreteria; ovvero tutti quei settori che hanno un rapporto diretto con il cliente e che interagiscono tra loro unendo i diversi settori dell'azienda.
Il Bak Office
Nella determina n 60 del 18 ottobre 2016 si è affidata in economia la gestione degli atti amministrativi e trasparenza BAK office e front Office web.
Il dubbio su che cosa si tratti discenda anche dal fatto che nella determina viene riportato un costo oscillante tra quello dei contatti informali pari ad euro 1.100,00 e quello dell’impegno di euro 6.100,00.