Lo evidenzia il Comitato civico Natale De Grazia con la seguente nota
Amantea, 22/04/2013 – Il Ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile nel processo sull’inquinamento del fiume Oliva ed ha predisposto per l’occasione, per tramite dell’Ispra, una “Relazione preliminare del danno ambientale” nella quale approfondisce e per certi aspetti rivede la relazione tecnica presentata alla procura di Paola nell’anno 2011. Nel documento, diffuso dalla stampa, si conferma la grave situazione ambientale dell’Oliva e si afferma - come non era stato fatto prima - la presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi, di sostanze velenose come l’arsenico e l’avvelenamento delle acque di falda inutilizzabile, secondo i tecnici del ministero, per uso umano, agricolo e zootecnico. La quantità di rifiuti interrati è stimata in 140mila metricubi (la stima precedente era di 86mila) ai quali dovranno essere aggiunti quelli di un’altra vasta area ancora da valutare. “Lo smaltimento è avvenuto mediante interramento, previo asporto del terreno originario, nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro”. Ed ha determinato una serie di gravi danni ambientali che rappresentano “ancora oggi una permanente fonte di rischio”.
Il documento del ministero evidenzia l’elevata concentrazione di idrocarburi e metalli pesanti nei suoli nelle località di Carbonara ed aree limitrofe (Aiello Calabro), località Foresta (Serra d’Aiello) e su un sito ricadente nel comune di Amantea. Per quanto riguarda le acque sotterranee sono state riscontrate elevate concentrazioni di ferro, manganese e solfati, inoltre - nella località Foresta – vi è un’elevata concentrazione di arsenico, triclorometano e tricloroetano.
Tali sostanze si ipotizza che abbiano causato e possano ancora causare la compromissione della salute “con un aumento statistico di patologie associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque”. Sarebbero state compromesse inoltre la fruibilità delle acque sotterranee, delle coltivazioni di pregio nelle aree irrigate con le acque sotterranee e superficiali del fiume Oliva, nonché l’habitat per le specie ittiche più sensibili all’inquinamento, la zona risulta quindi, secondo l’Ispra, compromessa anche dal punto di vista idrogeologico, paesaggistico con una perdita di valore anche dal punto di vista turistico.
Non è ancora possibile stimare i fondi necessari per porre rimedio ad un disastro ambientale di tale portata ma i tecnici dell’Ispra si sono limitati ad indicare il costo per le attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti interrati che corrisponde a 21milioni di euro. Per tale cifra, come afferma anche il Ministero dell’ambiente “appare utile imporre agli imputati di vincolare una somma necessaria al finanziamento degli interventi”. Una richiesta che sarà avanzata durante il processo a carico dei presunti responsabili dell’inquinamento del fiume Oliva che avrà inizio il 4 luglio. Il 16 aprile infatti la prima udienza è stata rinviata per consentire, a chi ha subito un danno alla salute direttamente collegabile all’inquinamento dell’Oliva, di costituirsi parte civile. Il comitato De Grazia rinnova la disponibilità ad offrire servizi legali gratuiti a chi abita nella zona e intenda costituirsi in giudizio.
«E’ giunta l’ora – affermano i volontari del De Grazia - di porre rimedio ad un disastro di tale portata. Urge la bonifica e le istituzioni locali e regionali devono compiere tutti gli atti istituzionali necessari a far si che ciò avvenga in tempi rapidi. Auspichiamo che l’analisi del rischio - attualmente in atto sotto la supervisione della Procura di Paola che non ha mai mostrato cedimenti di interesse su tale vicenda - venga conclusa nel più breve tempo possibile e si possa procedere alla rimozione delle sostanze pericolose. La Regione Calabria e i Sindaci dei comuni interessati (Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea) devono assumersi le proprie responsabilità per rendere celere la bonifica e porre fine a questa vicenda per troppo tempo sottovalutata e che in molti vorrebbe fosse dimenticata».
Comitato civico Natale De Grazia