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ianniE’ morto il paziente amanteano affetto da Covid-19, Enrico Ianni.

Non ce l’ha fatta il nostro concittadino che, qualche settimana fa, era risultato positivo al Coronavirus. 

Siamo affranti, come tutti voi, è una notizia che ci riempie di grande tristezza. 

La redazione si stringe, a nome dell’intera comunità di Amantea, al dolore della famiglia.  

La città piange un suo figlio, un suo fratello che era emigrato per portare un pezzo di pane a casa, come tanti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. 

Possa riposare in pace, ci permettiamo di invitare ognuno di noi ad una riflessione attenta su quello che vediamo in tv, lo strazio che ci arriva dal nord Italia e non solo, la sofferenza di migliaia famiglie che oramai non è lontana da noi. 

Comportatevi responsabilmente e non dimentichiamo chi è solo, questo è il nostro messaggio che inviamo a tutta la popolazione, nello stare a casa, ricordiamoci dei nostri cari, amici, ma anche di chi conosciamo poco ma è solo: una telefonata, un messaggio. 

Stiamo in contatto, a distanza, per rafforzare il senso di comunità virtuale.

Pubblicato in Primo Piano

Preite-768x576Autoservizi Preite annuncia che è attivo il nuovo collegamento Lago – Belmonte – Amantea – Germaneto – Catanzaro. Ecco tutti gli orari. 
Recentemente, l’azienda calabrese Preite ha implementato anche il comodo servizio “localizza corsa” che permette di vedere, tramite smartphone o tablet, l’orario di arrivo del bus, evitando così inutili attese alle fermate.

Autoservizi Preite nasce nell’immediato dopo guerra grazie al fondatore Guerino Preite e da allora è un’azienda in un continua espansione che attualmente collega Cosenza e l’Università della Calabria con la maggior parte dei comuni dell’hinterland e con tutti i comuni del tirreno cosentino e dell’ entroterra costiero. Al momento i confini dei collegamenti pubblici si spingono fino in Basilicata nei paesi di Maratea, Lauria e Lagonegro e a sud fino all’aeroporto internazionale di Lamezia Terme.

Ad oggi autoservizi Preite è alla terza generazione, dal 2009 ha il certificato di QUALITA’ iso 9001:2008 ed ha sempre uno sguardo rivolto al futuro ed alle nuove tecnologie per garantire un servizio migliore e più sicuro all’utenza. Dal 2005 tutti gli autobus sono dotati di localizzatore GPS real time, sistemi di pagamento magnetici, borsellini ricaricabili e indicatori di percorso con vocalizzatore per i non udenti ed i non vedenti e grazie all’aggiornamento costante del parco autobus vanta il 50% dei mezzi dotati di sollevatore elettronico o manuale per disabili in carrozzina. Un occhio di riguardo è dedicato all’inquinamento ed alla salvaguardia dell’ambiente sia nei depositi che sui veicoli ed è per questo che si è optato di acquistare autobus a metano per le tratte di breve percorrenza.

Da gennaio 2016 è stato sostituito completamente il sistema informativo e consente ai nostri viaggiatori di pagare i titoli di viaggio oltre che con i metodi tradizionali anche con abbonamenti o tessere ricaricabili contact-less e con smartphone dotati della tecnologia NFC solo avvicinandoli al lettore di bordo.

Fonte notizia

Pubblicato in Primo Piano

pellegrinoGli organi, prelevati da un 62enne a Germaneto, dovevano essere impiantati entro 24 ore

COSENZA –  In meno di nove ore all’Annunziata sono stati effettuati due trapianti di rene. Interventi chirurgici su due giovani cosentini in cura al nosocomio cosentino e in dialisi. Il prelievo degli organi è stato effettuato a Germaneto su un donatore maschio di 62 anni, deceduto per emorragia celebrale I reni, giunti all’Ospedale di Cosenza nella mattinata di venerdì sono stati separati dall’equipe Epato-Bilio-Pancreatica e Trapianti (dottori Sebastiano Vaccarisi, Vincenzo Pellegrino e Massimiliano Battaglia) e sono stati trapiantati sui giovani, nel corso di due interventi, uno di seguito all’altro, iniziati alle ore 19:oo di venerdì e finiti alle ore 3.30 di sabato mattina. Uno sforzo organizzativo importante che ha visto coinvolti oltre all’equipe di trapianti composta dai dottori Vaccarisi, Pellegrino e Battaglia: gli anestesisti Demetrio Bonofiglio e Valeria Gambardella; la nefrologa Francesca Maselli e gli strumentisti di sala operatoria del nuovo blocco Petrassi. Le operazioni di prelievo e allocazione degli organi sono state coordinata dal Centro regionale Trapianti diretto dal dr. Pellegrino Mancini.«E’ stata una corsa contro il tempo – hanno dichiarato i dottori Vaccarisi e Pellegrino – avevamo l’esigenza di garantire entrambi i trapianti nel cosiddetto ‘tempo critico’ ovvero entro massimo le 24 ore dall’espianto. La difficoltà era quella di compiere le operazioni di controllo degli organi e i trapianti – due – in un lasso di tempo che avrebbe potuto risultare insufficiente. Ce l’abbiamo fatta: gli interventi sono riusciti. Attendiamo fiduciosi il decorso post operatorio».

 

«Quella di stanotte – afferma il Commissario Achille Gentile – è la testimonianza concreta, che anche in Calabria c’è una buona sanità. Erogata da professionisti capaci e responsabili che a fatica e lontano da polemiche e scontri, lavorano con responsabilità, perseveranza e passione. Un lavoro di squadra e in sinergia, che evidenzia, ancora una volta l’obiettivo comune che ciascuno di noi ha l’obbligo di perseguire: il buon funzionamento di una struttura sanitaria pubblica, di grande importanza per il territorio, come è l’Annunziata. All’equipe che ha lavorato ieri e stanotte al duplice trapianto va il mio ringraziamento e la mia più viva soddisfazione. Gli sforzi economici, in termini di ristrutturazione e investimenti in nuove tecnologie, sarebbero vani se non ci fossero professionisti come loro in grado di declinare al meglio le scelte del management, dimostrando, che anche in Calabria la sanità sta cambiando e lo dimostrano i fatti. Il ringraziamento va anche ai familiari del donatore che, nel momento doloroso della perdita del congiunto, hanno deciso per un gesto di grande generosità e altruismo».

fonde notizia

Pubblicato in Belmonte Calabro

Molti di questi decessi potrebbero essere evitati effettuando una prevenzione primaria o secondaria

Di questo e dell’esperienza del Campus universitario di Germaneto sulla prevenzione della morte improvvisa aritmica si é parlato all’Hotel Palace di Catanzaro Lido con l’intervento dei rappresentanti delle associazioni dei pazienti e dei principali centri di Cardiologia della Calabria.

Al convegno ha portato la sua testimonianza un paziente sopravvissuto ad un arresto cardiaco.

“La prevenzione della morte cardiaca improvvisa – afferma il prof. Ciro Indolfi, Direttore della Cardiologia Universitaria e Presidente della Società Italiana di Cardiologia – è oggi, un campo della medicina in continua evoluzione, anche considerando la drammaticità della patologia che può colpire giovani e anche meno giovani senza alterazioni strutturali del cuore che ne potessero far prevedere un evento repentino ed infausto”.

Volete sapere cosa è, quando succede, e come aiutarvi?

Provate a leggere sotto:

La Morte Cardiaca Improvvisa (MCI)

Si definisce Morte Cardiaca Improvvisa (MCI) quella morte naturale di origine cardiaca preceduta da un’improvvisa perdita di conoscenza in soggetti con o senza una cardiopatia nota preesistente. È responsabile del 10% dei decessi che si verificano ogni anno in Italia e rappresenta oltre il 50% di tutti i decessi causati da patologie cardiache.

Nel nostro Paese, infatti, perde la vita per morte cardiaca improvvisa una persona ogni circa 1000 abitanti; la sua asintomaticità è la causa principale di tali decessi. Si verifica, appunto, un’improvvisa cessazione della funzione di pompa del nostro cuore (Arresto Cardiaco (AC) o Arresto Cardio-Circolatorio (ACC)) che porta inesorabilmente alla morte se non si interviene tempestivamente con opportune manovre rianimatorie.

In Italia, l’attuale tasso di sopravvivenza dopo un arresto cardio-circolatorio è solamente del 2%: ciò è determinato dal tempo di intervento dei soccorritori che, mediamente, si aggira intorno ai 12-15 minuti.

Per la persona colpita da arresto cardiaco, ogni minuto che passa è di vitale importanza: in soli sessanta secondi, infatti, si abbassano del 10% le sue possibilità di restare in vita. Dopo soltanto 5 minuti di tempo, le possibilità di salvezza scendono al 50%. Per questo motivo, oltre il 70% delle vittime di arresto cardiaco muore prima di raggiungere l’ospedale.

La fibrillazione ventricolare e la tachicardia ventricolare senza polso sono le aritmie riscontrabili in circa l’85% dei casi di arresto cardio circolatorio. Durante la fibrillazione ventricolare (FV) i segnali elettrici che controllano l’attività di pompa del nostro cuore diventano rapidi e caotici con la conseguenza che il sangue non viene più pompato al resto del corpo. Quando il sangue non arriva al cervello, si perde coscienza entro pochi secondi. Inoltre, il mancato afflusso di ossigeno al cervello che perdura da alcuni minuti può far insorgere nel paziente danni cerebrali permanenti anche gravi.

Per far sì che non sopraggiunga la cosiddetta morte cardiaca improvvisa o che il paziente non riporti gravi danni cerebrali permanenti, l’unica terapia efficace in questi casi è la defibrillazione precoce, possibilmente supportata da adeguate e tempestive manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare (RCP).

Chi è a rischio?

Per definizione, la morte cardiaca improvvisa si verifica spesso in persone attive e apparentemente sane; persone, insomma, che non avevano mai manifestato problemi cardiaci o altri problemi di salute. In realtà, non è un evento casuale: la maggior parte delle persone colpite da arresto cardiaco hanno problemi di cuore.

I fattori principale che possono portare alla morte cardiaca improvvisa, sono essenzialmente due:

   malattie alle coronarie;

   precedenti attacchi di cuore.

L’80% delle vittime di arresto cardio-circolatorio, infatti, mostra restringimenti o blocchi nelle arterie coronarie, i vasi attraverso i quali viene fornito sangue al cuore. Mentre il 75% delle persone che muoiono di morte cardiaca improvvisa hanno già avuto precedenti attacchi di cuore.

Si possono contraddistinguere, inoltre, un certo numero di segni e di sintomi che possono indicare il rischio di morte cardiaca improvvisa. Essi sono i seguenti:

   frequenza o ritmo cardiaco anormale (aritmia) da causa sconosciuta;

   ritmo cardiaco elevato (tachicardia) che viene e va, anche quando non si è sotto sforzo;

   episodi di svenimento da causa sconosciuta;

   una bassa frazione di eiezione ventricolare, che si aggira intorno al 40% (è del 55% o più in un cuore sano).

Per chi non lo sapesse, la frazione di eiezione è la misura di quanto sangue viene pompato dai ventricoli durante ogni battito. Le persone a rischio di morte cardiaca improvvisa, in genere, oltre ad una bassa frazione di eiezione, soffrono anche di tachicardia ventricolare.

Può succedere in ogni momento

La morte cardiaca improvvisa colpisce chiunque e dovunque: sul lavoro, per strada, nei luoghi pubblici, all’interno di impianti sportivi, alla guida del proprio mezzo di trasporto, ecc…

Ogni anno le vittime di arresto cardiaco superano di gran lunga quelle causate dagli incidenti stradali e quelle causate dall’AIDS. Sono circa 70.000 le persone che ogni anno perdono la vita nel nostro Paese per morte cardiaca improvvisa.

Nell’80% dei casi l’arresto cardio-circolatorio colpisce lontano dalle strutture sanitarie; nella maggior parte delle volte, inoltre, colpisce in presenza di testimoni. In alcuni casi, la morte cardiaca improvvisa sopraggiunge entro un’ora dai primi disturbi, ma spesso,, purtroppo, è istantanea e coincide con il primo sentirsi male.

L’arresto cardiaco, oltre ad essere inatteso ed improvviso, è determinato in prevalenza da un attacco cardiaco/minaccia di infarto. Può avvenire, però, anche in seguito ad un trauma toracico, annegamento, soffocamento, folgorazione elettrica e intossicazione da farmaci o droghe. Non è raro che l’arresto cardio-circolatorio sia strettamente connesso a malformazioni dell’impianto elettrico del nostro cuore evidenziabili con un semplice elettrocardiogramma (ECG).

Come abbiamo già detto, l’aritmia che determina l’arresto cardiaco, e quindi la morte improvvisa, nella maggior parte dei casi è la fibrillazione ventricolare che causa l’arresto immediato della circolazione sanguigna. La vittima perde coscienza e cade a terra priva di sensi. Per un periodo di circa 4-5 minuti l’organismo consuma la sua riserva di ossigeno, poi, se non viene ripristinato il battito cardiaco, gli organi del nostro corpo entrano in sofferenza, a partire dal cervello. Oltre i 10-15 minuti, a seconda dei casi, la morte da apparente diviene definitiva.

La catena della sopravvivenza

Come già citato, la morte cardiaca improvvisa da arresto cardio-circolatorio colpisce chiunque e ovunque: uomini e donne, giovani e anziani; ovviamente con diversa probabilità. Molte vittime di arresto cardiaco non accusano sintomi né segni di allarme.

L’unica maniera possibile per ripristinare la normale frequenza cardiaca è quella di erogare un shock al cuore attraverso l’utilizzo di un defibrillatore.

Per prima cosa, quando ci si trova dinanzi a una persona che cade a terra priva di sensi, occorre saper verificare se è prima di coscienza e di respiro; in questo caso occorre chiamare tempestivamente il 118, senza esitazioni. Tanto più precoce sarà la defibrillazione elettrica, tanto più probabile sarà la rianimazione del paziente.

In attesa dell’arrivo dei soccorsi, sarebbe utile ed efficace praticare le manovre di rianimazione cardio-polmonare (respirazione bocca a bocca e compressioni toraciche).

Il sostegno delle funzioni vitali rappresenta la prima fase della rianimazione d´urgenza e consiste nei 3 passi elencati di seguito denominati ABC (dall´inglese Airway, Breathing, Circulation):

   controllo delle vie aeree (Apertura della via aerea);

   sostegno respiratorio, cioè ventilazione artificiale e ossigenazione dei polmoni (Bocca-bocca o bocca-naso);

   sostegno circolatorio, cioè riconoscimento dell’assenza di polso e istituzione della “Circolazione artificiale” mediante il massaggio cardiaco esterno.

L’insieme delle azioni per tentare di salvare una persona colpita da arresto cardiaco prende il nome di catena della sopravvivenza, costituita da quattro anelli tutti egualmente importanti.

   Il primo anello è l’allarme immediato, cioè la telefonata di chi è testimone, anche occasionale, al 118. La rapidità del soccorso è essenziale. Allertare il 118 rientra nei doveri di ogni cittadino di fronte ad una persona priva di coscienza e che non respira.

   Il secondo anello è rappresentato dalla rianimazione cardio-polmonare precoce (RCP). Ognuno dovrebbe saper avviare questa manovra in grado di far aumentare le possibilità di sopravvivenza della vittima di arresto cardiaco; inoltre è utile anche in diverse altre condizioni come lo svenimento, l’annegamento, il soffocamento, la folgorazione elettrica e l’intossicazione da farmaci o da droghe.

In molti paesi l’RCP viene insegnata nelle scuole oppure è obbligatoria per avere la patente di guida.

   Il terzo anello è costituito dalla defibrillazione elettrica precoce per ripristinare il più presto possibile un ritmo cardiaco efficace. L’erogazione dello shock elettrico tramite due placche applicate sul torace è fatta da operatori sanitari, ma anche da “laici” addestrati, autorizzati e dotati di DAE, soprattutto personale dei servizi di sicurezza (polizia di stato e locale, carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, addetti in luoghi di grande affollamento). La manovra viene eseguita secondo le indicazioni vocali emesse dell’apparecchio stesso.

   Il quarto anello è relativo al soccorso avanzato (ACLS) prestato dal Sistema di Emergenza Medica 118.

Infatti anche se efficacemente rianimata, la vittima deve essere monitorata, stabilizzata e trasportata in ospedale per le ulteriori cure del caso.

L’anello più debole della catena della sopravvivenza è fuor di dubbio il primo, quello cioè riguardante l’immediata telefonata al 118 di fronte ad una persona che cade o si accascia apparentemente priva di coscienza e di respiro spontaneo.

Senza la sensibilità e l’azione immediata di chiunque sia testimone di una morte cardiaca improvvisa, anche il più efficace dei sistemi di emergenza medica e la più fitta ed organizzata rete di DAE non riusciranno ad andare al di là di una percentuale marginale di soggetti efficacemente rianimati senza danno cerebrale residuo. Occorre che l’intervallo di tempo fra l’evento e la chiamata del 118 sia il minore possibile

(intervallo vicino a zero) cosicché il sistema di emergenza e il defibrillatore abbiano a disposizione tutti i 10-15 minuti per apportare un intervento efficace.

Per questo sono sufficienti tre cose:

   riconoscere l’assenza di coscienza e di respiro;

   chiamare senza indugio il 118;

   verificare la presenza di un defibrillatore in zona e di qualcuno che lo sappia usare.

Se tutti avessero la sensibilità di sentirsi potenziali “cittadini salvacuore” si potrebbe raggiungere un risultato favorevole almeno in un caso su quattro.

Questo significherebbe, in Italia, salvare circa 17.000 all’anno.

Attualmente nella maggior parte delle aree italiane la sopravvivenza è soltanto marginale, cioè dell’1-3%.

Pubblicato in Calabria

uniUno dei passaggi sicuramente più difficili da fare per un giovane diplomato è quello che lo porterà a chiedersi come scegliere l’università che possa soddisfare sia la sua voglia di conoscenza, sia la sua necessità di trovare un lavoro.

Infatti, a diciotto anni si può essere ancora piuttosto indecisi, e la scelta del successivo corso di studi può davvero mettere in crisi.

Esistono sicuramente dei sistemi grazie ai quali orientarsi al meglio, e soprattutto mediante i quali cercare di trovare la propria strada.

Come scegliere l’università in modo semplice

Se vi state chiedendo come scegliere l’università da frequentare sappiate che siete in buona compagnia!

Infatti, la maggior parte dei neodiplomati si trova ad affrontare il medesimo dilemma che può portare anche ad avere grandi dubbi e a non sapere in quale direzione andare.

In primo luogo, sarà comunque necessario sapere che la scelta dell’ateneo non vincolerà la vostra vita per sempre. Oggi, infatti, una laurea è sicuramente necessaria per lavorare, ma spesso sarà possibile anche svolgere il proprio mestiere in settori non direttamente collegati ad essa.

Inoltre, vedendo come solo il trenta percento degli iscritti alle università arriva alla laurea, sarà necessario cercare di prediligere un percorso di studi che vi convinca a pieno, piuttosto che uno imposto dai genitori o dalle necessità di carriera.

 

Come scegliere l’università passo per passo

Ora vediamo quelli che possono essere alcuni passaggi grazie ai quali potrete scegliere la vostra università in modo più sereno, ma anche più consapevole:

• Informarsi

Iniziare ad informarsi sulle facoltà esistenti vi consentirà di conoscere quali saranno le proposte presenti sul “mercato”.

Non limitatevi a quelle presenti vicino a casa vostra, in quanto potreste sempre diventare studenti fuori sede oppure seguire i corsi delle università telematiche, presenti sempre di più anche in Italia.

Avere degli obiettivi

Pensate a ciò che vorreste fare da grandi: è ovvio che se volete fare il medico dovrete iscrivervi a medicina, ad esempio!

Seguire le proprie attitudini

Cercate di essere realisti e di fare un piccolo esame di voi stessi: quali sono i campi nei quali siete più bravi e quelli, invece, nei quali non eccellete affatto? Qualora non vi piaccia la matematica dovreste evitare le facoltà scientifiche, ad esempio.

Ovviamente, nei diversi percorsi universitari potrete sempre trovare delle materie che vi piaceranno di meno rispetto ad altre, ma nel complesso l’università dovrà rispettare la vostra indole.

Pianificare il futuro

A seconda del mestiere che volete fare potrebbero essere necessari più o meno anni di università. Esistono percorsi più lunghi, come quello in medicina o in giurisprudenza, mentre altri che possono consentirvi di lavorare già con la laurea triennale.

Cercate, quindi, di capire anche per quanto tempo potreste essere in grado di impegnarvi a studiare

.•Partire dalla base scolastica

Nel valutare il percorso universitario dovrete anche prendere in considerazione il vostro background a livello di conoscenze scolastiche.

Ovviamente, non vi sarà interdetto un percorso particolare solo perché il vostro diploma non rientra nella medesima area formativa, ma dovrete cercare di capire se gli scogli che potrete incontrare siano per voi superabili.

Pubblicato in Italia

germanetoLa Presidente facente funzioni della Regione Antonella Stasi e l’Assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Gentile martedì prossimo, sedici settembre, alle ore undici, saranno a Germaneto di Catanzaro per visitare la nuova sede degli uffici regionali, ormai quasi ultimata nelle strutture, anche se la sua consegna ufficiale è prevista per la fine di quest’anno. L’opera finita, costa 160.500.000 euro. Vi stanno lavorando cinquantasette ditte, a vario titolo, ed undici fornitori in opera. Dal 2009 al 2011 le lavorazioni ammontavano a circa ventiquattro milioni di euro. “Grazie alla volontà determinante ed all’impegno di questa Giunta regionale – ha detto l’Assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Gentile - da agosto 2011 fino ad oggi si è arrivati a circa cento milioni di lavori eseguiti con un notevole incremento della produzione media che è passata da ottocento mila euro al mese ad oltre due milioni di media, con punte di stati di avanzamento di oltre quattro milioni al mese”. Con la consegna dell’opera, che ha la forma di una “C”, una superficie totale di centonovantamila metri quadrati e si sviluppa su dodici piani, si metterà fine ai disservizi a cui sono sottoposti i cittadini ed i rappresentanti delle istituzioni che si rivolgono alla Regione. Infatti accoglierà, oltre alla presidenza ed agli assessorati regionali, anche tutti gli uffici ed i Dipartimenti sparsi sul territorio catanzarese, con un risparmio di molti milioni di euro pagati, ogni anno, per i fitti dei locali che li ospitano. “Inoltre –ha detto Domenico Pallaria, Dirigente generale del Dipartimento “Lavori Pubblici” e responsabile unico del procedimento per la realizzazione dell’opera - si sta facendo un discorso parallelo di gestione dell’intero complesso che contempla anche la sicurezza, un fattore, questo, certo non trascurabile”. Gli uffici saranno “open space”, così gli spazi, originariamente previsti per postazioni doppie o quadruple potranno ospitare fino a dieci persone, creando, di conseguenza, un numero maggiore di postazioni di lavoro che raggiungeranno, il totale di 1842. Nel nuovo palazzo saranno ubicati la mensa, il ristorante e la caffetteria, gli asili nido, la medicheria. Sono previsti ampi spazi, per lo sportello bancario e quello postale, la biblioteca, le aree museali e le sale per conferenze modulari in grado di accogliere fino a 450 persone. Nel museo saranno collocati i reperti archeologici che sono stati ritrovati durante i lavori fatti nell’area di Germaneto. Circa sessantamila sono i metri quadrati adibiti a parcheggi, sette i corpi di fabbrica ed una piazza centrale di circa diecimila metri. Ventiquattro gli ascensori e quattordici le scale in acciaio mentre trentamila metri quadrati sono di facciate e sessantamila la superficie pavimentata. o.m.

La Fonte Della Notizia www.regione.calabria.it

Pubblicato in Calabria
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