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Amantea ed il “pasticciaccio brutto” della Tasi

Giovedì, 11 Dicembre 2014 10:01 Pubblicato in Cronaca

Anche la vicenda della Tasi ad Amantea può concludersi con la frase detta ne “ Er pasticciaccio brutto de via Merulana” da Assunta Crocchiapani : "No, nun so' stata io!"

Eppure qualcuno deve essere stato.

E soprattutto questo benedetto( ?) Ministero delle Finanze o questo benedetto (?) Prefetto o questa benedetta (?) Corte dei Conti, uno, almeno, se non tutti e tre, dovrebbe dirci come comportarci, cosa fare, visto che siamo a pochi giorni dalla fatidica data del 16 dicembre 2014.

La vicenda è nota.

Ma proviamo a ricordarla tutta

  1. La Tasi. E’ la nuova tassa sui servizi individuali. L’Ennesimo tributo che garantisce la precaria sopravvivenza dei comuni italiani in una Italia che colpita da una gravissima tangentite , imbroglite, mafiosite, votoscambite, è sul letto di morte e si cura con trasfusioni di tasse.
  2. Le aliquote della Tasi. La legge di stabilità ha fissato un'aliquota base dell'1 per mille per la Tasi e un tetto massimo del 2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu).
  3. Il calcolo della Tasi. La base imponibile Tasi e' la stessa dell'Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l'aliquota comunale.
  4. Dove trovare l’aliquota?.
  5. Prima Casa. Il Proprietario: Pagherà solo la Tasi e non l'Imu. Niente paura, il fisco non ci rimette perché le aliquote Tasi per la prima casa sono genericamente più alte di quelle previste per la seconda. Alcuni contribuenti hanno pagato già la prima rata a giugno, altri ad ottobre. In ogni caso ora va pagato tutto l'importo rimanente, per saldare l'imposta dovuta per l'intero anno: va quindi calcolato l'importo annuale e poi scontato quanto si è già versato. Se il comune non ha fatto alcuna delibera si paga l'aliquota nazionale base dell'1 per mille.
  6. Prima casa. L’ Inquilino: L'appuntamento con la Tasi non risparmia chi abita in una casa presa in affitto. Per l'inquilino è una prima casa, ma dovrà pagare con le aliquote previste per gli altri immobili. Primo passo: se non lo ha già fatto dovrà farsi consegnare gli estremi catastali dal proprietario e calcolare la propria quota di tributo ( ad Amantea il 15%). L'importo dovuto deve scontare quanto già versato per la prima rata a giugno o ad ottobre. L'importo è solitamente limitato così bisogna fare attenzione al fatto che sotto i 12 euro di soglia minima non bisogna versare nulla (ma anche in questo caso i comuni potrebbero scegliere diversamente). Un ultimo caso particolare: se il comune non ha deliberato aliquote e la quota inquilino, quest'ultimo paga una quota del 10% con l'aliquota all'1 per mille.
  7. Seconda casa. Paga IMU e TASI. La base imponibile è la stessa ma i conti dovranno essere fatti separatamente. Con un unica certezza: la somma delle due aliquote non può superare il 10,6 per mille. Si paga prima l'Imu e poi l'eventuale parte eccedente di Tasi.
  8. La delibera nel sito del Ministero. Si legge:
  9. Di determinare l’aliquota del 2,00 per mille della componente TASI su tutti gli immobili adibiti ad abitazione principale;
  10. Di determinare l’aliquota dell’1,50 per mille della componente TASI per le abitazioni diverse da quelle principali escludendo le aree fabbricabili;
  11. Di determinare nel caso in cui l’unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal titolare che l’ occupante versa la TASI nella misura del15% dell’ammontare complessivo dell’imposta dovuta

Praticamente:

-la abitazione principale paga una TASI del 2 per mille

-le abitazioni diverse da quelle principali, escludendo le aree fabbricabili, pagano l’1,50 per mille;

Ricordiamo che per abitazione principale si deve intendere l'immobile che il contribuente possiede a titolo di proprietà o di altro diritto reale (ad esempio: l’uso, l’abitazione, l'usufrutto ossia quelle situazioni in cui si gode di un bene non essendone proprietario) e che ha destinato a dimora abituale propria e dei propri familiari.

Pertanto per abitazione principale si deve intende la “Prima Casa” e per “abitazione non principale”si devono intendere tutte le altre abitazioni, comprese le seconde case.

Sembrerebbe, quindi, che tutto il resto sia esente e cioè negozi, uffici, box, capannoni, etc.

Senonchè sul sito comunale si legge un avviso pubblico nel quale è scritto:

“Si avvisa la cittadinanza che in esecuzione delle deliberazioni consiliari n 28/2014 e 37/2014 la TASI è dovuta per come segue:

L’Aliquota è pari al 2,00 per mille della componente TASI su tutti gli immobili adibiti ad abitazione principale con esclusione delle abitazioni principali assoggettate ad IMU e precisamente le categorie catastali individuate come A/1 A/8, A/9.

L’Aliquota dell’1,50 per mille della componente TASI è da intendere su tutte le altre tipologie di fabbricati diversi dalle abitazioni principali e con esclusione delle sole aree fabbricabili

Nel caso in cui l’unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal titolare, l’ occupante versa la TASI nella misura del 15% dell’ammontare complessivo dell’imposta dovuta.

Insomma un pasticciaccio!

Come fa il comune ad invocare la delibera 37/2014 se questa non è pubblicata sul sito del Ministero?

Il sito ministeriale , infatti, pubblica per la TASI la delibera n 28 del 9.9.2014, per l’IMU la delibera n 27 del 9.9.2014, per la Tari la delibera n 36 del 30.9.2014.

Allora una prima domanda: Perché la delibera n 37 non è stata pubblicata sul sito del Ministero con la conseguenza della sua applicabilità?

E poi una seconda domanda: Può davvero presumersi che una nota posta sul sito comunale sia efficace al punto da cambiare una delibera consiliare, innovando le aliquote della TASI?

Inoltre una terza domanda: Perché lo Stato ( Ministero in primis, Prefettura e Corte dei Cinti) non intervengono?

Infine la quarta: Quale responsabilità è rinvenibile nel comportamento del commercialista (od altri) che predispongono l’F24 secondo la nota e non secondo la delibera?

Ed ancora : Che fa l'opposizione? Ron, ron....

San Lucidano arrestato a Pisa

Giovedì, 11 Dicembre 2014 09:35 Pubblicato in Basso Tirreno

La polizia lo ha trovato in un albergo. Parliamo, Rinaldo Mannarino calabrese di 50 anni, residente a San Lucido (Cosenza).

 

Era ricercato dalla Procura di Lucca.

Deve scontare un anno e quattro mesi di reclusione per reati contro il patrimonio

L'uomo è stato rintracciato in un albergo nei pressi della stazione di Pisa.

La questura pisana riferisce che l’arresto è stato effettuato «grazie a una segnalazione del sistema informatico degli alloggiati collegato alla Polizia di Stato»

Mannarino è stato trasferito presso il carcere Don Bosco per l'espiazione della pena.

L’ordine di carcerazione era stato emesso dalla Procura di Lucca.

porta a portaLa stampa ed i mass media sono spesso “accusati”, quantomeno, di parzialità, se non di faziosità, verso le amministrazioni pubbliche ed i loro rappresentanti politici e non solo.

 

E questo solo perché la stampa libera, cioè non asservita e non di parte, è usa semplicemente richiamare l’attenzione su problemi, od aspetti degli stessi, di forte valenza sociale.
Come fare allora a non segnalare, come ci accingiamo a fare, il problema del “miracolo” del servizio di raccolta Porta a Porta del comune di Amantea?
In cosa consiste il miracolo? Semplice.
Come noto il comune o meglio il territorio di Amantea è costituito da due centri abitati, il capoluogo, a nord, con poco meno dei due terzi della popolazione complessiva, e le frazioni Coreca-Oliva e Campora, a sud , con poco più di un terzo della popolazione totale della cittadina.
In ragione di ciò, la precedente amministrazione comunale, quella proveniente dalla Giunta Tonnara, negli ultimi tempi gestita dal vice sindaco Michele Vadacchino, e della presenza della isola ecologica costituita dalla vecchia sede dell’Appennino Paolano, scelse di sperimentare il servizio di Raccolta Porta a Porta dei rifiuti proprio dal centro abitato minore.
Molti i dubbi iniziali. Grandi i risultati finali.

I Camporesi, come si sperava, forse perché più orgogliosi della loro identità , forse perché più pronti a muovere verso un futuro positivo, si sono comportati “alla grande” ed hanno ottenuto percentuali altissime di differenziata.
Una percentuale abbondantemente superiore al 50%, pur con un servizio non totale per scelte politico-amministrative, il che fa ben sperare in altri traguardi.
Un dato, questo, che costituisce, comunque, un vanto non solo per i camporesi ma in generale per tutti gli Amanteani.
Un dato che, inoltre, costituisce un vanto per ambedue le amministrazioni, sia per quella Tonnara-Vadacchino, che per quella Sabatino, della quale è assessore all’ambiente Antonio Rubino, che la ha garantita e continua a garantirla.
Un dato di cui occorre ringraziare la di Lamezia Terme che sotto il governo della triade Cesare Pelaia (Presidente) , Giuseppe De Sensi e Maria Esposito (Consiglieri) costituisce forse l’unico vanto di azienda pubblica della intera Calabria, esente da scandali ed infiltrazioni politiche e mafiose.

Quella Multiservizi che grazie ai commissari straordinari conseguenti allo scioglimento del consiglio comunale di Amantea ed all’interessamento dell’ingegnere Pileggi ha assunto il servizio RSU di Amantea che ne è socio dopo il fallimento dell’Appennino Paolano conseguente alla gestione successiva a quella dell’ex consigliere regionale Franco La Rupa.
Un dato che certamente ha influenzato la recente decisione di estendere il servizio anche al capoluogo.
Una decisione che pur tardiva si imponeva e si impone per mille ed una ragione.
Nessun turismo è realisticamente possibile con “grispelle e canzoni” se il territorio è invaso di cassonetti maleodoranti di rifiuti e di quanto ne consegue, topi e mosche comprese.
Nessuno potrà pretendere che il mare sia pulito se poi lo stesso percolato finisce nel mare stesso senza alcun trattamento

La città ne trarrebbe un vantaggio incredibile in termine di immagine.
I risparmi in termini di riduzione dei costi di sversamento sarebbero altissimi e potrebbero tradursi in riduzione delle tariffe da un lato ed in efficienza del servizio stesso a condizione, ovviamente, che si continui come adesso e si eviti di ritornare alla deleteria ultima gestione tipo Appennino Paolano.

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