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Le forti mareggiate che hanno imperversato sulla costa tirrenica calabrese hanno asportato centinaia di migliaia di mc di sabbia ed altro materiale inerte, semi distruggendo La statale 18 e creando problemi, anche, al rilevato ferroviario.

Ora esce anche un ennesimo misterioso fusto sulle spiagge di Amantea, in località Coreca-Tonnara.

Fosse stato trovato da un’altra parte della costa tirrenica forse sarebbe passato in secondo ordine ed avrebbe avuto una eco limitata, ma qui non è, e non sarà, possibile

L’unica certezza, per ora, è che il fusto, di colore giallo, è stato sottoposto ad analisi dal personale del dipartimento di Cosenza dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente, per accertare se fosse radioattivo. Un esame negativo .

Ora si sta esaminando che cosa contenga od abbia contenuto. Pochi giorni e si saprà.

Un’altra certezza è che si tratta di un fusto vecchio le cui lettere esterne di identificazione sono illeggibili.

Ed allora le elucubrazioni sul cosa contiene questo fusto ( e magari cosa abbia contenuto)e soprattutto da dove viene. E via le ipotesi

E’ caduto da una nave di passaggio, ha viaggiato poi sulle onde e per una qualche misteriosa ragione è stato buttato proprio sulla spiaggia di Amantea.

Era sepolto nella sabbia della costa e le onde lo hanno portato alla luce.

Era sepolto in uno dei fiumi della zona e le piene lo hanno rimosso e portato a mare e poi dal mare buttato sulla spiaggia

Ma ognuna di esse porta poi ad altre sub ipotesi

La mancanza delle lettere è forse dovuta alla abrasione tipica del fusto che rotola sulla spiaggia o nei fiumi o dipende solo dalla età del fusto.

Le onde del mare viaggiavano verso sud ( in questo caso il fusto viene da nord) o piuttosto viaggiava verso nord( in questo caso il fusto viene da sud).

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Nella sostanza è stato confermato l'impianto accusatorio nei confronti degli imputati nel secondo processo d’appello ai presunti esponenti della cosca Gentile-Besaldo che ha la sua influenza nei territori di Amantea e del medio Tirreno cosentino.

Nell'inchiesta contro i clan del Tirreno cosentino era coinvolto anche Francesco Muto, il "re del pesce", boss e capo storico dell'omonima cosca.

Come si ricorderà la sentenza di primo grado era stata emessa nel maggio del 2009 al termine del processo con rito abbreviato svoltosi dinanzi al giudice per le udienze preliminari di Catanzaro. In primo grado erano state emesse condanne a pene da un anno a venti anni di reclusione.

Poi il 24 novembre del 2010 era stata emessa la sentenza del primo processo d'appello, con 12 condanne e cinque assoluzioni.

Infine la prima sentenza era stata annullata in Cassazione con rinvio a nuovi giudici.

Ora si è svolto l’appello davanti ai giudici della Corte d'appello di Catanzaro.

Nove condanne di primo grado sono state confermate nei confronti degli imputati nel secondo processo d'appello ai presunti esponenti della cosca Gentile-Besaldo che ha la sua influenza nei territori di Amantea e del medio Tirreno cosentino.

Nel secondo processo d'appello è stata confermata la condanna di primo grado a 4 anni di reclusione per Francesco Muto, detto il 're del pesce', boss e capo storico dell'omonima cosca, accusato di concorso esterno all'attività della cosca Gentile di Amantea.

Una sola pena è stata ridotta.

I giudici hanno anche assolto il sottufficiale della Guardia di finanza Domenico De Luca dai reati di rivelazione del segreto istruttorio con l'aggravante delle modalità mafiose per i quali era stato condannato in primo grado alla pena di due anni di reclusione.

De Luca, difeso dall'avvocato Francesco Gambardella, é stato ritenuto responsabile del reato di accesso abusivo ad un sistema informatico ed è stato condannato a 8 mesi di reclusione, con la sospensione della pena.

 

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Perchè questa maledizione? Facile! Ci hanno fatto credere che tutti i problemi del traffico ad Amantea fossero quelli legati ai semafori della SS18.

Ci hanno fatto credere che i problemi di sicurezza fossero affrontati e risolti con i photored.

E tutti come pecoroni, a testa bassa per brucare l’erba della sussistenza, a credere o far finta di credere a queste st…te!

Poi arrivi in via Dogana di fronte alla scuola elementare A. Manzoni nell’orario di uscita e resti bloccato e se tanto, tanto ti azzardi a muoverti rischi almeno se non una collisione , almeno di strisciare contro l’auto parcheggiata o quella che ti viene incontro.

Certo c’è la solita auto, pure bella grande, (vedi foto) che arriva per ultima e parcheggia a membro di segugio( della serie “arrive di cuozzu e si conze di chiattu!”). E tu resti bloccato.

E devi stare attento perché rischi di investire gli scolari che vanno a piedi e che sono costretti a fare lo slalom tra le auto, quelle auto che dovrebbero dar loro sicurezza.

Le auto addirittura sono parcheggiate anche sulle strisce pedonali

Spesso non si vede nemmeno un Vigile. Ma Anche quando c’è è ben difficile che possa creare le condizioni di sicurezza.

Certamente si impone una diversa attenzione sul problema: il rischio è che la gente si abitui al fatto di dover rispettare solo i photored ( per le contravvenzioni salate) ed al massimo le strisce blu ( sempre per le contravvenzioni) ma per il resto di poter fare tutto ciò che vuole.

Ed allora “maledetti photored” . Almeno questo!

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