
Invito del M5s alla partecipazione al Consiglio Comunale.
La notizia ieri si diffonde veloce: un altro atto intimidatorio, si dice, questa volta ad un mezzo di lavoro.
Intorno alle 16 arriviamo sul posto, ed è davvero brutta la scena che vediamo in Via Neto, dove erano iniziati i lavori di allargamento appaltati dal Comune. L’allargamento di Via Neto- Via Po è uno dei 4 lavori previsti nell’ambito della devoluzione del mutuo destinato al lungomare.
E’ il primo che viene appaltato. L’importo a base d’asta è 440.000 euro per il primo lotto funzionale, in tutto 750.000 euro.
Sul posto c’è qualcuno che è venuto a vedere, qualcuno che abita in zona, passanti.
Qualcuno racconta la puzza, il fumo e gli scoppi in piena notte, intorno alle 3 e mezzo.
Difficile pensare che sia casuale, come pure qualcuno ha ipotizzato.
E pensare che ci possiamo trovare di fronte all’ennesimo atto di violenza, di intimidazione, di minaccia all’ordine pubblico è destabilizzante per tutti.
Qualcuno passa e dice: "chissa è la ‘Mantia", con un senso di rassegnazione..., dopo ordigni, auto incendiate, atti intimidatori che si susseguono con un ritmo che da inizio anno è diventato impressionante.
Il cantiere era stato appena consegnato alla ditta lametina Eurostrade s.r.l. che su 169 partecipanti si è aggiudicata l'appalto. E che poi, per quello che ci è dato sapere, ha subappaltato ad altra ditta lametina.
Solo 3 giorni di lavori, che oggi sono stati sospesi.
Questo succede ad Amantea, mentre proprio in questi giorni si discute della imminente chiusura della Tenenza delle Guardia di Finanza, prevista per il primo agosto.
E dopo che il Sindaco, autorità di pubblica sicurezza, in risposta a nostra specifica domanda, ci aveva rassicurati circa la presenza delle forze dell’ordine sul nostro territorio.
E pare che le rassicurazioni fossero venute dal prefetto, a cui il sindaco ha detto di avere scritto per riceverne risposta scritta.
Ma allora il prefetto non sapeva dell’imminente chiusura della tenenza della Guardia di Finanza di cui si sa ufficiosamente da molto tempo?
Dopo questo ulteriore episodio è inevitabile la preoccupazione, ma occorre reagire e reagire con ancora più forza.
Istituzioni e cittadini insieme.
Al Consiglio Comunale ognuno faccia la propria parte, compresi i cittadini che devono sostituire la rassegnazione con la partecipazione e il coraggio di volere una società migliore.
Noi vi invitiamo a partecipare e vi aspettiamo mercoledì 18 maggio alle ore 16 in Consiglio Comunale, dove daremo voce alle vostre preoccupazioni, e daremo il nostro apporto perché il Consiglio unito trovi il percorso che possa costruire legalità e sicurezza ad Amantea.
Riflessioni di un ex giovane calabrese di belle speranze.
Ciò che è mancato a lui e ad una intera generazione è stata una giusta valutazione della dialettica per quel fondo della propria formazione basata prevalentemente sul dato “scientifico” (così si diceva) che induceva a vedere il mondo e la vita su di un piano di sviluppo razionale quando la realtà della vita sociale e della “lotta rivoluzionaria” metteva loro spesso davanti ad un mondo che obbediva in buona parte a spinte di irrazionalità.
La metodologia basata sul dato “rigorosamente” razionale, proprio della scienza, non sempre corrispondeva con la metodologia basata sulla dialettica che era movimento e contraddizione e questo, non è stato di poco conto. Una frase di Togliatti mise fine al partito comunista rivoluzionario: “ La via democratica al potere”, con la “conta dei voti” come simbolo del metodo liberal democratico che legittima l'esistenza della maggioranza e della minoranza. E qui si entra nelle pieghe di un dramma psicopolitico che ha avuto come sua componente la paura, anche e soprattutto fisica, di una rottura con quel passato di esperienza nella quale tutta una generazione aveva sviluppato con la propria coscienza, prima ancora che con l’intelligenza e creatività, il concepimento delle classi sociali.
Chiaramente non una classe sociale intesa come processo produttivo cristallizzato, di un grande numero di individui. Sarebbe stato troppo riduttivo. Il concetto di classe sociale come un'immagine dinamica.
Quando si avvertiva una tendenza sociale, un movimento per date finalità, allora era possibile riconoscere l’esistenza di una classe nel senso “vero” del termine. Si scopriva, così, che un movimento rivoluzionario poteva esistere se vi era una dottrina ed un metodo di azione. Un movimento divenne anche una scuola di pensiero politico e quindi un'organizzazione di lotta. Il primo era un fatto di coscienza, il secondo era un fatto di volontà, più precisamente di tendenza ad una finalità.
Bastava ricordare che, se la coscienza degli uomini era il risultato e non la causa delle caratteristiche dell'ambiente in cui erano costretti a muoversi, la regola non sarebbe stata mai che lo sfruttato, l'affamato, il denutrito, potesse capacitarsi che avrebbe dovuto rovesciare e sostituire lo sfruttatore ben pasciuto e ferrato di ogni risorsa e capacità.
La democrazia elettiva borghese correva incontro alla consultazione delle masse, perché sapeva che la maggioranza avrebbe sempre risposto a favore della classe privilegiata, delegando ad essa volontariamente il “diritto” a governare, e a perpetuare lo sfruttamento. Se di questa verità si fosse cercata conferma in Calabria, ne avrebbero trovate una infinità. Bastava ricordare che era luogo comune squisitamente borghese contrapporre il "buon senso" della massa ai "tormentati" di una "minoranza di sobillatori".
La Calabria è come allora l’ultima regione d’Europa, governata da famiglie politiche e delinquenziali che a volte celebrano matrimoni; segue prole.
L’informazione in Calabria assomiglia molto ai bunker americani anti atomici; ça va sans dire che il corpo del dissenso è invisibile. In rete il giudizio critico ha scarso seguito e la denuncia sociale dura due ore, la vita di un post su Facebook.
Poi l’esistenza riprende il proprio viaggio nell’incertezza, nella precarietà, nella meschinità e umiliazione morale e politica. Il quadro è più che chiaro , ovvio: il dominio politico-delinquenziale dell’economia e dei settori pubblici impedisce ogni forma di sviluppo, per cui lavoro e produzione, impresa privata e crescita sociale sono impossibili. L’emigrazione aumenta, malgrado regga il dato degli abitanti, falsato dalla residenza, elemento formale. Si risiede in Calabria ma non ci si vive. In Calabria 1/3 degli studenti iscritti all’università è fuori regione.
Ci si iscrive in Facoltà universitarie prestigiose per poi “ambire” a qualche cattedruccia di qualche sperduta scuola media e forse in qualche liceo.
Insegnare una lingua straniera, matematica, disegno o musica. Questi fatti non contano: non li considerano i consiglieri regionali, il presidente della giunta, i rappresentanti nazionali, il governo centrale e gli stessi emigrati. Da almeno un decennio c’è in atto una diaspora impressionante quanto inavvertita in Calabria, un abbandono silenzioso che genera ulteriore rassegnazione e il dogma che nulla cambierà. Amen!
“Chi son li due tapini
che fumman come man bagnate ’l verno,
giacendo stretti a’ tuoi destri confini?.
L’una è la falsa ch’accusò Gioseppo;
l’altr’è ’l falso Sinon greco di Troia:
per febbre aguta gittan tanto leppo”.
Così Dante descrive nel Canto XXX dell’Inferno la sorte di due “falsari”, la moglie di Putifarre e Sinone. Sinone è quello che convinse i Troiani raccontando un sacco di panzane che quelli si bevvero come acqua fresca e fecero entrare il cavallo di legno, dentro cui si erano nascosti gli Achei che così presero la città.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Scrive il M5s di Amantea
“In apertura di Consi glio Comunale, il 30 aprile scorso, abbia mo chiesto al Sindaco di relazio narci sulla situazione dell’ordine pubblico.
Ad Amantea negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi atti di violenza criminale, tra esplosioni di ordigni, auto incendiate e atti intimidatori.
E il Sindaco, che è responsabile dell’ordine pubblico, non ha avvertito la necessità di parlare alla cittadinanza, di comunicare le azioni eventualmente intraprese. In Consiglio, pur facendo riferimento ad un non chiaro discorso su passerelle politiche, ci ha risposto e ci ha detto che aveva scritto al Prefetto ricevendone rassicurazioni sulla presenza e l’incremento delle forze dell’ordine nella nostra città.
Ma se è così perché non dirlo?
Perché non comunicarlo ai cittadini che hanno giustamente bisogno di rassicurazioni, purchè siano vere e non di circostanza?
Non è dato sapere. Ma in questo momento ciò che ci preme è andare oltre le polemiche e fare fronte comune perché sia evitato ciò che evidentemente nemmeno il sindaco conosceva il giorno del Consiglio: proprio in quei giorni veniva formalizzata la decisione di chiudere la Tenenza della Guardia di Finanza ad Amantea, un’operazione di riduzione della spesa pubblica che – a quanto pare- in Calabria colpisce solo la nostra città di Amantea e comporterebbe un risparmio esiguo, relativo ai soli costi di gestione della Tenenza, mentre i militari verrebbero trasferiti ad altre sedi.
Ma perché questa scelta?
Perché proprio e solo ad Amantea, dove operano diverse organizzazioni criminali e dove anche tutti i diversi episodi criminali occorsi richiederebbero non una rinuncia ad un presidio di legalità, ma al contrario un innalzamento del livello di controllo e di sicurezza.
Ecco perché abbiamo scritto al Sindaco e all’ Agenzia nazionale dei beni confiscati, sede di Reggio, per verificare se uno degli immobili confiscati possa ospitare la Tenenza della Guardia di Finanza.
Abbiamo poi scritto anche a tutti i componenti del Consiglio comunale, perché di fronte a situazioni come queste, che comportano la diminuzione dei servizi e dei livelli di sicurezza, non ci sono parti politiche e distanze, ma occorre essere uniti, fare fronte comune e individuare insieme ogni soluzione possibile per un risultato che è utile alla città e che occorre reclamare con forza nelle sedi opportune, in Calabria e a Roma, anche attraverso delegazioni ufficiali del Consiglio Comunale di Amantea.
E anche mettendo mano a risorse di bilancio.
Dimostrando che nei momenti difficili e importanti Amantea sa essere unita e forte”.
Lettera alla politica amanteana.
E Francesca Menichino scrive oggi 13 maggio 2016” la seguente lettera :
“Al Sindaco del Comune di Amantea, Al Presidente del Consiglio Comunale, A tutti i Consiglieri Comunali
Oggetto: Lettera a tutti i componenti del Consiglio Comunale sulla sicurezza pubblica.
Facendo seguito alla nota inviata in data odierna al Sindaco e all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, e che quì allego, nell’intento di individuare una soluzione relativa alla paventata chiusura della Tenenza della Guardia di Finanza di Amantea, voglio scrivere a tutti i componenti del Consiglio Comunale per evidenziare la necessità di parlare in modo condiviso e allargato del problema relativo alla G.d.F. di Amantea, e in generale ai livelli della sicurezza pubblica nella nostra città.
Non possiamo permettere, come Consiglio Comunale, che la sicurezza sia ridotta. Al contrario dobbiamo fare in modo che sia concretamente rafforzata, soprattutto dopo tutti gli atti criminali e tutte le intimidazioni che abbiamo dovuto purtroppo osservare ad Amantea.
Rinunciare alla presenza della Guardia di Finanza per un risparmio di sole 20.000 euro all’anno circa, unico caso in Calabria, è cosa che non dobbiamo consentire, e al contrario dobbiamo rintracciare tutte le soluzioni possibili per evitare che accada, anche ricorrendo a immobili nella disponibilità attuale o potenziale del Comune, o a risorse di bilancio.
Essere uniti in questa battaglia è fondamentale, e come Gruppo Consiliare M5s si offre tutta la disponibilità, anche nel senso della formazione decisa dal Consiglio di una delegazione consiliare che affronti con forza la questione nelle sedi opportune in Calabria e a Roma.
Rimango in attesa di riscontro e saluto tutti. Francesca Menichino.