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tortaTutti noi abbiamo assaggiato delle torte favolose che le nostre madri, le nostre mogli, le nostre sorelle hanno preparato in cucina o hanno comprato in pasticceria. Torte alle mandorle, torte al cioccolato, torte ai frutti di bosco, torte alla mimosa, etc., ma una torta alla marijuana credo mai. Eppure c’è stato qualcuno che ha preparato una magnifica e saporitissima torta alla marijuana e che ha mandato i propri genitori che l’hanno mangiata per sbaglio all’ospedale. Meno male e per fortuna che ne hanno mangiato solo una fetta altrimenti non saprei come sarebbe andata a finire. Sono finiti comunque all’ospedale e pare che non abbiano avuto gravi conseguenze. L’incidente, se così si può chiamare, si è verificato in provincia di Udine. Il figlio della coppia, approfittando dell’assenza dei genitori, ha preparato una bella torta al cioccolato e insieme agli ingredienti tradizionali ha aggiunto una gran quantità di marijuana. Rincasando hanno sentito un profumino accattivante proveniente dalla cucina. Sono andati a vedere. E sulla tavola hanno trovato una bella torta. Che bravo il nostro ragazzo, hanno pensato gli ignari genitori. Ha preparato per noi questa bella torta. Assaggiamola. Deve essere proprio buona. Che profumo! Hanno tagliato due fette, due soltanto e meno male, e le hanno mangiate. Buone! Che bravo figliolo! Ha voluto fare a noi una bella e dolce sorpresa. E credendo che davvero fosse un dolce qualunque hanno mangiato le due fette con gusto. Dopo un po’, però, sono incominciati i guai. Si sono sentiti malissimo. Chiamano il 118 e subito vengono accompagnati all’ospedale perché versano in gravi condizioni. Vengono ricoverati per gli accertamenti del caso. Ora il ragazzo di 20 anni è indagato per detenzione di sostanza stupefacente. I Carabinieri hanno poi sequestrato il resto della torta per analizzarla e individuare la concentrazione della sostanza. Il ragazzo ha ammesso di essere stato lui a preparare la torta alla marijuana. Ma a chi era destinata? E’ stata una ragazzata? Non è la prima volta che succedono cose del genere. Proprio l’altro giorno un giovane di 22 anni rientrando dall’Olanda aveva portato dei dolci alla cannabis. I genitori, ingordi, trovandoli ottimi ne hanno mangiato a volontà e così sono finiti anche loro al pronto soccorso per intossicazione.

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Un passaggio epocale, importante in questa fase forse più per il suo valore simbolico. Perché fino a qualche anno fa era impensabile immaginare che si sarebbe arrivati a coltivare, in Italia, cannabis per produrre farmaci.

stabilimento

Oggi, invece, coltivare i semi di canapa per finalità curative è del tutto legittimo; e rientra anzi in un programma che lo Stato italiano sta portando avanti da diverso tempo per consentire un più facile reperimento sul mercato nostrano dei farmaci cannabinoidi.
Si tratta di un programma sperimentale portato avanti da ministero della Salute e ministero della Difesa, in base al quale si è data l’opportunità di coltivare, solo presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze e sotto stretta sorveglianza dello Stato, alcune piantine di cannabis per produrre farmaci.
Le patologie per le quali l’utilizzo della cannabis è consentita sono diverse; si parla soprattutto di terapia del dolore associato a malattie gravi come sclerosi multipla, tumori, lesioni al midollo spinale, Hiv. I farmaci cannabinoidi sono inoltre prescritti anche come stimolanti per perdita dell’appetito, anoressia, cachessia o come cura del glaucoma.
Ad essere numerosi sono anche i pazienti che potrebbero beneficiare di cure con farmaci cannabinoidi e che oggi sono costretti ad attendere tempi lunghissimi per ottenere questi medicinali, importati dall’estero a cifre considerevoli. Costi che vanno a pesare sulle casse statali del SSN, e quindi a carico della collettività.
Ecco allora che avendo analizzato tutti questi fattori di criticità si è deciso di dar vita a questo progetto sperimentale che è giunto, adesso, nella sua fase cruciale.

 

Sta per arrivare il momento tanto atteso del raccolto: il primo di cannabis medica interamente prodotta in Italia.
Dalle talee curate nell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze stanno per vedere la luce i primi 10 chili di sostanza che verrà utilizzata per dar vita ai farmaci: entro fine anno si arriverà ad una quantità complessiva di 50 chili.

Un quantitativo che verrà smistato alle farmacie, sia quelle ospedaliere che quelle territoriali, che provvederanno poi a distribuire il farmaco ai pazienti che ne avranno necessità ad un prezzo finale di circa 10 euro al grammo.

Superata questa fase sperimentale, quando la produzione entrerà a pieno regime, si pensa di arrivare a produrre tra i 100 e i 200 chili all’anno di cannabis destinata a scopi curativi. Numeri non da poco, e che nel giro di alcuni anni potrebbero arrivare a rendere l’Italia assolutamente autonoma, evitando così di dover importare il farmaco dall’Olanda.

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