Ci ha fatto sorridere (un sorriso amaro, invero) Antonio Albanese con la sua interpretazione del sindaco calabrese Cetto La Qualunque.
Intanto la Calabria continua a morire
I ricchi diventano sempre più ricchi
I poveri sempre più poveri
I giovani emigrano, i vecchi restiamo.
E la Calabria diventa sempre più vecchia.
Più vecchia e più inane.
Ma qualche fiamma di reazione comincia a levarsi.
Come a Verbicaro.
Era già successo il 2011 con la occupazione simbolica della sede comunale, poi con la manifestazione sotto la sede del Consiglio Regionale ed infine la occupazione della chiesa, e dopo essersi avventurati per una traballante scala fino al cornicione, per suonare le campane "a morto", provocando la presenza del sindaco Felice Spingola e delle Forze dell’ordine (Digos e carabinieri), dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari.
Verbicaro vanta il primato di "il paese più disoccupato d'Italia", dove un abitante su due è senza lavoro.
Insomma il paese della disperazione.
E da qualche tempo della rabbia.
Vogliono il salario minimo garantito( a proposito che fine ha fatto?)
O vogliono un posto di lavoro dalla regione.
Uno qualunque. Come diceva Cetto!
Come Cetto quando prometteva un forestale per ogni albero.
Ed allora sono ritornati a protestare.
La politica aveva risposto in modo assurdo.
Nientedimeno con un corso di formazione lavoro per la coltivazione di uva Adduraca, una particolare qualità che cresce sulla costa tirrenica, che avrebbe dovuto generare occupazione stabile e duratura.
Ma ci volevano soldi .
Si , perché in Calabria basta una idea, un corso di formazione ed i soldi dello Stato ( o della regione)
Ma i soldi promessi( sembra) sono andati ad integrare i fondi per la mobilità in deroga.
Infatti uno dei dimostranti dichiara : “Il progetto è stato esaminato ed è stato valutato positivamente ma non c’è copertura finanziaria e noi stiamo protestando perché non possiamo stare senza lavoro. Il Governo Renzi, invece di venire in Calabria e dire che deve combattere la mafia, si occupi del lavoro perché c’è gente che davvero muore di fame”.
Interviene a tal punto l’attuale sindaco Francesco Silvestri a testimoniare la sua personale vicinanza ai lavoratori e quella del consiglio comunale e dell’intera comunità rilanciando anche l’ipotesi del reddito minimo garantito.
“Capisco la crisi, capisco i problemi però in giunta regionale giacciano 10mila firme per il reddito minimo garantito ma anche su questo non c’è stata risposta. Noi ci auguriamo che in questi giorni il progetto si possa sbloccare o che almeno l’assessore Salerno ci dica come stano realmente le cose”.
Ecco questa sì che è una bella idea.
Tra l’altro il reddito minimo garantito può aiutare tanti altri calabresi alla fame e può far ritornare in Calabria i giovani che oggi sono nel centro e nord Italia a lavorare per 1000 euro al mese pagandone più di 500 per il fitto della casa.
Sarebbe una Calabria più ricca anche di futuro
Forse Cetto La Qualunque con il suo “un forestale per ogni albero” non era poi così folle!