Paganini non ripete, ma io non sono Paganini e mi ripeto.Le gaffe della Sig.ra Virginia Raggi, Sindaco della città eterna, sono come le ciliegie, una tira l’altra. Ancora una gaffe e sempre sulla stessa targa del lungotevere Aventino affissa per ricordare l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Una gaffe clamorosa: Ciampi, Presidente della Repubblica 96 anni, dall’anno 1920 – 2016. Messa da parte la gaffe relativa alla scrittura del nome, ecco arrivarne subito un’altra, quella riguardante le date di nascita e di morte dell’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Quando è stato eletto Ciampi Presidente della Repubblica? Quanti anni è durato il suo mandato Presidenziale? E’ stato eletto in prima votazione come decimo Presidente della Repubblica Italiana il 13 maggio 1999. Aveva 79 anni. Il suo mandato è durato 7 anni. E’ deceduto il 16 settembre 2016. Tutto semplice. Ma davvero? Tutto si complica quando c’è di mezzo il Sindaco di Roma e i suoi dipendenti e consiglieri. Osserviamo attentamente la targa del lungotevere Aventino: Carlo Azeglio Ciampi Presidente della Repubblica (1920-2016). Uno straniero che legge e non conosce la vita e la storia del nostro caro Presidente scomparso, che non conosce la storia d’Italia, secondo quella targa Carlo Azeglio Ciampi ha battuto tutti i record. E’ vissuto oltre 150 anni e ha ricoperto la più alta carica istituzionale per 96 anni. Una stronzata simile non l’ho mai letta in nessuno libro di storia. Ma ormai ci siamo abituati a leggere ogni giorno simili corbellerie. Scomparsi come d’incanto il fascismo e Mussolini (magari fosse stato vero), Einaudi, Saragat, Gronchi, Pertini, Cossiga, Scalfaro. Possibile? Sotto l’Amministrazione di Virginia Raggi tutto è possibile. Nulla è impossibile. E quanti anni aveva Ciampi quando è stato eletto Presidente della Repubblica? Era un ultra centenario. Quanti anni è vissuto? Oltre 150 anni. Che vita, amici. Sempre lucido e in grande forma. Ma al Comune di Roma non c’è nessuno che sappia leggere e scrivere e fare di conto? Possibile che non ci sia un semplice maestro di scuola elementare ancora in giro? Prima l’imprecisione sulla scrittura del nome, ora l’errato posizionamento della data di nascita e di morte, che avrebbero dovute essere posizionate sotto il nome e il cognome. Altrimenti, come abbiamo visto, sembra che Ciampi abbia esercitato il ruolo di Capo dello Stato per 96 anni. Virginia, svegliati! Ora di chi è stata quest’ultima gaffe? Chi è il colpevole? Avanti un altro, un semplice impiegato si trova facilmente, sono migliaia. Nel primo caso la Sig.ra Sindaco ha dato la colpa ad una oscura funzionaria incaricata di contrattare l’azienda per realizzare la targa. Ma Ora? Hanno trovato il vero colpevole? Sì, lo hanno trovato. E’ uno solo: la Sindaca Raggi. E’ lei il Sindaco della città eterna e lei dovrebbe controllare ogni cosa. Prendersela col marmista e con qualche oscuro impiegato è davvero ridicolo e puerile.
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Inaugurata a Roma una Piazza sul lungotevere Aventino all’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scomparso alcuni anni fa. Erano presenti il Capo dello Stato On. Mattarella, il Presidente del Senato Sen. Casellati, il Presidente della Camera On. Fico, il Sindaco di Roma Sig.ra Raggi e le più alte cariche dello Stato. Ma il drappo giallo rosso che ricopriva la targa durante la cerimonia è stato rimosso? Macchè! La targa non è stata mai scoperta, perché all’ultimo momento gli addetti al cerimoniere si sono accorti che il nome dell’ex Presidente Ciampi era sbagliato. Al posto di Azeglio c’era inciso il nome Azelio. Mancava una consonante, la “g”. E l’errore si notava, anche perché il drappo giallo rosso era trasparente. Ma quando se ne sono accorti ormai era troppo tardi, la cerimonia doveva continuare e così la targa non è stata mai scoperta, è rimasta fino all’ultimo velata. E’ stata, però, sostituita in un secondo tempo quando l’inaugurazione della cerimonia dell’inaugurazione della Piazza era terminata da un pezzo. Ne ha dato notizia il Sindaco di Roma la Sig.ra Virginia Raggi. Di chi la colpa? Subito è stato individuato il colpevole che rischia grosso. E’ l’ultima ruota del carro, un semplice addetto alla toponomastica di Roma il quale avrebbe inviato al marmista il nome sbagliato. Azelio al posto di Azeglio. Per un punto Martin perse la cappa. Per un semplicissimo errore così banale, per una semplice consonante mancante, per una “g” apparentemente di scarsa importanza, quell’addetto ora rischia finanche il posto. Ma raccontiamo brevemente come si sono realmente svolti i fatti: la corsa del marmista con la nuova targa; i Vigili Urbani che fermano il marmista; l’imbarazzo del Presidente Mattarella e del Sindaco di Roma e delle altre cariche dello Stato presenti alla cerimonia. Si è trovata subito una scusa alquanto assurda e banale. Nessuno ci ha creduto. La targa è rimasta velata perché durante il trasporto si era scheggiata e togliendo il drappo sarebbe potuta cadere per terra causando qualche incidente al Presidente della Repubblica mentre tirava le cordicelle. Ma la sceneggiata continua. E quella targa coperta col drappo giallo rosso sul lungotevere Aventino resterà sicuramente negli annali dell’Amministrazione Capitolina guidata dal Movimento 5 Stelle e dal Sindaco Sig.ra Raggi. E mentre la cerimonia farsa dell’inaugurazione andava avanti, perché la vera inaugurazione non c’è stata malgrado una fanfara suonava l’Inno di Mameli, un marmista a bordo del suo furgoncino con una nuova targa rifatta cercava di raggiungere a forte velocità il lungotevere Aventino. Niente da fare. La corsa è stata inutile. Il marmista è stato fermato dai Vigili Urbani e multato per eccesso di velocità. Tutti i giornali hanno scritto che il Sindaco di Roma ha fatto una brutta figura, ma la colpa, se vogliamo essere onesti e sinceri, non è sua. Non è stata la Raggi che ha commesso l’errore. Avrebbe potuto, però, controllare meglio la situazione. Avrebbe potuto far verificare, prima della cerimonia ufficiale e prima dell’arrivo del Capo dello Stato, da un responsabile del cerimoniere se la targa era a posto e se il nome inciso sul marmo era esatto. Non lo ha fatto. Resta la clamorosa gaffe del Sindaco. Per una “g”. E dire che la Sig.ra Sindaco di “g” ne ha due, avrebbe potuto Lei supplire al clamoroso errore.
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Roma, 26 marzo 2019 Papa Francesco si affaccia dal balcone dello studio della sindaca Raggi in Campidoglio Papa Francesco arriva in Campidoglio, ad accoglierlo la sindaca di Roma, Virginia Raggi
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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La triste vicenda del Teatro dell'Opera di Roma e di una cattiva gestione durata molti anni che alla fine presenta l'amaro conto esclusivamente alla parte artistica.
On Line una petizione per annullare la decisione del Consiglio di Amministrazione e tutelare così i 182 musicisti licenziati. (Clicca qui)
Roma.Il 2 ottobre il CDA della Fondazione ha licenziato collettivamente e in tronco coro e musicisti del teatro dell’Opera di Roma, la colpa di una cattiva gestione politica del bilancio si è riversata esclusivamente sulla parte artistica, ossia ciò che rende grande il Teatro dell’Opera.
Da più parti di sollevano espressioni di solidarietà: «Questo licenziamento all'Opera di Roma è una vergogna per la nobile tradizione musicale italiana!
I Berliner Philarmoniker sostengono senza riserve le colleghe e i colleghi del Teatro dell'Opera di Roma nella lotta per il mantenimento dei loro contratti di lavoro» sostiene in una lettera Peter Riegelbauer, rappresentante dei Berliner Philarmoniker.
E partono iniziative di sostegno come quella del Teatro Lirico di Cagliari che, organizzando un concerto di solidarietà a favore dei colleghi del Teatro dell’Opera di Roma per il 23 ottobre, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla triste situazione di uno dei più grandi teatri d’Europa, non rimane in disparte anche la mezzosoprano Cecilia Bartoli che da voce al pensiero di molti «non si deve mandare a casa nessuno! La soluzione non è mandare a casa coro e orchestra e tenere l'amministrazione.Per fare cosa se non c'é più nessuno da amministrare?».
Il personale dell’orchestra ha presentato una mozione in Campidoglio per chiedere di bloccare e ritirare i licenziamenti : «Quello che è avvenuto è quasi un simbolo di un paese che rinuncia alla propria storia, alle proprie eccellenze e fa carta straccia della concertazione con i sindacali che rappresenta invece un valore fondante della nostra democrazia. Ci uniamo quindi alla richiesta di aprire immediatamente, sotto la diretta supervisione di Roma Capitale e della Regione Lazio, un tavolo aziendale di trattativa con le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Anche alla Regione Lazio noi abbiamo presentato la nostra Mozione ma auspichiamo che vi sia da altre forze politiche la volontà di discutere e quindi condividere un testo che l'intero consiglio possa approvare». Così ha riferito, in una nota, Gino De Paolis, capogruppo Sel della Regione Lazio.
Intanto in un comunicato stampa coro e musicisti ringraziano la vicinanza di tutto le fondazioni lirico, sinfoniche, conservatori, alle istituzioni musicali italiane ed estere che hanno dimostrato sensibilità e sostegno in un momento drammatico:
«Apprezziamo fortemente quanto la volontà del nostro licenziamento, oltre che mortificare le nostre professionalità, abbia determinato tanta sentita reazione e collettivo sgomento per la profonda ferita all’immagine della cultura musicale italiana».
È stata redatta una petizione diretta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, al Sindaco di Roma Marino e alla Redazione di Nichi Vendola, per far annullare il licenziamento in tronco.
Ogni firma è un passo avanti affinchè la voce di questi artisti abbia la possibilità di essere ascoltata.
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