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Riccardo Clemente

Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose  occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info

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Allarme sulla chiusura del teatro Siracusa

Lunedì, 20 Ottobre 2014 21:29 Pubblicato in Calabria

teatroRiceviamo e pubblichiamo.

Cominciano a circolare voci allarmanti di chiusura e di cambio di destinazione d’uso dello storico teatro Siracusa di Reggio Calabria. Un fast food o un supermercato?  Sarebbe una  disfatta per la città dopo la chiusura dei cinema Moderno, Orchidea e Margherita. Uno spazio vitale per le compagnie locali e il pubblico giovanile,  per il quale occorrerà che la  nuova amministrazione civica, nell’ambito della realizzazione di una rete integrata di tutte le strutture culturali cittadine, si faccia carico di  intervenire per inserire lo storico teatro in una rete dei poli culturali cittadini,anche con la partecipazione di privati.L’esistenza di un recente Decreto di vincolo del palazzo e del teatro Siracusa (n. 16 del 12/02/2013), ai sensi dell'art. 20 del Codice dei Beni Culturali non consente, fortunatamente, che l’immobile possa essere "adibito ad usi non compatibili con il suo carattere storico-artistico oppure tali da recare pregiudizio alla sua conservazione". Le norme di protezione dei beni culturali questa volta hanno agito per tempo ma la città e le sue associazioni culturali dovranno comunque vigilare per non essere depauperate di uno spazio qualificato che, seppure di proprietà privata, ha ormai assunto una valenza di servizio pubblico. Il teatro Siracusa dopo il restauro è stato gestito fino al 2009 dall'A.R.Di.S. (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio) per conto dell'Università Mediterranea, con una programmazione di stagioni di prosa, musica jazz e retrospettive cinematografiche di qualità, molto apprezzata dagli studenti universitari e da tutto il  pubblico reggino. Di grande successo le  consuete rassegne universitarie sperimentali di Mediterranea Teatro - Laboratorio "Le Nozze", dirette dal compianto Renato Nicolini e da  Marilù Prati. Dal 2010 la conduzione è passata alla Regione Calabria, che, tramite Bando emanato in data 16/3/2011 lo ha affidato lo stesso anno alla associazione temporanea di scopo (ATS) costituita dalla Fondazione "Horcynus Orca" (capofila), l’Università Mediterranea ed Alta Marea s.c.s. con una aggiudicazione che potrebbe essere prorogata fino al 2017. Ma pare che la Società affidataria non intenda rinnovare l’impegno oltre la stagione appena conclusa. Il Cinema Teatro "Siracusa" con annesso il Gran Caffè "Siracusa", è stato progettato nel 1921 in stile liberty dagli ingegneri Barbaro e Canova, impreziosito all’interno da alcuni bassorilievi dello scultore reggino Ezio Roscitano, attivo a Parigi. All'incrocio tra il Corso Garibaldi e la via 2 settembre si apriva, ad angolo tondo, una porta girevole che consentiva l'ingresso al caffè, da dove si poteva accedere al Politeama, che si affaccia sul Corso con diversi ingressi. Prospiciente il Politeama, proprio dove oggi sorge la Cassa di risparmio, era stato realizzato un piccolo chalet, con il palchetto della musica che conferiva un aspetto suggestivo al giardinetto lussureggiante. Sul Corso, una ringhiera in ferro ornata di fiori, piuttosto bassa e munita di cancello, delimitava il marciapiedi dove tanta gente aveva l'abitudine di sostare per ascoltare la musica.I tavolini del Caffè-Cinema Siracusa  erano sempre occupati da  personaggi in vista e bohémiens che frequentavano i tradizionali veglioni di Carnevale e di San Silvestro, celebrazioni di ricorrenze fasciste, conferenze di illustri personaggi della cultura del tempo e famose compagnie teatrali e artisti che calcavano le sue scene, tra cui Angelo Musco,Ruggero Ruggeri, Macario e Wanda Osiris.Inaugurato il 22 dicembre 1922 con la messa in scena dell' Otello, dopo i fasti dei primi decenni era divenuto,negli anni ’80 uno squallido cinema a luci rosse mal frequentato. Per riportare decoro alla antica struttura,dopo alcune trattative del Rettore dell’Università Mediterranea Quistelli con la proprietà,si addivenne, alla fine degli anni ’80, al restauro conservativo con progetto dell’architetto Enrico Valeriani, allora docente della Facoltà di Architettura e con la consulenza storico artistica della prof. Marisa Cagliostro. Il restauro consentì di riscoprire e valorizzare i bassorilievi nascosti dell’artista Ezio Roscitano, stucchi e ferri battuti di grande gusto e di riportarlo addirittura a sostituire per diversi anni la programmazione del Cilea sottoposto a  lunghi restauri.

Ass. cult. Ulysses

Reggio Calabria, 20 ottobre 2014

sindaco sabatinoIl Sindaco, dichiara: “Siamo impegnati 24 ore su 24 per il bene della comunità, rinunciando senza rimpianti agli affetti familiari per costruire l’Amantea del futuro”.

 

Il sindaco Monica Sabatino risponde in maniera chiara e diretta alle accuse rivolte da alcune forze politiche che hanno inteso criticare la delibera numero 163 che regolamenta le indennità in favore dello stesso primo cittadino e degli assessori.

«Ancora una volta – ha spiegato la Sabatino – abbiamo applicato quanto previsto dalla legge, mantenendo la riduzione del 50 percento per gli amministratori che svolgono altra attività lavorativa. Gli attacchi ricevuti su questa particolare argomentazione sono pura demagogia e non tengono conto di quello che è l’impegno quotidiano dei componenti della giunta e del consiglio comunale.

La sensazione è che si vada a ricercare la contrapposizione a tutti i costi, senza tenera in debita considerazione il funzionamento ed i limiti dell’ente municipale. Del resto è stato lo stesso legislatore nazionale a determinare le quote di indennità, tenendo conto delle difficoltà e delle spese che derivano dall’essere amministratore. È bene evidenziare infatti che le somme in questione non sono state decise dal sindaco o dal consigliere di turno, ma rientrano perfettamente in quelli che sono i parametri vigenti, determinati dalla legge 122/2010».

«La verità dei fatti – ha affermato il sindaco – è che da quando ci siamo insediati abbiamo fatto della presenza il nostro punto di forza. Gli amministratori sono puntualmente in comune sia nel capoluogo, sia nella delegazione di Campora San Giovanni, al di là dei normali orari d’ufficio, sabato e domenica compresi. I nostri telefoni sono sempre aperti e la collettività ne è ben cosciente, tanto che giorno dopo giorno si crea da questo punto di vista un rapporto sempre più simbiotico che conferma il principio di democrazia partecipata insita nel dna della giunta e dell’intero consiglio comunale. La somma che percepiamo come indennità va intesa dunque come mero rimborso per le spese che sosteniamo e per l’impegno che produciamo in favore della città, senza pesare assolutamente su di essa.

A tal proposito mi sembra giusto ricordare che le spese legali per il procedimento della ineleggibilità avanzato dal Movimento 5 Stelle non sono state pagate nella maniera più assoluta dall’ente municipale.

Per non  parlare delle trasferte che vengono sostenute a nostro carico. Mi auguro che dalle forze politiche che hanno criticato la delibera in questione ci sia la stessa attenzione verso quelli che sono i veri problemi che bloccano lo sviluppo di Amantea e Campora San Giovanni, quegli stessi problemi che senza se e senza ma cerchiamo di risolvere».«La nostra trasparenza – ha rimarcato la delegata del sindaco alla comunicazione, Giusi Osso – è massima. In ottemperanza alle normative vigenti abbiamo pubblicato l’ammontare delle nostre indennità sul sito istituzionale dell’ente municipale, nella convinzione che è con la sincerità che si crea il giusto rapporto di fiducia tra amministratori e amministrati. È nostra intenzione proseguire su questa strada, onorando il mandato concesso dagli elettori».

 

Ufficio stampa comune di Amantea - dottore Ernesto Pastore

Quanto corre la spesa corrente nel comune di Paola...

Sabato, 18 Ottobre 2014 15:04 Pubblicato in Paola

cambia-paolaRiceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa  di Cambia Paola.

In tempi di crisi, una famiglia che voglia far quadrare il proprio bilancio, taglia le uscite voluttuarie e cerca di fare la spesa più attentamente, tentando di acquistare il necessario ai prezzi più convenienti. Lo stesso principio di buon senso dovrebbe applicarsi anche alle società e agli enti che, al diminuire della liquidità, intendano comunque continuare a mantenersi in un equilibrato stato di decoro sociale ed amministrativo. Purtroppo questa regola non sembra applicarsi al Comune di Paola. Dopo un quindicennio improntato all’indebitamento forsennato e alla “creatività” finanziaria, la Giunta Ferrari ha imboccato il cunicolo del dissesto finanziario e da due anni tenta, senza riuscirci, di mettere una pezza alle (già) disastrate casse comunali. Ovviamente enormi responsabilità vanno ascritte alla gestione di Roberto Perrotta, che ha “governato” Paola come se non esistesse il domani, facendo lievitare a dismisura i costi comunali, contraendo (e non pagando) enormi debiti e lasciando in eredità a tutti noi un “buco” di milioni di euro. Ma non si può tacere che l’attuale amministrazione sta affrontando la situazione nel modo peggiore: anziché innovare i metodi e tirarsi lentamente fuori dalle sabbie mobili con una gestione oculata e virtuosa, sta cercando di fare cassa solo con lo smisurato aumento delle tasse, proseguendo ciecamente, per il resto, lungo la via tracciata dal dannoso predecessore; una via che conduce direttamente al baratro.

Anziché reinternalizzare gli affidamenti in appalto dei servizi essenziali, ha stipulato nuove convenzioni ancor più costose delle precedenti; anziché ridurre la spesa corrente tagliando le uscite voluttuarie e gestendo i servizi al prezzo più conveniente, ha aumentato le esternalizzazioni.

Tutto ciò appare doloroso e beffardo: doloroso perché l’aumento delle tariffe e delle imposte è un peso talora insostenibile per i cittadini e gli esercenti già duramente colpiti dalla crisi; beffardo perché, a fronte di ciò, la qualità dei servizi (e della vita cittadina in genere) è precipitato. L’immondizia viene raccolta a singhiozzo, l’acqua è spesso non potabile, i disabili e gli indigenti sono stati abbandonati a se stessi, alle associazioni vengono richiesti – sotto minaccia di sfratto – affitti esosi per sedi e strutture sportive, molti stipendi non vengono pagati ed altri sono corrisposti solo con enorme ritardo, i servizi di trasporto pubblico sono ridotti al lumicino, le mense scolastiche e gli scuolabus (quando vengono predisposti) sono diventati beni di lusso, le strade (a parte Corso Roma) sono ridotte ad un colabrodo (o sono ostruite dalle frane). Nonostante questo il Comune di Paola, attirandosi anche le critiche dei propri revisori dei conti, continua a mantenere in bilancio spese francamente incomprensibili. Quello che segue è un elenco che, secondo noi, si commenta da solo:

- Il Comune partecipa al 93% alla A.L.S.I. Paola Scarl, che dovrebbe promuovere l’imprenditoria locale, ma con un solo dipendente, cinque amministratori e cinque revisori dei conti (di appartenenza politica molto trasversale), ha fin qui generato un debito di quasi 20.000 euro;

- il Comune partecipa al 20% alla Marina di San Francesco s.p.a. (già Porto dei Normanni), che, ad oggi, dichiara 300.000 euro di debiti e 400.000 di impegni di spesa;

- il Comune paga a LaoPools 105.000 euro al mese per la gestione in appalto del servizio idrico, ma, oltre a mantenere in bilancio spese per ulteriori 145.000 euro per personale, mezzi e manutenzione (tutte cose cui, probabilmente, dovrebbe provvedere la stessa LaoPools in virtù dell’appalto), si prende anche il lusso di rimborsare all’affidataria come “spese straordinarie” il rifacimento dei pozzetti. Tutto questo mentre la distribuzione idrica fa acqua da tutte le parti, in condutture vecchie di quarant’anni, che portano alle case acqua carica (nel migliore dei casi) di ruggine. Ciò costringe le famiglie a mettere a bilancio un’ulteriore tassa occulta, ossia l’acquisto dell’acqua in bottiglia, che pesa almeno altri 150-200 euro l’anno.

- Il Comune paga a Sorical 830.000 euro l’anno per acquistare tanta acqua quanta ne basterebbe a una città di 80.000 persone (sono parole del vicesindaco) anziché sfruttare le proprie sorgenti e dotare la città di condutture nuove e senza dispersioni.

- Il Comune ha di recente pagato a Smeco 1.100.000 euro per fatture pregresse. Con tanti ringraziamenti per aver lasciato in abbandono per anni la rete idrica.

- Il Comune paga a Ecologia Oggi 115.000 euro al mese per la raccolta rifiuti. Tutto ciò mentre la differenziata, più volte annunciata, non è mai iniziata. E pensare che in molti comuni italiani solo con la differenziata si riesce ad alleggerire la bolletta di un buon 30%. Per non parlare dei danni ambientali e dei disservizi legati alla schiavitù dalle discariche.

- Il Comune paga circa 10.000 euro l’anno ad una società di Amantea per la redazione delle buste paga dei dipendenti comunali.

- Il Comune paga circa 10.000 euro l’anno per assicurare l’illuminazione artistica del Santuario. Con molto meno avrebbe potuto dotare di illuminazione il campo sportivo Tarsitano ed assicurarne la fruizione anche nelle ore serali, oppure cambiare le lampadine nelle molte zone di Paola ormai rimaste al buio.

Ci chiediamo, semplicemente: perché?

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