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Da Iacchite - 9 Dicembre 2019

Calabria Verde è nuovamente sotto attacco da parte della procura di Catanzaro.
Questa volta la conferma non viene dai soliti rumors ma bensì da una lettera (che assume la connotazione di “aperta“) che il Generale Mariggiò (tuttora commissario di Calabria Verde) aveva scritto nei mesi scorsi ai capi delle procure di Catanzaro e di Salerno nella quale in maniera abbastanza forte metteva in evidenza comportamenti “scorretti” che sarebbero scaduti nella illegalità da parte dei magistrati e forze dell’ordine che indagano nei suoi confronti.

La lettera è stata pubblicata qualche settimana fa da uno dei peggiori media di regime che infestano tuttora il panorama calabrese e sono al servizio di corrotti e traffichini.

Tralasciando il modus operandi di un ex (a questo punto) Generale dei Carabinieri, che con la sua lettera pubblica viene meno a qualsiasi giuramento nei confronti del suo Corpo di riferimento, si possono ipotizzare diversi scenari che giustificano questo comportamento così particolare da parte di un uomo delle istituzioni.

Prima ipotesi

Attacco stile Oliverio&Adamo nei confronti della magistratura, come per mettere le MANI AVANTI, perché – come confermato dallo stesso Generale nella sua lettera – ci sono delle indagini che colpiscono il Mariggiò e pertanto anche il presidente Oliverio (caso La Rupa, Manutenzione Automezzi, Illegittimità di vari incarichi, disastro ambientale, transazione imprenditore napoletano Matacena e cosi via…).

Ciò che colpisce di più è il modo con il quale il Generale inveisce sui magistrati e sulle forze dell’ordine. Infatti l’imputato Mariggiò senza mezzi termini mette in evidenza la malafede della Finanza e dei pm, l’incompetenza degli organi inquirenti e la ricerca di quest’ultimi di una vetrina mediatica per ottenere promozioni e prestigio… Da quale pulpito viene la predica, verrebbe istintivamente da replicare.

Ma c’è di più: Mariggiò arriva finanche a sfidare Gratteri (tanto ormai gli buttano merda addosso tutti, perché non dovrebbe farlo anche lui?) imitando in tutto e per tutto Palla Palla e Capu i Liuni… Certo, questa lettera potrebbe essere dettata dalla “paura” e pertanto la miglior difesa è l’attacco, con il solito corollario di “vittimismo pallapalliano”.

Seconda ipotesi

Il Mariggiò, da Generale dei Carabinieri, sa il fatto suo. Non si spaventa di nessuno e mette in evidenza le porcherie delle procure di Catanzaro e Castrovillari… Risulta così agli occhi della gente un uomo sicuro di quello che ha fatto, secondo la sua testa discretamente bacata… Perché poi dovrebbe spiegare ai cittadini come mai asseconda ancora i desiderata di un truffatore conclamato come Oliverio e di un ladro di stato come Adamo…

Terza ipotesi

La terza ipotesi è quella che preferiamo. Sembra di rivivere il film “Salvate il soldato Ryan”… in questo caso Mariggiò, uomo di legge e di politica.

Nella lettera, il buon commissario fa dei nomi quando invece sarebbe proprio il caso di non farli (parla dell’ex direttore generale Furgiuele, che gli riferisce delle indagini in corso su di lui, così come gli hanno ordinato Oliverio e Adamo…), rimprovera Gratteri colpito dal “presenzialismo mediatico” e descritto quasi come se fosse in preda ad estasi mediatica, ed infine preannuncia nuovi guai giudiziari ad Oliverio (in questo caso non serve un profeta…).

Quindi sembra proprio che il Generale mandi qualche messaggio a qualcuno avvertendolo “Caro amico, o mi tiri fuori da questo casino o faccio cadere il palazzo con tutti i cortigiani”. E i segnali ci sono tutti…

La sua presunta illegittimità ad operare (garantita dopo tre anni da un parere legale a pagamento di un avvocato già conosciuto per relazioni alquanto bizzarre), il mancato allontanamento di Furgiuele e le dichiarazioni riservate dello stesso al Generale, il mancato allontanamento dell’altro truffatore, Campanaro, e la necessità di ridimensionare la grana Cooperfin (tentativo andato a vuoto) ed infine tutte le porcherie fatte in nome e per conto di Oliverio (ultima quella di portare 150 forestali per riempire la sala della kermesse dei circoli Pd per la richiesta di ricandidatura del presidente…).

Voi dite che questi “messaggi” del Generale funzioneranno? Innanzitutto Mariggiò resta al suo posto e non si dimette, come pure aveva preannunciato. Poi ci sarà da vedere come va a finire questa storia di Oliverio che si ricandida alla Regione e infine rimane da verificare se Gratteri sarà messo in condizione di “attaccare” o, come al solito, sarà costretto a raccogliersi la coda tra le gambe e… presentare qualche altro libro.

Pubblicato in Calabria

Non ne “incarra” una il nostro governatore!

La Corte Costituzionale boccia per la seconda volta un ricorso della Regione Calabria sul decreto sulla sanità.

“Quando una Regione viola gravemente e sistematicamente gli obblighi derivanti dai principi della finanza pubblica, come nel caso che conduce alla nomina del commissario ad acta, allora essa patisce una contrazione della propria sfera di autonomia, a favore di misure adottate per sanzionare tali inadempimenti da parte dello Stato” chiariscono i giudici.

E ancora “L’introduzione di una disciplina temporanea, avente come unico destinatario la Regione Calabria, non costituisce, dunque, un intervento discriminatorio, ma ha la finalità di realizzare un necessario riallineamento della gestione della sanità locale rispetto agli standard finanziari e funzionali operanti per la generalità degli enti regionali”.

In poche parole hanno portato la sanità calabrese nel baratro e invece di chiedere scusa per questo disastro e sparire dall’agone politico, hanno anche il coraggio di buttar via altri soldi dei cittadini in inutili ricorsi.

Adesso dobbiamo velocizzare le cose per far funzionare l’unico strumento in grado di risollevare la sanità calabrese.

Deputato Alessandro Melicchio (M5s)

Pubblicato in Calabria

“Deve fare un passo indietro” “Nei territori dobbiamo rinnovare molto”.

Lo ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, a Rai Tre.

Rispondendo a una domanda sulle inchieste giudiziarie che hanno riguardato esponenti del Pd e anche il governatore calabrese, Mario Oliverio, Zingaretti ha osservato: “In Calabria c’e’ un’indagine, la Procura sta indagando.

Abbiamo già detto, anche al presidente attuale, che io credo sia tempo opportuno, anche se è stato fatto molto, di voltare pagina, di costruire per le prossime amministrative calabresi un progetto che allarghi, che – ha aggiunto il segretario del Pd – metta più forze e anche nuove energie in campo, che individui una candidatura nuova e più unitaria e che interpreti di più il rinnovamento che quella regione esprime.

Anche in Calabria abbiamo aperto un processo di rinnovamento perché credo che adesso gli italiani si aspettano questo da noi, non solo criticare chi governa, e lo faremo all’infinito per il bene dell’Italia, ma anche offrire alle regioni e in Italia un’alternativa.

Quindi – ha sostenuto Zingaretti – anche nei territori dobbiamo rinnovare molto di quello che abbiamo trovato”.

Alla domanda se a Oliverio non sarà chiesto un passo indietro, Zingaretti ha risposto: “Nelle elezioni regionali sì, questo già l’ho detto”. (AGI)

Da Iacchite - 8 Agosto 2019

Ecco il duro attacco del M5s ad Oliverio:

“Patetico. Non trovo aggettivo più adatto per commentare il tentativo del Presidente della Regione e dei suoi valletti/e di scaricare su di me, e dunque sul M5S, la responsabilità della epocale figuraccia

 

fatta in queste ore con l’ennesimo fiasco della candidatura della Sila a sito patrimonio dell’Unesco, figuraccia sua personale ma anche collettiva, purtroppo, nella misura in cui ufficialmente (ancora) ci rappresenta tutti.

Anzi sì, aggiungo un secondo aggettivo: puerile.

L’arroganza questa volta lo ha tradito, anche questa volta lo ha tradito. Oliverio, infatti, non ha esitato a vantare la preliminare visita valutativa della UICN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come un successo e un’ipoteca sul risultato finale, e ciò anche per supportare la permanenza più che decennale della dott.ssa Sonia Ferrari nel ruolo di Commissario del Parco (sperando di garantirla sine die!).

Nel momento in cui, però, sull’edizione veneta del “Corriere della Sera” del 19 gennaio 2019, a cinque giorni dall’esito finale dell’iter, è stato insinuato che la candidatura calabrese non dovesse impensierire i Veneti, perché la Calabria pareva essere sul punto di ritirarsi, ha taciuto.

Anzi no, non del tutto: ha avuto la spudoratezza di accusare me, che il 23 gli chiedevo pubblicamente spiegazioni, di avere inventato ogni cosa.

Non ha gridato allo scandalo per l’indiscrezione pubblicata dal “Corriere” ma ha taciuto, ripeto, il nostro scaltrissimo Presidente, niente affatto stupito o indignato, perché sapeva bene che la Sila, anche quest’anno, non aveva alcuna probabilità di essere ‘premiata’ con uno dei due posti a disposizione.

Meglio tacere, allora, per non attirare l’attenzione prima del 24 e solo dopo, a cose fatte, fingere il candore di chi cade dalle nuvole ed evocare fantomatici nemici...

La candidatura degli ecosistemi boschivi della Sila risale al 2012 e da allora non ha mai prodotto l’effetto sperato.

Imputare l’ennesimo flop, quello del 2019, al Ministero dell’Ambiente che ha appena sostituito la Ferrari, stabilendo anzi un nesso di causalità tra i due fatti, come leggo, è veramente funambolico. Gli aggettivi sono diventati tre: patetico, puerile e funambolico.

Anzi no, sono quattro, perché credere di potere ingannare ancora e così platealmente i cittadini calabresi, giocando in fine anche sul mantra della preferenza accordata al Nord in ragione del peso della Lega nel governo gialloverde – lo stesso di cui “Libero” lamenta, invece, che governano i terroni! –, qualifica il tentativo di barcamenarsi del Presidente-equilibrista anche come pietoso!

Eppure non è mai stata della partita, la Sila, perché se nel 2014 la stessa Unesco l’ha riconosciuta Riserva della Biosfera, e lì i requisiti c’erano, l’altopiano nel suo insieme non ha, lo ribadisco e chiunque può verificarlo, i requisiti minimi richiesti ai siti che l’Unesco riconosce patrimonio dell’umanità.

Non li ha, e Oliverio lo sa benissimo, perché ha contribuito non a promuovere politiche che potessero cambiare in meglio le cose ma a peggiorare sensibilmente il quadro.

Oltre che per l’eccessiva antropizzazione, infatti, la Sila soffre di abusivismo edilizio. In tema di agricoltura, non riesce a passare al biologico a causa dell’uso smodato di pesticidi nelle coltivazioni di patate e, quanto al patrimonio boschivo, oggetto specifico della valutazione, tagli indiscriminati e incendi sono all’ordine del giorno.

Che dire poi delle tante centrali a biomassa autorizzate dalla Regione in spregio all’interesse collettivo e degli appetiti malsani che suscitano?

Come poteva pensare, Oliverio, di darla a bere all’inviato della UICN e come poteva pensare che, alla luce delle valutazioni di quello, il Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e il Ministero dell’Ambiente avrebbero appoggiato una farsa neppure tanto abilmente camuffata?!

Ma no, non lo pensava…

Pietoso, ecco, sì, pietoso è proprio l’aggettivo più adatto!

Margherita Corrado (M5S Senato)

Pubblicato in Calabria

Palla palla contunua a giocare(nella prima foto)

Scopriamo che con Palla Palla basta gridare e prima o poi si avrà quello che si chiede.

È solo questione di tempo e di voce!

È quello che dimostra la lotta portata avanti dagli abitanti di Celico che non volevano la discarica di rifiuti.

Ora ogni comune o contesto sovra comunale che non voglia una discarica sa come fare.

Il presidente della Regione Mario Oliverio, infatti, accogliendo le istanze dei sindaci e dei cittadini dei comuni presilani ha deciso di sospendere l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla discarica di Celico.

Di conseguenza, l’impianto resterà chiuso e non vi potrà essere sversato alcun tipo di rifiuto.

La notizia è stata diffusa a Casole Bruzio, dove si erano radunati gli abitanti dei comuni costretti a respirare da anni i veleni della discarica.

Una delegazione dei comitati è stata ricevuta a Catanzaro da Oliverio, con il quale è stato raggiunto l’accordo per la sospensione dell’Aia.

Erano stati tredici i consigli comunali che avevano chiesto la chiusura della discarica, incompatibile con il contesto ambientale rappresentato dall’altopiano silano e dal Parco Nazionale.

Non è mancata la chiosa finale di Palla Palla il quale ha dichiarato “Non siamo stati noi ad autorizzare questo impianto”.

Come a dire “se fosse stato per noi….”

E poi ha aggiunto “Per quanto ci riguarda siamo in forte sintonia con la domanda dei cittadini calabresi che ci chiedono di salvaguardare il nostro territorio e l'ambiente, che rappresentano due grandi risorse per lo sviluppo e la crescita della nostra terra".

E poi ha aggiunto “Sin dal nostro insediamento abbiamo avviato un'azione costante ed intransigente nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Calabria che può essere sintetizzato nello slogan "rifiuti zero" e "zero discariche".

Signor presidente che cosa vuole dire che in attesa che si raggiungano questi obiettivi manderemo la nostra monnezza in altre regioni ed altre nazioni?

Pubblicato in Italia

L’onorevole Dalila Nesci ha reso noto il testo dell’intervento che ha pronunciato ieri sera a Lamezia nel corso dell’iniziativa del M5S sulla sanità.

Ecco il testo integrale dell’intervento di Dalila Nesci.

Vogliamo prendere anche la Calabria. Questo è un impegno. La nostra terra non sarà più governata da mercanti alla Mario Oliverio, conosciuto come «Palla Palla», che dice una cosa e ne fa un’altra; che sbandiera discontinuità e poi conserva la poltrona a De Gaetano; che firma protocolli di legalità e poi tace sugli appalti dei nuovi ospedali; che si proclama giusto e poi nomina commissari abusivi; che parla di fondi europei e poi ne perde milioni; che promette di recuperare la Fondazione Campanella e poi rifiuta di agire; che afferma di lottare per la sanità e poi non impugna nemmeno un atto dei commissari Scura e Urbani.

Dopo la vittoria schiacciante a Roma e Torino, non possiamo più fermarci. Pensate alla faccia di «Palla Palla», che si tinge di rosso vergogna se gli dici la verità. Pensate, invece, al volto luminoso di Virginia Raggi e Chiara Appendino, donne che hanno forza, determinazione, buon ascolto e voglia di cambiare.

Il confronto non regge: noi siamo diversi da loro, che fanno affari, mentono e riciclano. Volentieri gli abbiamo regalato Barbanti e Molinari, perché stare in 5 stelle significa essere coerenti, umili e lavorare ogni giorno per il futuro della comunità. La Calabria è la regione italiana più colpita, devastata, tradita.

La ‘ndrangheta di palazzo vive sulle nostre spalle e porta fame, bruttezza, emigrazione, deserto. Ogni giorno partono centinaia di bus; schiere di persone vanno via, a Roma, a Bologna, a Milano e all’estero. Sono studenti e lavoratori che non tornano. Così perdiamo intelligenze, risorse e servizi pubblici, la cui sopravvivenza dipende dai numeri, nell’attuale sistema di violenza capitalistica.

In Calabria non c’è lavoro, questo è il dramma principale. La politica impone dipendenza tramite misure clientelari, il controllo dei voti e la cappa che tutti conosciamo. Siamo rimasti indietro per colpa di una politica cieca, muta e sorda, oggi rappresentata dal raìs Oliverio, al potere da 40 anni e tra i primi responsabili dell’emigrazione di giovani e famiglie. Oliverio, i suoi amici Gentile e il governo nazionale di Boschi, loschi e banchieri hanno rubato il futuro delle nuove generazioni, togliendo a molti calabresi la speranza e la voglia di sognare.

Oliverio è identificato dal suo soprannome, «Palla Palla». È un politico bugiardo, teatrale e pericoloso. Agli inizi «Palla Palla» portava la barba lunga e professava un comunismo estremo. Guardatelo oggi, sdraiato davanti a Renzi e pronto a sponsorizzare il «sì» alla riforma costituzionale dettata dai Draghi della finanza.

Regionali: Renzi giunto a Cosenza per chiusura campagnaGaber direbbe di questi politici che «a guardarli fanno schifo». E non cambia a sentirli. La corte di Oliverio l’ha paragonato addirittura a un filosofo dell’antica Grecia. Immaginate un simposio con Platone e «Palla Palla», che gli racconta del mito delle officine della Provincia, in cui amici e parenti portano le macchine ad aggiustare a spese dei cittadini.

Oppure «Palla Palla» che disserta del terzo escluso con Aristotele, Iacucci e Pignanelli, mentre all’Avvocatura regionale appoggiano la rete ospedaliera di Scura e Urbani. Se potessimo soltanto scherzare, sarebbe mezza pena. Purtroppo questi soggetti ci hanno consegnato un futuro nero, un sistema pubblico devastato e inefficiente, un territorio inquinato in ogni senso e un servizio sanitario da terzo mondo: pessimo e morente, che mortifica medici, infermieri, oss e soprattutto pazienti.

L’obiettivo dei Palla Palla’s è uno soltanto: stare al comando a ogni costo, anche smentendosi e vendendosi. Oggi noi partiamo con la raccolta firme per presentare in Consiglio regionale una proposta di legge concreta, tesa a gestire in modo utile il personale, a ridurre i direttori generali e a migliorare i servizi.

Mentre il Consiglio regionale pensa al cranio del brigante Villella o alla dieta mediterranea, noi proviamo a cambiare il sistema e la mentalità collettiva con un’azione reale, che non pretende di risolvere tutto. Il salto di qualità dobbiamo farlo insieme, intanto iniziando a non aver paura. Siamo un popolo, per cui dobbiamo imparare a conoscerci, a rispettarci e a volerci bene.

Essere del Movimento 5 stelle significa amare la Calabria, vuol dire riconoscere l’impegno, andare sino in fondo, studiare, approfondire, credere che l’onestà vinca sui metodi mafiosi della politica, l’oscuramento di regime, le falsità e l’arrivismo.

Essere del Movimento 5 stelle significa fermare quell’emigrazione quotidiana che segna le famiglie, svuota i comuni e lascia l’aridità della cultura mafiosa. Essere del Movimento 5 stelle significa ricucire lo strappo tra giovani e terza età, creare cooperazione, armonia, alleanza leale.

Essere del Movimento 5 stelle significa difendere l’orgoglio di appartenere alla Calabria, la memoria, la storia, la cultura, la natura, l’ambiente, la coscienza. Vuol dire battersi per un interesse superiore, che tocca il futuro delle nostre generazioni, dei nostri figli, dei nostri sforzi.

Essere del Movimento 5 stelle significa lottare a ogni costo contro l’illegalità dilagante, contro la gestione mafiosa della pubblica amministrazione in Calabria, contro i ricatti dei poteri che hanno spremuto le risorse pubbliche e prodotto orrore, rovine, cimiteri.

Essere del Movimento 5 stelle significa restituire salute e speranza nelle case, abituare i giovani a pretendere i diritti, abituarli a non sottomettersi, a non subire.

Essere del Movimento 5 stelle significa seppellire la droga dell’individualismo contemporaneo, del protagonismo, dell’incomunicabilità, dell’invidia e del pettegolezzo, delle insinuazioni divertite, dell’arroganza e della litigiosità.

Essere del Movimento 5 stelle significa pensare in grande e sempre in termini collettivi; vuol dire ridare dignità al popolo calabrese e trasmettere alla generazione di mezzo che l’opportunismo non paga, che si può vivere meglio nella libertà e che la Calabria è da ricostruire nel tempo, con fiducia e condivisione.

Essere del Movimento 5 stelle significa contribuire alla giustizia sostanziale, sposare la verità, vivere con un senso profondo dei luoghi, degli altri, del bene comune.

Essere del Movimento 5 stelle vuol dire, infine, sporcarsi le mani nella fatica più sana, ma senza vantarsi, celebrarsi, esaltarsi. Vuol dire costruire insieme una Calabria pulita, bella e solidale, che abbia coscienza delle sue ricchezze, che scommetta nei giovani, che curi gli anziani, il patrimonio e il valore della vita.

Dalila Nesci

Pubblicato in Calabria
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