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Redazione TirrenoNews

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Definire Amantea una città senza regole forse a qualcuno può apparire offensivo.

E proporsi per un mini corso di educazione al Codice della Strada può essere ritenuto presuntuoso.

In particolare a chi lo conosce ma non lo applica.

Ma noi, siccome siamo testardi, vogliamo segnalare quello che accade in questa città che sembra aver dimenticato i suoi nobili natali.

E vogliamo ricordare a tutti che offensivo e presuntuoso è vantarsi di essere cittadini educati e civili dimenticando ,poi, di esserlo e di dimostrarlo.

Insieme vogliamo ricordare ( e vi invitiamo a farlo insieme a noi) quello che vediamo spesso girando ipocritamente la testa e la coscienza

E’ domenica 15 dicembre e siamo a piazza Commercio: “ Ma dove sono i Vigili?”

Lo dicono in tanti davanti alla scena di un’auto parcheggiata provvisoriamente su Via Margherita proprio all’uscita di Via Nuova e che rende difficile, e per i mezzi più grossi impossibile, svoltare a destra.

Sul lato sinistro, in pieno divieto di sosta, altre due auto di cui una sugli spazi riservati ai ciclomotori ed un’altra sulle strisce pedonali

Le auto trovano molta difficoltà a svoltare e suonano il clacson .

Ma il proprietario dell’auto non arriva ; sta facendo la fila per il telefonino!

Infine arriva un pulmino che blocca tutto il traffico sia quello su via Margherita che quello su via Nuova.

Ne approfittano due amanteani per camminare tranquillamente in mezzo alla strada senza usare i marciapiedi anche se in parte liberi.

Altri marciapiedi invece sono occupati da sedie e prodotti commerciali

Insomma in pochissimi metri un qualsiasi vigile avrebbe potuto redigere non una ma almeno una decina di infrazioni al Codice della Strada, facendo incassare al comune molto più di quanto costa il suo stipendio giornaliero( se non settimanale!).

Già, ma in questo caso Amantea sarebbe apparsa una città civile e nella quale chi di dovere impone il rispetto delle regole .

Ahi visto mai che prima o dopo questo miracolo avvenga?

Il problema è quello di invocare il santo o la Santa giusti.

Che sia San’Emilio? Che sia San Michele? Che sia San Sergio? Che sia san Luciano? Che sia San Gianfranco?

Di certo , ormai, non saranno né San Sante , né Sant’Antonio , né San Francesco.

L’associazione Antiracket ad Amantea

Domenica, 15 Dicembre 2013 18:35 Pubblicato in Politica

Un po’ a sorpresa, invero, gli Operatori Economici Antiracket prendono posizione in Piazza Commercio dove presentano , sommessamente, senza orgoglio smodato, ma con la consapevolezza di chi percorre il binario giusto, i 140 negozi calabresi tra i 1400 del mezzogiorno, che hanno deciso di non accettare la violenza dei mafiosi e degli ‘ndranghetisti che impongono il pizzo.

Ci sono tra loro gli uomini dell’Anra , Associazione   Antiracket Amantea. Onlus, e sono presenti anche le altre associazioni tra cui l’ACIPAC, Associazione Commercianti Imprenditori Professionisti Artigiani Cittanova, l’APICA Associazione Professionisti Imprenditori Commercianti Artigiani di Polistena.

In piazza ai passanti di una accettabile giornata di sole dicembrino ,tra gli altri, il sorriso di Maria Teresa Morano esponente di spicco nazionale della FAI e dell’antiracket della Regione Calabria e quello di Armando Caputo che si prestano a parlare con giornalisti, cittadini, ma con l’occhio attento alle adesione di commercianti, artigiani, imprenditori che vogliono essere libri dalle vessazioni da chiunque esercitate

Cadono bene quest’anno ad Amantea gli uomini e donne del FAI Federazione della Associazioni antiracket ed antiusura italiane.

Amantea, per la prima volta, forse, nella sua plurimillenaria storia afferma la sua volontà di reazione anche a quei comportamenti vessativi posti in essere da un sistema come quello in essere che affama la gente e quindi il sistema economico amanteano.

Domani infatti è preannunciata anche una dimostrazione da parte del movimento 9 dicembre 2013 sulla Strada Statale 18.

Speriamo bene .

Speriamo che questa dichiarata volontà di reazione ed il coraggio che la supporta sia realmente e sempre manifestata contro tutti in poteri che riducono la libertà economica e di pensiero.

A loro un Buon natale nella dichiarata consapevolezza che non esiste gioia senza il diritto di esercitarla

Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti prendono posizione sul problema delle desecretazione degli atti parlamentari relativi al traffico dei rifiuti e al fenomeno delle navi a perdere.

“Sembra doveroso ricordare la scomparsa dell'ufficiale Natale De Grazia, spentosi misteriosamente nella notte fra il 12 e il 13 dicembre del 1995 mentre indagava sulle famigerate navi dei veleni, quelle carrette dei mari cariche di rifiuti affondate volontariamente nei nostri mari allo scopo di smaltire, in modo illecito ma economico, decenni di scorie industriali.

Una vigilia amara in quanto ci ricorda che, in 18 anni, ben poco è stato fatto per chiarire la vicenda e il pericolo che le indagini sulla morte del capitano diano vita ad uno dei troppi misteri d'Italia è concreto, anche se c'è chi non ha smesso di cercare giustizia.

Lo smaltimento dei rifiuti tossici ad opera della criminalità – complici imprenditori senza scrupoli - tramite l'affondamento di mercantili ha costituito un salto di qualità : in un colpo solo si eliminavano scorie tossiche e radioattive, e si truffavano le assicurazioni. Una strategia criminale che ha afflitto non solo la Calabria.

Sono passati esattamente 23 anni - un'altra ricorrenza amara - da quando la nave Jolly Rosso si arenò sulla spiaggia di Formiciche a 15 km. da Amantea, in provincia di Cosenza. Anche questo incidente ha sollevato sospetti e paure - mai sopite per la verità - tra la gente del luogo, e non si è mai riusciti a stabilire una qualche verità, neanche processuale, che permettesse di porre loro fine.

E anche Natale De Grazia, evidentemente, era arrivato a intuire - se non a scoprire - storie inconfessabili, un fatto pericoloso per chi voleva che sull'argomento si facesse quanto più silenzio possibile. In omaggio a questa persona che identificava il coraggio nello svolgimento nel suo dovere, anche noi del Movimento 5 Stelle non vogliamo che la verità vada a fondo insieme ai rifiuti.

Forse è ora che gli atti parlamentari relativi alla vicenda vengano desecretati, non diversamente da quanto è avvenuto per le dichiarazioni di Schiavone : lo Stato è in debito di trasparenza verso tutti i cittadini, vittime inconsapevoli di lobbies criminali. Un debito che, in una logica di nuova consapevolezza dei rischi che corre il popolo italiano, deve iniziare a pagare. Desecretando gli atti parlamentari relativi al traffico dei rifiuti tossici e al fenomeno delle navi a perdere si potrebbero raggiungere contemporaneamente questi obiettivi, oltre a ricordare la dignitosa determinazione del Capitano De Grazia e il suo concreto sacrificio.

Francesco Molinari - M5S cittadino eletto al Senato Membro Commissione Antimafia

Sebastiano Barbanti - M5S cittadino eletto alla Camera”

Ndr.

Ci permettiamo di suggerire ai cittadini eletti di M5S che , una volta che gli atti saranno desecretati, si tenga un pubblico dibattito di presentazione dei medesimi e sin da ora offriamo la nostra piena disponibilità a concorrere a quanto suggerito. Tirrenonews.

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