Amantea. La vicenda di Roma ha evidentemente creato un forte senso di allarme tra la gente. Ed è a questo senso di allarme che è probabilmente dovuta la paura che in molti ad Amantea hanno provato vedendo un giovane girare per la vie della città vestito di nero e con una maglia, sempre nera, avvolta intorno alla faccia di cui si vedevano solo gli occhi.
E probabilmente alcuni di loro hanno avvertito i Carabinieri che sono prontamente ed efficacemente intervenuti.
Il misterioso giovane si trovava in via Dogana, lato sud quando ha sentito la sirena di Carabinieri di Amantea . Un immediato dietro fronte la rapida fuga nella vicina traversa stradale. Ma non è bastato perché la pattuglia ha subito bloccato il giovane trasferendolo nella locale caserma.
Nessun problema. Solo un falso allarme. Si trattava di un ragazzo forse ancora più impaurito della gente che lo vedeva.
Sembra che il ragazzo che abita a Paola fosse uscito di casa senza avvertire la madre che era pure fortemente preoccupata ed avesse raggiunto Amantea dove vive il padre ma si fosse celato il viso per non farsi riconoscere.
Insomma un equivoco chiarito dal padre ch poco dopo raggiungeva la caserma di CC chiarendo il tutto-
Meglio così!
I photored costano. Altro che!
E’ facile pensare che visto che i fessi pagano ( i “fessi”, si fa per dire, nel senso che il turista milanese o bolognese e romano o di altri posti lontani che avendo avuto la “stupida ed infelice” idea di passare per Amantea in luogo della A3, e che si vede arrivare una contravvenzione da photored , è costretto a pagare non fosse altro che per evitare di dover prendere l’aereo per essere qui davanti al Giudice di pace di Amantea per la causa) le casse del comune possono riempirsi per essere utilizzate per le tante esigenze( non tutte, invero, comprensibili) di un comune.
In ordine ai photored ( non ai semafori), abbiamo già detto ed appare inutile ripetere.
Oggi vogliamo ribadire che anche difendersi dalle pronunce dei Giudici di Pace ha un costo visto che poi i legali( nel caso l’avvocato Nicola Gaetano) devono essere pagati!
Intanto una domanda. Ma se il comune ha fatto un sacco di soldi con i photored perchè non ha pagato l’avvocato del comune?
E se non li ha fatto( visto che non ha pagato l’avvocato del comune) perchè tenerli ancora in funzione?
Se ci costano al punto da non poter pagare l’avvocato davvero ci possiamo permettere questo lusso?
Ah, si intende, il fatto che poi l’avvocato Nicola Gaetano, autonomamente( diremmo anche con stile ed eleganza), non ha materialmente attuato la pronuncia del Giudice( lasciando al comuni il tempo di “impiccarsi” da solo) non significa che il problema dei photored sia risolto. Affatto!
Lo evidenzia il Comitato civico Natale De Grazia con la seguente nota
Amantea, 22/04/2013 – Il Ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile nel processo sull’inquinamento del fiume Oliva ed ha predisposto per l’occasione, per tramite dell’Ispra, una “Relazione preliminare del danno ambientale” nella quale approfondisce e per certi aspetti rivede la relazione tecnica presentata alla procura di Paola nell’anno 2011. Nel documento, diffuso dalla stampa, si conferma la grave situazione ambientale dell’Oliva e si afferma - come non era stato fatto prima - la presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi, di sostanze velenose come l’arsenico e l’avvelenamento delle acque di falda inutilizzabile, secondo i tecnici del ministero, per uso umano, agricolo e zootecnico. La quantità di rifiuti interrati è stimata in 140mila metricubi (la stima precedente era di 86mila) ai quali dovranno essere aggiunti quelli di un’altra vasta area ancora da valutare. “Lo smaltimento è avvenuto mediante interramento, previo asporto del terreno originario, nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro”. Ed ha determinato una serie di gravi danni ambientali che rappresentano “ancora oggi una permanente fonte di rischio”.
Il documento del ministero evidenzia l’elevata concentrazione di idrocarburi e metalli pesanti nei suoli nelle località di Carbonara ed aree limitrofe (Aiello Calabro), località Foresta (Serra d’Aiello) e su un sito ricadente nel comune di Amantea. Per quanto riguarda le acque sotterranee sono state riscontrate elevate concentrazioni di ferro, manganese e solfati, inoltre - nella località Foresta – vi è un’elevata concentrazione di arsenico, triclorometano e tricloroetano.
Tali sostanze si ipotizza che abbiano causato e possano ancora causare la compromissione della salute “con un aumento statistico di patologie associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque”. Sarebbero state compromesse inoltre la fruibilità delle acque sotterranee, delle coltivazioni di pregio nelle aree irrigate con le acque sotterranee e superficiali del fiume Oliva, nonché l’habitat per le specie ittiche più sensibili all’inquinamento, la zona risulta quindi, secondo l’Ispra, compromessa anche dal punto di vista idrogeologico, paesaggistico con una perdita di valore anche dal punto di vista turistico.
Non è ancora possibile stimare i fondi necessari per porre rimedio ad un disastro ambientale di tale portata ma i tecnici dell’Ispra si sono limitati ad indicare il costo per le attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti interrati che corrisponde a 21milioni di euro. Per tale cifra, come afferma anche il Ministero dell’ambiente “appare utile imporre agli imputati di vincolare una somma necessaria al finanziamento degli interventi”. Una richiesta che sarà avanzata durante il processo a carico dei presunti responsabili dell’inquinamento del fiume Oliva che avrà inizio il 4 luglio. Il 16 aprile infatti la prima udienza è stata rinviata per consentire, a chi ha subito un danno alla salute direttamente collegabile all’inquinamento dell’Oliva, di costituirsi parte civile. Il comitato De Grazia rinnova la disponibilità ad offrire servizi legali gratuiti a chi abita nella zona e intenda costituirsi in giudizio.
«E’ giunta l’ora – affermano i volontari del De Grazia - di porre rimedio ad un disastro di tale portata. Urge la bonifica e le istituzioni locali e regionali devono compiere tutti gli atti istituzionali necessari a far si che ciò avvenga in tempi rapidi. Auspichiamo che l’analisi del rischio - attualmente in atto sotto la supervisione della Procura di Paola che non ha mai mostrato cedimenti di interesse su tale vicenda - venga conclusa nel più breve tempo possibile e si possa procedere alla rimozione delle sostanze pericolose. La Regione Calabria e i Sindaci dei comuni interessati (Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea) devono assumersi le proprie responsabilità per rendere celere la bonifica e porre fine a questa vicenda per troppo tempo sottovalutata e che in molti vorrebbe fosse dimenticata».
Comitato civico Natale De Grazia