Non era una bomba ma semplicemente la sua carcassa. (Il proiettile nella foto del Quotidiano della Calabria).C’era anche la spoletta di accensione, ma mancavano i quattro, forse cinque chilogrammi di tritolo che la bomba originariamente conteneva. Una mano esperta la aveva evidentemente “svuotata”. Chi? Perché ? Per usarla dove? Domande alle quali è difficile dare risposta. Ma la si può ben ipotizzare considerando che il suo possesso da parte della “mala” poteva permettere tantissimi attentati.
Quella dell’impossessamento da parte delle cosche crotonesi e una ipotesi alla quale lavorano gli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, diretti dal vicequestore Cataldo Pignataro.
Peraltro a metà 2008 gli investigatori della Mobile, a seguito delle intense indagini successive alla sanguinosa faida che nel giro di cinque giorni seminò tre morti tra Papanice (due) e Isola (uno),rinvennero , rudimentale ma potente bomba, in grado di mandare in frantumi anche un’auto blindata, nascosta tra copertoni e rottami, insieme ad altre tre bombe in via di fabbricazione e a un chilo e 200 grammi di esplosivo, presumibilmente derivante dallo scarico di ordigni bellici, contenente tracce di tritolo.
Insomma la Polizia è sulle tracce di due esperti( potrebbe anche essere lo stesso) capaci di estrarre il tritolo da una bomba senza farsela esplodere addosso e da ricavarne potenti bombe per attentati.