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Ieri notte gli abitanti di via Dogana nord dormivano tranquilli quando sono state lanciate le due bombe.

Era da poco passata l’una quando gran parte di loro sono stati svegliati da un boato.

 

“Ero in dormiveglia- ci ha detto uno di loro- e svegliatomi di soprassalto ho pensato ad un grosso tuono. Ma non era così. I tuoni non sono mai soli” E continuando: “ Dopo un po’, alcune voci mi hanno svegliato ed alzatomi ho visto i Carabinieri davanti ad una casa del nostro quartiere”.

 

Il nostro interlocutore e molti altri del quartiere sono rimasti impauriti.

E questa paura si è espansa in ogni dove nelle ore successive, man mano che la notizia si diffondeva e che la comunità non riusciva a comprenderne le ragioni.

Una casa era stata presa di mira dagli attentatori che hanno lanciato due bombe rudimentali, una contro la svetrata delle scale e che non è esplosa ed una contro il portone di casa e che invece è esplosa.

 

Ignote le ragioni di questo attentato.
Gli investigatori sono comunque alla ricerca delle stesse oltre che degli attentatori.

Proprio per questo sono state acquisite le immagini delle telecamere ed osservando le stesse si spera di riuscire a scoprire gli autori del gesto

La stampa più qualificata ha ricordato gli altri episodi occorsi nella zona tra cui l’incendio della pizzeria sul lungomare di Amantea e quello dell’officina di Belmonte Calabro, e, poi, la bomba sotto l’auto davanti alla pizzeria La Grotta e la molotov sotto l’auto di un medico in Via Baldacchini.

 

Episodi per di cui ancora si cercano autori e ragioni.

Ovviamente le indagini vanno in tutte le direzioni.

Ancora una volta la politica resta silente quasi che sia impotente ma soprattutto indifferente.

Fino a quando durerà questo silenzio ?

Si aspetta forse il morto?

 

A chi se non alla politica chiedere, anzi pretendere, il potenziamento delle forze dell’Ordine , una tenenza dei carabinieri ed un presidio della Polizia di Stato?.

E dov'è la DDA?

Pubblicato in Cronaca

Un anno fa gli attentati a 4 amministratori del nostro comune.

Dopo un anno la presenza della Bindi e della commissione antimafia presso la Prefettura di Cosenza. Già i primi di ottobre   Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia emanò una nota nella quale dichiarò.

«L'efferato omicidio del piccolo Cocò non resterà impunito. Grazie alle indagini del carabinieri di Cosenza e del Ros, coordinati dalla Dda di Catanzaro, emerge l'atroce verità di una strage premeditata, di stampo 'ndranghetista perseguita con feroce determinazione e senza alcuna pietà verso un bambino usato dal nonno come scudo umano. Prima ancora di morire Cocò era già una vittima innocente della 'ndrangheta che, come tutte le mafie, si serve anche dei minori e non si ferma di fronte a nulla pur di affermare il proprio potere».

 

E poi continuava «Si conoscono le difficoltà di spezzare la sudditanza dei legami familiari nelle organizzazioni criminali, ma si tratta di un tema decisivo per restituire futuro e libertà alla vita di tanti bambini e adolescenti. La Commissione Antimafia è da tempo impegnata su questo fronte e nella prossima missione a Cosenza, alla fine di questo mese, proseguiremo tra l'altro anche gli approfondimenti con i magistrati dei Tribunali dei minori».

 

Non solo Cocò, quindi, ma tutto quanto necessario nella lotta alla’ndragheta.

Per questo nel pomeriggio di lunedì 26 ottobre, nella Prefettura di Cosenza, avranno inizio di lavori della Commissione, la cui missione è finalizzata ad approfondire le dinamiche criminali della 'ndrangheta nella provincia, i problemi del rapporto mafie minori alla luce degli sviluppi dell'inchiesta sull'omicidio del piccolo Cocò Campolongo e la situazione degli uffici giudiziari dopo l'accorpamento del Tribunale di Rossano.

 

A partire dalle 17.30 saranno ascoltati il Prefetto di Cosenza, i comandanti delle diverse forze di polizia ed capo centro della DIA.

Le audizioni proseguiranno anche martedì 27 ottobre, a partire dalle ore 9.30, sempre in Prefettura. Verranno sentiti il Procuratore distrettuale di Catanzaro insieme ai magistrati della Dda, il Procuratore ed il presidente del tribunale per i minorenni di Catanzaro, il Garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenza ed i vertici dei tribunali di Cosenza, Castrovillari e Paola.

Al termine dei lavori, alle 16.30, ci sarà la conferenza stampa conclusiva della presidente Bindi.

Pubblicato in Politica

Continuano in Calabria gli attentati ai sindaci ed agli amministratori locali.

Si concentra nel Mezzogiorno il fenomeno degli attentati agli amministratori locali, che ha in Sicilia, con il 16,7% dei casi accertati, l'incidenza più elevata, nel periodo dal 1 gennaio 2013 al 30 aprile 2014.

Segue la Puglia con il 12,9%

Ed ancora la Calabria con il 12,3

Più giù la Sardegna con il 10,8%

Ed infine la Campania con l’8,2%

Tanti i comuni interessati da questi attentati in Calabria. Ve ne ricordiamo qualcuno:

Comune di Albidona- sindaco Salvatore Aurelio

Comune di Amantea- sindaco Monica Sabatino

Comune di Amaroni –

Comune di Benestare –

Comune di Bianchi- Sindaco Tommaso PAOLA;

Comune di Brancaleone –

Comune Cassano Ionio - Sindaco Giovanni PAPASSO;

Comune di Catanzaro- Sindaco Sergio ABRAMO;

Comune di Conflenti- Sindaco Giovanni PAOLA;

Comune di Decollatura- Sindaco Anna Maria CARDAMONE ;

Comune di Falerna – Sindaco Giovanni COSTANZO;

Comune di Feroleto Antico – Sindaco Pietro FAZIO;

Comune di Gizzeria- Sindaco Pietro RASO ;

Comune di Isola Capo Rizzuto-

Comune di Locri - Sindaco Giovanni Calabrese

Comune di Malito- Sindaco Carmine CARPINO;

Comune di Marano marchesato-

Comune di Monasterace Maria Carmela Lanzetta

Comune di Motta S.Lucia –Sindaco Amedeo COLACINO; ( 3 attentati)

Comune di Nicotera - Sindaco Francesco Pagano

Comune di Nocera Terinese- Sindaco Gaspare ROCCA;

Comune di Martirano Lombardo- Sindaco Francesco PUCCI;

Comune di Parghelia - Sindaco Maria Luisa Brosio

Comune di Pedivigliano – Sindaco Lia LEONE ;

Comune di Pentone – Delegata Giuditta MATTACE;

Comune di Pizzo- ex sindaco Fernando Nicotra

Comune di San Giovanni in Fiore- Sindaco Antonio Barile.

Comune di San Pietro a Maida-

Comune di Seminara, - Sindaco Antonio Bonamico

Comune di Scigliano – Sindaco Raffaele PANE;

Comune di Serra San Bruno- Sindaco Bruno ROSI;

Comune di Taurianova-

Comune di Tropea-

Comune di Soriano-

Comune di Stefanaconi- o

Comune di Villapiana – Sindaco Paolo MONTALTI;

Comune di Zagarise, Domenico Gallelli,

Potremmo continuare a lungo visto gli atti intimidatori registrati in Calabria sono stati 80 nel 2014 e una quindicina già nei primi quattro mesi del 2015.

Già nella seconda metà del 1700, gli allora Procuratori del Regno di Napoli segnalavano la presenza di bande dedite all’intimidazione di amministratori pubblici, così come ribadito nelle relazioni di fine 800. Il fatto di rilevare segnalazioni in diverse parti del Regno, simboleggia come il fenomeno fosse pervasivo e capillare in tutto il territorio.

Questo l’elenco dei comuni che avevano annunciato la loro presenza a Roma: Comune di Catanzaro, Motta S.Lucia,Conflenti, Nocera Terinese, Gizzeria, Falerna, Martirano Lombardo, Scigliano, Bianchi, Pentone, Decollatura, Villapiana, Malito, Pedivigliano, Serra San Bruno, Feroleto Antico, Cassano Ionio.

Ma una domanda si impone .

Perché delle centinaia di sindaci ed amministratori oggetto di attentati nell’incontro del 23 settembre scorso avutosi presso il Viminale alla presenza del viceministro Bubbico e della senatrice Lo Moro ne erano presenti soltanto 14?

Perché non c’era Amantea?

Pubblicato in Politica

1)Milano. 13 maggio. Mada Kabobo, un immigrato ghanese irregolare, armato di piccone uccide chi incontra. Muoiono Daniele Carella, 21 anni, ed Ermanno Masini, 64 anni.

2) Stoccolma. 13 maggio. La Polizia uccide un sessantanovenne armato che aveva minacciato gli agenti con un machete. Ed ora sono giorni di scontri violenti iniziati nel quartiere Husby, alla periferia nord-ovest di Stoccolma, un’area nata all’inizio degli anni Settanta, povera e con un alto tasso di disoccupazione ed in cui vivono circa 12 mila persone, la maggior parte delle quali sono immigrati

3) Londra. 22 maggio. Michael Abedolajo di origine nigeriana,ma nato in GB, armato di un machete ha ucciso il soldato Drummer Lee Rigby, 25enne di Manchester . I testimoni hanno raccontato che i due assalitori "Prima gli sono andati addosso con l'auto, poi sono scesi e gli hanno tagliato la testa col machete".Gridavano "Allah Akbar ". Poi hanno anche dichiarato che intendono “cominciare una guerra a Londra". La polizia dichiara che si tratta di un : "Attentato dell'estremismo islamico"

Oggi aggiungiamo:

4) Parigi.25 maggio ore 18.00. Un Maghrebino ( aveva la barba e indossava la galabia, la tunica tipica dei musulmani) accoltella alla gola un soldato in servizio di pattugliamento nel grande spiazzo davanti all'Arco della Defense ( nella foto) ( le pattuglie militari integrano la sorveglianza di polizia in base alle disposizioni del piano Vigipirate, il sistema di vigilanza antiterrorismo transalpino, il cui livello di allerta è attualmente sul rosso, un gradino al di sotto del massimo).

Ed allora, se vera la notizia data da Le Parisien, la domanda.

Un caso? Cellule dello stesso corpo? Sintomi dello stesso malessere? Un inizio di qualcosa? Strategie?

Pubblicato in Mondo

Non era una bomba ma semplicemente la sua carcassa. (Il proiettile nella foto del Quotidiano della Calabria).C’era anche la spoletta di accensione, ma mancavano i quattro, forse cinque chilogrammi di tritolo che la bomba originariamente conteneva. Una mano esperta la aveva evidentemente “svuotata”. Chi? Perché ? Per usarla dove? Domande alle quali è difficile dare risposta. Ma la si può ben ipotizzare considerando che il suo possesso da parte della “mala” poteva permettere tantissimi attentati.

Quella dell’impossessamento da parte delle cosche crotonesi e una ipotesi alla quale lavorano gli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, diretti dal vicequestore Cataldo Pignataro.

Peraltro a metà 2008 gli investigatori della Mobile, a seguito delle intense indagini successive alla sanguinosa faida che nel giro di cinque giorni seminò tre morti tra Papanice (due) e Isola (uno),rinvennero , rudimentale ma potente bomba, in grado di mandare in frantumi anche un’auto blindata, nascosta tra copertoni e rottami, insieme ad altre tre bombe in via di fabbricazione e a un chilo e 200 grammi di esplosivo, presumibilmente derivante dallo scarico di ordigni bellici, contenente tracce di tritolo.

Insomma la Polizia è sulle tracce di due esperti( potrebbe anche essere lo stesso) capaci di estrarre il tritolo da una bomba senza farsela esplodere addosso e da ricavarne potenti bombe per attentati.

Pubblicato in Crotone
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