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Amici miei carissimi di Tirreno News, vi è mai sorto qualche volta un dubbio su come scrivere alcune parole?

A me è capitato, non spesso.

Quando sorge qualche dubbio, per evitare poi brutte figure, meglio consultare il vocabolario della lingua italiana. Il computer ci viene anche in aiuto.

Sottolinea in rosso le parole sbagliate.

Poi basta cliccare sulla parola esatta e tutto ritorna alla normalità.

Zebra si scrive con una sola “b” o con due “b”?

Con una sola “b”, naturalmente

E palla come si scrive?

Con due “l”, naturalmente, altrimenti diventerà pala.

E’ normale se l’errore viene commesso da un bambino della scuola elementare.

Normalissimo poi se quel bambino è diversamente abile.

Ma se l’errore viene commesso da una maestra è grave perché non solo farà sorridere qualcuno ma indignare molti.

E allora cosa è venuto in mente a quella maestra di sostegno di una scuola elementare “Antonio Gramsci” della provincia di Milano correggere il compito di un ragazzo disabile che aveva scritto la parola zebra correttamente con una sola “b”?

La maestra ha aggiunto con la penna rossa alla parola zebra un’altra “b”.

Ha fatto come Totò nella scena più famosa e più vista del cinema italiano, il quale, nel dettare a suo fratello Peppino la famosa letterina per la fidanzata del nipote ad un certo punto dice: Punto.

Due Punti. Ma sì, fai vedere che abbondiamo.

Totò e Peppino potevano abbondare. Loro recitavano.

La maestra non recitava, insegnava e quindi non poteva commettere simili strafalcioni.

Il caso della correzione errata non è stato sollevato dai genitori del ragazzo.

Ci ha pensato, invece, un altro papà il quale ha chiamato la redazione di un giornale locale e subito la notizia della zebra con due “b” si è diffusa in un baleno.

La zebra è uscita fuori dalla scuola e ha conquistato il Web suscitando ilarità, sconcerto e relativo sfottò.

E’ intervenuto finanche il dirigente scolastico di quell’Istituto confermando l’errore commesso dalla maestra. ( nella foto in basso)

Ha cercato di difenderla dicendo:- Ha sbagliato.

Un incidente che può capitare, ma quanto rumore per una sciocchezza!- Il Corriere della Sera nella rubrica Ortografia e Zoologia immaginaria così ha scritto:- Che forma ha una zebbra con due “B”?.

Somiglierà ad un cammello con le strisce?.

O avrà 4 gobbe?.

E se uno a Londra attraversa la strada su uno << zebra crossing>> si ritrova a camminare in salita e in discesa come sui dossi stradali?.

Chissà come l’avrebbe commentata il grande Gianni Rodari che agli svarioni ortografici e grammaticali ha dedicato quel piccolo capolavoro che è il suo “Libro degli errori”.

Intanto sembra che le zebre si siano messe a ridere ( prima foto).

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Da domani mattina sarà possibile fare domanda per ottenere il reddito di inclusione.

Basta andare al comune.

Sul web abbiamo trovato la foto di (ImagoE) nella quale si notano Giuliano Poletti e Tito Boeri sorridenti.

Onestamente non capisco come facciano.

Tanto più stando davanti al cartellone del REI, cioè del reddito di inclusione che a noi sembra lo specchi della gravità della situazione italiana che tutti fanno finta di non vedere.

Di cosa parliamo?

Ecco spiegato:

A chi spetta ?

Il Rei viene riconosciuto ai nuclei familiari che hanno un Isee non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro.

Chi può fare domanda?.

Per accedere al Rei serve essere cittadino comunitario o extracomunitario con permesso di lungo soggiorno, ma bisogna anche avere residenza in via continuativa in Italia da almeno due anni al momento di presentazione della domanda.

E' uno strumento nuovo, per questo inizialmente si partirà dalle famiglie che hanno almeno un minore, o una donna in stato di gravidanza accertata (ma il Rei potrà in questo caso essere chiesto non prima di quattro mesi dalla data di parto presunta), o disabili o persone over 55 disoccupate.

Quanto si può avere?

Il sussidio arriva al massimo a 187,5 euro per una persona sola, mentre il tetto complessivo è di 485 euro per un nucleo di 5 o più persone.

Quanto dura?

Può durare al massimo 18 mesi e viene corrisposto per 12 mensilità.

Può essere richiesto dopo i 12 mesi?

SI, ma devono trascorrere almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere di nuovo (per un massimo di altri 12 mesi).

Il tetto è legato a quello dell'assegno sociale per gli over 65 senza reddito.

Come avviene il pagamento?

Il "beneficio", come viene denominato il Rei, sarà versato mensilmente su una Carta di pagamento elettronica (Carta Rei), in sostanza simile a una prepagata.

Come può essere usata?

La Carta potrà essere usata, per acquisti ma la metà dell'importo, anche per fare prelievi di contanti.

A chi è diretto?

Per accedere al Rei serve essere cittadino comunitario o extracomunitario con permesso di lungo soggiorno, ma bisogna anche avere residenza in via continuativa in Italia da almeno due anni al momento di presentazione della domanda.

E' uno strumento nuovo, per questo inizialmente si partirà dalle famiglie che hanno almeno un minore, o una donna in stato di gravidanza accertata (ma il Rei potrà in questo caso essere chiesto non prima di quattro mesi dalla data di parto presunta), o disabili o persone over 55 disoccupate.

Cosa fa ridere?

Leggiamo che il sussidio sarà affiancato da un progetto personalizzato per l'uscita dallo stato di bisogno.

Per questo si concentrerà sull'occupabilità della persona che lo richiede, analizzando nel complesso la sua situazione e attivando un "progetto personalizzato".

Infatti qualora i componenti della famiglia non dovessero rispondere alle convocazioni inerenti al progetto, il sussidio verrà decurtato o addirittura sospeso.

Temiamo che gli italiani che avranno i REI saranno pochi!

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Il primo atto formale che un padre di famiglia deve fare dopo la nascita di un figlio è quello di recarsi al Comune di residenza e comunicare all’Ufficiale dello Stato Civile l’avvenuta nascita del bambino al quale è stato dato il nome di……….

La dichiarazione di nascita è obbligatoria.

Non sempre, però, i genitori del nascituro si recano al Comune per registrarlo.

Capita, perciò, che qualche volta i genitori si dimenticano di registrarlo oppure non vogliono fare sapere a nessuno l’avvenuta al mondo di un figlio e volendo ingannare lo Stato fanno finta di niente per poi pentirsi amaramente quando vengono scoperti.

La storia che sto per raccontarvi si né verificata a Moncalieri alle porte di Torino e sono stati i Carabinieri di Torino che hanno scoperto l’esistenza di questo bambino fantasma

In quel paese è vissuto un bambino di 7 anni che non solo non è stato mai registrato all’anagrafe, ma che non è mai uscito di casa, che non aveva mai visto il sorgere e il tramonto del sole, che non aveva mai giocato con altri bambini, che non aveva mai frequentato l’asilo infantile, che non aveva mai fatto una passeggiata per le vie del paese.

Per lunghi sette anni sempre tenuto rinchiuso in casa come un animale e nessuno, dico nessuno, neppure i vicini di casa se ne sono accorti.

Se ne sono accorti, per un caso fortuito, i Carabinieri, i quali un giorno bussarono alla porta di una casetta in una borgata agricola della città perché dovevano notificare un atto giudiziario alla signora che abitava in quella casa.

Sapevano che abitavano in quella casa un uomo e una donna, marito e moglie.

Bussarono alla porta e sorpresa delle sorprese andò ad aprire la porta un bambino.

E tu chi sei? – disse un carabiniere stropicciandosi gli occhi.

Rispose la madre prontamente accorsa:- E’ mio figlio -.

I carabinieri rimasero sorpresi perché nello stato di famiglia della signora che avevano in mano non c’era traccia del piccolo.

Un bambino fantasma.

Però dopo la scoperta fatta dai carabinieri il bambino è stato iscritto anche se tardivamente all’anagrafe del Comune, è incominciato ad andare a scuola, ha imparato a leggere e a scrivere, ha imparato a tirare calci ad un pallone come fanno del resto tutti i bambini del mondo.

Ha imparato a vivere.

Era morto ed è resuscitato.

I carabinieri per primi si sono presi cura di lui.

Poiché il bimbo amava disegnare gli hanno regalato i pennarelli, un diario e uno zainetto.

Al resto ci ha pensato una signora che ha voluto restare anonima.

Gli ha spedito libri, quaderni, penne, matite, animaletti di peluche e tante macchinine, le sue preferite.

I genitori ora rischiano da 3 a 10 anni di carcere per il reato commesso:

Soppressione di Stato Civile, per non averlo mandato a scuola, per non averlo protetto coi vaccini obbligatori.

Ora il bimbo ha un nome ed un cognome, è stato regolarmente registrato all’anagrafe, ha un codice fiscale, ha la tessera sanitaria, è stato vaccinato, frequenta la scuola pubblica regolarmente, ha imparato a leggere e a scrivere.

E al mattino quando si alza non guarda più gli altri bambini che giocano, ridono, si rincorrono, scherzano, si abbracciano per strada o nel cortile da dietro i vetri di una finestra della sua cameretta.

Ora tutto questo lo può fare anche lui, grazie anche al buon fiuto dell’Arma dei Carabinieri.

NdR Aggiungiamo a quanto sopra che la madre è un'italiana di 48 anni, la quale ha detto di essere convinta che a registrarlo fosse stato il padre, padre che ha fatto perdere le proprie tracce, quando si è accorto che la vicenda era stata scoperta.“

Ora il tribunale dei Minori di Torino, che insieme alla procura del tribunale ordinario si occupa dell’incredibile vicenda del piccolo lo ha allontanato dalla madre.

Il ragazzo vive in una comunità per minori.

E sta tentando di recuperare il ritardo nello sviluppo cognitivo acquisendo sorriso e serenità

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