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Redazione TirrenoNews

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La Finanza di Bologna ha eseguito oggi in tutta Italia 29 ordinanze di arresto e sequestrato beni per oltre 90 milioni di euro a una banda capeggiata da un importante boss della ’ndrangheta che Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero, un’intensa attività illecita nel settore del gioco online e delle Video Slot manomesse.

Modena. Sono circa 1.500 le slot machine truccate sequestrate in tutta Italia nel corso di una maxi operazione della Guardia di Finanza di Bologna di questa mattina. Fonti investigative fanno sapere ad Agipronews che negli apparecchi si trovava una scheda modificata per occultare i reali volumi di gioco ed evadere quindi le tasse da pagare allo Stato. L’indagine ha portato anche alla scoperta di attività di gioco online illegali. In pratica, nelle numerose sale gioco collegate all’organizzazione (dislocate in tutta Italia tra Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) si trovavano dei terminali attraverso i quali si potevano piazzare scommesse su siti esteri - principalmente attivi tra Gran Bretagna e Romania - privi dell’autorizzazione dei Monopoli di Stato per la raccolta di gioco online. In totale, tra le slot truccate e le attività di gioco online, l’organizzazione gestiva un giro d’affari da decine di milioni di euro, tutti sottratti alle casse erariali.

A tirare le fila era il boss della ’ndrangheta Nicola Femia detto "Rocco". Il boss Femia, originario di Marina di Gioiosa Jonica (Rc), ma trasferito dal 2002 in Sant'Agata sul Santerno (Ravenna) per scontare un provvedimento di 'obbligo di firma presso la polizia giudiziaria, e' un soggetto pregiudicato per diversi reati, tra cui il traffico internazionale di sostanze stupefacenti e armi. Sarebbe lui secondo quanto hanno affermato in conferenza stampa i finanzieri all’origine delle minacce al giornalista della Gazzetta di Modena ed Espresso Giovanni Tizian, minacce che fecero scattare il programma di protezione con scorta armata. In conferenza stampa è stata fatta ascoltare la registrazione delle frasi che facevano riferimento agli articoli sulle slot machine e gli affari poco chiari della malavita, articoli pubblicati sulla Gazzetta di Modena In una telefonata fra il capo della banda, Nicola Femia (boss della ’ndrangheta), e il faccendiere Guido Torello, il primo si lamenta degli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sulla «Gazzetta di Modena» evidenziando i legami di Femia con la criminalità organizzata calabrese. «O la smette o gli sparo in bocca», dice Torello. Ovviamente la cosa mette immediatamente in allarme gli inquirenti che decidono di mettere sotto tutela il giornalista. L’operazione, partita nel 2010, si è conclusa - sottolineano dal comando provinciale Gdf di Bologna - anche grazie alla collaborazione dei Monopoli di Stato e ha portato al sequestro di beni per il valore 90 milioni di euro tra unità immobiliari, veicoli e quote societarie

Ci sono anche tre membri delle forze dell’ordine tra le persone

29 ordinanze le restrittive, di cui 18 in carcere. Delle altre 11 3 hanno riguardato appartenenti a forze di Polizia in servizio e in congedo ed hanno comportato l'esecuzione di oltre 150 perquisizioni presso il domicilio dei soggetti indagati e numerose sale da gioco, utilizzate per collocare le Video Slot manomesse o consentire il collegamento con i siti di gioco on line illegali.
Sotto indagine un'impiegata della Cassazione, a Roma.

Sono stati lo stesso Primo Presidente della Cassazione e il capo della procura di Bologna a comunicare, attraverso una nota, che questa mattina alcuni ufficiali della Guardia di Finanza hanno perquisito la casa e il posto di lavoro di una donna che fa parte del personale amministrativo della Suprema Corte. "Nel corso delle operazioni - si legge - la Corte di Cassazione ha offerto la massima collaborazione per lo svolgimento dell'atto di indagine. Cio' per consentire l'accertamento doveroso di eventuali condotte che, se realmente tenute, comprometterebbero il prestigio e l'immagine dell'Istituzione"

Finalmente una buona notizia nella sanità calabrese. Riprende presso l’Ospedale di Cosenza il servizio di polisonnografia anche pediatrica . L’unità è diretta dal dr Giacomo Bruni. L’attività di diagnosi e valutazione delle apnee notturne è effettuata presso la di UOSD di Fisiopatologia Respiratoria.

La sindrome delle apnee notturne ha influenza su patologie apparentemente distanti quali le coronaropatie,l’ipertensione arteriosa,l’ictus,l’insufficienza respiratoria, ecc.

Il metodo per la diagnosi dell’OSA è la polisonnografia.

L’indagine viene effettuata o in apposite stanze del sonno o a domicilio del paziente con apparecchio portatile, a seconda della classe di gravità di patologia.

Recentemente è stata anche avviata la polisonnografia domiciliare pediatrica, utile nei casi di bambini affetti da ipetrofia adenotonsillare associata ad una iperattività diurna.

Il test è valido anche nel monitoraggio di piccoli pazienti affetti da patologie neuromuscolari.

L’apparecchio utilizzato per i bambini differisce da quello degli adulti solo per grandezza, essendo commisurato alla costituzione fisica dei bambini.

Poter eseguire l’esame a domicilio per il bambino è rassicurante, perché si svolge in ambiente domestico e alla presenza tranquillizzante dei genitori.

Con orgoglio il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera dr Gangemi ha dichiarato. “Questa ulteriore offerta diagnostica rappresenta un importante arricchimento, in quanto siamo l’unico centro in regione nel quale è possibile effettuare un esame polisonnografico notturno, evitando ricoveri fuori regione e disagi alle famiglie”.

Non si è tenuto l'interrogatorio del presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico e previsto per ieri pomeriggio.

 

Il legale di Talarico, l'avvocato Francesco Gambardella, ha adottato, come strategia difensiva, quella di non far presentare il suo cliente all'interrogatorio fissato dal sostituto procuratore Gerardo Dominijanni.  

 

Come noto Talarico è rimasto coinvolto nell'inchiesta sulla nomina dell’intero Consiglio di Amministrazione dell'Arpacal.

 

L'inchiesta della Procura di Catanzaro vede coinvolti, oltre a Talarico, altre quattro persone, tra cui la presidente dell'Arpacal Marisa Fagà.

 

Le indagini, condotte dal Nisa, hanno portato nelle settimane scorse alla notifica di avvisi a comparire nei confronti delle cinque persone coinvolte nell'inchiesta.23 gennaio 2013

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