La vicenda è quella dell’omicidio di Iolanda Nocito, l’anziana madre di don Marcello Riente, massacrata nella sua abitazione a Belvedere Marittimo il 4 gennaio scorso.
Un omicidio che ha visto la presenza dei Ris che hanno effettuato tutti i rilievi necessari ma dai quali secondo le informazioni della stampa locale “non hanno fornito tracce riconducibili a persone estranee, segno che chi ha agito sapeva come muoversi e cosa fare”.
Non solo, ma la stampa nei giorni scorsi ha evidenziato che “Nella cassaforte aperta dagli investigatori dopo l'omicidio,( è stata trovata ndr) una ingente cifra di denaro, ma anche titoli e diamanti”.
In relazione a quanto la stessa stampa locale ha riportato che “Il parroco, intanto, attraverso l'avvocato difensore Gino Perrotta ha fatto sapere di essere totalmente all'oscuro delle presunte attività della madre e, anche, del contenuto della cassaforte”.
Il parroco ha fatto anche sapere, tramite il legale, di non aver mai prestato denaro.
Non sembra escludibile quindi un diretto collegamento tra l'aggressione subita dal parroco ad ottobre 2012 e l'omicidio della madre Iolanda Nocito.
Al vaglio della Procura di Paola i depositi bancari del prete e della madre.
Ad affermarlo è il procuratore di Paola, Bruno Giordano, facendo il punto sull'omicidio della madre del parroco di Belvedere Marittimo.
“ Al momento siamo impegnati a verificare ed incrociare i dati relativi ai conto correnti intestati a don Marcello Riente e alla madre”
Non solo ma il PM paolano chiarisce che “Dalle nostre indagini non emerge alcun presunto traffico di diamanti”, come sostenuto da certa stampa locale.
Insomma le indagini, che, ovviamente, non possono tralasciare alcuna ipotesi, sembrano essere fortemente indirizzate sulla rilevante disponibilità finanziaria riconducibile al sacerdote. Non solo in casa è stata trovata una notevole somma di denaro in contanti “stranamente” non rubata ma sui conti correnti e i depositi intestati al parroco e alla madre risultano continui versamenti di denaro, senza prelievi.
Non appare a tal punto illogico chiedersi “da dove arrivava tutto questo denaro? Come faceva un semplice parroco ad avere tanta disponibilità?”
Non aiuta per la ricerca della verità il forte riserbo dietro il quale si trincera don Riente, riserbo mantenuto anche per la sua aggressione dell’ottobre scorso.